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mercoledì 30 novembre 2011

Cul-de-sac - Alberto Custerlina (Dalai Ed. 2011)


A circa un anno di distanza da Mano Nera, Alberto Custerlina torna in libreria con un’altra avventura che vede coinvolti molti dei protagonisti del precedente romanzo, prima fra tutti “La Santa” Ljudmila Horvat, ma questa volta il risultato è sotto le aspettative, soprattutto per chi aveva apprezzato Mano Nera.
In una Trieste fredda e spazzata dalla bora, l’ex poliziotto Zeno Weber si trova coinvolto in una rischiosa storia di traffico illecito di uranio che vede coinvolta la mafia russa, la criminalità albanese e settori deviati dello Stato. Parallelamente, il bandito Kirill Todorovski evada durante il trasferimento in un altro carcere, provocando il ritorno sul campo della Santa, decisa a riportarlo tra le sbarre.
Nonostante la solita scrittura frizzante dell’autore, capace di spostarsi a proprio agio tra l’Italia l’ex Jugoslavia e Malta, Cul de sac risulta meno fluido e più macchinoso rispetto ai precedenti lavori di Custerlina, soprattutto a causa della scelta di trattare tre storie differenti che andranno a convergere nel finale. Nessuno dei protagonisti, così facendo, riesce a imporsi talmente da essere considerato al centro della storia, causando una perdita di contatto tra lettore e romanzo. La Santa, poi, appare a circa cinquanta pagine dalla fine, senza riuscire a incidere su una storia che, seppure tessuta in ottima maniera, pecca sui personaggi: Zeno, quello che all’inizio sembrerebbe il vero protagonista, si impone con decisione all’attenzione dei lettori, ma dopo un po’ viene messo da parte per tornare soltanto nel finale, Ljudmila compare troppo tardi, Kostas Il Greco e Todorovski diventano quasi delle macchiette di contorno, l’oligarca russo Romanov appare soltanto un vecchio malato che spara le ultime cartucce a disposizione.
«Se Dio esistesse e lei lo onorasse con la sua Fede, si guadagnerebbe una gioiosa vita eterna, ma se Dio non dovesse esistere avrebbe comunque vissuto felicemente con l’aspettativa della vita eterna.»
Lui rimase sconcertato. In un primo momento la frase gli era sembrata una stupidaggine, uno dei tanti trabocchetti logici inventati per confondere la gente, ma poi capì che in fondo c’era del buonsenso in ciò che aveva detto la donna.

Il tentativo di Custerlina di spostare l’attenzione dalla pura spy-story all’americana a un maggiore approfondimento sulle dinamiche che portano i personaggi a prendere determinate strade (nello specifico la smania di potere e di soldi) risulta comunque apprezzabile, ma forse Cul de sac andava costruito in maniera diversa, focalizzandosi meglio sul cuore della storia. La scelta di sperimentare una nuova struttura narrativa ha reso la trama un po’ sfilacciata, creando al lettore un difficile percorso di lettura, reso ancora più arduo dall’impossibilità di avere un punto di riferimento.
Alla luce della parziale involuzione di Cul de sac, sia Ljudmila Horvat che Zeno Weber meriterebbero un’altra chance e Custerlina sembrerebbe confermarlo nel “misterioso” finale in cui vengono seminati alcuni indizi che lascerebbero sperare in un nuovo (ed esotico) sviluppo di storie e personaggi.

Articolo di Marcello Gagliani Caputo

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Dalai Editore
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Vidocq
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 192
  • Codice EAN: 9788866201069
  • Prezzo di copertina: € 17,00

lunedì 28 novembre 2011

Lama e Trama 2011


I vincitori della nona edizione Sezione Racconto

Primo classificato

Regina di bastoni di Maria Silvia Avanzato
Bologna

Secondi classificati ex aequo

Non tutto casuale di Stefano Drago
Genova

Torte gemelle
di Ida Ferrari
Brescia

La giuria 2011_Sezione Racconto era composta da:
Carlo Cannella
Matteo Righetto
Federica Sgaggio

Premio Lama e trama alla carriera - 2011

Il prestigioso premio Lama e Trama dedicato a un autore di narrativa giallo/noir che si sia particolarmente distinto con le sue opere nel panorama nazionale è stato assegnato per l'edizione 2011 allo scrittore

Santo Piazzase

Biologo nell'università di Palermo, dove è nato nel 1948, Santo Piazzese esordisce come scrittore nel 1996, con il romanzo I delitti di via Medina-Sidonia, pubblicato in Italia da Sellerio e in Francia da Fleuve Noir nel 1998, al quale seguiranno i romanzi La doppia vita di M. Laurent (Sellerio, 1998) e Il soffio della valanga (Sellerio, 2002). Autore di molti racconti pubblicati in Francia e in Italia, collabora con il quotidiano "la Repubblica" e con riviste italiane e straniere. Riconosciuto tra i protagonisti del cosiddetto "noir mediterraneo" ha riscosso numerosi premi e riconoscimenti dalla critica. I suoi romanzi sono stati ripubblicati in molte edizioni e tradotti in vari paesi.

Intervista a: Maurizio De Giovanni di Cristina Marra (Per mano mia - Einaudi)


Cristina Marra: Con il romanzo “Per mano mia” (Einaudi) Maurizio de Giovanni inaugura il nuovo ciclo delle feste dedicato al commissario Luigi Alfredo Ricciardi. Sei stato ospite al Festival Getafe Negro di Madrid. Com’è stato accolto Ricciardi dai lettori spagnoli? Com’è considerato il giallo italiano in Spagna?

Maurizio De Giovanni: Sono molto contento dell’esperienza spagnola. Ho trovato un ambiente curioso, assetato di novità e molto disponibile nei confronti delle storie che venivano dal nostro Paese. L’Italia era la nazione ospite, e l’accoglienza è stata calorosa. Il mio editore spagnolo, la Lumen Random House, ha organizzato una serie di interviste presso i maggiori giornali, e sono stato coadiuvato da un’interprete assolutamente eccezionale. Ricciardi sembra molto ben accetto, nelle librerie spagnole. Speriamo bene

CM: Dopo la quadrilogia delle stagioni edita da Fandango nuova serie e nuova casa editrice. Anche il commissario Ricciardi riserva novità?

MDG: La storia di Ricciardi evolve di romanzo in romanzo, e come ti ho detto altre volte io non sono affatto incline a pianificarne le vicende. I personaggi decidono da soli da che parte andare e non mi chiedono certo il permesso. Già in questo romanzo, comunque, ho notato importanti cambiamenti

CM: La costruzione narrativa di “Per mano mia” rispecchia quella del Presepe tradizionale a tre livelli. Com’è stato il tuo lavoro di ricerca?

MDG: Cerco sempre di essere rigoroso nel mio lavoro di ricerca; man mano che la platea di Ricciardi si allarga, diventa maggiore il “rischio” di incontrare persone che siano a conoscenza dei fatti di storia sociale del periodo e che quindi siano in grado di rilevare incongruenze. Col presepe è stato facile, sono tantissimi gli appassionati che ancora lo costruiscono attenendosi alle regole tradizionali. Inoltre a Napoli esiste il Museo del Presepe, presso la Certosa di San Martino, che offre stupendi esempi di arte presepiale e consente un’analisi precisa di uno dei vanti artistici della città. Mi sono anche avvalso dell’aiuto di un caro amico, Michele Nevola che ho ringraziato in appendice al libro, che è un cultore delle tradizioni e delle molteplici simbologie che il Presepe napoletano nasconde e che sono splendide da raccontare

CM: Ognuno dei sospettati interviene nel romanzo. La loro voce fuori scena diventa una confessione?

MDG: La voce fuori scena, che mi piace tanto utilizzare, è un modo per affacciarsi nelle anime di tutti quelli che partecipano alla vicenda, senza farne il nome. Ogni introspezione diventa una confessione, nel momento in cui riflettendo la propria anima nello specchio ciascun personaggio si vede nudo con le proprie emozioni e le passioni infette che coltiva nell’anima. Hai decisamente ragione, la voce in corsivo è un’istantanea cruda di se stessi

CM: Maione si libera della sua ossessione. Fa da apri pista alle evoluzioni di altri personaggi? Da lui parte il cambiamento?

MDG: Maione ha bisogno di aiuto, senza saperlo. Deve decidere, e decidere in fretta, tra differenti codici di comportamento, tra diversi condizionamenti ai quali ha sin qui improntato l’esistenza. I personaggi del mondo di Ricciardi hanno fortissime relazioni tra loro, nessuno può cambiare senza provocare effetti su tutti gli altri, come in una fitta rete fatta di affetto o odio o antipatia. E’ fatale che le conseguenze di un comportamento si ripercuotano su tutti gli altri, con effetti imprevedibili

CM: Il mare in tempesta e il vento freddo. Il tempo atmosferico diventa messaggero di verità?

