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domenica 28 agosto 2011

Raccolto di sangue - Sharon Bolton (Mondadori 2011)


Terzo lavoro della Bolton e probabilmente il più bello.
Dopo Sacrificio e Il Risveglio, ritorniamo coi paesaggi tipici della scrittrice, quelli dimenticati da Dio e dove la gente vive un’esistenza solitaria e diversa dalla nostra.
Il Raccolto di Sangue prende il nome da una festa annuale, celebrata in un paese di poche migliaia di persone chiamato Heptonclough (quello reale si chiama Heptonstall), dove si macella un elevato numero di capi di bestiame e il sangue scorre per le strade cittadine.
E’ in questa comunità che arriva la famiglia Fletcher, il reverendo Harry Laycock e la psichiatra Evi Oliver. Sono nuovi del posto e non è facile entrare nelle grazie di persone abituate a vivere da sempre senza forestieri di nessun genere. Sarà un processo lungo quello che porterà a infondere fiducia nei vicini e dove la correttezza non sempre è presente.
Se l’apparenza dipinge Heptonclough come un piccolo borgo tranquillo, sicuro e tradizionale, in verità nasconde qualcosa di poco chiaro.
Nessuno pensa non essere un caso che tre bambine in pochi anni siano state buttate giù dalla balaustra della sacrestia che Harry era stato chiamato a presidiare, ma allora per quale motivo nessuno scavava più a fondo nella faccenda? Neanche quando la più piccola dei Fletcher, Milly, era stata rapita e trovata sopra il cornicione della chiesa nessuno aveva mosso un dito.
Quale segreto univa quelle persone? E chi era quella figura raccapricciante che camminava per la brughiera di notte e infestava i sogni di Tom Fletcher e del reverendo?
Con questo terzo romanzo Sharon Bolton ha raggiunto il livello di apprezzamento che personalmente era arrivata ad avere con il primo romanzo ( e meno con Il Risveglio).
Forse parte un po’ lento ma non risulta una lettura noiosa, conquistati dall’atmosfera magica del nord dell’Inghilterra e dai numerosi espedienti dei personaggi per farsi accettare da una comunità troppo chiusa.
La narrazione fila che è un piacere anche se magari inizialmente la trama non regala colpi di scena particolari.
Siamo davanti a uno di quei casi dove chi scrive non ha bisogno di tecniche narrative straordinarie o effetti speciali per nascondere una narrazione poco accattivante. La Bolton ha semplicemente raccontato una storia ed è proprio a questa che bisogna dare un bel voto. Non ci sono metafore inutili, frasi ad effetto o chissàcchè, solo ed esclusivamente un racconto fantastico che non ha bisogno d’altro per essere pubblicato.
Oltre a consigliare la lettura del romanzo, consiglio anche di fare una ricerca dei luoghi descritti su google maps e immagini passo a passo. Nel limite del possibile io ho seguito le vicende anche tramite le foto trovate su internet e ammetto che è impossibile non immergersi il triplo nelle vicende, anche grazie alla magia delle immagini dei luoghi.
Stampato da Mondadori, ci troviamo di fronte a l’ennesimo caso di “frottole frottole e ancora frottole” raccontate in copertina per attirare il lettore e che non c’entrano un beneamato cazzo con le pagine all’interno.


Articolo di Alessandro "dampy" Farese

Dettagli del libro
  • Formato:Rilegato
  • Editore:Mondadori
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Omnibus
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: The Blood Harvest
  • Lingua originale: Inglese
  • Pagine: 453
  • Traduttore: M. Faimali
  • Codice EAN: 9788804602088 

sabato 27 agosto 2011

Gli autori dei primi 100 bassotti. Vita e opere - AAVV (Polillo 2011)


