_
Visualizzazione post con etichetta SerieTV. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta SerieTV. Mostra tutti i post

giovedì 14 novembre 2013

In libreria e Televisione: Downton Abbey - Julian Fellowes (Neri Pozza 2013)


Inarrestabile il successo di “Downton Abbey”, la serie-fenomeno inglese firmata dal Premio Oscar Julian Fellowes che, giunta alla III stagione, tornerà in dicembre su Retequattro, in prima visione assoluta per l’Italia accompagnata dall'uscita in libreria della sceneggiatura completa della I stagione

In particolare, promette scintille l’ingresso nella serie dell’esuberante attrice premio Oscar Shirley MacLaine, chiamata a vestire i panni di Martha Levinson, la madre di Lady Cora (Elizabeth McGovern). «She is the opposite of Violet», spiega Sir Fellowes. Giunta ad Highclere Castle dal Nuovo Mondo e corredata da linguaggio ruvido e pensiero liberale da autentica parvenue, Martha è il perfetto alter ego della Contessa di Grantham, interpretata dall’altro premio Oscar del cast Maggie Smith. Come verrà vissuto nella tenuta di Highclere Castle l’incontro-scontro tra la Belle Epoque e l’Età del Jazz? Per il nuovo capitolo del serial da Guinness World Record (il cui palmarès registra dieci Emmy, cinque Bafta e due Golden Globe), non resta che seguire il consiglio dell’ideatore: «Just make sure to have a box of Kleenex».

JULIAN FELLOWES - DOWNTON ABBEY - STAGIONE 1

L’opera È il 15 aprile 1912 quando il Titanic affonda e più di 1500 persone perdono la vita. La notizia della tragedia fa il giro del mondo. Quando arriva tra le verdi campagne dello Yorkshire, in Inghilterra, nella tenuta di Downton Abbey, il Conte e la Contessa di Grantham appaiono piùsconvolti e turbati di chiunque altro. Lo stesso destino che non ha concesso loroun figlio maschio, ma soltanto tre femmine (Mary, Edith e Sybill), gli ha appena strappato anche il legittimo erede della loro proprietà, Patrick Crawley, morto a bordo del transatlantico. Ora il nuovo beneficiario è Matthew, cugino di terzo grado della famiglia, un uomo «inopportuno», «scandaloso», che, contrariamente a tutti i Crawley, lavora per vivere. Inizia così la serie più seguita e premiata della tv britannica, ideata e scritta da Julian Fellowes, già vincitore di un Oscar per la sceneggiatura del film Gosford Park, diretto da Robert Altman. In questo libro l’autore raccoglie non soltanto il copione della sceneggiatura originale, ma aggiunge svariati aneddoti sul lavoro di studio sui personaggi; curiosità sulla scelta delle ambientazioni; spiegazioni che, per la prima volta, svelano al lettore la verità riguardo agli episodi tagliati dalla produzione. Si spiega, ad esempio, come mai fu scelto proprio Highclere Castle come ambientazione; come facevano, durante le riprese, i vari personaggi a spostarsi così rapidamente lungo le stanze del castello; oppure perché le cucine vennero ricostruite negli studi londinesi di Ealing. Downton Abbey è un’opera «talmente ben fatta che non è necessario aggiungere nessuna battuta, ma soltanto leggerla a voce alta» per immergersi, grazie alla forza dei dialoghi e a una serie di perfetti colpi di scena, nella vita di una famiglia aristocratica di inizio Novecento, e scoprirne i crucci e le insoddisfazioni, la noia e le gelosie, i rapporti con i domestici e gli amori più inconfessabili, e godere dell’elegante ritratto di un’epoca che ha cambiato il nostro mondo per sempre.

Dettagli del libro
  • Titolo: Downton Abbey
  • Autore: Julian Fellowes
  • Editore: Neri Pozza
  • Collana: I narratori delle tavole
  • Pagine: 536
  • Prezzo: 18,00 euro

martedì 23 luglio 2013

Morto Dennis Farina, detective Law & Order


L'attore Dennis Farina, che ha interpretato il detective Joe Fontana in "Law and Order", è morto a 69 anni.
Il decesso è avvenuto lunedì mattina in un ospedale in Arizona, a causa di un coagulo di sangue nel polmone.
Una morte improvvisa che ha scosso il panorama televisivo e non solo americano.
Recentemente, Farina, aveva anche interpretato un cameo nella seria comedy della Fox "New Girl" col ruolo del truffatore padre di Nick (Jake Johnson).
Aveva altri due film in cantiere ed era nel bel mezzo delle riprese.

Peccato davvero e a me piace ricordarlo così




mercoledì 5 giugno 2013

L'ultima vittima - Tess Gerritsen (Longanesi 2013)


"Lentamente alzò lo sguardo. La donna era tutta vestita di nero. Portava i capelli raccolti in una coda e le sue ciocche bionde erano così chiare da riflettere la luce del lampione. 'Chi sei?' 'Il mio nome non ha importanza. Vieni con me, se vuoi vivere'."