MDG: Sai che l’elemento atmosferico nelle mie storie ha un’enorme rilevanza. Permea di sé la storia, investe e travolge i personaggi cambiandone l’umore e provocando azioni e reazioni che in altre situazioni non si sarebbero verificate. In prossimità del mare, per sua natura soggetto e oggetto di variazioni del clima, questo diventa ancora più vero. I personaggi devono fare i conti con i capricci del tempo, da cui dipende la loro stessa sopravvivenza. Il mare è madre e matrigna, accoglie e respinge indifferente e partecipe. E’ nel mare e sul mare che i personaggi di “Per mano mia” incontrano il loro destino

CM: Come vive il Natale De Giovanni? Che vorresti trovare nel tuo Presepe?

MDG: Amo il Natale, quella dolce malinconia che ti stringe a chi c’è e ancora di più a chi non c’è ma è presente nel cuore e nei ricordi. Vorrei trovare ancora una carezza, lo sguardo dolce di un genitore, la risata di un figlio, la luce negli occhi di una donna innamorata. Le cose per cui, in fondo, vale la pena vivere. E qualche nuova bella storia da raccontare

CM: Cosa bolle in pentola per il 2012?

MDG: Forse un romanzo che non riguarda Ricciardi. Poi teatro, incontri coi miei lettori, e una nuova storia di Ricciardi in autunno. E soprattutto tante, tante belle parole da mettere in fila

Intervista di Cristina Marra

Dettagli del libro
  • Titolo: Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi
  • Autore: Maurizio De Giovanni
  • Editore: Einaudi
  • Collana: Einaudi. Stile libero big
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • ISBN: 8806203428
  • ISBN-13: 9788806203429
  • Pagine: 313
  • Formato: brossura
  • Reparto: Gialli > Giallo storico

venerdì 25 novembre 2011

Più Libri Più Liberi 2011 - Programma Corpi Freddi


E anche quest' anno è arrivato il momento di parlare della Fiera della Piccola e Media Editoria che si svolge a Roma tra il 7 e l'11 Dicembre. E come ogni anno, passo un'ora a spulciare nel programma, gli eventi che potrebbero interessare al popolo corpi freddi. Buona lettura :)



ore 11.00
Un Natale in giallo
intervengono Gian Mauro Costa, Carlo Flamigni, Marco Malvaldi, Ben Pastor, Santo Piazzese e Francesco Recami
a cura di Sellerio Editore
coordina Luigi Sanvito
Sala Rubino


ore 14.00
NO EAP: No Editoria A Pagamento
Dal romanzo nel cassetto alla speculazione sulla scrittura
intervengono Cristiano Armati, Simone Ghelli, Gianluca Liguori, Costantino Margiotta, Gianluca Moretti e Alfredo Ronci
a cura di Zero91
Sala Ametista

ore 16.00
Un'ora con...
Incontro con Amélie Nothomb
inteviene Elena Stancanelli
a cura di Voland
Sala Diamante

ore 17.00
Massimo Carlotto presenta la nuova collezione Sabot/age
intervengono Carlo Mazza e Matteo Strukul
a cura di edizioni e/o
Sala Diamante

ore 18.30
Marcello Fois presenta: Centri e Periferie, le Idee in Movimento a Gavoi
intervengono Susanne Höhn e Peter Probst
a cura di L'Isola delle Storie
Caffè letterario

ore 19.00
Presentazione del libro
Non tutti i bastardi sono di Vienna di Andrea Molesini
interviene l'autore
a cura di Sellerio Editore
Sala Rubino


ore 10.45
LIA - Libri Italiani Accessibili. Il digitale come opportunità
intervengono Flavia Cristiano, Orlando Paladino e Marco Polillo
a cura di AIE - Associazione Italiana Editori
per saperne di più
Sala Smeraldo

ore 14.00
Presentazione del libro
Undicesimo comandamento. Uccidi chi non ti ama di Elena Mearini
intervengono Stefania Nardini, Antonio Paolacci e Giorgio Vasta
a cura di Gruppo Perdisa Editore
Sala Rubino

ore 15.00
Come cucino i miei libri
Presentazione dell'audiolibro Odore di chiuso di Marco Malvaldi
interviene l'autore
a cura di Emons:audiolibri
coordina Flavia Gentili
letture a cura di Alessandro Benvenuti
Sala Smeraldo


ore 12.00
Rosa Parks e l'autobus della storia
Presentazione del libro L'autobus di Rosa di Fabrizio Silei e Maurizio A. C. Quarello
intervengono gli autori, Francesca Comencini, Sabri Najafi e Riccardo Noury
a cua di Orecchio Acerbo in collaborazione con Amnesty International
Caffè letterario

ore 12.00
Nazione Indiana e il giornalismo d'inchiesta
L'esperimento delle Murene, ovvero il virtuoso circolo della carta stampata e della Rete
presentazione della terza Murena di Miguel Torga
intervengono Rosaria Capacchione e Francesco Forlani
a cura di Nazione Indiana
coordina Franco Buffoni
Sala Diamante

ore 15.00
Leggereditore presenta: due anni di romance tra autrici italiane e straniere
Incontro con Ornella Albanese, Mariangela Camocardi, Roberta Ciuffi, Kathleen McGregor e Paola Picasso
intervengono Laura Ceccacci e Sergio Fanucci
a cura di Fanucci
Sala Ametista

ore 16.00
Un'ora con...
Presentazione del libro Morte di un biografo di Santiago Gamboa
intervengono l'autore e David Riondino
a cura di edizioni e/o
Sala Smeraldo


ore 12.00
Andrea Camilleri incontra i lettori
a cura di Sellerio
Sala Diamante

ore 15.00
Il cinema nel giallo
Presentazione della collana Gargoyle Extra e presentazione del libro Hollywood Detective di Loren D. Estleman
intervengono Paola Casella, Alessandro Gebbia e Roberto Silvestri
a cura di Gargoyle
Sala Smeraldo

ore 18.00
Presentazione del libro
Cose che gli aspiranti autori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno di Cristano Armati
intervengono l'autore e Mattia Carratello
a cura di Giulio Perrone Editore
Sala Smeraldo

Villetta con piscina – Herman Koch (Neri Pozza 2011)


Certe volte riavvolgi il nastro della tua vita per vedere in che punto avrebbe ancora potuto prendere una direzione diversa, ma altre volte non c'è niente da riavvolgere: tu non lo sai, ma puoi solo riavvolgerlo in avanti. Vorresti fermare l'immagine.... Qui, dici a te stesso. Se qui avessi detto un'altra cosa... se qui avessi fatto un'altra cosa.

Marc Schossler è un medico di famiglia e, agli occhi di tutti i suoi pazienti sicuramente è il più accurato e attento visto che concede ad ognuno 20 minuti del suo tempo per approfondire la diagnosi e per alleviare le loro sofferenze, finte o vere che siano. Ma in realtà lui neanche li ascolta, non gliene frega un cazzo di quello che dicono, mentre loro parlano lui pensa ad altro e poi con notevole sforzo li visita e sputa la sentenza. Il suo lavoro lo ha reso cinico e sprezzante, quasi gli fanno schifo quei corpi che deve toccare e anche solo guardali nudi gli da la nausea. Ma se fino a poco tempo prima non li ascoltava per mero disinteresse ora è anche preoccupato, deve presentarsi davanti alla commissione disciplinare, è accusato di negligenza o forse dell'omicidio di Ralph Meier suo amico, morto in seguito ad un male incurabile che il buon Marc non ha diagnosticato in tempo. Forse. Ralph è un personaggio ambiguo, attore noto, uomo arrogante e soprattutto donnaiolo. In un lungo flash back riviviamo la vacanza estiva che Marc sua moglie Caroline e le figlie Lisa di undici anni e Julia di tredici hanno passato nella villetta con piscina che Ralph e sua moglie Judith hanno preso in affitto. Vedremo le loro figlie felici in compagnia di Alex e Thomas, i figli di Ralph e Judith, e vedremo gli adulti Marc, Caroline, Ralph, Judith e la strana coppia Stanley ed Emanuelle bere mangiare e diverirsi.
Il tutto condito da occhiate complici, sguardi sensuali, corpi incandecenti che si sfiorarano e si cercano. Ma durante la festa di mezza estate succede l'irreparabile e cambierà le vite di tutti per sempre.
La famiglia come paravento di normalità e felicità ma dove, come si dice dalle mie parti, il più pulito ha la rogna e qui prude ad ogni pagina.
L'ipocrisia e il cinismo regnano sovrani, il marcio aleggia su tutto il romanzo e si storce il naso davanti a questa puzza come fa Marc quando con un ago si apre l'infezione sull'occhio e la puzza del pus gli da il voltastomaco. Lo spaccato di vita che esce fuori da questo romanzo è devastante, mette i brividi ma è la realtà che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente e Koch ce la sbatte in faccia senza remore, da un calcio in culo ai buoni sentimenti e tira fuori il peggio: violenza, pedofilia, invidia, egoismo, malattia e morte e lo fa con uno stile tagliente come la lama di un bisturi e doloroso come un pugno alla bocca dello stomaco. Non è un libro facile da leggere, nè da digerire ma è un gran romanzo che lascia il segno.
Un consiglio, non leggete la seconda di copertina, compratelo a scatola chiusa, fidatevi di me, altrimenti rischiate di rovinarvi la lettura.