A cavallo degli anni 60 – 70 del secolo scorso, anche sull’onda del successo della serie di telefilm prodotta dalla RAI con protagonisti i grandissimi Tino Buazzelli e Paolo Ferrari (senza dimenticare anche Pupo De Luca nei panni di Fritz il cuoco) la Mondadori aveva pubblicato un certo numero di omnibus dedicati al grande e grosso Nero Wolfe. Alcuni di questi erano costituiti da un cofanetto contenente, in aggiunta al libro con le storie poliziesche, un ricettario che spiegava come realizzare i piatti preferiti dal pantagruelico detective residente nella 35th strada Ovest di New York. Marco Polillo ha curato parecchi volumi di questa serie, molti dei quali destinati a diventare, con il passare del tempo, veri e propri oggetti di culto.
Chissà, magari al patron dell’omonima casa editrice, saranno venuti in mente quei trascorsi, quando ha deciso di festeggiare la pubblicazione del centesimo numero della collana “I Bassotti” con uno speciale cofanetto celebrativo, destinato anch’esso a diventare sicuramente oggetto di desiderio tra gli appassionati, che comprende un romanzo a firma di F. G. Parke dal titolo “La sera della prima” (I Bassotti n. 100) e un volumetto dedicato a “Gli autori dei primi 100 bassotti - Vita e opere” con tutte le biografie degli scrittori pubblicati nella collana a partire dall’ormai lontano 2002.
Nello specifico, un giallo inedito, scritto sotto pseudonimo da un autore la cui vera identità è ancora oggi avvolta nel mistero, abbinato ad uno speciale che racconta la biografia, riveduta e aggiornata, di tutti i giallisti che abbiamo avuto modo di incontrare in questi 10 anni. Praticamente un ricettario del delitto scritto dai più grandi chef del genere. Possiamo in questo modo ripercorrere la storia della fortunata collana editoriale e contemporaneamente immergerci in quella che viene considerata l’epoca d’oro del mistery d’indagine e cioè il periodo grossomodo compreso tra il 1920 e il 1940. Gli ingredienti sono vari e saporiti. Enigmi e misteri, delitti a Natale e a Capodanno, omicidi palesi o in codice, camere chiuse e delitti impossibili, morti che non riposano, ospiti invisibili, assassini che sembrano essere svaniti nel nulla, visitatori che non c’erano, signore che scompaiono, uomini e donne che non devono vivere, delitti in famiglia, gallerie buie e porte socchiuse, persone o cose che si volatilizzano nell’aria, maledizioni letali, case fantasma, coltelli nella schiena, pugnalate al cuore, strangolamenti, dardi piumati, cioccolatini, caramelle e caffè avvelenati, gole squarciate, iniezioni fatali, morte al telefono, gli evergreen colpi di pistola, fucile ma anche frecce d’arco e freccette da bersaglio. Cadaveri negli studi legali, negli armadi, in ascensore, sui treni, in aereo, in automobile, nei giardini, nelle case di campagna e negli appartenenti metropolitani dell’ “upper-class”, in biblioteca (un must), in cucina, in camera da letto, a teatro, ai concerti , ai grandi magazzini, alla BBC, nelle università americane come negli esclusivi college inglesi, nei villaggi inglesi, ma anche in Florida e in Provenza, nei pub, nelle tombe altrui, sotto la neve, sulle barche e persino rinchiusi nelle valigie. Autori da annoverare tra i grandissimi: John Dickson Carr / Carter Dickson, S.S. Van Dine, Mary Roberts Rinehart, Richard Austin Freeman, Dorothy L. Sayers, Ngaio Marsh, Edgar Wallace. Tantissimi grandi e conosciuti: John Rhode / Miles Burton, Anthony Berkeley / Francis Iles, Earl Derr Biggers, Anthony Boucher, Christianna Brand, Mignon Good Eberhart, Jacques Futrelle, C. Daly King, Nicholas Blake, Rufus King, Helen McCloy, Craig Rice, Ethel Lina White e molti altri. Molti altrettanto bravi ma ingiustamente trascurati e assolutamente da riscoprire e annoverare tra i classici: Jefferson Farjeon, Philip MacDonald/Martin Porlock, J.J. Connington, Freeman Wills Crofts, Cyril Hare, R.A.J. Walling, Elizabeth Daly, Michael Innes. Alcuni tra i più prolifici, tanto che ancora oggi si fa molta fatica a redigerne una bibliografia completa e attendibile: Edgar Wallace e John Rhode/Miles Burton su tutti. Altri che con una sola grande opera o con pochissimi libri sono entrati di diritto nella storia e nella leggenda del genere: A.A. Milne il creatore di Winnie the Pooh con il suo “Il dramma di Corte Rossa”- Bassotto n. 10 tipico delizioso esempio di “giallo per tutte le stagioni” o Joel Townsley Rogers con il mitico “La rossa mano destra” - Bassotto n. 31 che ormai disperavamo di poter leggere in italiano o Israel Zangwill con il suo memorabile “Il grande mistero di Bow” - Bassotto n. 52 considerato il primo vero e proprio “delitto della camera chiusa” della storia o John Franklin Bardin – “L’enigma dei tre omini” - Bassotto n. 13 che ha scritto solo 3 romanzi, tanto all’avanguardia ai tempi della loro pubblicazione da risultare del tutto incompresi e per questo per lungo tempo caduti nell’oblio ma che possono essere considerati gli antesignani del genere psico - thriller tanto in voga oggigiorno. Chicche inedite finalmente pubblicate anche in italiano a distanza di decenni dalla loro pubblicazione in lingua originale e assolutamente imperdibili a firma di : Milton Propper, Anthony Wynne, Winslow e Quirk, Christopher Bush, Rupert Penny, Arthur Upfield, Don Betteridge. E tanti, tanti, tantissimi altri. Non manca niente e nessuno. Oppure si. Se consideriamo anche i racconti contenuti nelle varie antologie, ormai appuntamento fisso di fine anno, a firma di Sir Arthur Conan Doyle, Agatha Christie, Cornell Woolrich, Ellery Queen e persino George Simenon e la cui biografia però non è inserita nel volume celebrativo, ci si rende conto che all’appello degli autori pubblicati manca uno e uno solo dei cosiddetti “grandi”. Indovinate chi? Proprio lui . Rex Stout il papà di Nero Wolfe.
Si festeggia quindi con la vita e le opere di scrittori che, famosi o meno, hanno dato comunque lustro e immortalità alla letteratura gialla e viceversa con un romanzo scritto da qualcuno la cui vera identità è forse destinata a rimane per sempre celata dietro uno pseudonimo, quasi a voler significare che il numero 100 della collana celebra non “un” autore specifico (ma poi, chi avrebbe meritato più degli altri l’onore?) ma piuttosto “il” genere in sé e per sé che pare non voler morire mai ma che anzi resiste con successo da oltre 150 anni.
Se siete amanti del giallo classico d’indagine o viandanti tra generi letterari diversi che ripassate di qui dopo un certo tempo, questo cofanetto è una sorta di “Bentornati a casa”. Accomodatevi. Le regole le conoscete già. Se invece transitate per la prima volta da questi lidi, siate i benvenuti. Da dove volete cominciare ? “Proverò ad iniziare dal principio” disse una volta dame Agatha Christie. Mi sembra giusto. L’inizio potrebbe essere il numero 1 della collana “I delitti di Praed Street” a firma di John Rhode grandissimo e prolifico ideatore di crimini impossibili, a cui far seguire il numero 2 “L’ospite invisibile” leggendario romanzo di Gwen Bristow & Bruce Manning che pare abbia ispirato Agatha Christie niente meno che per il suo “Dieci piccoli indiani” e proseguire quindi in base all’ordine delle uscite. Viceversa, potreste prendere il volumetto celebrativo e aprire alla lettera “A” come Adams Herbert, un bravissimo artigiano del genere, autore di “Una parola di otto lettere” - Bassotto n. 94 - un giallo all’inglese che più inglese non si può, per proseguire con la “B” di Bailey H. (Henry) C. (Christopher) creatore di memorabili assassinii con il suo “Il mistero del menù francese” - Bassotto n. 30. E così via. In un caso o nell’altro, qualsiasi strada voi vogliate intraprendere, personalmente vi invidio. Non avete la più pallida idea delle meraviglie e delle magie che andrete a leggere.

Articolo di Alberto "Allanon" Cottini

Dettagli del libro
  • Titolo: Gli autori dei primi 100 Bassotti – Vita e opere
  • Progetto grafico a cura di Davide Dondena
  • Editore: Polillo Editore
  • Collana I Bassotti
  • Pagine 184
  • Data pubblicazione: 30 giugno 2011
  • Prezzo: euro 6,00
  • In cofanetto con: F.G. Parke “La sera della prima” collana “I Bassotti n. 100” euro 19,60

giovedì 25 agosto 2011

NEWS: Cinema Corpi Freddi

Anticipazioni di ciò che vedremo al cinema in queste settimane, naturalmente con un forte retrogusto CF ;)

Fright Night



TRAMA
Il giovane studente Charlie Brewster (Anton Yelchin) è un ragazzo che ha tutto – ha molte amicizie ed esce con la ragazza più sexy della scuola. Ed è così cool che litiga anche con il suo migliore amico Ed (Christopher Mintz-Plasse). Ma i problemi arrivano quando un intrigante sconosciuto Jerry (Colin Farrell) si trasferisce nell’appartamento a fianco. All’inizio sembra un ragazzo in gamba, ma c’è qualcosa di poco chiaro e tutti, tra cui la mamma di Charlie (Toni Collette) non riescono a notare nulla. Dopo aver assistito a comportamenti particolarmente strani, Charlie arriva ad una conclusione certa: Jerry è un vampiro che caccia le sue prede tra i suoi vicini. Incapace di convincere gli altri che quello che sta dicendo è la verità, Charlie deve trovare un modo per liberarsi del mostro, in questa commedia di Craig Gillespie, una tra le migliori commedie horror classiche.


Un film diretto da Craig Gillespie, scritto da Marti Noxon. Prodotto in USA da DreamWorks SKG, Gaeta / Rosenzweig Films, Michael De Luca Productions nel 2011. Durata: 120'. Genere: Commedie, Horror



Contagion

TRAMA
Il film raggruppa un cast di attori internazionali pluri premiati.
Un virus letale che si trasmette nell'aria e che uccide in pochi giorni sta seminando il panico nel mondo. Mentre il virus si propaga a macchia d'olio, la comunità globale medica sta cercando una cura sia per combattere il virus ed anche per fermare il panico che si sta impossessando della popolazione, gente che lotta per sopravvivere in una società che sta andando allo sfascio.

Cast: Matt Damon, Marion Cotillard, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet, Jude Law, Bryan Cranston, Laurence Fishburne, Jennifer Ehle, Sanaa Lathan, John Hawkes, Elliott Gould, Amr Waked, Demetri Martin







The Apparition 

TRAMA
Una presenza terrificante entra nella casa di una giovane coppia, perseguitandola. Kelly e Ben scoprono che la causa scatenante è stata l'evocazione avvenuta durante esperimento di parapsicologia all'università e chiamano in loro aiuto un esperto di fenomeni soprannaturali. Il suo intervento giungerà in tempo per placare la furiosa presenza?