Inutile nasconderlo, anche perché chi ci segue da un po' avrà letto intervista e parecchie recensioni di questa autrice sulle nostre pagine. Parlo ovviamente di Tess Gerritsen, autrice edita da Longanesi in Italia e che è da pochissimo tornata tra gli scaffali con un nuovo romanzo, "L'ultima vittima",  della saga che vede come protagoniste il detective Jane Rizzoli e il medico legale Maura Isles.
Il nuovo romanzo è incentrato sulla vita, non proprio fortunata, dell'adolescente Teddy Clock, che pur essendo ancora adolescente ha subito due traumi enormi durante la sua giovane esistenza. Dapprima la morte della sua famiglia biologica e dopo esser stata adottata, anche della sua nuova famiglia. Infatti Teddy si è visto strappare da un folle omicida la prima famiglia mentre erano in vacanza a largo delle Isole Vergini e qualche anno dopo, un altro cinico killer ha sterminato i genitori adottivi insieme ad altri tre figli adottivi mentre lui era nascosto sotto il letto.
Tornato solo al mondo, viene trasferito presso una struttura che ospita ragazzi che hanno subito traumi forti, simili a quelli appena avuti da Teddy, situata nel Maine, il college Evensong.
Ad esser sinceri, aspettavo da un po' questo romanzo o meglio aspettavo da un po' una storia simile, non tanto per i contenuti quanto per la freschezza considerato l'andamento un po' a calare degli ultimi due libri, pur sempre belli, ma troppo statici e con poco mordente rispetto ai precedenti della coppia Rizzoli & Isles.
In questo romanzo infatti, si respira aria di novità, pur mantenendo intatte le caratteristiche delle due protagoniste, la Gerritsen ha giocato più sulla costruzione della storia, rendendola molto affascinante. Rizzoli e Isles sono due personaggi molto forti individualmente la cui potenza però, viene amplificato solo dalla presenza l'uno dell'altro, e Gerritsen fa un lavoro magistrale nei suoi romanzi per continuare a dipingerle sempre con le stesse caratteristiche ma senza mai snaturarle, per dirla più semplicemente, sono reali, e quindi facilmente riconoscibili. Piccola pecca forse per la serie tv che vede le due protagoniste interpretate da Angie Harmon e Sasha Alexander, che secondo il mio parere sembrano alcune volte un po' troppo fredde rispetto alle loro pari cartacee, pur restando una serie comunque molto carina.
Tornando al libro, è di certo un romanzo veloce e che si fa leggere molto gradevolmente (336 pagine), ricco di pathos e colpi di scena (il finale è fighissimo). Questo è un libro fondamentale per una serie che continua a migliorare. Usando una frase da fascetta scritta per l'occasione da Lee Child: ""Leggerlo non è solo consigliabile. E' obbligatorio."
Piccola parentesi legata alla Gerritsen, vorrei ricordare che è stata da poco ospite del Festival di Cremona Le Corde dell’Anima, tenutosi sabato 1 giugno 2013 che vedeva la presenza dell'onnipresente Luca Crovi a far da relatore e dove la scrittrice americana ha impressionato gli astanti con una performance di violino, sublime. Peccato non esserci stato, ma ricordo alla Gerritsen che per accordi presi durante l'ultima intervista fatta col sottoscritto, ha un buono per una carbonara da consumare a casa mia :D
Buona Lettura!!

video preso dal sito della Provincia di Cremona

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello 

Dettagli del libro

  • L'ULTIMA VITTIMA
  • Tess Gerritsen 
  • Traduzione di Adria Tissoni 
  • Thriller
  • Collana: La Gaja scienza 
  • Pagine: 336
  • Prezzo: € 16.40
  • In libreria dal: 30 Maggio 2013

martedì 9 aprile 2013

L'ipnotista. Il Film


Il 4 aprile ho avuto la fortuna di assistere alla prima per la stampa de "L'ipnotista" del regista Lasse Hallström e tratto dall'omonimo libro edito da Longanesi e già recensito sul nostro blog.
Arrivato al cinema la prima cosa che salta all'occhio è la presenza numerosa di giacche e cravatte e già inizio a sentirmi fuori luogo, ma torniamo al film. Avendo già avuto l'esperienza coi film di Stieg Larsson, quelli con regia e cast svedese, temevo dovessi accollarmi un film un po' pesantuccio rispetto ad una possibile copia hollywoodiana. Aspettative tutte smontate fortunatamente. Il film de "L'ipnotista" è davvero ben girato, una fotografia bellissima e ben fatta, gli scenari sono molto suggestivi quando le scene sono girate in esterno e claustrofobici quando il tutto si sposta all'interno di posti angusti e bui.
E' anche giusto ricordare che il regista non è di certo l'ultimo arrivato, Hallström è stato per due volte candidato all'oscar con film totalmente differenti dal genere thriller. Unica pecca è che chiaramente avendo già letto il libro, difficilmente avrebbe potuto stupirmi. Rimane comunque un film che consiglio, ricordandovi che l'uscita nelle sale è l'11 aprile e mi raccomando, fateci sapere che ne pensate :)




lunedì 28 gennaio 2013

Le regole del gioco su DMAX, conduce Nicolai Lilin


In un carcere russo ho imparato le leggi della vita, durante una sanguinosa guerra quelle della morte. Oggi sono uno scrittore e non ho paura di raccontarvi cosa si nasconde tra le righe oscure della società e come funzionano le regole del gioco ...

Nicolai Lilin è sempre stato ritenuto un autore fuori dai generis. La sua vita, raccontata sempre in maniera troppo romanzata e qualche volta anche messa sotto inchiesta giornalistica un po' dubbia, mi ha personalmente sempre incuriosito, a torto o a ragione, anche più dei suoi libri.
Certo è, che il 2013 è un po' il suo anno, visto che Gabriele Salvatores ha deciso di fare un film del suo primo romanzo "Educazione Siberiana" e il canale tematico (ma non troppo...) DMAX lo ha tirato in ballo per un programma che vedrà la luce dal 2 febbraio dalle ore 22.55.
Di seguito leggerete il comunicato stampa con l'analisi delle 4 puntate che andranno in onda:
LE REGOLE DEL GIOCO (4 puntate da 30 minuti prodotte da Fremantle per Discovery Italia) affronterà il fenomeno sempre più in espansione della detenzione di armi da fuoco, “passione” che ha il suo centro privilegiato nel nord Italia. Nicolai Lilin entrerà poi nel carcere di Viterbo per svelare quali sono le regole non scritte che i detenuti devono seguire per sopravvivere negli istituti di detenzione. Il viaggio proseguirà alla scoperta dell’origine e delle regole dell’MMA, Mixed Martial Arts, un sport che sta coinvolgendo sempre più fan in ogni parte del mondo e, infine, Lilin sonderà gli aspetti più inquietanti e nascosti di chi si affida a persone per la propria sicurezza privata.