Ti fai una macchia sui tuoi pantaloni preferiti e li lavi dieci volte di seguito a novanta gradi. Ma la macchia non se ne va; al massimo se sfreghi e strofini troppo a lungo viene fuori qualche altra cosa al suo posto, un pezzo di stoffa più sottile e più sbiadito. Quel pezzo sbiadito è il ricordo, il ricordo della macchia. Allora puoi fare due cose: o butti via i pantaloni o vai in giro per tutta la vita con il ricordo della macchia. Ma il pezzo sbiadito non ti ricorda soltanto la macchia, ti ricorda anche i tempi in cui i pantaloni erano puliti.

Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Neri Pozza
  • Anno di pubblicazione: 2011
  • Collana: Bloom
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 363
  • Traduttore: G. Testa
  • Codice EAN: 9788854505445

giovedì 24 novembre 2011

La quarta forma di Satana - Pieter Aspe (Fazi 2011)


Era meraviglioso farsi ubbidire a comando. La schiavitù era stata il fondamento di ogni grande civiltà: chi avrebbe mai ricordato i faraoni se i loro schiavi non avessero costruito le piramidi? Lo stesso dicasi per greci e romani. La storia dell’uomo ruota intorno alla ricerca e all’esercizio del potere. E la nascita del concetto di democrazia ha cambiato le cose ben poco. Gli schiavi di ieri si sono tramutati in operosi azionisti, interessati solo a mantenere alta la redditività dell’azienda della quale hanno una quota.

Il poliziotto Pieter Van In, già protagonista di Caos a Bruges, scontroso amante di belle donne e di birra che beve a qualsiasi ora del giorno, entra in scena chiamato ad indagare sulla morte di una donna Trui Andries, rinvenuta in un canale vicino casa. Potrebbe essere sucidio.
Qualche giorno dopo il fidanzato si getta dal quarto piano dell’ospedale psichiatrico dove era ricoverato.
A questo punto tutto farebbe pensare al suicidio dei due giovani, ma Pieter Van In non creda all’ipotesi e inizia ad indagare, scoprendo che la sua prima sensazione era più che fondata. Tra i vari riscontri scoprirà che i due era da poco fuoriusciti da una setta satanica e che era più che plausibile una vendetta degli adepti.
A questo punto il capo della polizia impone a Van In ed il suo collaboratore Versavel affiancamento di una giovane ed affascinante giornalista che dovrebbe verificare la collaborazione tra la polizia e la gendarmeria, che scatena la gelosia di Han¬ne¬lore, moglie del poliziotto e prossima al parto.
Un feroce attentato fuori da una chiesa in pieno centro di Bruges, nel quale muoiono otto persone, conferma a Van In che la strana scia di morte ha un filo comune.

Il romanzo si apre con una cerimonia satanica, con l’iniziazione di un nuovo adepto si va avanti nella lettura pensando di seguire una traccia, un filone ben delineato, ma come succede spesso, ci si trova completamente fuorviati dalle apparenze. Piter Aspe ci porta nel mondo oscuro dell’occulto senza gli eccessi che vanno ultimamente per la maggiore. Il romanzo è ben scritto e risulta piacevole nella lettura. Dal mio punto di vista, però, ci sono alcuni eventi e personaggi che risultano fuori dall’ambito narrativo e per alcuni aspetti risultano incoerenti tra comportamento e psicologia. Inoltre non sempre il ripetersi di colpi di scena deve essere per forza appassionante, a volte si rischia di cadere in una inutile retorica che potrebbe essere esclusivamente spiacevole. Resta comunque un libro piacevole alla lettura.

Articolo di Fabrizio "PippiBelzebù" Zaino

Dettagli del libro

  • Formato: Rilegato
  • Editore: Fazi
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 301
  • Traduttore: V. Freschi
  • Codice EAN: 9788864111988
  • Prezzo: 18,00€

mercoledì 23 novembre 2011

Spot da brivido


In Inghilterra scoppia la polemica per uno spot di un'azienda telefonica che ha fatto trasmettere un video per pubblicizzare i propri telefonini usando una scena, a detta di molti genitori e de L'Advertising Standards Authority, troppo HORROR!
La compagnia in questione, la Phones4u, non è nemmeno nuova a questo tipo di spot, ma con questo video hanno battuto il numero di lamentele da parte dei genitori che con 341 chiamate verso l'Advertising Standards Authority, che di conseguenza ha aperto un'inchiesta, ha battuto il record di quest' anno! O_O
Chiaramente vi lascio con lo spot in questione (potevamo parlarne e non farvelo vedere? :D)

lunedì 21 novembre 2011

Il popolo proclama. Scerbanenco 2011 i voti popolari



E le gè sòn fé!!
Ecco com'è andata la votazione popolare dello Scerbanenco targato 2011

ERALDO BALDINI, L’UOMO NERO E LA BICICLETTA BLU, EINAUDI – 8
UGO BARBARA, LE MANI SUGLI OCCHI, PIEMME – 46
GIANNI BIONDILLO, I MATERIALI DEL KILLER, GUANDA 8
DONATO CARRISI, IL TRIBUNALE DELLE ANIME, LONGANESI – 12
ALFREDO COLITTO, IL LIBRO DELL’ANGELO, PIEMME – 7
ROBERTO COSTANTINI, TU SEI IL MALE, MARSILIO – 127
FULVIO ERVAS, L’AMORE E´ IDROSOLUBILE, MARCOS Y MARCOS – 22
MARCO MALVALDI, ODORE DI CHIUSO, SELLERIO – 26
MASSIMO MARCOTULLIO, ORO, INCENSO E MITRA, TODARO EDITORE – 31
ROSA MOGLIASSO, L’AMORE SI NUTRE D’AMORE, SALANI – 114
BRUNO MORCHIO, COLPO DI CODA, GARZANTI – 52
ENRICO PANDIANI, LEZIONI DI TENEBRA, INSTAR LIBRI – 176
FRANCESCO RECAMI, LA CASA DI RINGHIERA, SELLERIO – 60
MATTEO STRUKUL, LA BALLATA DI MILA, E/O – 65
VALERIO VARESI, E’ SOLO L’INIZIO COMMISSARIO SONERI, FRASSINELLI – 13

Da anni seguiamo per altro la diatriba sulla votazione popolare cui la fautrice, Alessandra  Buccheri su angolonero, oramai si è fatta portavoce.
Da anni si cerca di capire il perchè far registrare centinaia di utenti con carte d' identità per poi alla fine dar potere ai giudici (che quest' anno sono: Cecilia Scerbanenco, Valerio Calzolaio, Loredana Lipperini, Cesare Martinetti, Carlo Oliva, Gianfranco Orsi, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi, John Vignola, Lia Volpatti) di poter stravolgere il tutto bypassando ciò che il popolo ha sancito.
In attese di risposta, aspettiamo la proclamazione anche di quest' anno.

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello

venerdì 18 novembre 2011

Nuova vita ai libri usati - AMA Roma



Riporto la notizia dal sito dell' AMA

Dal 19 al 27 novembre, i libri saranno i protagonisti dell’iniziativa “Ri-leggo”, che  Ama promuove in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.
L’azienda metterà a disposizione le proprie strutture a tutti coloro che vorranno donare libri usati ancora in buone condizioni, con la sola esclusione dei testi scolastici. In particolare, i cittadini potranno utilizzare 12 Centri di Raccolta Ama,  circa 100 postazioni mobili per i rifiuti ingombranti attive in città nel corso della settimana, (scarica il pdf con indirizzi e orari) e gli sportelli Ta.Ri. riservati alle utenze domestiche in via Capo d’Africa 23/b e via Giovanni Amenduni a Ostia, aperti lunedì, mercoledì e venerdì ore 9.00 - 13.00 martedì e giovedì ore 9.00 - 13.00 / 15.00 - 17.00 esclusi i festivi.
Sarà poi il personale Hola Onlus a pensare al ritiro dei volumi raccolti (e a piccoli interventi di restauro per quelli più malridotti), per poi destinarli alle biblioteche e ai centri specializzati del Circuito Biblioteche di Roma oltre alla distribuzione in occasione di eventi pubblici rivolti alla cittadinanza.

