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mercoledì 23 ottobre 2013

Intervista a Simone Sarasso - Il Paese che amo (Marsilio Ed. 2013)


Corpi Freddi: Nel 2007 "Confine di stato", nel 2009 "Settanta" ed oggi si conclude la Trilogia più nera sul nostro Paese col romanzo "Il Paese che amo", sempre edito per Marsilio. Tiriamo le somme dal 2007 ad oggi parlandoci della trilogia e del suo contenuto? 

Simone Sarasso: La Trilogia sporca dell’Italia è un progetto folle che nasce quasi dieci anni fa. L’idea era quella di raccontare la Prima Repubblica e il suo volto deteriore narrando la storia oscura del Paese dal punto di vista dei “cattivi”. Dunque, al posto del solito eroe dei romanzi gialli, al posto dello sbirro buono (magari complessato, alcolizzato, dal passato discutibile, ma in fondo, comunque, buono), al centro della mia storia c’è Andrea Sterling: uno psicopatico fascista al soldo del potere. Il ragazzo farà fortuna, e da semplice poliziotto in divisa finirà per ricoprire una posizione di prestigio all’interno dei Servizi Segreti. Tra le sue dita sporche di sangue scivoleranno anni deliziosi e terribili, per colpa sua (ma non solo sua) cadranno amici e nemici, moriranno innocenti, e il Paese che amo si sgretolerà un mattone alla volta.

CF: Parlaci invece della tua personale evoluzione dal 2007 ad oggi. Ne son successe di cose da allora: un pargolo, Rizzoli, Frammenti, ecc.

SS: Quando iniziai a scrivere la Trilogia (correva l’anno 2004) ero laureato da un anno, avevo un lavoro precario, una fidanzata e grandi sogni. Oggi, quasi due lustri più tardi, sono laureato da nove anni, ho una lavoro che amo, due editori di gran classe (Marsilio e Rizzoli), ho scritto diversi romanzi di vario genere, qualche fumetto, un po’ di serie TV (la più nota è Frammenti – www.frammenti.tv – la prima serie “interattiva”, andata in onda su Current TV, quando ancora Current esisteva, in Italia), la mia fidanzata di allora è diventata mia moglie, abbiamo un bel bambino, un cane e un gatto. Anche se il cane non è veramente nostro. Si limita a vivere con noi.

CF: 1712 pagine per raccontare 40 anni di BelPaese. Qual era il tuo obiettivo iniziale e se a 6 anni dall'inizio ti senti soddisfatto.

SS: L’obiettivo iniziale era sporcarmi le mani, frugare nel ventre molle del Paese e non uscirne pulito. Direi che posso ritenermi soddisfatto.

CF: Qual è "Il Paese che ami"?

SS: Quello in cui i premier sono eletti dal popolo e non dal Presidente della Repubblica, quello in cui i giovani lavorano e non devono vendere un rene per pagare l’affitto, quello in cui i padri vanno in pensione a 60 anni, non a 202, quello in cui le tasse le pagano tutti, nessuno escluso, e servizi  e assistenza non sono merce rara, riservata soltanto a chi se la può permettere.
Il Paese che amo è un Paese che non esiste. Ancora.

CF: Parliamo un po' della gestazione di quest'ultimo romanzo. 

SS: L’idea primigenia c’è da quando esiste il progetto per la Trilogia. Sapevo di voler scrivere un romanzo su Tangentopoli, sulla ascesa e caduta del PSI e sull’ultimo miglio della Prima Repubblica. Quello che non sapevo, è chi sarebbero stati i protagonisti. Ljuba, Salvo e Tito li ho conosciuti strada facendo. Sterling e Mimmo, invece, sono il vero motore della trittico. Era naturale non lasciarli indietro.

CF: Il titolo è stato ispirato da un discorso fatto da Berlusconi quando decise la sua discesa in campo 19 anni fa. Come mai questa scelta?

SS: La “discesa in campo”, quella discesa, è l’azimut della Prima Repubblica, l’inizio del buco nero, la fine del male che lascia il posto al peggio. Ho sempre saputo, fin dai primi vagiti della Trilogia, che quella frase, “L’Italia è il Paese che amo”, sarebbe stata la fine del viaggio.

CF: Molti dei personaggi inseriti nella Trilogia, sono palesemente ispirati a personaggi dell'epoca dei fatti. Vogliamo svelarne qualcuno?

SS: Senza voler rovinare la sorpresa al lettore, potremmo dire che, a tirare le fila del romanzo, ci sono cinque protagonisti niente male: Ljuba Marekovna, stellina della tv, pornostar e parlamentare; Domenico Incatenato, giudice titolare dell'inchiesta "Mani Pulite"; Salvo Riccadonna detto Dracula, mafioso dal cuore di ghiaccio e dalla bomba facile; Tito Cobra, segretario del Partito Socialista Italiano; e naturalmente, last but not least, Andrea Sterling, l'Uomo Nero, il cane da guardia dello Stato.

CF: Jacopo Cirillo sul suo articolo pubblicato da Finzionimagazine.it dice: "...Ci sono indagini, gialli, neri, procedurali, thriller, splatter, mafia movie, divertimenti, chiacchiere, porno, referendum, missili. Ah, e poi c'è Andrea Sterling. Ancora. Viene da chiedersi come faccia Simone Sarasso non tanto a scrivere, quanto a sapere tutte queste cose." Ripropongo la domanda indiretta di Cirillo e la faccio mia: Tu manco c'eri, non eri ancora nato negli anni di Confine di Stato, ma l'emotività trasmessa nei tuoi libri fa sì che il lettore si cali in quegli anni descritti come se fossero stati realmente vissuti dallo scrittore. A parte i complimenti del caso, quanto lavoro di studio di quegli anni, di lettura di giornali d'epoca, ecc hai dovuto affrontare per i tre tomi della Trilogia?