Anche in questo caso, sono mosso più dalla curiosità di capire se è un bluff il programma piuttosto che seguirlo e basta per quel che è. Staremo a vedere... Nel frattempo leggo un'intervista che l'autore ha rilasciato a Panorama e mentre leggo faccio questa faccia O_o

Ricordate: dal 2 febbraio dalle ore 22.55 su DMAX (canale 52 del digitale terrestre)

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello


venerdì 11 gennaio 2013

Murdoch Mysteries. La serie TV



Come spesso mi accade arrivo tardi sulle cose ma non è sempre un male. Questa serie di produzione canadese mi era capitato di vederla a orari improbi su Rai3 le scorse estati. Non le avevo dedicato troppi pensieri fino ad un mese fa quando con un po' di tempo libero ho avuto modo di vederla tutta.
L'impressione è assolutamente positiva.
Ambientata alla fine del 1800, ha quattro protagonisti: Murdoch detective della polizia di Toronto un po' fuori dagli schemi, il suo capo l'ispettore Brackenreid inglese trasferitosi dalla madre patria, un po' cialtrone ma spesso molto saggio; l'aiutante di Murdoch l'agente Crabtree e per finire, croce e delizia del nostro il medico legale la dottoressa Julia Ogden.
Murdoch, come dicevo sopra, è fuori dagli schemi perché alle soglie del ventesimo secolo inizia ad applicare la scienza alle indagini di polizia, cosa per allora impensata.
È affascinante vedere come, allo stato embrionale, venivano usati i primi metodi per raccogliere le impronte digitali, residui vari, la comparazione delle pallottole.
Sono presenti alcuni tentativi di tracciare profili criminali, per capire cosa guidassei i perpetratori di alcuni crimini. Sono sicuro che chi frequenta il blog dei Corpi Freddi ricorderà L'alienista di Caleb Carr, ebbene le atmosfere sono le stesse.
Per Murdoch il cardine è la scienza e in ogni caso le prove sono il percorso che guida l'investigatore canadese.
In una serie ambientata in quel periodo non possono mancare personaggi di rilievo come Nikola Tesla, Henry Ford, Arthur Conan Doyle o Jack London. In qualche modo sono incontri educativi e sempre emozionanti.
Come in tutte le serie che si rispettino il tira e molla tra Murdoch e la dottoressa Ogden la fa da padrone, certo il loro è un rapporto che va ricondotto agli usi e costumi di un secolo fa. Passeggiate romantiche, velate illusioni, non troppe licenze anche se ogni tanto un bacio ci scappa. Essendo due personaggi fuori dagli schemi, non era usuale trovare una donna come medico legale, anche il loro rapporto in qualche modo risulta emancipato anche se i residui dell'educazione del tempo ci sono tutti. Per di più Murdoch è cattolico con tutto quello che comporta nelle regole di condotta verso l'altro sesso.
George Crabtree è forse uno dei personaggi più ben scritti che abbia mai visto. Riesce ad essere tenero, un po' tontolone, intelligente a suo modo e ogni tanto con qualche sprazzo di genio, altre volte perso nel proprio mondo fantastico, forse mi piace tanto perché mi ci riconosco un po'.
Una serie molto ben scritta e garbata, il budget chiaramente limitato non è motivo di scarsa qualità, anzi. Arrivata alla quinta stagione, è in preparazione la sesta. Se vi capita guardatela perché merita.


Articolo di Stefano Pitzus



giovedì 15 novembre 2012

Le serie TV autunnali



L'autunno: alla scoperta di tanti e nuovi corpi freddi.

Avvertenza: per quanto possibile ho cercato di non rovinare (spoilers) la futura visione delle serie delle quali ho parlato in questa breve scheda, se non siete sicuri di cosa trovare STATE LONTANI da questo post.
Avvertenza 2: tentiamo di dare uno sguardo su cosa accade al di là dell'oceano. Molte cose qui in Italia andranno pressoché di pari passo su sky e con un po' di pazienza pure sul digitale terrestre. È un elenco parziale per tre motivi: genere (che centra Glee?), cose che guardo (Boardwalk Empire non lo vedo, ancora, ma è bello sulla fiducia perché va su HBO), altre cose inizieranno a gennaio nella seconda parte della stagione.
Buona lettura.

Sons Of Anarchy: riprende con la sua quinta stagione su FX l'11 settembre. Rispetto alla scorsa stagione sono cambiate tante cose e i cambiamenti aprono a nuove linee narrative nella storia della  banda di motociclisti californiana. La amo e un po' la odio questa serie, amo il modo di raccontare di Kurt Sutter che non ci risparmia niente e di violenza e crimini efferati ce ne sono tanti, la odio perché odio tutta una serie di personaggi che sono il peggio della feccia dell'umanità e forse sta anche lì il suo fascino.

Bones: l'ottava stagione ha ripreso i battenti il 17 settembre. Speriamo che quest'anno ritorni a una qualità maggiore. La scorsa stagione l'hanno buttata un po' via a causa della brevità della stessa, 17 puntate invece delle 22 tradizionali. Vedremmo più avanti come si svilupperà il rapporto tra Booth e Brennan.





Haven:  ha ripreso il 21 settembre su SyFy, questa serie liberamente ispirata al libro del maestro Stephen King, "Colorado Kid" ed anche la terza stagione è composta anch'essa da 13 episodi e ormai piena di vita propria. Arrivata alla terza stagione torneremmo nella cittadina del Maine per risolvere nuovi e appassionanti misteri.


Castle: Alla quinta stagione siamo arrivati dopo un bel po' di vicissitudini al dunque di tante serie tv, facile da immaginare. Da qui si aprono molti nuovi scenari, senza naturalmente trascurare i casi di ogni singola puntata. Castle è divertente, ben dosato con la giusta quantità di dramma sa intrattenere al meglio.

Hawaii 5.0: tornati il 24 settembre, come Castle, i tamarri delle Hawaii. Non mi è piaciuto come si è conclusa la scorsa stagione, un cliffhanger senza mordente (come dire che la nutella senza le nocciole). Resta una serie che fa molto ridere e fa sognare quando mostrano le bellezze delle Hawaii.