Presentazione Maurizio De Giovanni - Roma 17-11-2011


Generalmente non lo facciamo. Generalmente non facciamo topic per parlare di una presentazione di uno scrittore, ma quella avvenuta ieri era un po' una sorta di "evento".
Provate ad immaginare sul palco Antonio Gnoli (saggista e giornalista di Repubblica), Libero De Rienzo (attore, in pellicole quali: A/R Andata + Ritorno, Santa Maradona, La kryptonite nella borsa, ecc.), Riccardo Scamarcio (inutile presentarlo :P) e lo scrittore Maurizio De Giovanni, appena uscito col romanzo "Per mano mia" edito da Einaudi. Chiaramente il parterre era pieno di facce conosciute anche sotto al palco, grazie alla presenza di Valeria Golino, Roberto Costantini (autore di "Tu sei il male", libro consigliato anche da De Giovanni durante la presentazione), l' editor Einaudi che ha seguito il romanzo, ecc.
E ad "infastidire" il tutto la presenza di troppi fotografi, davvero troppi...




Come spesso accade in questo tipo di presentazioni in Pompa Magna, l' autore viene messo da parte dai relatori che partono con delle premesse kilometriche che quasi tendono a raccontare tutto del libro per poi uscirsene con una domanda striminzita e banalissima. Nulla di nuovo anche in questo caso, ahimé. Gnoli comincia col parlare del romanzo e lo fa per circa 15 minuti dimenticandosi, probabilemente, che la gente voleva sentir parlare Maurizio De Giovanni, ragione per la quale ieri ha sfidato lo sciopero dei mezzi per esser presente alla Arion di via Nazionale. Il tempo chiaramente è tiranno e dopo la risposta di De Giovanni parte la prima lettura del libro da parte di Riccardo Scamarcio, a seguire quella di De Rienzo ed infine la bellissima lettura tratta dal pezzo di Maione, che incontra e chiede aiuto a Bambinella e, diciamoci la verità, Scamarcio ha interpretato Bambinella da davvero bene (voglio Bambinella interpretata da Scamarcio! :D)


A fine presentazione applausi scroscianti, anche se rimane sempre l' amaro in bocca di aver sentito parlare Maurizio davvero poco, ma per quello si spera sempre di assistere a una presentazione fatta da persone "normali", dove al centro dell' incontro c'è l' autore e il suo romanzo e non l' ego dei relatori.



Cliccate sulle immagini per ingrandirle

giovedì 17 novembre 2011

Dannazione - Chuck Palahniuk (Mondadori 2011)


Oramai è un appuntamento fisso. Ogni anno a settembre-ottobre esce un nuovo libro di Chuck; per me che sono una fan scatenata, è un momento che attendo con ansia ogni volta.
La paura però che questi ritmi elevati (magari imposti dalla casa editrice) stiano stretti a Palahniuk e possano mettere un freno alla sua creatività, ora sta iniziando a insinuarsi anche in me.
Non c’è in ogni caso da disperare perché si sta parlando sempre di alti livelli; per quanto Chuck possa andare male, sarà sempre di gran lunga al di sopra di quella mediocrità che tanto pullula ultimamente. Palahniuk è Palahniuk, non c’è storia.
Però effettivamente Chuck sembra non avere più la stessa verve di un tempo e gli stessi colpi di genio; anche la ricerca stilistica e l’innovazione linguistica a cui ci ha abituati, sembrano un po’ rallentati.
Da Gang Bang qualcosa forse è cambiato e purtroppo sono costretta ad ammetterlo, a parte quella bomba di Pigmeo che per me rappresenta, a dispetto di molti, il non plus ultra.
Ma procediamo con ordine. Di cosa parla Dannazione?
Parla di una ragazzina di 13 anni, Madison, che può sembrare una ragazzina come tante, invece non lo è. E’ figlia di una star del cinema e di un miliardario entrambi talmente concentrati su loro stessi, sul loro successo, sulla loro immagine davanti ai media, tanto da averla dimenticata una volta per le vacanze di Natale nel suo lussuoso collegio in Svizzera.
Da un computer possono entrare nel sistema di sorveglianza delle loro mille case in giro per il mondo; basta un Ctrl+Alt+W per aprire le tende a distanza, un Ctrl+D per abbassare le luci, un Ctrl+F per accendere il fuoco di un camino; con un Ctrl+L si può addirittura chiudere una domestica in una stanza perché non ha lucidato le piastrelle come si deve.

Il modo più preciso in cui posso descrivere la morte è paragonarla a quando mia madre accende il computer portatile ed entra nel sistema di sorveglianza della nostra casa di Mazatlàn o di Banff. […] Poteva essere simultaneamente dappertutto e da nessuna parte, a contemplare tramonti e piante in qualsiasi luogo tranne quello in cui si trovava.(pag. 7-8)

Inoltre i genitori di Madison pensano solo ad adottare orfani da ogni parte del mondo. Lodevoli quindi. Peccato che lo facciano sempre in concomitanza dell’uscita di un nuovo film della madre e che finita la campagna pubblicitaria o la notte degli Oscar, la prima cosa da fare sia quella di sbarazzarsi subito del moccioso di turno.
Ah dimenticavo, Madison è morta ed è all’inferno, e deve in qualche modo farselo piacere questo posto, trovare degli amici, qualcosa da fare e sopravvivere al fiume di vomito bollente, alla palude dei feti abortiti, al lago di bile tiepida, ai deserti di forfora e alla valle di pannolini usati. Ce la farà?
Quindi insomma fino a qui tutto bene; i personaggi eccentrici con le loro vite estreme, con i loro vizi portati all’eccesso, e con il loro abuso di Xanax, ci sono eccome. Ancora una volta personaggi pubblici schiavi della società, pieni di incanto, illusi di essere liberi. Ancora una volta satira mescolata a ribellione. Ancora una volta una favola decadente.
Gli elementi forti sembrano non mancare. Proprio per questo mi sarei aspettata degli sviluppi maggiori e dei risvolti più interessanti della trama, cosa che non è; in generale comunque l’aspetto godereccio della lettura non è mancato, ci si diverte sempre con i libri di Palahniuk.
Belli per esempio i passaggi in cui Madison incontra all’inferno Hitler e Caterina dè Medici; divertenti tutti i vari “Lurida miss Luridovsky”, “Baldracca von Baldrack”, “Mignotte Vandermignotts”, “Gnocchette von Gnocchenburg”, “Cagnette de Cagnis” e “Zoccola Vanderzoccols”.
Ma noi seguaci di Chuck siamo abituati a ben altro e pretendiamo di più. Vogliamo storie ipnotiche e folli ed espedienti stilistici che sorprendono. Il fatto è che Palahniuk ci ha abituati a certi standards e ora non ci accontentiamo.

Mi sente, Satana? Sono io, una Palahniuk-dipendente. Ridia per favore a Chuck lo smalto di un tempo. Grazie.

Articolo di Alessia "Vivara" Castelletti

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Mondadori
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Strade blu
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Damned
  • Lingua originale: Inglese
  • Pagine: 250
  • Traduttore: M. Colombo
  • Codice EAN: 9788804612865 

martedì 15 novembre 2011

Il segreto dei suoi occhi – Eduardo Sacheri (Rizzoli - BurExtra 2010)


Il 30 maggio 1968 fu l'ultimo giorno in cui Ricardo Augustin Morales fece colazione con Liliana Colotto, e per il resto della vita ricordò non solo di che cosa avevano parlato, ma anche cosa avevano bevuto e mangiato, qual'era il colore della vestaglia di lei e il bell'effetto di un raggio di sole che la illuminava da un lato, sulla gota sinistra, mentre era seduta in cucina.

Benjamin Chaparro, vice cancelliere del tribunale, sta andando in pensione. Non ha voglia di festeggiare con quelli che considera già ex colleghi, e così forte dell'ennesima scusa va a cercare l'unica persona che veramente gli mancherà da domani: Irene. Era una ragazzina quando ha cominciato a lavorare con lui in tribunale, e adesso è giudice. L'ha amata per tanti anni in silenzio e anche adesso sa che non troverà il coraggio di confessarle quello che prova e così si limita a chiederle in prestito una delle macchine da scrivere. Ora che avrà tanto tempo a disposizione vuole scrivere un libro, su una storia che risale a molti anni prima. Chaparro era un giovane funzionario quando il 30 maggio del 1968 maledicendosi per non aver continuato gli studi che gli avrebbero garantito una discreta carriera, si stava recando su quello che già sapeva essere il luogo di un delitto. Liliana Colotto giaceva supina ai piedi del letto, era nuda e sulla sua pelle erano evidenti i segni violacei di uno strangolamento. Ricardo Augustin Morales, suo marito, non avrebbe più dimenticato quel giorno e gli ultimi istanti che condivise con la sua bella e amata moglie prima di andare al lavoro. Neanche Chaparro dimenticò più quegli avvenimenti tanto da sentire il bisogno di raccontarli.
Ripercorrerà per intero quella storia, trascinando il lettore in un'indagine coinvolgente e commovente, sullo sfondo un'Argentina vittima della dittatura e dei soprusi.
Il romanzo alterna due periodi narrativi, Chaparro oggi, pensionato, innamorato e novello scrittore e Chaparro trent'anni prima, con un caso di omicidio da risolvere, due matrimoni e due divorzi alle spalle....
Un libro splendido Il segreto dei suoi occhi di Eduardo Sacheri pubblicato da Bur Extra, un noir struggente, con una trama semplice ma che allo stesso tempo è in grado di catturare il lettore regalandogli emozioni intense. Una storia dove la memoria e il tempo sono gli elementi fondamentali intorno a cui tutto ruota, avvenimenti storici, fatti di cronaca, indagini, amicizia, rancore ma soprattutto l'amore: corrisposto, negato, nascosto o malato è sempre l'amore che fa muovere tutto.
Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film diretto da Juan Josè Campanella che ha vinto nel 2010 l'Oscar come migliore film straniero e che non vedo l'ora di vedere.