CAST
REGIA: Todd Lincoln
ATTORI: Ashley Greene, Sebastian Stan, Julianna Guill, Luke Pasqualino, Suzanne Ford, Tom Felton, Rick Gomez, Anna Clark, Meena Serendib, Marti Matulis, Melissa Goldberg







Paranormal Activity 3

 TRAMA
Terzo capitolo per la saga iniziata, fortunosamente, da Oren Peli nel 2007. Poco si sa sulla trama del nuovo film che arriverà nelle sale di tutto il mondo ad Ottobre, pare si racconterà la storia dell'infanzia della "dannata" Katie.


CAST
Directors:Henry Joost, Ariel Schulman
Writers:Michael R. Perry, Oren Peli (characters)
Stars:Zayd Jaber










L' alba del pianeta delle scimmie

TRAMA
L'arroganza dell'uomo provoca una catena di eventi che è la causa dell'intelligenza delle scimmie e di un cambiamento nel nostro ruolo di specie dominante il pianeta. Caesar, la prima scimmia intelligente, viene tradita dagli uomini e si ribella per condurre la propria spettacolare razza alla libertà e alla resa dei conti con l'Uomo.

CAST
REGIA: Rupert Wyatt
SCENEGGIATURA: Rick Jaffa, Amanda Silver
ATTORI: James Franco, Freida Pinto, John Lithgow, Andy Serkis, Brian Cox, Tom Felton, David Hewlett, Tyler Labine, Sonja Bennett, Chelah Horsdal, David Oyelowo, Leah Gibson, Jamie Harris, Richard Ridings, Karin Konoval, Christopher Gordon, Jesse Reid, Mattie Hawkinson


mercoledì 24 agosto 2011

CSI Alaska. Primavera di ghiaccio - Dana Stabenow (Newton Compton 2011)


Con Kate Shugak…

Continuano a imperversare i libri venuti dal freddo. In questo caso dal freddo che più freddo non si può. Più precisamente dall’Alaska (giuro). O, ancora meglio, dal villaggio di Niniltna dove un folle fa fuori nove persone con un fucile di precisione, Ma una di queste, la giovane Lisa Getty, che se la spassava con tutti gli uomini del paese, risulta essere uccisa da un’altra arma. Chi ha sfruttato questa occasione per togliere di mezzo una tal fomentatrice di invidie e gelosie?
Ad indagare Kate Shugak con il suo fedele husky (femmina) Mutt in calore con un lupo grigio in giro che le fa la corte. Vive in una capanna “nel bel mezzo di un parco nazionale di otto milioni di ettari”, sempre in continua attività, una cicatrice alla gola ricordo di un terribile momento, pelle liscia e dorata, occhi grandi e luminosi color nocciola, capelli lunghi fino alla vita, lisci e soffici come la seta, voce roca e irregolare. Ascolta Beeethoven insieme ai gruppi moderni. Più avanti da un personaggio veniamo a conoscenza di altri particolari: minuta e agile, non beve alcol, è competente ed efficiente nel lavoro, dotata di un notevole senso dell’umorismo, responsabile verso gli altri che la rispettano e la temono, soprattutto per le sue gesta leggendarie.
In relazione affettiva con Jack Morgan, capo della squadra investigativa accetta a quattrocento dollari al giorno più le spese (pure concreta) di condurre le indagini. Via allora con la motoslitta Super Jag in giro a interrogare e ascoltare e così viene a sapere che Lisa spacciava droga e uccideva gli orsi per venderne la bile. Suo amico Bobby in carrozzella reduce dalla guerra del Vietnam che cita Sam Spade e la salva dopo un tentativo fallito di venire uccisa.
Il libro si presenta, non solo come la classica indagine su un terreno già arato (l’idea del morto che non c’entra nulla con gli altri non è certo nuova) ma anche, e direi soprattutto, un excursus su una società del freddo, dove si organizzano corse, scalate della montagna più alta, gruppi di cucitrici, danze del ventre, dove si dà vita ad una specie di rito religioso: il potlack, una danza per le persone uccise a cui partecipa la stessa Kate in conflitto con la nonna Ekaterina troppo attaccata alle vecchie tradizioni. Non manca una cerimonia delle donne in onore (addirittura!) dell’assassino che le corna sono pesanti per tutti.
In primo piano gli spazi enormi, la neve, il freddo, il silenzio, il tenue ma confortante calore del sole, perfino un terremoto che rende più potente e spaventosa la Natura. Ma anche qui, in questo mondo così lindo e pulito che sembra lontano da qualsiasi imbrattatura del male, la stessa follia, gli stessi rancori, lo stesso odio che alberga negli altri uomini della terra. E forse è proprio in questo netto contrasto che risiede, almeno in parte, la fortuna del romanzo poliziesco del profondo Nord. Anche se, dal punto di vista della scrittura e della struttura, a volte semplicemente discreto- buono o, addirittura, mediocre.

Articolo di Fabio Lotti

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Editore: Newton Compton
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Nuova narrativa Newton
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 281
  • Traduttore: S. Montis
  • Codice EAN: 9788854130739
  • Generi: Gialli e Fantasy, Gialli e Thriller 

lunedì 22 agosto 2011

Le cose di cui sono capace - Alessandro Zannoni (Perdisa Pop 2011)


In Italia è nata e si sta evolvendo una nuova e interessante leva di autori che senza timore decidono di non allinearsi a una produzione letteraria che vorrebbe appiattire tutto, offrendo un prodotto standardizzato e per lo più rientrante nella vasta eccezione del noir. Questi giovani scrittori si muovono attorno al genere, ruotano attorno a esso come gli anelli di Saturno, e lo rileggono di volta in volta in maniera coraggiosa e innovativa, senza farsi intrappolare dai canoni classici.
Uno di questi autori è senz’altro Alessandro Zannoni che col suo nuovo libro, Le cose di cui sono capace edito da Perdisa Pop (una delle poche case editrici in Italia ad avere le palle per proporre qualcosa di nuovo nel grigiore del nostro panorama letterario), ci immerge in un mondo fumettistico, a metà tra il selvaggio west e la periferia più sporca e abbandonata delle metropoli americane. Prima di lui lo aveva fatto Matteo Righetto, guarda caso ancora con Perdisa Pop, che era riuscito a trasportare la campagna padana nell’America più rurale con Bacchiglione Blues, raccontandoci una storia al limite del plausibile e con personaggi degni più di un episodio di Walker Texas Rangers che di un romanzo italiano. Ebbene, molto lega questi due romanzi, non solo il marchio editoriale, ma anche questa nuova impostazione “da frontiera” che avrebbe fatto la gioia di registi come Enzo Barboni (in arte E. B. Clucher) o di produttori quali Italo Zingarelli. Storie folli e quasi deliranti, ironiche e dissacranti ma drammatiche allo stesso tempo, con personaggi che subito, dopo poche pagine, entrano di diritto nell’Olimpo degli Dei (letterari).
Nel caso di Le cose di cui sono capace, come fare a non amare immediatamente lo sceriffo Nick Corey (alias l’italianissimo emigrato Nicola Coretti) alle prese con un paese da tenere a bada e con le beghe giornaliere di cittadini dediti più all’alcool e alle risse che a una norma vita lavorativa? Ma Corey non è uno sceriffo alla Chuck Norris, macho sempre pronto a stendere l’avversario, ma un uomo qualunque vittima dei suoi stessi vizi e limiti, folle al punto da sodomizzare chiunque osi infrangere la legge. Ma Corey è anche un uomo ferito e innamorato di una donna che l’ha abbandonato “per farsi scopare da un gruppo di motociclisti” e che al suo ritorno non può fare a meno di perdere nuovamente la testa.
Come accennato sopra, lo stile di Zannoni (che narra al presente e in prima persona) riporta molto ai fumetti, perfino i cattivi del suo romanzo sono villain improbabili che con una pistola sulla fronte diventano agnelli o che dopo una bella ginocchiata sulle palle chiedono scusa per aver detto qualcosa di sbagliato. Tutto il mondo ideato e descritto dall’autore sa di “altrove”, se non ci fossero precisi riferimenti (automobili, televisori, cellulari ecc.) si farebbe perfino fatica a capire dove e quando è ambientata la storia, permettendo al romanzo di essere sempre attuale e slegato da qualsiasi contesto spazio-temporale.