NCIS & NCIS LA: tornati anch'essi a settembre e precisamente il 25 le due serie sulle squadre investigative della marina e gli autori di Hawaii 5.0 avrebbero dovuto guardare come costruire un cliffhanger degno di questo nome. Entrambe le serie si sono concluse con l'adrenalina a mille e sarà difficile immaginare come usciranno dall'impasse con il quale ci hanno lasciato. Menzione speciale per Kensi e Deeks di NCIS LA, sono una delle migliori copie di detective della tv. L'ho detto.


CSI: arrivata al tredicesimo anno di vita continua a tenerci con il fiato sospeso. L'inserimento nel cast di Ted Danson ha dato nuova vita alla serie che si appresta a intrattenerci con un'altra bella stagione. Gli abbiamo dedicato un post. Il 28  settembre è partito anche lo spin-off dedicato a NY. Miami come saprete è stato chiuso.

Criminal Minds: le dovrò dedicare un post a se stante perché arrivata all'ottava stagione non da segno di stanchezza. Ogni puntata è scritta magistralmente e nonostante alcuni cambi nel cast non perde lo smalto che la contraddistingue.





Elementary: sarà il caso dell'autunno con inevitabili paragoni con Sherlock della BBC. Capolavoro del quale dovrò assolutamente scrivere. Ancora una volta il detective inglese viene trasportato ai giorni nostri, a NY e con una donna a fare Watson. Ho visto il trailer ma è troppo poco per pronunciarsi. Ne parleremmo sicuramente, continuate a seguire il blog.

Fringe ricominciato il 28/09 con le sue ultime 13 puntate. È stato il tentativo di prendere il posto di X-Files ma non ha avuto la stessa forza. Per quanto mi riguarda amo questa serie per come è scritta e per i temi che tratta, c'è poca fantascienza ai giorni nostri. Speriamo che chiuda con il botto, le premesse ci sono.



Dexter sta affilando i coltelli per essere pronto il 30 settembre e in Italia lo abbiamo visto solo il 12 Novembre. Visto come si è conclusa la scorsa stagione credo di poter dire che ci aspettano fuochi d'artificio. Pensavamo che la nascita di un figlio e la perdita della moglie potessero cambiare la vita del nostro serial killer preferito, ma quello che sta per arrivare è ancora più grosso.



The Mentalist, vi confesso che dopo la scorsa stagione spero in una chiusura della serie. Belle premesse, sviluppo abbastanza decente ma la scorsa primavera si è toccato il fondo. Speriamo che si riprenda e che la finiscano presto. Mancanza di idee.


Supernatural: i fratelli Winchester sono tra gli ultimi ad essere tornati, 9 ottobre. La serie si è un po' risollevata la scorsa stagione, anche qui poche idee e confuse. Speriamo che la rinfrescata alla squadra degli autori serva a riportare dignità ad un prodotto che ha perso molta della sua originalità.

venerdì 12 ottobre 2012

The Closer & Major Crimes. Serie TV alla fine



E così dopo sette anni e sette stagioni The Closer è arrivato al capolinea. Stavolta non centrano ascolti scarsi o mancanza di idee da parte degli autori ma semplicemente perché la protagonista Kyra Sedgwick si è stancata. Trovo che sia comprensibile, dopo sette stagioni è difficile trovare nuovi stimoli nel personaggio che interpreti nonostante le mille sfaccettature di Brenda Leigh Johnson.
La serie iniziò con questa strana poliziotta che arrivava da Atlanta, forte accento del sud, a Los Angeles. Aveva l'aria un po' svampita e sembrava persa in un mondo tutto suo. Con la borsa più profonda della storia delle borse delle serie tv e il cassetto della scrivania pieno di dolci, caramelle e soprattutto cioccolati e merendine da mangiare nei momenti difficili.
La squadra di detective non l'accolse benissimo, erano scettici che una così venisse messa a capo del gruppo d'élite della polizia di L.A.
E invece dopo sette stagioni ha conquistato squadra e pubblico con i suoi interrogatori, che poi sono sempre stati la particolarità del vice capo, quella di riuscire a inchiodare i sospettati con domande argute, spesso a trabocchetto, spesso bugie vere e proprie per far cadere in contraddizione il colpevole di turno.
TNT, la rete che trasmetteva The Closer, non potendo perdere il patrimonio di storie e personaggi, ha deciso per uno spin-off. A sostituire Brenda, il capitano Sharon Raydor, interpretata da Mary McDonnell (Battlestar Galactica). La squadra con qualche piccola variazione resta la stessa, ma con dinamiche nuove con il nuovo capo.
La McDonnell è stata presente nelle ultime due stagioni di The Closer, insieme a Kyra Sedgwick hanno messo su un duello tra rivali, tra due donne di successo, intelligenti e formidabili nella loro professione. Forse alla fine non si può dire che si siano lasciate con dicendosi amiche, ma sicuramente con il massimo rispetto l'una per l'altra.
Major Crimes è arrivato al suo finale di stagione, sarà lunedì prossimo. La serie è stata confermata per una seconda stagione e non poteva essere altrimenti. I casi sono rimasti di alto livello e molto interessanti, ma ancora più interessanti sono i rapporti interni alla squadra. Rispetto alla serie precedente c'è maggiore collegialità nelle decisioni. Con il vice capo Johnson eravamo abituati a vedere un certo piglio nel commando con ordini specifici per ogni componente della squadra. Il capitano Raydor è portata più all'ascolto, a condividere e infine decidere, diciamo che è più diplomatica rispetto alla Johnson. Naturalmente ci troviamo davanti a una donna forte capace, quando necessario, di far sentire il peso del comando.
Credo di poter dire che il solco tracciato da The Closer con una donna alla guida trova la giusta continuità in Major Crime. Donne che sono intelligenti, forti, giuste, empatiche e femminili, donne che non hanno bisogno di scimmiottare gli uomini, l'esempio migliore che ci possa essere.
Un ottimo prodotto, insomma, che ha rinfrescato l'aria delle serie tv poliziesche che non sempre brillano per originalità.