Articolo di Marianna "mari" De Rossi

Dettagli del libro
  • Autore: Eduardo Sacheri
  • Titolo: Il Segreto dei suoi occhi
  • Editore: RIZZOLI
  • Collana: BUR EXTRA
  • Pagine: 320
  • Prezzo: 12,90 euro
  • Anno prima edizione: 2010
  • ISBN: 17043182 

lunedì 14 novembre 2011

Tabula Rasa – Mario Pippia (Spoon River 2011)


Poi, da domani, tutto sarebbe cambiato. Per sempre.

Quest'anno sono stata a Torino due volte, in occasione del Salone del Libro e per la festa Patronale. In entrambe le occasioni non ho potuto fare a meno di notare quanto l'anniversario per i 150 anni della Repubblica fosse molto sentito in città: addobbi, bandiere, eventi. E quindi quando ho iniziato a leggere Tabula Rasa di Mario Pippia uscito per Spoon River qualche mese fa ho rivissuto un po' le emozioni di quella sera del 24 giugno, i fuochi d'artificio sul Po, centinaia di persone per le strade, una voce che raccontava la storia d'Italia....E poi ad un certo punto della lettura mi sono chiesta e se fosse successo veramente quella sera? Mentre io ero lì a ridere e scherzare con le mie amiche...?
Già perché in questo romanzo una serie di attentati sconvolgono i festeggiamenti per l'anniversario dell'Unità d'Italia, e due poliziotti della Questura di Torino Federica Conte e Giacomo Rizzo dovranno cercare di scoprire chi si nasconde dietro questi terribili atti e soprattutto cercare di sventarne l'ultimo. Da Salemi a Torino, e poi Firenze e Roma. Cosa hanno in comune queste città? Perché sono state scelte per degli attentati e sopratutto da chi? I due poliziotti piano piano cominceranno a mettere insieme i tasselli di questo mistero, sospettando dei loro stessi colleghi e rendendosi conto che anche qualche pezzo grosso potrebbe essere coinvolto. Quello che non hanno previsto è che l'indagine potrebbe diventare molto pericolosa anche per loro.
Tabula rasa è il secondo romanzo di Mario Pippia, e stilisticamente è molto diverso dal primo, Dove la notte inizia. Personalmente ho preferito di più il primo perché più thriller e con una trama più originale, però ammiro gli scrittori che non si lasciano imprigionare da un genere, ma che cercano di spaziare e sperimentare. E' una storia che si legge in poche ore, più ricca di dialoghi che di descrizioni, un botta e risposta che se da un lato porta facilmente alla conclusione degli eventi dall'altro da poco tempo a chi legge di ragionare e formarsi un'idea. Forse i due protagonisti meriterebbero una caratterizzazione maggiore, sopratutto se è intenzione dell'autore di proseguirne le avventure. Nell'insieme è un libro che si lascia leggere con facilità, senza colpi di scena o esagerazioni.
Ho solo due appunti da fare. Il primo riguarda il linguaggio. I due protagonisti sono torinesi e a parte qualche parola (rara) parlano un italiano perfetto. Tony, uno dei personaggi, viene dalla Sicilia e parla un italiano perfetto. Perché i personaggi romani devono parlare il romanesco oltretutto stampato in corsivo e tra virgolette? E' colpa forse delle barzellette di Totti se ormai il dialetto romano viene utilizzato a mo' di macchietta?:D
Il secondo appunto invece riguarda la qualità della rilegatura del libro. Alla fine della lettura mi sono ritrovata un libro quasi completamente scollato. Magari sarà un caso, ma un libro rappresenta un lavoro e quindi una fatica per chi lo scrive e un esborso economico per chi lo legge e perciò gradirei maggiore attenzione da parte delle Case Editrici.

Articolo di Marianna "mari" De Rossi

Dettagli del libro
  • Formato:Brossura
  • Editore:Spoon River
  • Anno di pubblicazione: 2011
  • Collana: Dark Side
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 250
  • Codice EAN: 9788897122142

venerdì 11 novembre 2011

Cristiano Armati lascia Castelvecchi s.r.l.


Riporto integralmente una nota, che reputo importante nel panorama letterario italiano, scritta da Cristiano Armati:
Mercoledì 9 novembre, dopo oltre due anni di lavoro intenso, ho risolto il rapporto che mi legava, in qualità di direttore editoriale, alla casa editrice Alberto Castelvecchi s.r.l.
Vorrei ringraziare la redazione, l'ufficio stampa e l'amministrazione per la qualità della collaborazione con cui, giorno dopo giorno, sono state progettate collane, pensati e pubblicati libri e affrontate le librerie.
Un ringraziamento assolutamente speciale va a tutti i lettori, quindi agli autori che hanno legato il proprio nome al marchio Castelvecchi e specialmente agli esordienti di cui, sono sicuro, sentiremo parlare molto a lungo perché doti come il talento e la determinazione non passeranno mai inosservate.
La separazione del mio destino da quello della Castelvecchi è stata consensuale: un passaggio professionale importante che, però, fa già parte del passato.
Nel futuro ci saranno altre sfide da raccogliere, altre idee a cui dare una sostanza di carta e di inchiostro e, come sempre, altri libri da scrivere e da pubblicare.
Nell'attesa di prendere delle decisioni, aspetto l'uscita imminente del mio "Cose che gli aspiranti scrittori non dovrebbero fare ma che invece fanno" (Perrone) e leggo manoscritti, coltivando un progetto custodito da tempo in un cassetto della memoria che ora è venuto il tempo di aprire.

C.A.
Da parte di tutta la redazione Corpi Freddi auguriamo un enorme in bocca al lupo ad Armati e ai suoi progetti futuri e speriamo che quel "cassetto" venga divelto e non solo aperto e sicuri che Castelvecchi verrà seguita in maniera professionale anche dopo la sua partenza, auguriamo gli stessi in bocca al lupo alla casa editrice.

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello

Wunderkind la saga continua?


Che Mondadori oramai stia sul ca**o a molti lettori, non è un segreto. Vuoi per il tentativo di aggirare mega multe con decreti legge provenienti dall'alto, vuoi perché son sempre i primi ad imporre sul mercato prezzi altissimi ai propri libri e, da lì a poco, molte altre case editrici (legate al marchio) hanno seguito il passo, vuoi perché, e anche questo non è un segreto, la famiglia a cui è legata, 'sto periodo di certo non risulta poi tanto simpatica (non posso dire molto perché, come ben sapete, grazie ad una leggina approvata in quei posti lì, potrebbero denunciarmi... Fanculo a loro!).
Il problema è che cercano di prendere per il culo in maniera spudorata noi lettori che paghiamo loro gli stipendi. In che modo? Semplice.
Avete presente la saga "Wunderkind"? No?! Sì?! Perfetto, è proprio con voi che la conoscete che vorrei parlare.
Come ben sapete, Wunderkind è una saga che "stranamente" Panorama descrive in maniera perfetta e riporto da un loro articolo del 17/02/1997: "Una storia fitta di atmosfere che sembrano scaturite dalle opere di Neil Gaiman, Terry Gilliam o Clive Barker".
Una serie di libri, scritti da un fottutissimo autore italiano che nulla ha da invidiare ai tanto stravenduti autori di fantasy stranieri, un fottutissimo italiano del '79 che con i suoi libri ha fatto comprare parecchie auto nuove, e tutte modello "Escort", al patron Mondadori.
Già, perché non è solo uno che scrive bene, ma è anche uno che vende parecchio.
Indovinate un po' cosa hanno pensato quei geni che lavorano nel marketing Mondadori? Presto detto: ma se ha venduto una paccata di libri con i primi due volumi della Saga, perché non mettere in vendita il terzo volume solo in EBOOK? Magari durante la riunione qualcuno avrà anche replicato: "Ma scusate, e tutti quelli che in libreria hanno i primi due libri in formato cartaceo, che ci fanno con l' ebook?" Inutile dirvi che fine ha fatto il povero inetto che ha provato a contraddire la macchina da guerra.
La cosa che davvero dà fastidio di questo episodio è il fatto che è PALESE la noncuranza nei confronti del lettore da parte di Mondadori. Per due anni ho dovuto pagare 17,00 € per acquistare i primi due volumi cartacei e adesso mi tocca comprare un ebook reader per poter proseguire la saga.
Lo impone il mercato? STRONZATE! Dati alla mano presi dall' ultima Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, la percentuale di vendite degli ebook in Europa è pari allo 0,05%.
Vorrei allora che qualcuno mi spiegasse il perché?
Quale tattica di mercato c'è dietro questa scelta?
Vorrei sapere nome e cognome della persona da cui è scaturita tale iniziativa.
Vorrei indietro i miei 34,00€ spesi per i primi due volumi, visto che non ho un ebook reader.
Ma la cosa che più vorrei, mio caro genio del marketing, è un po' più di RISPETTO perché, alla fine di tutto, dei miei 34,00€ non me ne frega nulla, ma la mia DIGNITÀ non è in vendita.

