"Ogni cosa che ho fatto sta ben fatta, anche se fatta male e sai perché? Perché io sono la madre, perché io sono l’amore"
Lo stile di Luigi Romolo Carrino fa la differenza. La sua mente, il suo modo poetico e trascinante di scrivere, fanno la differenza. Perché più o meno ogni libro che si legge ti lascia qualcosa, un ricordo ti rimane, anche sgradevole se il libro è brutto. La differenza invece sta nel fatto che quando finisci un suo libro in realtà non finisci mai di leggerlo. Lo chiudi e le parole sono ancora li che danzano negli occhi e graffiano il cuore, lo riapri e cerchi di nuovo quella frase, quel periodo che ti ha tolto il respiro, cerchi quella sofferenza che ti ha fatto pensare, quella frase così importante e profonda che vorresti tatuartela su un braccio per non dimenticare mai LA verità. Fa la differenza perché i suoi romanzi non si leggono, si respirano, si scrivono e si leggono con lui, perché non sono mai o bianco o nero e perché le sfumature di grigio sono infinite. Esercizi sulla madre è un libro sofferto e sofferente. Un romanzo sull’abbandono più difficile e crudele, quello di una madre, sull’assenza inaccettabile e straziante. Una madre che esce di casa e non ritorna, il dolore di un bimbo di 8 anni, Giuseppe, che non sa, non capisce e che per ore l’aspetta al freddo sul gradino di casa. Un attesa lunga una notte, 10 ore infinite. Quanto può essere devastante tutto questo? sono trent’anni che sei rinchiuso in ospedale psichiatrico Giuseppe e per quanto tempo ancora quelle ore lontane, quelle 10 ore, saranno ancora “adesso”? Trascinante e intensa l’interpretazione delle 10 Macchie di Roarschach, le 10 Madri, le 10 ore…..
"In fondo io e i miei diavoli ci conosciamo da tanto. Ci vogliamo bene, come il demone dell’aria vuole bene al demone della terra. La nostra stirpe è la stessa. In fondo, siamo tutti caduti. Se in un pozzo. Se da cielo. Che importa? Siamo caduti, sempre."
Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura
“La madre parlata, mangiata, rotta, pregata, cominciata, rinunciata, imparata, dormita, secretata, numerata.”
10 ore su un pianerottolo ad aspettare una madre che se ne è andata.
10 le tavole (o macchie) di Rorschach che Giuseppe, il protagonista della storia, dovrà interpretare.
10 i capitoli che compongono il libro.
10 le figure di Madre che Giuseppe incontrerà la notte del 27 febbraio 2010, quando proverà a ricostruire il suo passato, cercando di capire il perché dell’abbandono della madre e cosa lo ha portato ad essere rinchiuso in un ospedale psichiatrico.
Riassumere la trama di un libro di Luigi R. Carrino è praticamente impossibile. I suoi libri vanno letti, e interpretati, perché ogni lettore può trovarci qualcosa di diverso, qualcosa di suo, qualcosa probabilmente di poco “dritto” ma quasi certamente indimenticabile. Perché è questo che succede, i suoi personaggi non li dimentichi.
Qui ho ritrovato Gioia, l’infermiera Anna, l’ospedale, il padre assente. Tutte cose che mi hanno riportato alla mente Pozzoromolo. Lo aspettavo, e non mi ha delusa. E’ un libro potente, coraggioso, è un saliscendi di emozioni come su una giostra. Vorrei poter scrivere bene almeno la metà di come scrive lui, per poter esprimere al massimo le emozioni che ogni volta mi lascia dentro. Vorrei saper “giocare” con le parole come fa lui facendole danzare all’interno della storia, rendendo la pazzia quasi bella nella sua drammaticità.
“E’ la emme a rappresentare la mia vita. Emme come maschio come memori come mente come mani come mancanza. Emme come morte macchia malattia menzogna manoscritto. Emme come mutilazione. Emme come manicomio. Emme come male.”
Articolo di Marianna "mari" De Rossi
Madri, tacchi, porte, limoni, figli, perdono, mancanze, accuse, fuoco, acqua...
Sono alcune delle parole che si rincorrono nell'ultimo libro di Luigi Romolo Carrino, sono parole dolorose e dolenti, parole duplici.
Parole che possono essere lette e 'guardate' da entrambi i ruoli, come figlio cerchi le colpe che imputi da sempre a tua Madre, come madre cerchi con affanno le tue manchevolezze verso il figlio.
Non è un libro facile, né semplice, né lineare, è un libro che richiede la tranquillità di una stanza silenziosa, di un luce accesa che scacci i demoni, che richiede della presenza di chi ami.
Un libro pieno di mancanza, un libro pieno di presenze, un libro pieno di assenza.
"Quanto tempo è tutto il tempo che aspetto?"
C'è una casa, c'è un figlio, c'è una madre, c'è un padre, c'è una bambina paralitica, c'è un pozzo; il pozzo di Pozzoromolo. il personale vaso di Pandora di Carrino, quel vaso che contiene i suoi mostri che a pensarci bene sono anche i nostri mostri, i nostri timori e le nostre paure.
Un libro da leggere, perché ti lascia un poco di sé e tu gli doni un poco di te...
"Che buffo. Partire. Tornare. tutto è un cerchio sul quale girare, come piccoli punti di nulla. la verità è che il primo punto di partenza, alla fine, è lo stesso punto di arrivo.
E' dentro due vocali che tutto il mio mondo si risolve. Stretta tra la stessa consonante detta a labbra strette. Due a abbracciate da due emme..."
Articolo di Marta Naddeo
Dettagli sul libro
- Titolo: Esercizi sulla madre
- Autore: L. R. Carrino
- Editore: Perdisa Pop
- Collana: Corsari
- Data di Pubblicazione: Novembre 2012
- ISBN: 8883725891
- ISBN-13: 9788883725890
- Pagine: 168
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