Articolo di Stefano Pitzus


martedì 9 ottobre 2012

The Practice – Professione avvocati (Serie TV)



Qualche tempo fa abbiamo parlato, qui su Corpi Freddi, della nascita del canale Giallo sul digitale terrestre. Tra le cose trasmesse c'è anche questa serie tv, The Practice, che per l'occasione mi sono riguardato.
Creata da David E. Kelly - Avvocati a Los Angeles, Ally McBeal, Boston legal - parla della vita di sei avvocati che si occupano sia di casi penali che civili con prevalenza dei primi.
È andata in onda per otto stagioni dal 1997 al 2004.
Ho molto amato questa serie in passato, mi piaceva tantissimo vedere in opera il processo stile americano, ma soprattutto mi piacevano le storie dei protagonisti combattuti tra i doveri del loro lavoro e i principi personali. Spesso si trovavano a dover sottostare a regole fondamentali della procedura legale americana che quasi mai coincidevano con la morale comune. Pensate cosa può significare sapere che un vostro cliente ha ucciso una ragazza, voi sapete dov'è il corpo ma non potete dirlo per non incriminare il vostro cliente, nonostante i genitori della vittima vi chiedono in lacrime di poter seppellire la propria figlia. Pensate cosa possa significare fare uscire di prigione uno stupratore e assassino che viene trovato con un corpo dentro il proprio armadio, ma che deve essere liberato a causa di perquisizione irregolare.
Non sempre però i clienti sono colpevoli, Bobby Donnell, il protagonista interpretato da Dylan McDermott, ripete per tutta la durata della serie: “Pensi che sia dura difendere i colpevoli, Lindsay? Prova con gli innocenti.... è terrificante”. Cosa può significare se per un tuo errore una persona innocente finisce in prigione?


Poi c'è l'altra parte della medaglia, i procuratori distrettuali. Ecco una citazione che riassume meglio di quello che posso scrivere io. Il discorso è di Richard Bay, uno dei coprotagonisti interpretato da Jason Kravits: “Ci sono eroi in questo mondo. Si chiamano Procuratori distrettuali. Non hanno clienti, persone che gli sorridono alla fine di un processo, che li guardano negli occhi e dicono “grazie”. Nessuno apprezza il procuratore distrettuale, perché lavora per lo stato. La nostra gratificazione viene solo dal sapere che lì fuori c'è un onda. Un onda grande come uno tsunami che viene dal fondo di un pozzo nero. Un onda chiamata crimine, il quale, se lasciato incontrollato toglierà a ogni americano la propria libertà. Un onda la quale strappa ad ogni individuo il privilegio di essere in grado di camminare per una strada o prelevare venti dollari dal bancomat senza il timore di essere derubato. Il congresso chiacchiera, è il procuratore distrettuale che sfodera la propria spada, che scava il fossato e combatte, che persegue la giustizia giorno dopo giorno senza un grazie, senza una semplice paca sulla spalla. Noi lo facciamo, lo facciamo perché siamo i crociati, l'ultima frontiera della giustizia americana, sapendo che se una persona non si sente al sicuro non potrà mai sentirsi libera”.
La rettorica è tanta, gli americani la temono meno di noi, però da un'idea della contrapposizione. Accusa e difesa contrapposti, entrambi con la propria missione.
Stiamo parlando di una serie drammatica, spesso i casi sono di questo tenore, ma Kelly è molto bravo a bilanciarli con meno drammatici e con situazioni che ti strappano più di una risata per alleviare la tensione.
A distanza di qualche anno dalla sua conclusione devo dire che regge bene il trascorrere del tempo, ho ritrovato sensazioni piacevoli riguardandola e nonostante alcune parti le ricordassi molto bene mi sono divertito molto. Mi ero affezionato ai protagonisti ed è stato come ritrovare dei vecchi amici. Un bel viaggio appassionante.

Articolo di Stefano Pitzus



lunedì 30 luglio 2012

CSI: Crime scene investigation



La notizia di quest'ultimo mese è il rinnovo, in mezzo a tanti rinnovi e cancellazioni di serie tv, di CSI: NY, lo spin off (derivato) di CSI scena del crimine.
È una notizia perché chi scrive basandosi su fonti abbastanza attendibili la dava per spacciata. Guardando il finale di stagione secondo me non se lo aspettavano neanche i produttori della serie e invece CBS, il network sul quale va in onda, ha spiazzato tutti. Meno attesa era la chiusura della versione ambientata a Miami, tra i commenti su twitter quello che riassume meglio è di Ted Linhart di USA Network che ha scritto: “Farewell CSI Miami I kept watching you despite becoming a parody of yourself but I am glad you are back CSI mothership and CSI NY”. (“Addio CSI Miami ho continuato a guardarti nonostante tu sia diventato una parodia di te stesso, sono contento che tornino CSI e CSI NY”)
Nella nostra rubrica su film e serie tv non potevano mancare poche righe su queste serie, tre, che da quasi 13 anni raccontano le vicende dei reparti della scientifica che si occupano di investigare qualsiasi tipo di crimine.
Anche i sassi conoscono CSI, se non avete vissuto sulla luna o in una grotta almeno il nome lo conoscete, e quindi mi limiterò a fare qualche considerazione sparsa da amante del genere.
CSI quando arrivò 12 anni fa rivoluzionò il genere. Fino ad allora a fronteggiare il crimine c'erano stati poliziotti o avvocati, mai scienziati. Si sentiva parlare delle prove che portavano alla condanna ma poi tutto il processo di rilevazione delle prove era lasciato alla fantasia di chi guardava.
Studiare scienze, sapere di chimica, saperne di entomologia fa figo da quando c'è CSI. L'eroe di turno non è più il poliziotto con la pistola più grossa e affascinante ma un signore di mezz'età con gli occhiali che ti dice che la cosa più importante e vedere dove ti portano le prove: Gil Grissom.
La sua aria rassicurante, da zio saggio, ti fa pensare più a un professore che a un poliziotto. E invece eccolo lì, con la sua valigetta sulla scena del crimine. In questo caso conta di più il cervello della pistola.
Di solito la prima critica che sento su CSI è che non è possibile che nel volgere di un episodio riescano a trovare il colpevole grazie a una microscopica traccia lasciata che solo loro sono in grado di trovare. Mi viene da ridere. Avete presente che si sta parlando di una serie tv?
Da un punto di vista strettamente narrativo se gli autori dovessero attenersi in maniera più fedele possibile alla realtà tanto vale che si dedichino ai documentari da mandare su Discovery Channel o su National Geographic, in una serie tv devi prenderti per forza qualche licenza altrimenti uccidi la suspence. Stessa cosa dicasi per quanto riguarda la cattura del colpevole: voi la guardereste una serie tv dove non sempre va a finire con i buoni che catturano chi ha perpetrato il crimine? (in Law & Order mostravano bene questo aspetto, ne parleremmo)
Un esempio classico è quello dell'ora del decesso. Nei film e nelle serie di solito si danno archi temporali ben precisi, funzionali alla narrazione, ma se avette letto i libri della Dottoressa Cristina Cattaneo, ne abbiamo parlato su Corpi Freddi, saprete che non è mai così facile da stabilire e che ci sono diversi modi per stabilirlo e nessuno di essi potrà darvi risposte certe e assolute. Certo è bello pensare che possa essere così.
Delle tre serie dunque a settembre rivedremmo la serie madre ambientata a Las Vegas. Questa ha trovato nuova vita con l'inserimento di Ted Danson nel cast, ha dato nuova energia alle relazioni tra i protagonisti. Poi New York che è quella che ha tenuto meglio, soprattutto gli autori si sono sempre concentrati più sui casi che su altri aspetti narrativi e questo ha giovato alla serie.
Miami, ve lo confesso, l'ho mollata qualche anno fa. Troppa noia e soprattutto nessun senso del ridicolo, c'è un limite a quanto si può essere surreali raccontando storie.
In finale CSI è buon intrattenimento di qualità, spesso vincono i buoni e lo fanno perché si dimostrano i più intelligenti, una buona lezione.