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello

giovedì 10 novembre 2011

Florinas in giallo 2011 - L' isola dei misteri


Florinas: ritorno sul luogo del delitto.

Abbiamo tentato di non lasciare le nostre impronte digitali intorno a questo secondo festival di Florinas, speravamo che la pioggia cancellasse le nostre tracce ma è stato tutto inutile. Siamo stati individuati il secondo giorno e abbiamo dovuto confessare. Il mandante? Enzo naturalmente. È stata tutta una sua idea, noi siamo stati solo i maldestri esecutori.
Magra figura per appassionati del genere, beccati con le mani nella marmellata che, va detto, era buonissima.
Abbiamo iniziato a gustarcela sabato pomeriggio con Giorgio Faletti arrivato sull’Isola dei Misteri per parlare del suo ultimo libro Tre atti e due tempi. Il suo intervento è stato interessante e divertente, forse meno brillante di quel che ci si poteva aspettare ma come abbiamo scoperto successivamente non era al massimo della forma.
Intervistato da Tecla Dozio ha raccontato un po’ di questo suo ultimo lavoro e del precedente che l’hanno visto cimentarsi per la prima volta con storie ambientate in Italia. Mi ha fatto molto piacere sentirlo ricordare Giorgio De Rienzo, critico ma non solo mancato di recente, che non è mai stato tenero con il lavoro di Faletti ma che ad ogni nuovo romanzo lo incoraggiava a proseguire. Ha confessato a domanda diretta che scrive lui i suoi romanzi, c’è ancora chi crede che se li faccia scrivere. È stato indubbiamente un intervento abbastanza piacevole, Faletti ci ha messo abbastanza mestiere da consumato protagonista dei palchi: ha fatto le battute giuste, ha raccontato aneddoti divertenti con i quali ci ha strappato molte risate, c’è stato anche un momento di commozione da parte di Tecla Dozio stemperato abilmente con una battuta fulminante.
Non si è risparmiato con il pubblico tra autografi e foto. Ha molti critici, io stesso lo devo ancora leggere, ma devo dire che questo incontro mi ha destato una bella curiosità.
Il sabato pomeriggio si è chiuso con il reading di Daniele Monachella e le musiche dei Baska. Hanno letto e musicato alcuni passaggi da Lavoro ai fianchi di Luigi Manconi e Marco Lombardo-Radice. Un ora e mezza davvero intensa fatta di parole e musica, ascoltata con la pioggia e i tuoni in sottofondo ha creato una bella suspence.
La domenica mattina è iniziata con la bella e interessante tavola rotonda condotta da Tecla Dozio, nella quale hanno parlato Maurizio De Giovanni, Fabrizio Canciani, Vindice Lecis, Renato Troffa e Michele Ledda. È durata più di dure ore, volate, e si è parlato di linguaggi e di gialli. I protagonisti hanno raccontato della loro variegate esperienze nella scrittura e di come cambia o si adatta il linguaggio alla forma che si sta utilizzando. Devo dire che ne avrei voluto di più e che spesso mi sono trovato d’accordo con alcuni interventi. Istruttivo per chi tenta di cimentarsi nel mettere in fila due parole scritte.
Il pomeriggio si è aperto con Fabrizio Canciani intervistato da Renato Troffa. C’è stato lo spazio per molte risate, qualche momento serio. Non conoscevo Canciani se non per aver sentito parlare dei suoi gialli da un minuto. È venuto fuori un personaggio poliedrico che usa l’arma dell’ironia per strapparti un sorriso ma sempre con un idea forte di fondo. Romanzi, canzoni - tra cui l’inno del festival - cabaret sono i diversi ambiti nei quali si muove Canciani. È stato una bellissima scoperta da approfondire.
A chiudere questa splendida festa del giallo Maurizio De Giovanni. Chi legge il blog sa di chi parliamo visto che i Corpi Freddi si sono innamorati della sua scrittura, dei suoi personaggi, dei suoi libri. Chi scrive ancora non lo conosceva, lo osservavo da fuori apprezzandone alcuni interventi ma non del tutto persuaso ad accostarsi ad un suo libro.
Confesso subito che mi sono portato a casa una coppia de Il senso del dolore e capisco perché tanto entusiasmo.
Per tornare al suo intervento condotto da Michele Ledda, è stato un momento molto, molto divertente tanto che a tratti avevamo le lacrime agli occhi dal ridere. Ha raccontato di come si è trovato alla sua età a scrivere romanzi, gialli. Del modo nel quale sono nati i suoi personaggi e le ambientazioni nelle quali si muovono. Ha raccontato di Napoli città che ama profondamente, ne ha messo in luce anche le contraddizioni senza trascurarne i pregi. Momento di assoluto incanto quando Michele Ledda ha letto un brano dall’ultimo libro Per mano mia, siamo stati rapiti dalle parole, per un attimo eravamo dentro il libro. La magia della letteratura.
Ne avremmo voluto ancora di più.
La pioggia e le basse temperature, gli ospiti che hanno dato buca, imperdonabili per le modalità, non sono riusciti a rovinare questa splendida due giorni.

I ringraziamenti naturalmente a chi ha reso possibile tutto questo: Giovanna Sanna, sindaco di Florinas, ho avuto modo di chiacchierare con lei durante la cena della domenica, quanto è difficile organizzare una manifestazione così? Piera Demontis che ha reso vanno il nostro tentativo di celarci e passare per semplice pubblico, gentilissima. Ancora soffriamo dei postumi dei sensi di colpa.
La libreria Azuni e Emiliano Longobardi per la professionalità e la pazienza con la quale sopporta le mie infinite chiacchiere.
Tecla Dozio, direttrice artistica del festival, per aver creato, nonostante tutto la perfetta alchimia. Impagabile.

Ps: con Fabio, simpatico figuro dietro il banchetto della libreria, abbiamo deciso di dare l’ufficiosissimo premio Oggero, dal nome di Margherita Oggero inaspettata sorpresa dell’anno scorso, a Maurizio De Giovanni. Sono quelle persone insospettabili che oltre a condividere un grande bagaglio ideale e culturale sono capaci di farti ridere a crepapelle.

Articolo di Stefano Pitzus

mercoledì 9 novembre 2011

Febbre - Giulio Minghini (Piemme 2011)


Vi siete mai sentiti inghiottiti dal mondo virtuale? Vi siete mai sentiti così dipendenti da avere la sensazione di esserne divorati e lentamente consumati? Questo non è un giallo né un thriller, ma un romanzo carico del mistero dell’incognita, di un web alla portata di mano dove tutti sono sconosciuti agli altri e gli incontri reali, quando avvengono, rimangono palpito surreale di vite non vissute.

Giulio Minghini, traduttore per Adelphi nonché autore italiano nemmeno quarantenne trapiantato in Francia, ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Fake, due anni fa in Francia per le edizioni Allia. Riproposto in Italia da Piemme, questo scrittore paragonato a Michel Houellebecq, ha riportato – senza inutili tentativi di decriptazione o di moralismi – un’autobiografia spiritual-carnale, soggiorno compulsivo in un multiforme universo virtuale d’incontri erotici che ruota attorno a social network come pointscommuns.com. Inserire foto, altezza, peso, portamento costituiscono il primo passo – dopo l’esborso per l’iscrizione – per la creazione di un alias dal sapore conturbante: Delacero. Questi luoghi di scambi e promesse sono vetrine dove più che scrutare gli altri, ci si specchia compulsivamente in cerca di riverberi di acclamazione e dove, per essere à la page, ciascuno deve improvvisarsi artista o vantarsi di aver scritto almeno un libricciolo:
«Si potrebbe definire pointscommuns.com un sito di defecatori di parole. Un piccolo testo esce a ritmo regolare dal buco del culo di certi utenti, sempre gli stessi, gli Autori». Delacero vi si tuffa dentro nudo, complice una storia di tre anni finita, e comincia «una notte bianca che sarebbe durata un anno intero trasformando, con il bagliore dei suoi pixel, le mie veglie e i miei amplessi». Parigi, eccezionalmente la sua periferia, è il grande epicentro di questi scambi effimeri, in luoghi chiusi, claustrofobici.
La ricerca – una recherche fine a se stessa e dove porterà lo lasciamo scoprire al lettore – lo induce a contattare e poi incontrare innumerevoli donne. Le immagini si sovrappongono, la folla al femminile e la nevrosi del succedersi non è metafora di un bordello che si trasferisce dall’etere alla consistenza del reale, spesso attraverso il viatico di un appuntamento e di un libro regalato. Diviene invece, per assurdo, un esercizio estremo di comunione folle con l’altro e in primis con se stessi, complici la mutevolezza docile dell’identità, l’arte della manipolazione, il mascherarsi ebbro, l’edonismo come meta finale di un piacere dei sensi.
La narrazione è sospesa tra l’attesa e la consumazione sessuale, tra i pensieri e gli attimi cristallizzati in pochi gesti, il tutto con una scrittura sciolta e lirica, resa da una splendida traduzione di Giovanni Pacchiano, che tocca i suoi punti più alti nei momenti di riflessione: «Ho la sensazione di poter riprodurre all’infinito la vertigine della scoperta e di non vivere in fin dei conti nient’altro che abbozzi di relazioni. Indizi che deflagrano e si spengono qualche istante dopo. Non una storia che si forma col suo lento alfabeto di emozioni, ma una specie di epilessia sentimentale che posso controllare a colpi di mail. Nell’eccitante galleria dei possibili non trovo il tempo per costruire. Resto sulla soglia della storia senza mai entrarvi del tutto. I rari volti che mi commuovono son quelli che non riesco a trattenere».