Articolo di Marcello Gagliani Caputo

Dettagli del libro
  • Prezzo di listino:€ 14,00
  • Editore: Alberto Perdisa Editore
  • Collana: Corsari
  • Data uscita: 24/08/2011
  • Pagine: 176
  • Lingua: Italiano
  • EAN: 9788883725531

    venerdì 12 agosto 2011

    Il crocifisso - Gerard O’Donovan (Newton e Compton 2011)


    La trama si snoda nella città di Dublino quindi nella religiosissima Irlanda. L’indagine parte dal ritrovamento di una giovane studentessa spagnola, figlia di un famoso diplomatico, in fin di vita e con il corpo martoriato da tagli e bruciature. Le indagini vengono affidate alla divisione crimini sessuali a causa delle bruciature sulle parti intime ed il presunto stupro della vittima. La parentela fa in modo che le indagini seguano, se pur in un primo momento, un filone politico. Una ritorsione contro il padre.
    L’ispettore Mike Mulcahy, appena rientrato dalla Spagna, dove aveva un incarico nell’antidroga, per la sua conoscenza della lingua viene convocato per fare da interprete nell’interrogatorio alla ragazza.
    L’ispettore da interprete diventa, per esplicita richiesta del governo spagnolo, parte attiva delle indagini e collaboratore dell’ispettore Claire Brogan, la vera responsabile del dipartimento crimini sessuali ed incaricata del caso, fino a prevaricarla nelle intuizioni e nella logica criminale del violentatore seriale.
    La scoperta di altri crimini molto simili a quello della ragazza spagnola induce la polizia ad affrettare le indagini per trovare il colpevole prima che l’escalation criminale raggiunga livelli incontrollabili.
    La storia è fuori dagli schemi abituali, si pensa di indagare su una persona con deviazioni politiche, si passa a crederlo un deviato sessuali ed invece ci si trova in un altro terreno completamente diverso.
    Il libro è intrigante, con pochi punti di riferimento, ma la cosa non guasta. Proprio per i pochi indizi, durante la lettura, ci si chiede su cosa si sta indagando: droga, sesso, politica.
    Il racconto è fitto di dialoghi, poche le riflessioni e la filosofia. Le indagini hanno il loro sviluppo nei dialoghi dei protagonisti. Anche i personaggi non vengono descritti ma vengono tracciati a grandi pennellate. La rifinitura la deve fare il lettore e la cosa risulta piacevole: la libertà della lettura. Un po’ scontati i personaggi, c’è la l’affascinante ispettrice, il poliziotto antipatico, il capo frustrato, la bella giornalista e l’ispettore furbo e sagace. C’è da dire che il tutto viene miscelato con bravura tanto da far dimenticare il classico stereotipo.
    Ovviamente il titolo aiuta ad interpretare i risvolti che l’autore, al contrario, tenta di mantenere il più a lungo segreto. Forse questa è una delle poche pecche della storia, ma è più che trascurabile.


    Articolodi Fabrizio "PippiFisso" Zaino

    Dettagli del libro
    • Listino € 12,90
    • Editore Newton Compton
    • Collana Nuova narrativa Newton
    • Data uscita 14/04/2011
    • Pagine 384, rilegato
    • Lingua Italiano
    • EAN 9788854127821

    giovedì 11 agosto 2011

    Il pontile sul lago - Marco Polillo (Rizzoli 2011)


    Il pontile sul lago con il vicecommissario Zottìa…

    Terza prova per Marco Polillo dopo “Testimone invisibile” e “Corpo morto”, pubblicati entrambi con la Piemme, nei quali compare il vicecommissario Enea Zottìa di Milano sposato con Enza e innamorato, da giovane, prima della sorella maggiore Teresa e poi della minore Serena che ha lasciato il marito. Più precisamente Enea “Baffo” Zottia. Lavoro, lavoro, lavoro. Timido, impacciato, capelli neri “un po’ argentati sulle tempie”, paziente, preciso, metodico. Ma al momento opportuno, al momento della verità, allora forte e risoluto, “Occhi fissi, voce ferma, affermazioni decise”.
    In questa vicenda che si conclude entro cinque giorni, dal giovedì al lunedì, il matrimonio si sta sfaldando e nasce una storia sentita e sofferta proprio con Serena che viene a trovarlo sul nuovo luogo di “lavoro”, a Orta San Giulio (a complicare le cose verrà anche sua moglie), dove è accaduto l’assassinio di Gennaro Vattuone, ex professore di latino e greco, con un colpo di pistola fra le scapole, sul pontile della villa. A ritrovarlo suo figlio Fabio Massimo che ha dovuto sempre subire la sua tirannia. D’altra parte il padre è stato il classico dongiovanni seminatore di invidie, gelosie e rancori profondi e dunque erano in molti a volerlo morto. Particolare curioso, una delle quattro statue della villa che rappresentano le quattro stagioni, più precisamente la primavera, girata dalla parte opposta al lago.
    Questa volta il personaggio principale non è tanto e soltanto Zottìa, quanto l’intero paese che ruota intorno al Caffè del Lago con gli abituali frequentatori e tutte le problematiche sentimentali e non che si portano appresso. Situazioni familiari e personali da brivido, la moglie morta, la moglie traditrice, la figlia che fugge per “vedere il mondo” e andare a vivere in una grande città, la moglie depressa, l’amante tormentata, la piacente sfrontata, la bella giovane di turno che fa tutti innamorare e non si innamora di nessuno (toccante, però, la sua storia con il timido Graziano). Ecco un particolare importante del libro: uno sguardo accurato e una discesa profonda soprattutto nei meandri del mondo femminile che pare mettere in sordina quello maschile, in genere o dongiovannesco oppure solo, fiacco e “perdente”. Ad eccezione del nostro vicecommissario, fermo e risoluto a mantenere la relazione con Serena.
    La vicenda, dunque, è permeata di questi aspetti sentimentali che scadrebbero in quello che io ho definito con il termine “gialletto rosa”, se non fosse svolta con mano sapiente dal punto di vista psicologico e con uno stile maturo e persuasivo. Pensieri, riflessioni, ricordi, abili passaggi da un personaggio all’altro colti nelle loro varie sfaccettature e sfumature, un velo di malinconia che serpeggia in qua e là tra qualche risata e qualche spunto giocoso. Storie che si snodano e si intrecciano fra loro quasi a voler confondere l’indagine vera e propria. Una fotografia di gruppo, un sorriso troppo rivelatore, la scoperta della verità e, come sempre per Zottìa, “il dispiacere di constatare come erano imperfetti gli uomini”.
    Aggiungo un ricordo personale scaturito dalla lettura. Soprattutto le prime pagine del libro con gli amici riuniti intorno all’antico Caffè del Lago mi hanno fatto venire in mente il mio paesello natio, dove ho trascorso i primi vent’anni. Il bar, le chiacchierate che non finivano mai, gli scontri, gli scherzi, le prese in giro, le bischerate continue. Il ritorno a casa con una specie di orgoglio di appartenere ad un gruppo, ad una comunità. Di dare almeno un senso alla vita.
    Per me una lettura gradevole che fa pure riflettere sull’inestricabile groviglio degli affetti umani.