Articolo di Stefano Pitzus

lunedì 4 giugno 2012

Film tratto da "La donna in gabbia" di Jussi Adler-Olsen



La stampa specializzata internazionale – da Variety all’Hollywood Reporter – ha dato ampio risalto alla notizia dell’inizio, a ottobre, delle riprese del thriller The Keeper of Lost Causes, il film tratto dal primo romanzo, pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo La donna in gabbia, della serie best-seller e pluripremiata del danese Jussi Adler-Olsen.
La saga della Sezione Q, composta da quattro romanzi già usciti e un quinto di prossima pubblicazione, dal 2007 a oggi ha venduto otto milioni di copie ed è in corso di traduzione in 32 paesi, facendo di Jussi Adler-Olsen l’autore di crime più venduto di sempre in Danimarca e un fenomeno editoriale a livello internazionale.

A interpretare sul grande schermo il burbero protagonista, il detective Carl Mørck, che in questo primo episodio indaga, insieme a un misterioso assistente di origine siriana, sul cold case ormai dimenticato di una parlamentare scomparsa senza lasciare traccia, sarà Nikolaj Lie Kaas, l'attore numero 1 oggi in Danimarca, già apparso in produzioni internazionali come The Whistleblower e Angeli e demoni. Nikolaj Arcel, che ha firmato lo script della prima trasposizione cinematografica di Uomini che odiano le donne, è al lavoro sulla sceneggiatura, mentre la regia verrà affidata a Mikkel Nørgaard, già regista di Clown - the movie, campione d'incassi di tutti tempi al box office danese. A produrre sia questo primo film che gli altri tre che seguiranno sono le danesi Zentropa e TV2 e la tedesca ZDF, lo stesso team che ha realizzato la versione scandinava della Millennium Trilogy di Stieg Larsson.

L’annuncio dell'imminente primo ciak per The Keeper of Lost Causes, il cui arrivo nelle sale è previsto per la seconda metà del 2013, è stato fatto pochi giorni fa a Cannes da Rikke Ennis di TrustNordisk, che ha iniziato le prevendite internazionali del film. Ennis ha commentato: «Beh, è difficile avere di più: uno scrittore di best-seller, una casa di produzione di alto profilo e i migliori talenti nordici: sarà un blockbuster internazionale».

Il secondo romanzo della serie della Sezione Q di Jussi Adler-Olsen, Battuta di caccia, sarà nelle librerie, sempre per Marsilio, dal 20 giugno.

giovedì 17 maggio 2012

Being Human UK


Being Human UK.

