Terza uscita per la collana "Nnoir Sélavy" della Shake edizioni di Milano.
La Shake, che di solito non si occupa di letteratura poliziesca, con questa nuova collana creata nel mese di marzo del 2009 vuole realizzare una collezione di titoli fantasiosi, eterodossi e irregolari; opere di investigazione che, seppur partendo dai canoni del Giallo degli anni Trenta, sono singolari per molti aspetti.
Scritti da alcuni nomi celebri del surrealismo, sono romanzi che ben difficilmente possono rientrare nelle collane di Gialli attualmente presenti in edicola o in libreria.
Gli autori scelti non sono mai stati pubblicati in Italia (tutti i titoli sono tradotti appositamente dalla Shake per la pubblicazione) e, spesso, pur avendo avuto un buon successo all'epoca della prima edizione, sono stati riscoperti negli anni Sessanta e Settanta dai maggiori critici della letteratura di genere.
La collana "Nnoir Sélavy" è curata dai due forse maggiori conoscitori di letteratura poliziesca in Italia,
Mauro Boncompagni, consulente editoriale di Mondadori, in particolare per la collana “Classici del giallo”, oltre che curatore di numerosi “Speciali del giallo” apparsi negli ultimi dieci anni presso lo stesso editore;
Giancarlo Carlotti, consulente editoriale, esperto di letteratura popolare e traduttore dei primi tre volumi pubblicati;
Igor Longo è un esperto internazionalmente riconosciuto di letteratura popolare, sia per adulti sia per l’infanzia.
"E’ tutto qui? Non c’è quello che quando ero giovane chiamavamo il gran finale?"
Leggere questo libro è come frequentare un laboratorio sperimentale nell’arte della mistificazione. A partire dal vero nome dell’autore protagonista che costituisce l’impostura più riuscita, quarant’anni per poter scoprire chi è stato a scrivere il più conosciuto esempio di irriguardosa infrazione alle dieci regole del giallo di Ronald Knox.
McCabe/Borneman, questo è il nome, è un giovane berlinese in fuga dai nazisti che, nemmeno ventenne, giunge analfabeta nel Regno Unito e come esercizio di grammatica, utile ad imparare la nuova lingua, si mette a comporre la trama de “La faccia sul pavimento della stanza dei tagli”, nientepopodimeno. Lo stile che è già di per sé una finzione, moderno, attuale, sembra ri/prodotto ieri, non nel periodo pre-guerra.
Al tempo non poche furono le contestazioni sull’abuso dello slang, del cockney proletario che in questo romanzo abbonda, così da essere citato più avanti nei saggi di linguistica per la ricchezza degli idiomi presenti. Il lessico comune, spedito, diretto e quanto mai essenziale serve allo scopo, deve sostenere lo svolgersi di una partita doppia, un rapporto dialettico che si instaura tra i due protagonisti del romanzo, McCabe, capo-montatore alla British and Allied Film Productions, e detective Smith, irrituale esponente di Scotland Yard.
I due teatranti danno vita ad una sorta di sfida intellettuale prima ancora che di ruolo, una gara tra chi emerge nel seguire una pista e svelare gli indizi, disseminati peraltro tra le righe del testo con l’abilità di un prestidigitatore. Il gioco a rimpiattino tocca livelli di particolare complessità, il parlare per enigmi, con linguaggi cifrati, tutto prende per una via in salita, tanto che spesso occorre una rilettura nel dubbio di avere dimenticato qualcosa, ma qui qualcuno si sta divertendo come il gatto con il topo. Il cadavere del titolo sul pavimento è quello di un’attricetta alle prime armi, Estella Lamar, ma già capace di togliere il primo piano ai più affermati attori del momento. La faccia tagliata è la sua, il gergo dei macchinisti chiama così l’azione che consiste nell’eliminare una comparsa da ogni scena, come se non fosse mai esistita, azione alla quale McCabe viene invitato perentoriamente e inspiegabilmente dal produttore del film.