    Articolo di Fabio Lotti

    Dettagli del libro
    • Autore: Marco Polillo
    • Titolo: Il Pontile sul lago
    • Editore: RIZZOLI
    • Collana: NARRATIVA ITALIANA
    • Pagine: 288
    • Prezzo: 19,00 euro
    • Anno prima edizione: 2011
    • ISBN: 17050920 

    martedì 9 agosto 2011

    L’incubo di Leonardo - Diane A.S. Stuckart (Edizioni Nord 2011)


    «Maestro, credete che l’assassino volesse impadronirsi dei vostri scritti?» chiesi.
    «È possibile», rispose Leonardo. «Se così fosse, dobbiamo prepararci a un secondo tentativo di furto... o di omicidio.»

    Milano 1484, un affascinante Leonardo da Vinci si muove alla corte di Lodovico il Moro, insegnando la sua arte a dei giovani apprendisti e dimostrando il suo genio al suo signore e mentore. Tra i suoi apprendisti ritroviamo per la terza volta Dino alias Delfina che già nelle due precedenti avventure: La mossa dell’alfiere e La dama di Leonardo aveva aiutato il grande genio a scoprire intrighi, invidie e gelosie della corte di Milano.
    Questa volta siamo alle prese con una idea brillante e anche un po’ blasfema del grande Maestro, far volare un uomo, assemblare una macchina volante, realizzazione di tutti i suoi studi, dei suoi sogni e delle sue intuizioni ma anche uno strumento terribile che caduto in mani sbagliate potrebbe cambiare la geografia storica-politica del tempo.
    “…a tale strumento, costruito dall’uomo sol, manca la vita dell’uccello…”
    Per completare l’opera il Maestro chiama un grande ebanista che possa aiutarlo con la realizzazione, e a partire dal suo arrivo si dipanano una serie di eventi: omicidi di fanciulli, appunti trafugati, scambi di persona, rapimenti che porteranno Leonardo, Dino e gli altri apprendisti a combattere per difendere l’opera del Maestro.
    Son sempre perplessa quando si fanno rivivere personaggi storici, e quindi ancora di più quando si pretende di far rivivere un genio della portata di Leonardo da Vinci e farlo diventare un investigatore sui generis con tanto di fanciulli/e imberbi come aiutanti, aggiungiamoci una trama debole e alquanto inverosimile e ciò spiegherà il mio poco entusiasmo per questo romanzo.

    Articolo di Marta Naddeo

    Dettagli del libro
    • Formato: Rilegato
    • Editore: Nord
    • Anno di pubblicazione 2011
    • Collana: Narrativa Nord
    • Lingua: Italiano
    • Titolo originale: A Bolt from the Blue
    • Lingua originale: Inglese
    • Pagine: 366
    • Codice EAN: 9788842917137
    • Prezzo: € 18,60

    lunedì 8 agosto 2011

    Il bacio della vedova – André Héléna (Aìsara Ed. 2011)


    Fece qualche passo in avanti e si trovò davanti a degli enormi teli rossi come il tappeto che portava alla sua cella. Monsieur de Paris li scostò e Maxence vide, a due metri da lui, i bracci sanguinari della ghigliottina eretti nella notte. Lanciò un grido e fece un passo indietro. Il cappellano alzò il crocifisso. Gli aiutanti spinsero Maxence con forza. Lui si trovò in piedi davanti a un'asse che gli arrivava alla gola. Questa volta urlò di terrore. Uno degli aiutanti lo prese per le spalle e lo spinse, mentre l'altro lo prendeva per i piedi e lo ribaltava. In quel momento la mannaia si azionò e cadde con un rumore sordo.

    A chi gli avesse detto che di li a breve avrebbe baciato la Vedova, Maxence probabilmente avrebbe rivolto uno sguardo incredulo e magari gli avrebbe riso in faccia. Baciare la Vedova..... ovvero andare alla ghigliottina. E' con un tragico epilogo che inizia questo bel noir di André Héléna; Maxence che sogna Anna-Martina, la donna che ama, Maxence che viene svegliato di soprasssalto dalla guardia carceraria, Maxence che beve fino a stordirsi, la testa di Maxence che rotola, gli occhi che sbattono per l'ultima volta, la bocca aperta e il corpo che si dibatte come la coda di una lucertola staccata di netto. Nelle 160 pagine successive a questo sconvolgente inzio, Héléna nel suo stile inconfondibile, elegante e duro nello stesso tempo, spiega chi è Maxence e ripercorre le sue ultime ore di vita scrivendo un romanzo sulle circostanze e la casualità, sul destino beffardo che si prende gioco delle vittime predestinate, mostrandogli un pezzetto di Paradiso per scaraventarle poi nell'Infermo più nero, sulla speranza di cambiare vita, di mettere un punto, di voltare pagina. Per un attimo aveva creduto che il passato non insegue un individuo, che non lo segna per sempre e che la vita è qualcosa che si può ricominciare. Che coglione! La vita non la si può mai ricominciare, non è una partita di baccarà. Se uno volta la carta sbagliata, lo fa davvero e per sempre. I giochi sono fatti. Ed è proprio a causa del suo passato che Anna Martina lo lascia, se lui fosse stato diverso, se il passato non lo avesse segnato in maniera indelebile, le cose sarebbero andate diversamente e magari non si sarebbe trovato a passeggiare da solo a Pigalle, non avrebbe incontrato il suo amico Robert il Lionese e probabilmente non sarebbe mai andato al ristorante di Le Halles e non avrebbe mai assistito all'esecuzione del suo amico. Se Robert il Lionese, dal canto suo, non fosse evaso dal carcere, non fosse andato a casa di Mario Chilone, negoziante italiano, padre della sua ex amante, e non gli avesse rubato la borsa piena di soldi, sicuramente Chilone non avrebbe contattato Bruno il siciliano chiedendogli di intervenire per tenere lontano Robert da sua figlia e perchè no, rientrare in possesso dei soldi che gli aveva rubato. Ed eccolo lì l'intrigo, ed ecco lì Maxence che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, quando un buco in fronte fa secco Robert davanti ai suoi occhi. Il vero colpo di genio è nel finale, nero come l'abisso, che lascia l'amaro in bocca. Perchè se da una parte è vero che sappiamo sin dall'inizio come andrà a finire, dall'altra, durante tutto il romanzo, non si intuisce minimamente il motivo percui Maxence verrà giustiziato. Una Parigi sferzata da un pioggia gelida che sembra entrare nelle ossa del lettore, fa da sfondo a questo bel noir, e ancora una volta mi ritrovo ad osannare lo stile di questo autore, la disinvoltura con cui affonda la lama e la capacità che ha di incantare il lettore con la sua semplicità. E ancora una volta grazie a Aisara per avermelo fatto conoscere.
    Il boia si tolse i guanti e li buttò via. Non li usava mai due volte; il suo sembrava un gesto alla Ponzio Pilato.