Mitchell è un ragazzo di bell'aspetto, tenebroso quanto basta. Lavora come inserviente in un ospedale di Bristol. Sembra essere uno come tanti ma in realtà Mitchell è morto durante la prima guerra mondiale. Ha 117 anni e è un vampiro.
George è un ragazzone alto, con occhiali, molto intelligente. Anche lui lavora come Mitchell in ospedale. Sembrerebbe normale anche George, ma non lo è da quella volta che decise di fare una gita in Scozia con un suo amico. Dopo un attacco l'amico di George finirà smembrato, lui si dovrà trovare un posto sicuro una volta al mese per non fare del male a nessuno. La luna piena per George non è l'ideale visto che è un licantropo.
Annie è una ragazza molto carina, sta progettando la sua vita con il fidanzato. Decidono di andare a vivere insieme, vogliono avere dei figli, crearsi una famiglia fino al giorno in cui Annie muore. Essendo legata alla casa nella quale vive e avendo ancora degli affari in sospeso decide di rimanere, adesso è un fantasma e solo George e Mitchell la possono vedere.
Being Human, serie tv di BBC3 creata da Toby Whithouse, racconta le storie di questo strano terzetto. I tre protagonisti si ritroveranno a vivere insieme, cercando di ricreare nella loro vita una parvenza di normalità, sono una famiglia legati da un forte vincolo di amicizia, provano a “essere umani”.
Naturalmente non tutto andrà liscio, i problemi arriveranno dall'esterno e dalla loro natura non umana. Le loro storie si intrecceranno con quelle di altre persone e non sempre gli esiti saranno i più ovvi.
Come mi capita spesso arrivo tardi su tante cose, dico sempre che ogni cosa trova il suo momento giusto. Being Human Uk l'ho scoperto perché Toby Whithouse, il creatore e autore principale, ha scritto alcune delle più belle puntate di Doctor Who. Sicuro di trovare qualcosa di qualità mi sono imbarcato in questa piccola avventura e mi sono divertito moltissimo.
Non pensate alle solite storie di vampiri, licantropi e fantasmi, certo la base è quella ma lo sviluppo della storia è originale, l'intreccio è sorprendente e gli avvenimenti si susseguono senza quasi lasciare a chi guarda il tempo di tirare il fiato. Vi assicuro che per sorprendere un consumatore abituale di serie tv come me ci vuole tanto e dietro questa serie c'è una forte qualità nella scrittura, essenziale.
Alcune note tecniche per capire meglio: Being Human ha visto terminare la sua quarta stagione questo inverno, sono stagioni brevi quelle britanniche. Sei episodi per la prima, otto per le successive tre.
Being Human è stato rinnovato per una quinta stagione che avrà sei puntate.
La minore quantità di fondi rispetto agli USA, fa si che in poche puntate si concentrino le cose rilevanti, non c'è né tempo, né spazio per i cosiddetti riempitivi. La regia è meno patinata rispetto alle produzioni statunitensi, alcuni lo trovano un limite, invece io trovo che restituisca autenticità.
Di Being Human ne esiste anche una versione USA che va in onda su SyFy, creata dallo stesso Whithouse, ha però uno sviluppo differente nella storia, stessi protagonisti diversi attori. Alla domanda sul perché non trasmettere direttamente quella Uk, Craig Engler capo di SyFy ha spiegato che spesso sono gli stessi creatori ha preferire questa linea. Essendo un pubblico diverso non tutti i temi possono essere trattati alla stessa maniera.
Molte cose che vengono fatte in Uk non potrebbero essere trasmesse in Usa.
Io non l'ho vista questa versione quindi non saprei dirvi che differenze ci sono.
Quello che posso fare è consigliarvi Being Human Uk perché racconta storie dove l'amicizia, anche se non nelle forme consuete, ha una valenza fortissima. Se hai persone che ti vogliono bene vicino a te puoi affrontare qualsiasi cosa, potresti ritrovarti ad essere più umano di tanti esseri umani.


Articolo di Stefano Pitzus



mercoledì 9 maggio 2012

Giallo TV - dal 14 maggio un canale farà molte vittime


Ebbene si. Anche in chiaro, oltre che su piattaforme tipo Sky, arriva un canale di soli gialli nella Tv italiana.
Si chiamerà Giallo Tv e sarà visibile sul canale 38 del digitale terrestre. La scommessa viene lanciata da Switchover Media che comprando la frequenza del digitale, metterà in onda serie tv dedicate al poliziesco che passeranno dal classico al contemporaneo.
Francamente, vista la programmazione, non grido al miracolo televisivo, ma di certo farà piacere a molti rivedere serie tv, classici del noir, come Alfred Hitchcock Presenta o Ellery Queen oppure seguire i casi del Giudice Amy, appassionarsi agli avvocati di The Practice – Professione Avvocati passando da serie tv di nuova generazione come Squadra EmergenzaJustice – Nel nome della legge (gran bella serie questa), il medical thriller di 3 LibbreBlind Justice  (serie Usa del 2005 che non ho mai visto), gli agenti dell’unità speciale di Killer Instinct; il thriller catastrofista di Invasion che quando fu trasmesso da Mediaset ebbe risultati ottimi con circa 4milioni e mezzo di spettatori alla pilot, gli ufficiali del Pentagono di E-Ring (altra serie che non conosco) e una curiosissima serie poliziesco-comica Keen Eddie che di certo seguirò con piacere.
Adesso però vediamo di dare un senso a quest' articolo approfondendo (ma nemmeno troppo) ognuna di queste serie:
Alfred Hitchcock Presenta: classicone di genere trasmesso dal 55 al 62 dove il Maestro Hitchcock ogni sera intratteneva i telespettatori col suo pancione di profilo e presentando una serie tv senza personaggi fissi, ma ogni puntata era permeata di giallo (che oggi definiamo "classico"). Lui stesso disse di questa serie: "Essa riporta il crimine in casa, dove esso risiede"
Ellery Queen: per la prima volta trasmessa sulla Rai nell'anno 1979 e ad oggi riproposta da Fox Retrò, fù ideata dall'accoppiata Frederic Dannay e Manfred B. Lee (scrittori dietro cui si cela lo pseudonimo di Ellery Queen) che riportarono in video episodi stand-alone tratti proprio dall'omonima scrittrice.
Giudice Amy: adesso dirò qualcosa di poco simpatico, ma è tra le poche serie che odiavo da adolescente. Il viso buonista e il personaggio moooolto impiccione di questo giudice minorile non erano consoni ai miei gusti. Diciamo che anche in età avanzata non credo di vederla, ma quando serie venne trasmessa da Mediaset, ebbe un considerevole successo. Anche in America era molto apprezzata (patria del resto del buonismo e del moralismo a tutti i costi di cui la serie è permeata) tant'è che vennero prodotte e trasmesse 6 stagioni.
The Practice – Professione Avvocati: la serie riguarda la vita lavorativa e non di un gruppo di penalisti di Boston. Trasmessa dalla Rai dal 2001 è arrivata in Italia all'ottava stagione e stata anche la serie da cui è nato lo spin-off di Boston Legal (altra serie molto seguita). Sicuramente una di quelle serie da tenere d'occhio e che ha visto negli anni, il passaggio di molti attori famosi come Sharon Stone, James Spader, William Shatner, e molti altri.
Squadra Emergenza: devo ammettere che su questa ho qualche dubbio, visto che non specificano se sia la serie creata nel 72 o quella del 99. La prima era una sorta di docu-fiction su pompieri, poliziotti, ecc, mentre la seconda (trasmessa tra Mediaset con bassi ascolti e ritrasmessa poi su Sky) ha un taglio di pura fiction ad episodi e anche in questo caso i personaggi principali, sono proprio coloro che in America vengono definiti i nuovi eroi: poliziotti, pompieri, paramedici, ecc.
Justice – Nel nome della legge: serie che ho personalmente visto (anche se sporadicamente) su RaiDue nel 2009. La serie non riscosse successo ne in Italia ne tanto meno in America dove venne interrotta dopo la prima stazione. Gli episodi sono incentrati sui casi seguiti da 4 avvocati e che spesso si concludono facendo percepire se gli imputati stessi fossero colpevoli o innocenti.
3 Libbre: 3 libbre sarebbero il peso di un cervello umano medio. Da questo si può percepire che si tratta di un medical-fiction trasmesso originariamente dalla Rai alle 23.30 (non è che ci tenesse tanto in effetti, visto l'orario di trasmissione). Bho mai visto e in giro, le notizie non sono molto entusiasmanti.
Blind Justice: il personaggio principale si chiama Jim Dunbar ed è un detective della polizia di New York. Jim, durante un'imboscata, viene colpito da un proiettile togliendogli la vista. Dunbar riesce a mantenere il suo posto all'interno del dipartimento e viene assegnato a una nuova collega, Karen Bettancourt che però dubita delle sue abilità come detective. Personalmente mi incuriosisce parecchio.
Killer Instinct: serie trasmessa in 13 episodi ed unica stagione che parla della divisione DCU capitanata dal detective Jack Hale che andrà alla ricerca di criminali macchiatisi di efferati omicidi che abbiano risvolti... "cruenti". Anche questa, personalmente mi incuriosisce e spero che qualcuno di voi l'abbia seguita su Italia1 in modo da darmi del feedback.
Invasion: grande serie che ho amato alla follia, catastrofista al punto giusto a cui è stato dato l'enorme voto di 7.5 sul sito Imdb.com. Il tutto interessa una sconosciuta cittadina americana (Homestead) minacciata dall'imminente impatto di un violento uragano. Lo Sceriffo Varon è impegnato nel garantire la sicurezza della sua comunità e della sua famiglia, ma dopo che la tempesta è passata si accorge che qualcosa di strano è accaduto durante l'uragano, qualcosa che ha a che fare con le luci misteriose avvistate da sua figlia e con la sparizione di sua moglie. Di certo la rivedrò.
E-Ring: serie tv di genere military-fiction che vede i protagonisti attuare e pianificare missioni atte a fermare terroristi, ad aiutare paesi alleati o per attaccare un'altra nazione. È così possibile seguire la missione in tutte le sue parti, dalla pianificazione, all'approvazione e poi all'attuazione della missione e le sue conseguenze. Non rientra molto nei miei gusti, ma seguirò quanto meno la pilot.
Keen Eddie: serie che non mi lascerò di certo sfuggire. La serie narra con un’originale impronta umoristica le vicende di un poliziotto americano in trasferta a Londra. I momenti comici che si alternano a quelli d’azione. Tipico detective anti-droga newyorkese, Eddie si trasferisce a Londra con il suo indomabile bull terrier bianco e nero ereditato dalla sua ex e al quale Eddie fa le sue più intime confidenze. Viene arruolato in prova a Scotland Yard per lavorare in coppia con il detective Monty Pippin (Julian Rhind-Tutt), investigatore inglese facilmente impressionabile che in un primo momento rimane stupito dai modi e dal metodo di lavoro del suo nuovo collega d’oltreoceano. Ben presto però anche il rigido sovrintendente Nathaniel Johnson (Colin Salmon) viene conquistato dal coraggio di Eddie e gli propone di entrare a far parte della squadra a tempo pieno. Da seguire!