Articoli di Marilù Oliva

Dettagli del libro
  • Collana Narrativa
  • Serie Varia
  • Rilegatura brossura con sovraccoperta
  • Formato 13x21 cm
  • Pagine 140
  • Data di pubblicazione settembre 2011
  • ISBN 978-88-566-1343-8
  • Prezzo consigliato € 10,00 

martedì 8 novembre 2011

Il giorno del giudizio – Lucio Brunelli e Alver Metalli (Fazi Ed. 2011)


“Nunzio vobis gaudium magnum...”
“Habemus papam...”

E ora abbiamo anche il vatican thriller! Se ne avvertiva la necessità vero?

Papa Leone XVI è morto e nella Città del Vaticano si stanno svolgendo i solenni funerali. Sandra Toselli, figlia del proprietario della più famosa sartoria di Borgo Pio assiste emozionata. E' riuscita a parteciparvi grazie alla conoscenza con Monsignor Prosperi che da lontano la sta guardando come volesse dirle qualcosa. Ma la ragazza subito dopo deve andare via, deve prendere un aereo con Tony, il suo nuovo fidanzato australiano, e trascorrere con lui una fantastica vacanza a Bali felice di lasciarsi alle spalle la fine della sua storia con Gianni.
Dopo i funerali e le cerimonie di rito il conclave si riunisce finalmente per eleggere il nuovo pontefice. Tra i tanti spicca il cardinale cinese Jin Lan Wu, il primo porporato cinese nominato dal papa e regolarmente riconosciuto dal regime comunista. Mentre il cardinale Justo Marulanda Saenz non riuscirà a raggiungere Roma perché dei guerriglieri lo hanno rapito proprio mentre si recava all'aeroporto.
Ad un certo punto le vetrate della Cappella Sistina cominciarono a tremare, un rumore strano e minaccioso cominciò ad incombere sulle teste dei prelati. E poi ci fu lo schianto, le urla di panico e le fiamme invasero tutto.....
Un aereo è precipitato sulla Cappella Sistina. La mente va subito all'11 settembre 2001 e agli attentati islamici. Chi prenderà il posto di Papa Leone XVI ora che tutti i cardinali sembrano essere morti. C'è solo un sopravvissuto, il cardinale Jin Lan Wu. Mario Romeo, il capo dell'antiterrorismo dovrà accertarsi della natura dell'attentato....
Questa è la trama de “Il giorno del giudizio” scritto da Lucio Brunelli e Alver Metalli ed edito dalla Fazi. Il pregio di questo libro è avere poche pagine, perché l'unica cosa che mi ha spinto ad andare avanti nella lettura è stata la curiosità di vedere come sarebbe andata a finire e beh...il dubbio mi era pure venuto ma non pensavo che la soluzione potesse essere così assurda!
Capitoli brevi, ognuno con un protagonista diverso, così da rendere la storia frastagliata nella speranza di generare pathos e con l'unico risultato invece di far confondere nomi, luoghi e storie. Le ultimissime righe poi sono lasciate alla libera interpretazione, perché succede qualcosa ma non si capiscono le motivazioni e soprattutto non viene data una spiegazione.

Articolo di Marianna "Mari" De Rossi

Dettagli del libro
  • Listino € 18,50
  • Editore Fazi
  • Data uscita 25/08/2011
  • Pagine 160, rilegato
  • Lingua Italiano
  • EAN 9788864112664

sabato 5 novembre 2011

I tre corni da caccia – Mary Fitt (Polillo Ed. 2011)


Il corno da caccia viene suonato dalla morte.

Il giorno del primo delitto, presso lo “Chateau de Beaumois”, in Alta Savoia, si raccoglie un gruppo di persone per prendere il tè. Espletato questo rito tipicamente anglosassone, la stessa compagnia si reca allo “Chateau de la Frelonnerie” per far conoscenza col Marchese proprietario e il di lui fratello. Ad una parete, in sonnolenta attesa ( o in guardingo agguato?), sono appesi tre superbi corni da caccia risalenti al 17° secolo.
Il Marchese, nonostante la non più verdissima età, e contrariamente al parere del proprio medico, ha deciso (o “è stato spinto” a decidere?) di offrire all’ospite inglese, come intrattenimento del dopocena, un saggio delle proprie indubbie capacità concertistiche, dando fiato ad uno degli strumenti.
Alla sera tutto è pronto, ma al momento di dare inizio alla “performance” si scopre che sono rimasti solo 2 corni appesi. Il Marchese comincia la sua esibizione. Dai meandri del castello giunge, inaspettatamente in risposta, il suono del corno mancante.
Due “morti naturali”, come gran parte dei familiari pare voler a tutti i costi e frettolosamente liquidare gli episodi, si susseguono come un’eco. E non è finita qui. Perché ben presto, pure il terzo corno reclamerà il suo tributo di sangue intonando la propria messa da requiem.
“Mesdames et messieurs: bienvenue en France !” patria, del resto, di grandissimi autori di gialli appartenenti all’epoca classica (ma anche moderni) che purtroppo e immeritatamente, non godono di altrettanta fama e fortuna dei colleghi di lingua inglese. Il “gioco più bello del mondo” va in “tournée” oltralpe, sulle orme di tal Colonnello Anderson, “gentleman” inglesissimo nei modi e mentalità, in viaggio oltremanica. Tranquilli. Nella trasferta, lo accompagnano tutti gli accessori e gli ammennicoli necessari e indispensabili per fare di questo romanzo un caratteristico gioiellino del periodo d’oro del genere.
Ataviche magioni immerse nel verde di parchi immensi, ottimamente descritte grazie alle opportune planimetrie, (quanto mi piacciono i romanzi con la piantina del teatro del delitto !), da tenere bene a mente perché si riveleranno indispensabili per districarsi al momento dello scioglimento finale della storia, biblioteche traboccanti di volumi da perdersi dentro, anzi da non volerne più uscire, sale d’armi, grandiosi doppi scaloni da utilizzare alla luce del sole e defilate scalette di servizio utilissime per chi volesse fare qualcosa di soppiatto all’insaputa degli altri, gallerie in penombra dalle quali accedere alle camere degli ospiti, alcune aperte, altre ermeticamente chiuse o almeno non utilizzate da decenni e quindi, spesso, provvidenzialmente a disposizione di questo e quell’altro personaggio per gli usi più disparati, a volte leciti, altre volte discutibili. Dalle pareti, polverosi ritratti di illustri antenati seguono impettiti e attoniti le vicende, involontari e muti testimoni di tre delitti spettacolari o per lo meno sicuramente bizzarri, che avrebbero facilmente suscitato l’applauso del grande John Dickson Carr.
Un gruppo eterogeneo di persone, tutte ugualmente sospettabili, maggiordomo compreso (ohibò, che sia la volta buona?), false identità, comportamenti eccentrici e identità camuffate, repentini cambi di direzione e torsioni nella trama, colpi di scena che non sarebbero dispiaciuti per niente all’esperto Edgar Wallace.
La stragrande maggioranza dei romanzi di Mary Fitt, al pari del Colonnello Anderson, inglesissima pure lei, (vero nome Kathleen Freeman), pur appartenendo dal punto di vista cronologico all’epoca d’oro del giallo classico, per stile e la predominanza di trame più vicine al mystery psicologico, sono maggiormente affini alle opere che saranno in voga a partire dalla seconda metà degli anni ’40.
Viceversa, questo “I tre corni da caccia” è un libro assolutamente da leggere da parte dei lettori più affezionati al tradizionale schema “omicidio-indagine-soluzione” tanto in auge negli anni 20-30. Non solo per la storia, ma anche perché scritto con brio e sicurezza fino al tradizionale approdo finale, con la rivelazione del colpevole smascherato dal Colonnello Anderson, “deus ex machina” del romanzo, di fronte alla tradizionale assise di figuranti al gran completo.
Uno delle centinaia di esempi di bel giallo di altri tempi che, mistero nel mistero, non è mai stato pubblicato in precedenza in lingua italiana. Cambia quindi il palcoscenico, ma il risultato conclusivo no. “Mesdames et messieurs: et voilà !” Il “gioco più bello del mondo” è riuscito anche questa volta.