    Articolo d Crstina "cristing" Di Bonaventura

    Dettagli del libro
    • Formato: Brossura
    • Editore: Aìsara
    • Anno di pubblicazione 2011
    • Collana: Narrativa
    • Lingua: Italiano
    • Pagine: 173
    • Traduttore: B. Anzivino
    • Codice EAN: 9788861040564 

    venerdì 5 agosto 2011

    L'uomo nero e la bicicletta blu - Eraldo Baldini (Einaudi 2011)


    Un Baldini insolito, che non ti aspetti.
    Con una scrittura semplice ci racconta una storia altrettanto semplice, comune a molti: il passaggio dall’infanzia, attraverso un dolore forte, ad una crescita che ancora non si desidera, ma che arriva quando meno te l’aspetti, inopportuna. Quando tutto il tuo mondo girava intorno al sogno di una bicicletta blu e alla paura dell’uomo nero. Quando arriva la consapevolezza dell’amore e insieme la tragedia. E l’innocenza è perduta, per sempre.
    Come vorremmo salvare Gigi, farlo restare ancora nel suo mondo anche se si sentiva sempre fuori posto, quando tutto girava intorno al sogno di una bicicletta blu e alla paura dell’uomo nero…Gigi che reinventava la realtà rendendola migliore, più adatta a lui, che mai riusciva ad essere protagonista e che lo diventerà suo malgrado, sbattuto dentro ad una cosa più grande di lui.
    Ci sono i temi cari a Baldini: il mondo rurale, i miti e le leggende tramandate dalle voci dei “vecchi” così simili a quelle che ascoltavamo da bambini, nelle nostre campagne, misteri , superstizioni, segreti .
    Baldini ci fa avvertire subito all’inizio un’aria di tristezza e solitudine, che però abbandona presto e così a narrazione dei fatti avviene con una freschezza genuina, pare davvero di leggere i pensieri di un fanciullo, si sorride e si ride a volte di cuore e si fa il tifo per Gigi… Poi le ultime pagine si ricongiungono alle prime e la malinconia diventa tangibile.
    Una lettura per chi ha cura del ragazzo che è ancora in lui, a qualsiasi età.

    Articolo di Laura Bena

    Dettagli del libro
    • Formato:Brossura
    • Editore:Einaudi
    • Anno di pubblicazione 2011
    • Collana: Einaudi. Stile libero big
    • Lingua: Italiano
    • Pagine: 275
    • Codice EAN: 9788806195397 

    mercoledì 3 agosto 2011

    Comunicato Stampa: nasce Calliphora (Edizioni della Sera)


    Calliphora, la sfida per il thriller italiano


     Ad ottobre Edizioni della Sera inaugura la nuova collana di narrativa gialla con "Rock. I delitti dell’uomo nero" di Danilo Arona.

    La collana "Calliphora" si occuperà di manoscritti di autori italiani che daranno voce al lato più inquieto della psiche umana.

    La ricerca si concentrerà su romanzi noir, con antieroi che descrivano il marcio della società contemporanea e che mettano in risalto storie con omicidi sullo sfondo. Si valuteranno psycho thriller che metteranno in evidenza il connubio tra fatti delittuosi e trame con forti risvolti psicologici. Particolare interesse sarà dato ai manoscritti hard boiled dove umorismo e sangue si possano fondere in un'unica trama letteraria.

    Curatore della collana sarà Enzo Carcello, caporedattore del sito www.corpifreddi.blogspot.com,
    che metterà tutta la sua competenza da esperto di romanzi di genere per la selezione editoriale e la crescita di un progetto letterario importante su cui si esprime così: "Ho scelto di collaborare con Edizioni della Sera perché ha una caratteristica che per me è fondamentale in tutto ciò che faccio nella vita: la passione. Credo in quest'avventura che, con professionalità e intuito, ci permetterà di avere un spazio sempre più ampio nel panorama editoriale italiano. La casa editrice è di per sé molto dinamica e con una mentalità imprenditoriale molto giovanile che, grazie ad un ottimo ufficio stampa, si è imposta immediatamente sin dalle prime uscite sui media."

    Il critico letterario spiega la sua intenzione di valorizzare il mercato italiano riguardo alla scrittura di genere thriller: "Con la collana Calliphora cercheremo di andare in controtendenza con la realtà editoriale nostrana, che spesso sottovaluta gli autori italiani rispetto a quelli stranieri, convinti del fatto che esiste un potenziale sommerso di scrittori che, in fatto di quantità e qualità, hanno molto da offrire all'editoria italiana."

    Riguardo al primo titolo che l'editore romano manderà in stampa, Carcello rivela già qualcosa: "Quello di Arona è un romanzo cruento che fa emergere l'amore dell'autore verso la musica e la letteratura horror. "Rock. I delitti dell'uomo nero" è un mix di horror, paranormale e pathos, caratteristica quest'ultima che lo scrittore piemontese ha tracciato in maniera impeccabile per tutto il libro, così come magistrale è il personaggio di Sam Hain, diabolico, oscuro e malvagio. Davvero un ottimo lavoro."

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    PER INFORMAZIONI E RICHIESTA BOZZE PER ANTICIPAZIONI STAMPA

    Contatti: Enzo Carcello - thriller@edizionidellasera.com - stampa@edizionidellasera.com - 320.4126622

    Diffondete il più possibile ;)

    L’Ombra Del Re - James Rollins (Nord Editore - 2010)


    L'uomo stava fuggendo a rotta di collo giù per il ripido pendio del monte, in mezzo alla giungla, gli stivali che scivolavano sul terreno ricoperto di foglie bagnate e viscido fango. Lo strettissimo groviglio formato dai rami e dai rovi lo ostacolava, cercando di ghermirlo, ma lui si faceva strada strappandoli via. Non devo fermarmi

    Romanzo strano "L’ombra Del Re". Carino ma non ci credo minimamente che arrivi dalla penna di Rollins. Lo stile non è assolutamente il suo nonostante nelle note finali dica di aver tentato una nuova strada, lasciando da parte momentaneamente la Sigma e presentandoci un nuovo personaggi, un ragazzino di nome Jake che, a detta dell’autore stesso, rappresenterebbe la sua giovinezza.
    Sono quindi più propenso a credere nell’esistenza di un gostwriter dietro a questo libro, o comunque a un Rollins alle prime armi.
    Detto questo non voglio togliere che abbia appena finito di leggere un buon romanzo d’avventura che si mischia col genere fantastico dalla prima pagina all’ultima.
    Jake ha dieci anni e ancora rimpiange i genitori, misteriosamente scomparsi durante una spedizione nello Yucatan, nella terra dei Maya.
    Anche se giovane, Jake dimostra una spiccata conoscenza dell’archeologia e antropologia delle popolazione passate, passione che evidentemente gli è stata regalata dal padre nei momenti in cui ancora era in vita. Kady invece è la sorella adolescente, poco più grande di lui e che vive le giornate con un solo obbiettivo, conquistare più sguardi possibili da parte dei componenti della squadra di rugby della scuola.
    La loro vita cambia dal momento che un’associazione organizza una mostra a Londra sui Maya e, essendo i loro genitori due dei maggiori esponenti e esperti di quella cultura, sembrava d’obbligo fare aprire i festeggiamenti a Jake e Kady, nonostante poi si venga a scoprire fosse tutto una triste pianificazione di marketing per attirare l’attenzione sulla serata.
    A loro è concesso di visitare le sale prima dell’apertura, durante una delle rare eclissi solari. Succede però qualcosa. Jake trova una piramide in miniatura esposta senza una teca a proteggerla, simile se non uguale a quella disegnata dalla madre nel suo piccolo quaderno di appunti. Studiandola si sente spinto verso il cielo e lui e la sorella cadono sull’erba, in un prato mai visto prima. Capiscono di non essere più nel museo quando vedono comparire un T-Rex e da questo momento i dubbi su cosa possa essere successo nascono non stop.
    Troveranno una citta incantata popolata da gente strana, dove il significato di pluriculturalismo arriva all’apice del suo significato. I due fratelli si troveranno dentro a una appassionante avventura, in un mondo che non conoscono e immersi dentro a complotti, inseguimenti e rivolte, dove per finire in bellezza rischieranno la vita pur di riportare la pace.
    Anche se ripeto, non mi sembra proprio uscito dalla mente di Rollins, L’Ombra Del Re è un buon romanzo, scritto bene e con il pregio di riuscire ad allontanare il lettore dalla realtà per fargli vivere degli sprazzi magici di una città lontana anni luce da noi.
    Per contro però credo che molti passaggi siano infantili, come se Rollins, o chi per lui, non si sia ingegnato più di tanto a cercare espedienti narrativi efficaci, inserendo qua e là scene già viste e riviste in altri contesti.
    Mi è piaciuto, non posso negarlo, ma spero ritorni alla Sigma che ammetto mi sia mancata la squadra di Grey Pierce.

