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domenica 28 agosto 2011

Raccolto di sangue - Sharon Bolton (Mondadori 2011)


Terzo lavoro della Bolton e probabilmente il più bello.
Dopo Sacrificio e Il Risveglio, ritorniamo coi paesaggi tipici della scrittrice, quelli dimenticati da Dio e dove la gente vive un’esistenza solitaria e diversa dalla nostra.
Il Raccolto di Sangue prende il nome da una festa annuale, celebrata in un paese di poche migliaia di persone chiamato Heptonclough (quello reale si chiama Heptonstall), dove si macella un elevato numero di capi di bestiame e il sangue scorre per le strade cittadine.
E’ in questa comunità che arriva la famiglia Fletcher, il reverendo Harry Laycock e la psichiatra Evi Oliver. Sono nuovi del posto e non è facile entrare nelle grazie di persone abituate a vivere da sempre senza forestieri di nessun genere. Sarà un processo lungo quello che porterà a infondere fiducia nei vicini e dove la correttezza non sempre è presente.
Se l’apparenza dipinge Heptonclough come un piccolo borgo tranquillo, sicuro e tradizionale, in verità nasconde qualcosa di poco chiaro.
Nessuno pensa non essere un caso che tre bambine in pochi anni siano state buttate giù dalla balaustra della sacrestia che Harry era stato chiamato a presidiare, ma allora per quale motivo nessuno scavava più a fondo nella faccenda? Neanche quando la più piccola dei Fletcher, Milly, era stata rapita e trovata sopra il cornicione della chiesa nessuno aveva mosso un dito.
Quale segreto univa quelle persone? E chi era quella figura raccapricciante che camminava per la brughiera di notte e infestava i sogni di Tom Fletcher e del reverendo?
Con questo terzo romanzo Sharon Bolton ha raggiunto il livello di apprezzamento che personalmente era arrivata ad avere con il primo romanzo ( e meno con Il Risveglio).
Forse parte un po’ lento ma non risulta una lettura noiosa, conquistati dall’atmosfera magica del nord dell’Inghilterra e dai numerosi espedienti dei personaggi per farsi accettare da una comunità troppo chiusa.
La narrazione fila che è un piacere anche se magari inizialmente la trama non regala colpi di scena particolari.
Siamo davanti a uno di quei casi dove chi scrive non ha bisogno di tecniche narrative straordinarie o effetti speciali per nascondere una narrazione poco accattivante. La Bolton ha semplicemente raccontato una storia ed è proprio a questa che bisogna dare un bel voto. Non ci sono metafore inutili, frasi ad effetto o chissàcchè, solo ed esclusivamente un racconto fantastico che non ha bisogno d’altro per essere pubblicato.
Oltre a consigliare la lettura del romanzo, consiglio anche di fare una ricerca dei luoghi descritti su google maps e immagini passo a passo. Nel limite del possibile io ho seguito le vicende anche tramite le foto trovate su internet e ammetto che è impossibile non immergersi il triplo nelle vicende, anche grazie alla magia delle immagini dei luoghi.
Stampato da Mondadori, ci troviamo di fronte a l’ennesimo caso di “frottole frottole e ancora frottole” raccontate in copertina per attirare il lettore e che non c’entrano un beneamato cazzo con le pagine all’interno.


Articolo di Alessandro "dampy" Farese

Dettagli del libro
  • Formato:Rilegato
  • Editore:Mondadori
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Omnibus
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: The Blood Harvest
  • Lingua originale: Inglese
  • Pagine: 453
  • Traduttore: M. Faimali
  • Codice EAN: 9788804602088 

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