Per adesso è quanto e concludo ricordandovi che la programmazione inizierà il 14 maggio e avrà uno strano orario di trasmissione quotidiana, ovvero dalle 12 alle 2 di notte.
Buona visione!

giovedì 5 aprile 2012

Comunicato Stampa CF: Nuova Sezione TV e Cinema


L'altro giorno mi trovavo comodamente nella mia cantina mentre con il bisturi sezionavo la mia ultima vittima, quando all'improvviso ha squillato il telefono, era Enzo che mi voleva parlare.
Senti, mi dice, vorrei affidarti una nuova rubrica da inserire nel blog”.

Vi confesso che se non fossi il professionista che sono il bisturi sarebbe caduto provocando sofferenza inutile alla mia povera vittima. Vi ho detto che era ancora sveglia? In questi casi vi consiglio di usare un bavaglio, così eviterete di attirare attenzioni indesiderate. Ma torniamo a noi.
La nuova rubrica si discosterà dalla linea editoriale del blog solo per quanto riguarda il formato. Ci allontaneremo saltuariamente dalla pagina scritta per rivolgere il nostro sguardo alle immagini e in particolar modo a serie tv e film. I temi saranno i nostri, quelli che appartengono alle nostre letture. Quello che cercherò di fare, senza una vera e propria cadenza, sarà di parlare di cose interessanti, almeno per me e spero anche per voi. Cercherò di stare lontano dal mainstream quando possibile.
Vi tranquillizzo subito dicendovi che non mi lancerò in panegirici, non sarò tecnico perché non ne ho le competenze e non vi starò a parlare di cose come Il Padrino, Le Iene o I soliti ignoti, non perché non siano belli o non siano importanti per chi ama il genere ma perché non potrei mai aggiungere niente alle tonnellate di carta che già sono state utilizzate per parlarne. Insomma lo spirito dei Corpi Freddi resta intatto: parlare di cose che mi, ci, appassionano e possono destare la nostra curiosità. Potranno essere modi diversi di raccontare storie, ma sono sempre le storie che ci piacciono.
Come dite? Volete sapere che fine ha fatto la mia povera vittima?
Dopo che ha soddisfatto le mie curiosità anatomiche, posso assicurarvi che ho smaltito il tutto in maniera sicura e conforme alle normative sulla tutela dell'ambiente; non si dica, poi, che noi Corpi Freddi non abbiamo una certa sensibilità per l'ambiente.

Articolo di Stefano Pitzus

sabato 5 aprile 2008

Serie Tv e Cinema

by stefano pitzus