    Articolo di Alessandro "dampy" Farese

    Dettagli del libro
    • Formato: Rilegato
    • Editore: Nord
    • Anno di pubblicazione 2010
    • Collana: Narrativa Nord
    • Lingua: Italiano
    • Titolo originale: Jake Ransom and the Skull King's Shadow
    • Lingua originale: Inglese
    • Pagine: 397
    • Traduttore: C. Galba
    • Codice EAN: 9788842916291 

    Concorso culinario - Il delitto è servito

    Cari amici, per l' edizione 2011 del Festival Giallo Mare, Zefiro e il blog L'acqua 'dorosa lanciano una disfida culinaria "Il delitto è servito"......

    "Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone".
    L'avete riconosciuto? Ma certo, Camilleri ha uno stile inconfondibile. La passione per la buona cucina contagia moltissimi detective "di carta": da Carvalho a Maigret fino al raffinato gourmet Hercule Poirot. Su questo tema il blog L'acqua 'dorosa lancia la sua prima disfida culinaria, "Il delitto è servito", in collaborazione e nell' ambito del Festival GialloMare, che si svolge nelle Marche.

    La ricetta
    Scegliete una ricetta tra le tante pubblicate, sia nelle raccolte dedicate (esempio più classico è "La cucina di Montalbano") che nei libri dei vari scrittori di giallo e noir, italiani e no: potete seguire una ricetta pubblicata in dettaglio o farvi ispirare dalla sola citazione di un piatto. Potete riprodurre la preparazione fedelmente o modificarla in modo creativo.

    Chi può partecipare
    La disfida culinaria è riservato a blogger e no. Chi ha il blog deve esporre il banner dell' iniziativa e postare il link della propria ricetta nel post del concorso. Chi non ha un blog può inviare una mail con la ricetta e la foto all'indirizzo lacquadorosa@gmail.com.

    Scadenza
    E' possibile partecipare con una sola ricetta, corredata da due foto entro la mezzanotte del 5 settembre 2011. Tempo di vacanze e relax… approfittate per leggere gialli e partecipare!

    La giuria
    Come in ogni vero giallo... non tutto sviene svelato all'inizio! Posso dirvi però che la giuria è composta da esperti di letteratura gialla e blogger marchigiani doc. Selezioneranno le tre ricette migliori valutando principalmente la qualità del piatto, ma tenendo presente anche la "ricerca" letteraria.

    Che cosa si vince??? Abbiamo voluto esagerare!

    • 1. Le ricette migliori saranno inserite nei menù delle "cene con delitto d'autore" del festival GialloMare 2011. Gli scrittori del festival degusteranno i vostri piatti!
    • 2. Il vincitore assoluto sarà premiato, in occasione di una cena con delitto, alla presenza dello scrittore ospite (e di qui sono passati i migliori: da Lucarelli a Maurizio De Giovanni). Il premio è uno speciale coltello da cuoco (Twin Profection) offerto dalla ditta Zwilling.
    • 3. Le ricette selezionate saranno pubblicate online in un pdf e/o in una pubblicazione cartacea ad hoc.

    TUTTI I DETTAGLI SU QUESTO SITO

    Intanto una "succulenta" anticipazione!
    Gli ospiti delle cene con delitto d'autore della 4° edizione del Festival GialloMare saranno Elisabetta Bucciarelli (22 settembre), Maurizio de Giovanni (23 settembre) e Domenico Cacopardo (24 settembre)!

    martedì 2 agosto 2011

    Contagio – Scott Sigler (Fanucci 2011)


    Si trattava soltanto di uno strano sfogo, tutto qui, sarebbe andato dal dottore e avrebbe risolto il problema. Ci sarebbero volute in paio di iniezioni, ma probabilmente non sarebbe stato peggio degli esami della gonorrea e della sifilide a cui si era sottoposto all'università.

    Ma Perry Dawsey non si recò mai dal dottore, e le cose andarono peggio, molto peggio!
    Una mattina come tante, Perry, si alzò per andare al lavoro e a intervalli di tempo venne assalito da fitte di prurito in vari punti del corpo. Convinto che fosse una semplice eruzione cutanea e maledicendo il lunedì, si diresse in ufficio. In tre anni non aveva mai perso un giorno di lavoro, e non era mai arrivato in ritardo. Non sarebbe stato un po' di prurito a fermarlo. Certo per lui le cose sarebbero dovute andare diversamente. Lui era il Terrificante Perry Dawsey, il miglior linebacker delle prime dieci squadre universitarie. Riusciva a dominare una partita con la sua ferocia. Ma un entrata scorretta mise la parola fine ai suoi sogni di gloria, e oggi si ritrova a fare il tecnico informatico per una società.
    Il prurito degenerò talmente tanto da impedirgli la concentrazione al lavoro e il suo capo lo invitò a starsene a casa e riposare un po'. Fu lì che cominciò il suo incubo....
    Margaret Montoya è un ispettore del Centro di coordinamento delle malattie infettive di Cincinnati. Un giorno viene incaricata di esaminare un cadavere a Royal Oak, in Michigan, che sembra essere affetto da un agente infettivo sconosciuto. Dopo quest'evento la CIA e la Presidenza degli Stati Uniti la coinvolgono con suo stupore in un'indagine su cui mantenere il più assoluto silenzio. Al primo caso se ne aggiungono altri. Il diffondersi della notizia avrebbe gettato la popolazione nel panico. “Una malattia che potenzialmente avrebbe fatto sembrare l'Ebola e l'Aids insignificanti come un banale raffreddore.
    La cosa più sconvolgente per Margaret è che solitamente i cadaveri aspettano pazientemente di essere esaminati, ma questi no. La loro decomposizione è più rapida, uno di questi si è letteralmente dissolto davanti ai suoi occhi. In questo modo è praticamente impossibile capire cos'è che sta uccidendo queste persone. Quello che le servirebbe è una vittima viva da analizzare. Ma come trovare una persona infetta senza divulgare la notizia e gettare il paese nel panico?
    Thriller e fantascienza si fondono perfettamente in Contagio di Scott Sigler edito da Fanucci.
    Ben scritto, personaggi azzeccati, una trama che coinvolge e incuriosisce...fino alla penultima pagina. Penultima si, perché arrivata all'ultima avrei volentieri scaraventato il libro dalla terrazza per il nervoso, se non fosse che 450 pagine avrebbero potuto far molto male alla mia vicina del piano terra. Ma le sorprese non finiscono qui, perché io sono una che legge tutto, e la scoperta più bella l'ho fatta dopo aver finito di leggere i ringraziamenti, e quello che sospettavo ha avuto conferma! C'è già un secondo volume pronto, non so se sarà l'ultimo o se si tratta di una serie, perciò in guardia lettore...non finisce qui!

