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venerdì 4 novembre 2011

Città contro – Alessandro Bastasi (Eclissi Ed. 2011)



“Guarda la questione degli immigrati: basta ignorarli no? Spostarli, cancellarli e il problema cessa di esistere. Che vadano a importunare da un'altra parte, che muoiano, che cazzo ce ne frega vero mamma? Siete tutti cattolici apostolici romani, siete pronti a difendere una vita non più vita o una vita ancora di là da venire, ma mai la vita stessa, soprattutto se è quella di persone così diverse, se si tratta di individui da cui vi sentite disturbati”

A Sant'Angelo, alle porta di Treviso, sorge il campo  per gli immigrati gestito da Don Vittorio. Vi collabora Giovanna, la sorella di Alberto Sartini, già protagonisti de La gabbia criminale insieme a Valentina, nel frattempo diventata moglie di Alberto. Il campo non è visto di buon occhio dalla popolazione, è difficile fidarsi e di conseguenza coabitare con persone diverse per religione, usanze e colore. Ci si schiera immediatamente contro senza, a volte, forse per paura, cercare di capire e avvicinarsi a un modo di vivere diverso da quello che reputiamo normale. Alberto e Valentina, arruolati da Giovanna, si trovano coinvolti in prima persona per migliorare l'integrazione degli extra comunitari, lui insegnando loro l'italiano e lei collaborando con il Dott. Candiani che offre l'assistenza medica di cui hanno bisogno.  Il già precario equilibrio verrà sconvolto da un duplice omicidio che  avrà conseguenze disastrose e porterà alla luce un sottobosco di loschi personaggi a capo di racket criminali .
Argomento spinoso quello trattato  in Città contro, mai come ora attuale, e Bastasi lo affronta con lo stile che lo contraddistingue, pacato e non aggressivo, serio ma non pesante, scorrevole e coinvolgente. I personaggi già conosciuti ne La gabbia criminale sono cresciuti e hanno preso le loro strade, gli altri, quelli nuovi, sono dotati di spessore e carattere. La trama  è ben articolata, Bastasi è riuscito a sviluppare una buon giallo e a sensibilizzare l'attenzione  sulle condizioni di vita che spesso si trova ad affrontare chi va in un altro paese con la speranza di un futuro migliore, e, come in questo romanzo invece  è vittima di maltrattamenti e soprusi da parte di aguzzini privi di scrupoli.


Finito di leggere il libro mossa da curiosità ho contattato Alessandro e ci siamo fatti una chiacchierata

Corpi Freddi: Ciao Alessandro e complimenti per il libro...Perché un tema così scottante come l'immigrazione?

Alessandro Bastasi: Perché, appunto, è un tema scottante! Qualche anno fa sono andato a visitare un campo di migranti, anch'esso alle porte di Treviso anche se collocato diversamente da quello del romanzo. Nel campo insegnava l'italiano (come Alberto Sartini) una mia amica, una maestra in pensione, che non solo mi ha illustrato le condizioni di vita, ma mi ha raccontato le storie di queste persone, alcune delle quali ho trasportato nel romanzo. Sono poi diventato amico di un senegalese che, a Milano, incontro tutti i sabati nei pressi di un mercato, dove vende la rivista Terre di mezzo, e lui mi racconta del terrore di vivere senza permesso di soggiorno, lui che, come il Moussa del libro,  non fa nulla di male se non raccattare quattro soldi da inviare a casa, alla moglie, ai figli, a suo padre. L'idea del romanzo è nata così, ed è divenuta pressante in occasione delle leggi sulla “sicurezza” che questo governo ha varato negli ultimi anni, e delle azioni “punitive” delle precedente giunta milanese nei confronti degli immigrati.

CF: Come già scritto focalizzi l'attenzione sulle condizioni in cui vivono, e sulla loro volontà di inserimento. E' forse un monito a guardare oltre...

AB: Ho tentato di focalizzare l'attenzione sì sulle condizioni di vita di quelle persone, ma anche sui pericoli che affrontare il tema dell'immigrazione solo come problema di ordine pubblico può comportare. L'immigrazione è un fenomeno epocale, inarrestabile, e se non lo si governa con politiche che favoriscano il dialogo tra culture andremo davvero incontro a situazioni conflittuali incontrollabili.