SS: Francamente ho perso il conto delle pagine lette, dei documenti spulciati, delle ore in emeroteca e in biblioteca. Non saprei davvero più quantificare la mole effettiva della documentazione, dopo quasi dieci anni di lavoro forsennato. Tuttavia, non mi pento di un solo minuto speso a conoscere la Storia. Perché una buona finzione, per essere credibile, ha bisogno di solide basi realistiche. Più sai del tuo mondo fittizio, più assomiglia a quello reale, più il lettore sarà disposto a fidarsi di te, a emozionarsi, a darti la mano e seguirti fino a dove ti andrà di trascinarlo.

CF: È una domanda che definire stupida e banale sarebbe solo un eufemismo, ma da dove nascono personaggi come Ljuba Marekovna (j'adore)?

SS: L’ispirazione arriva dagli Anni Ottanta e dal tourbillon di character  e caratteristi che l’epoca ci concesse il beneficio di conoscere.

CF: Di certo affronti un’Italia molto scomoda. Dal punto di vista dell'editing, hai avuto pressione in casa editrice a "ripulire" qualche passaggio?

SS: Mai, e ci tengo a dirlo a chiare lettere: è un onore aver avuto l’opportunità di pubblicare un libro come IL PAESE CHE AMO – che non fa di certo sconti alla classe dirigente degli anni Ottanta e Novanta – per Marsilio, la casa editrice fondata da Gianni e Cesare De Michelis. Durante la stesura dell’intera trilogia, durante questi sei anni di lavoro, non ho mai – ripeto: MAI – ricevuto la benché minima obiezione sul contenuto politico del mio lavoro. Non c’è stata nemmeno l’ombra della censura tra la tastiera e la messa in pagina. Non so se altrove avrei avuto la medesima libertà.

CF: Piccola curiosità personale: continuerai mai la scrittura storica da dove si finisce con "Il Paese che amo" fino ai nostri giorni?

SS: Come sai, la Trilogia sporca ha già una continuazione nella graphic novel United We stand, ambientata nel 2013. UWS racconta di un colpo di Stato, il primo colpo di Stato della storia della Repubblica italiana. Ho scritto un romanzo – s’intitola Terra di nessuno e uscirà, ça va sans dire, per i tipi di Marsilio – che tratta dei dieci anni successivi al colpo di Stato (2013-2023), dieci anni di guerra civile. A questa stramba esalogia manca, in effetti, il quarto tassello: il libro che copre il periodo 1994-2013. La tentazione di narrare l’ultimo atto dell’Italia deteriore (il cui epilogo stiamo vivendo proprio in questi giorni) è forte. Ma credo che questo romanzo dovrà aspettare: una nuova trilogia è già all’orizzonte. L’argomento, per ora, è ancora top secret.

CF: Che poi, diciamoci la verità, è una gran figata far uscire il tricolore mettendo assieme i tre volumi. Daniele Rudoni ha curato la grafica degli ultimi due volumi, oltre che di United We Stand. Innegabile dire che il terzo volume graficamente spacca di brutto, ma a parte questa mia esternazione mooolto professionale, volevo sapere se ci regalerete un'altra GN dopo UWS.

SS: Al momento io e Daniele siamo troppo impegnati su progetti solisti per permetterci una collaborazione: le graphic novel richiedono tempo e dedizione, e il tempo, in questi mesi densi, scarseggia più che mai. Ma non escludo che in futuro si possa tornare a lavorare insieme su qualcosa di gustoso!

CF: In questi anni ci hai abituato a un Sarasso poliedrico che spazia dal noir allo storico passando dalla graphic novel fino al romanzo grottesco. Pubblicando per altro con più case editrici. In futuro che Sarasso leggeremo? E quale di queste esperienze ti ha più divertito?

SS: A me piace tutto quello che faccio: mi piacciono i racconti, le serie TV, le graphic novel, i romanzi noir, storici o grotteschi. Non ho uno stile prediletto, ma in genere sono molto contento di fare qualcosa per la prima volta. Perché ogni prima volta è difficile e saporita.
State attenti, dunque, adorati lettori: in futuro potrei stupirvi con qualcosa d’inatteso!

CF: Piccolo gioco: entrambi abbiamo una passione che ci accomuna e a scanso di equivoci precisiamo da subito che si tratta della musica. Vogliamo dare una colonna sonora alla trilogia? Dammi 5 titoli/autori di brani rappresentativi di quegli anni che possano esser ascoltati in sottofondo mentre leggiamo il tuo romanzo.

SS: Ci sono almeno cinque brani citati esplicitamente nel romanzo, e credo che definiscano bene l’atmosfera che si respira tra le pagine: Madonna, La Isla Bonita; Micheal Jackson, Billie Jean; Massimo Ranieri, Perdere l’amore; Kaos One, Fastidio, Pooh, Piccola Katy (rigorosamente nell’incisione del 1991)

CF: Un enorme in bocca al lupo dai corpi freddi e buon tour!

SS: Crepi il lupo!

Intervista di Enzo "BodyCold" Carcello

Dettagli del libro

  • Titolo: Il paese che amo
  • Autore: Simone Sarasso
  • Editore: Marsilio
  • Collana: Farfalle
  • Data di Pubblicazione: Ottobre 2013
  • ISBN: 8831716115
  • ISBN-13: 9788831716116
  • Pagine: 581
  • Reparto: Gialli
  • Formato: brossura


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