    "Il romanzo di Scott Sigler è come un cavallo che tenta di disarcionarvi: quando pensate di aver trovato un equilibrio, quello cambia del tutto direzione. Insomma, avete di fronte un inferno che è anche un’esaltante cavalcata. Da non perdere!" Joe R. Lansdale

    Articolo di Marianna "Mari" De Rossi

    Dettagli del libro
    • Formato:Tascabile
    • Editore:Fanucci
    • Anno di pubblicazione: 2011
    • Collana:Tif extra
    • Lingua:Italiano
    • Titolo originale:Infected
    • Lingua originale:Inglese
    • Pagine:457
    • Traduttore:S. Brambilla
    • Codice EAN:9788834717158
    • Prezzo: 17,00 euro

      lunedì 1 agosto 2011

      La cavalcata dei morti - Fred Vargas (Einaudi Stile Libero Big 2011)


      La cavalcata dei morti con il commissario Jean Baptiste Adamsberg…

      Fred Vargas ha sfruttato in questo libro tutta una serie di spunti e strategie di lavoro tipici del romanzo poliziesco. I principali:
      1) Inizio intrigante (l’esca).
      2) Il fantastico che viene dalla storia.
      3) L’indagine parallela.
      4) Adamsberg e la sua squadra.
      5) Il suo rapporto con il figlio.
      6) Il passato tremendo che ritorna.
      7) Il segreto inconfessabile di una famiglia.
      8) Le false piste.
      9) Un po’ di sentimento: l’amore per gli animali (episodio del piccione torturato)
      10) La conclusione finale con il solito trucchetto acchiappa assassini.

      Inizio intrigante. Una vecchia morta a bocca spalancata sul letto e una scia di bricioline di pane che dalla cucina arrivano fin sulle lenzuola. E il nostro commissario Jean Baptiste Adamsberg a rimuginare su questo piccolo, stuzzicante dettaglio. Pure un tipo strambo, il marito, campione di parole crociate che si crede un furbone. L’”esca”, per il lettore, funziona.
      Andiamo avanti. Una signora, la vedova Valentine Vendermot, madre di quattro figli, tre maschi ed una femmina, denuncia con evidente terrore la scomparsa di Michel Herbier, un uomo odiato da tutti. E qui viene fuori l’altra “esca” (in senso positivo), cioè una paurosa leggenda medioevale, ovvero quella de “La Caccia selvaggia”, ovvero “La Schiera furiosa”, ovvero “La Masnada di Hellequin” che imperversa sul “sentiero di Bonneval, nella foresta di Alance” e ghermisce i farabutti che fanno una brutta fine, una “schiera morta mezzo putrefatta, urlante e feroce, incapace di trovare il Cielo”. Sua figlia Lina ha visto Herbier insieme ad altri tre lo stesso giorno in cui ha notato pure la Schiera e dunque sarà già morto e gli altri rischieranno la stessa fine. Adamsberg, poiché il capitano della gendarmeria di Ordebec in Normandia, dove si cela il mistero, non leva un ragno da un buco, è chiamato ad indagare al suo posto. Uno dopo l’altro arrivano i morti assassinati: con un colpo di fucile, con l’ascia, con un dardo da balestra ed uno si butta perfino dalla finestra (suicidio o omicidio?).
      Indagine parallela a Parigi: viene ritrovata una macchina bruciata con un vecchio dentro, Antoine Clermont Brasseur, una persona importante, un pezzo grosso della finanza. Incolpato Momò Micciacorta, ragazzino dedito a queste attività, difeso da Adamsberg che si è già reso conto di un particolare importante. Momo risolverà il problema del piccione torturato accudito amorevolmente dal figlio del commissario.
      Personaggio centrale della storia è, comunque, Adamsberg, una sorta di flemma imperturbabile, perso tra le nuvole dei suoi pensieri, che crede nel suo istinto, nelle sue sensazioni, nelle sue visioni. Un sognatore, insomma, come è stato più volte evidenziato, che ogni tanto viene riportato sulla terra da qualche attrattiva “particolare”, vedi il seno di Lina, che gli ricorda l’enorme fetta di kouglof “morbido e ripieno, col miele, che aveva divorato da bambino a casa di zia Alsazia”. Un fremito, pure, quando indossa una veste attillata. E al sottoscritto ha fatto venire in mente il maresciallo dell’Arma Saverio Bonanno di Roberto Mistretta ne “Il canto dell’upupa”, Cairo 2008. Ad un certo punto, osservando una signora “Con un leggero movimento del bacino, distese il fondoschiena rotondo, Bonanno lo immaginava soffice come un bignè di ricotta e farcì il sedile”.
      La squadra dell’Anticrimine con le varie personalità e i vari rapporti. Abbiamo lo scontro tra Danglard, cinque figli che tira su da solo, una enciclopedia vivente (sempre a succhiare vino bianco) e Louis Veyrenc, il “poeta”, di cui è geloso per il suo bel rapporto con Adamsberg; il tenente Voisenet esperto in campi faunistici che legge riviste di ittiologia; il tenente Mercadet che soffre di iperinsonnia; Froissy dedito gli acquarelli; la Retancourt, piena di forza e di iniziativa (e infatti prende una decisione da sola)..
      Adamsberg e suo figlio Zerk (si chiama Armel) di 28 anni, incontrato nel precedente romanzo “Un luogo incerto”, Einaudi 2009. Il commissario lo osserva di continuo per conoscerlo meglio. Rapporto che si sviluppa lentamente, forse un po’ fiacco.
      Il passato che ritorna terribile: il padre di Lina ucciso con un’ascia, un altro segreto tremendo nella sua famiglia che non si può svelare. Personaggi complessi, strani (uno che parla anche a rovescio), un paese circondato dalla paura, una foto particolare, una vecchia signora che forse ha capito, un cane, cartine di zucchero per terra, le false piste, un trucco ormai risaputo per attirare l’assassino.
      Storia che fila via liscia attraverso uno stile “tranquillo”, senza sobbalzi, teso allo sviluppo psicologico e a creare una atmosfera inquietante che non rispetta, però, del tutto le attese. La Vargas ha mischiato il fantastico storico con il pozzo fondo dei segreti familiari, l’approfondimento psicologico con lievi tocchi d’ironia, la forza dell’umanità e della sensibilità con le piccolezze d’animo, l’invidia, la gelosia, l’odio strisciante, la bieca ferocia e la rozza credulità di tutto un ambiente.
      E al centro c’è Adamsberg che difende, protegge, accarezza, passeggia, osserva, scruta, riflette, rimugina, capisce, si scuote e…e risolve.
      Con l’incedere del racconto si perde un po’ dello smalto iniziale, la conclusione fatica a trovare risposte precise e del tutto convincenti, qualche esagerazione di troppo insieme a qualcosa di scontato che rende meno convincente il libro durante il suo percorso.
      Ma si tratta, comunque, di gusto personale e può darsi benissimo, per esempio, che l’”incasinamento” delle storie familiari sia, invece, di indubbia attrattiva per molti lettori. Nel complesso consiglio la lettura.

      Articolo di Fabio Lotti

      Dettagli del libro
      • Formato:Brossura
      • Editore:Einaudi
      • Anno di pubblicazione2011
      • Collana:Einaudi. Stile libero big
      • Lingua:Italiano
      • Pagine:428
      • Traduttore:M. Botto
      • Codice EAN:9788806209759