Articolo di Alberto "allanon" Cottini

Dettaglio del libro

  • Titolo: I tre corni da caccia
  • Autore: Mary Fitt
  • Traduttore . Marisa Castino Bado
  • Editore: Polillo Editore
  • Collana I Bassotti n. 99
  • Pagine 288
  • Data pubblicazione: giugno 2011
  • Prezzo: euro 13,90

venerdì 4 novembre 2011

Città contro – Alessandro Bastasi (Eclissi Ed. 2011)



“Guarda la questione degli immigrati: basta ignorarli no? Spostarli, cancellarli e il problema cessa di esistere. Che vadano a importunare da un'altra parte, che muoiano, che cazzo ce ne frega vero mamma? Siete tutti cattolici apostolici romani, siete pronti a difendere una vita non più vita o una vita ancora di là da venire, ma mai la vita stessa, soprattutto se è quella di persone così diverse, se si tratta di individui da cui vi sentite disturbati”

A Sant'Angelo, alle porta di Treviso, sorge il campo  per gli immigrati gestito da Don Vittorio. Vi collabora Giovanna, la sorella di Alberto Sartini, già protagonisti de La gabbia criminale insieme a Valentina, nel frattempo diventata moglie di Alberto. Il campo non è visto di buon occhio dalla popolazione, è difficile fidarsi e di conseguenza coabitare con persone diverse per religione, usanze e colore. Ci si schiera immediatamente contro senza, a volte, forse per paura, cercare di capire e avvicinarsi a un modo di vivere diverso da quello che reputiamo normale. Alberto e Valentina, arruolati da Giovanna, si trovano coinvolti in prima persona per migliorare l'integrazione degli extra comunitari, lui insegnando loro l'italiano e lei collaborando con il Dott. Candiani che offre l'assistenza medica di cui hanno bisogno.  Il già precario equilibrio verrà sconvolto da un duplice omicidio che  avrà conseguenze disastrose e porterà alla luce un sottobosco di loschi personaggi a capo di racket criminali .
Argomento spinoso quello trattato  in Città contro, mai come ora attuale, e Bastasi lo affronta con lo stile che lo contraddistingue, pacato e non aggressivo, serio ma non pesante, scorrevole e coinvolgente. I personaggi già conosciuti ne La gabbia criminale sono cresciuti e hanno preso le loro strade, gli altri, quelli nuovi, sono dotati di spessore e carattere. La trama  è ben articolata, Bastasi è riuscito a sviluppare una buon giallo e a sensibilizzare l'attenzione  sulle condizioni di vita che spesso si trova ad affrontare chi va in un altro paese con la speranza di un futuro migliore, e, come in questo romanzo invece  è vittima di maltrattamenti e soprusi da parte di aguzzini privi di scrupoli.


Finito di leggere il libro mossa da curiosità ho contattato Alessandro e ci siamo fatti una chiacchierata

Corpi Freddi: Ciao Alessandro e complimenti per il libro...Perché un tema così scottante come l'immigrazione?

Alessandro Bastasi: Perché, appunto, è un tema scottante! Qualche anno fa sono andato a visitare un campo di migranti, anch'esso alle porte di Treviso anche se collocato diversamente da quello del romanzo. Nel campo insegnava l'italiano (come Alberto Sartini) una mia amica, una maestra in pensione, che non solo mi ha illustrato le condizioni di vita, ma mi ha raccontato le storie di queste persone, alcune delle quali ho trasportato nel romanzo. Sono poi diventato amico di un senegalese che, a Milano, incontro tutti i sabati nei pressi di un mercato, dove vende la rivista Terre di mezzo, e lui mi racconta del terrore di vivere senza permesso di soggiorno, lui che, come il Moussa del libro,  non fa nulla di male se non raccattare quattro soldi da inviare a casa, alla moglie, ai figli, a suo padre. L'idea del romanzo è nata così, ed è divenuta pressante in occasione delle leggi sulla “sicurezza” che questo governo ha varato negli ultimi anni, e delle azioni “punitive” delle precedente giunta milanese nei confronti degli immigrati.

CF: Come già scritto focalizzi l'attenzione sulle condizioni in cui vivono, e sulla loro volontà di inserimento. E' forse un monito a guardare oltre...

AB: Ho tentato di focalizzare l'attenzione sì sulle condizioni di vita di quelle persone, ma anche sui pericoli che affrontare il tema dell'immigrazione solo come problema di ordine pubblico può comportare. L'immigrazione è un fenomeno epocale, inarrestabile, e se non lo si governa con politiche che favoriscano il dialogo tra culture andremo davvero incontro a situazioni conflittuali incontrollabili.

CF: In questo momento in cui si grida molto all'”uomo nero”, un momento in cui c'è veramente poca tolleranza nei confronti degli immigrati, tu invece vai contro corrente, non hai paura di essere accusato di troppo buonismo, di essere “di parte”?

AB: Nel romanzo non tutti gli immigrati sono “buoni”. Vi si narra di immigrati che nel campo si picchiano, perché ubriachi, o che fanno cacciare dei loro compagni di ventura per motivi più o meno futili, o addirittura che accettano di inserirsi in circuiti criminali, spesso con la complicità di personaggi assolutamente nostrani. D'altronde Città contro è un noir dichiaratamente politico, in un contesto sì di finzione, ma riconoscibile e storicamente realistico, è un tipico noir mediterraneo. Quindi è difficile non essere di parte...

CF: Il giallo che si sviluppa e che mette tutti contro, dalla popolazione, agli immigrati stessi e alle forze dell'ordine ti è stato ispirato da un fatto di cronaca?

AB: No, forse alla lontana qualche passaggio echeggia quello che è successo a Rosarno, in Calabria, agli inizi dello scorso anno, quando dei disgraziati ridotti in schiavitù si sono ribellati. Mi ha ispirato soprattutto un contesto politico-culturale che mi ha allarmato e mi allarma. E non solo per ciò che riguarda il tema dell'immigrazione. Ad esempio, il contrasto tra il sostituto procuratore che conduce le indagini e il commissario di Polizia giudiziaria mi è stato ispirato dalla proposta di riforma della giustizia dell'attuale governo, che vuole togliere alla Procura il controllo della Polizia giudiziaria.

CF: Da cosa è nata l'esigenza di un seguito de La gabbia criminale?

AB: La storia che volevo raccontare era anch'essa ambientata a Treviso, come la Gabbia, quindi mi è stato comodo utilizzare personaggi che non avessero bisogno di presentazioni particolari. E poi ero curioso di capire come si sarebbe evoluto il rapporto tra Alberto, Valentina e Giovanna, approfondendo le loro caratteristiche psicologiche e, in particolare, portando alla luce il dramma interiore di Alberto il quale, dopo aver militato in movimenti di sinistra e nel sindacato, si trova ora a vivere in un contesto nel quale tutto quello in cui aveva creduto viene messo in discussione.  

CF: Parlando mi dicevi che qualcuno ha trovato “poco gialla” La gabbia criminale e quindi in questo romanzo hai cercato di sviluppare di più questa componente. Quando è che uno scrittore si rende conto di aver dosato perfettamente ogni elemento di un romanzo?

AB: Difficile dirlo. Un autore costruisce il romanzo con l'obiettivo di raggiungere un equilibrio tra il plot narrativo scelto e quello che vuole comunicare, realizzando così più livelli di lettura. Ed è vero che, se si sceglie il noir, devi comunque rispettare certe regole, almeno fino a un certo punto. Poi, sai, le classificazioni di genere, nel tentativo che in molti stanno facendo di superare i cliché, stanno acquisendo confini sempre più labili. L'importante è impegnarsi per scrivere un buon romanzo. Che poi ci si riesca è, ovviamente, un'altra storia.

CF: Alberto e Valentina avranno ancora qualcosa da dire? È previsto un terzo libro con loro come protagonisti?

AB: Sicuramente sì, ma non subito. In questo momento sto pensando a un romanzo noir ambientato a Milano, dove il protagonista è un ex terrorista delle Brigate Rosse, che a un certo punto si trova a fare i conti con la propria storia. Per ora però non voglio dire di più.

CF: Grazie per la disponibilità...

AB: Grazie a te e a Corpi Freddi per l'ospitalità e l'attenzione.

Dettagli del libro

  • autore Alessandro Bastasi
  • editore Eclissi Editrice
  • collana I Dingo
  • pagine 260
  • pubblicazione 2011
  • ISBN-13/EAN 9788895200361
  • Prezzo: 12,00 €