CF: In questo momento in cui si grida molto all'”uomo nero”, un momento in cui c'è veramente poca tolleranza nei confronti degli immigrati, tu invece vai contro corrente, non hai paura di essere accusato di troppo buonismo, di essere “di parte”?

AB: Nel romanzo non tutti gli immigrati sono “buoni”. Vi si narra di immigrati che nel campo si picchiano, perché ubriachi, o che fanno cacciare dei loro compagni di ventura per motivi più o meno futili, o addirittura che accettano di inserirsi in circuiti criminali, spesso con la complicità di personaggi assolutamente nostrani. D'altronde Città contro è un noir dichiaratamente politico, in un contesto sì di finzione, ma riconoscibile e storicamente realistico, è un tipico noir mediterraneo. Quindi è difficile non essere di parte...

CF: Il giallo che si sviluppa e che mette tutti contro, dalla popolazione, agli immigrati stessi e alle forze dell'ordine ti è stato ispirato da un fatto di cronaca?

AB: No, forse alla lontana qualche passaggio echeggia quello che è successo a Rosarno, in Calabria, agli inizi dello scorso anno, quando dei disgraziati ridotti in schiavitù si sono ribellati. Mi ha ispirato soprattutto un contesto politico-culturale che mi ha allarmato e mi allarma. E non solo per ciò che riguarda il tema dell'immigrazione. Ad esempio, il contrasto tra il sostituto procuratore che conduce le indagini e il commissario di Polizia giudiziaria mi è stato ispirato dalla proposta di riforma della giustizia dell'attuale governo, che vuole togliere alla Procura il controllo della Polizia giudiziaria.

CF: Da cosa è nata l'esigenza di un seguito de La gabbia criminale?

AB: La storia che volevo raccontare era anch'essa ambientata a Treviso, come la Gabbia, quindi mi è stato comodo utilizzare personaggi che non avessero bisogno di presentazioni particolari. E poi ero curioso di capire come si sarebbe evoluto il rapporto tra Alberto, Valentina e Giovanna, approfondendo le loro caratteristiche psicologiche e, in particolare, portando alla luce il dramma interiore di Alberto il quale, dopo aver militato in movimenti di sinistra e nel sindacato, si trova ora a vivere in un contesto nel quale tutto quello in cui aveva creduto viene messo in discussione.  

CF: Parlando mi dicevi che qualcuno ha trovato “poco gialla” La gabbia criminale e quindi in questo romanzo hai cercato di sviluppare di più questa componente. Quando è che uno scrittore si rende conto di aver dosato perfettamente ogni elemento di un romanzo?

AB: Difficile dirlo. Un autore costruisce il romanzo con l'obiettivo di raggiungere un equilibrio tra il plot narrativo scelto e quello che vuole comunicare, realizzando così più livelli di lettura. Ed è vero che, se si sceglie il noir, devi comunque rispettare certe regole, almeno fino a un certo punto. Poi, sai, le classificazioni di genere, nel tentativo che in molti stanno facendo di superare i cliché, stanno acquisendo confini sempre più labili. L'importante è impegnarsi per scrivere un buon romanzo. Che poi ci si riesca è, ovviamente, un'altra storia.

CF: Alberto e Valentina avranno ancora qualcosa da dire? È previsto un terzo libro con loro come protagonisti?

AB: Sicuramente sì, ma non subito. In questo momento sto pensando a un romanzo noir ambientato a Milano, dove il protagonista è un ex terrorista delle Brigate Rosse, che a un certo punto si trova a fare i conti con la propria storia. Per ora però non voglio dire di più.

CF: Grazie per la disponibilità...

AB: Grazie a te e a Corpi Freddi per l'ospitalità e l'attenzione.

Dettagli del libro

  • autore Alessandro Bastasi
  • editore Eclissi Editrice
  • collana I Dingo
  • pagine 260
  • pubblicazione 2011
  • ISBN-13/EAN 9788895200361
  • Prezzo: 12,00 €

4 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Ottimo pezzo Cristina. Alessandro si rivela ancora una volta uno scrittore capace di portare avanti messaggi importanti.
Sicuramente una delle penne potenzialmente idonee a rientrare tra i protagonisti delle prox rassegne mantovane itinerari noir

Scéf ha detto...

ne parlavo proprio ieri con lui per una presentazione romana :)

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

che due corpi freddi che siamo :D

Alessandro ha detto...

corpi freddi... si dice così, adesso? :D