Perché l’intreccio costruito alle spalle dello stolido lettore funzioni fin dalle prime note, nulla si fa mancare, ci sono tutti i capisaldi di un giallo classico alla whodunnit, la sollecitazione a scoprire “chi è stato”, le confessioni, l’arma ed i moventi. I comprimari sono diversi, l’amante rifiutato, geloso, celato, per un motivo o l’altro tutti possono passare per l’assassino. Anche le circostanze della morte della Lamar, sono da delitto della camera chiusa. Nella stanza del montaggio il locale è rimasto inaccessibile quel poco perché si metta in moto una cinepresa a infrarossi e riprenda il set dove sta per accadere il crimine. Come in ogni poliziesco che si rispetti la pellicola sparisce misteriosamente, quindi ricompare, ma nelle mani sbagliate.
Fin qui il treno corre lungo la propria strada ferrata. Il fatto è che da un certo punto in poi questo deraglia, scatta una trappola, un marchingegno perfetto come un orologio. Quello che sembra in realtà non è. Si rovesciano i ruoli, si moltiplicano le apparenze, l’effetto è destabilizzante.
McCabe si riproduce in un loop, un giro su sé stesso, un saliscendi vertiginoso nell’analisi delle prove. Il film è riavvolto una, due, più volte e per ogni re/visione la conclusione cambia, senza inganno e contraddizione, ogni indizio trova una ragione diversa, ogni elemento si svela per reggere un nuovo castello di carte. Il colpevole entra ed esce di scena in un carosello scatenato.
Una cosa sola è sicura, Borneman compie l’unico efferrabile delitto: la distruzione del canone, il vilipendio al codice del giallo classico.
La recita continua, McCabe si traveste: in tribunale come Perry Mason, in cattedra come un cripto-critico letterario, da morto che si illustra l’epitaffio e riscrive la fine del giallo.
Come volevasi dimostrare, la tradizione è andata letteralmente a pallino, uno schiaffo sonoro alle regole e a noi non resta che l’arrovello, chi è l’impostore?
Articolo di Carrfinder e Frankie Machine
Dettagli del libro
- Formato: Brossura
- Pagine: 255
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: The Face on the Cutting-Room Floor
- Lingua originale: Inglese
- Editore: Shake
- Anno di pubblicazione 2009
- Codice EAN: 9788888865799
- Traduttore: Giancarlo Carlotti
- Prezzo di copertina: € 14,90
Pubblicati nella collana "Nnoir Sélavy" - Shake edizioni:
George Antheil (Stacey Bishop): La morte nel buio (1930)
febbraio 2009
ISBN 978-88-88865-706
Harry Stephen Keeler: Il caso Marceau (1936)
marzo 2009
ISBN 978-88-88865-713
Cameron McCabe: La faccia tagliata (1937)
ottobre 2009
ISBN 978-88-88865-799
9 commenti:
Splendida recensione a quattro mani del duo Frankie Machine - Carrfinder che si candidano a novelli Preston & Child nell'universo del mystery classico.
Purtroppo, a causa della nuova politica editoriale voluta da Altieri per le collane da edicola Mondadori noi amanti del giallo classico eravamo rimasti orfani di mystery di stampo classico.
Grazie a Dio ci pensa la Polillo e la neonata Shake a rifornirci con materiale di selezionata e ottima qualità.
Lunga vita a Polillo e alla Shake quindi :-)))
che dire!?
articolo coi contro 8===
davvero spettacolare e il libro spacca davvero.
vogliamo parlare dell' impaginazione?!!? perfetta!!! hihihihihihihi
bravi ragazzi :)
Mi accodo ai complimenti già fatti al duo recensorio per una iniziativa editoriale strafica con Mauro Boncompagni ad offrire garanzia di sicura qualità.
E vai!!!
Fabio Lotti
Complimenti. Un'inquadratura molto completa della bellissima collana e delle sue opere.
Copertina, trama, impaginazione sono molto belle.
Lofi e Frankie Machine unendo il loro acume, rendono vivace e interessante la recensione, Body con la sua impaginazione perfetta da la giusta cornice al quadro. Cosa volere di più? :p
Lofi deve mangiarne di verdure prima di essere bravo come i due ragazzi autori dell'articolo. Giusto merito a Carrfinder e Frankie.
Zero al Capo per l'impaginazione :(
ma dieci perchè mi pensa sempre :)))
E' carrfinder l'autore insieme a frankie
maledetto iooooo
mò mi sgozza
looooooooooooool
@enzo
Vedi che per fare la bella cornice ti confondi con gli autori?! :p
Carrfinder i miei complimenti
Lofi hai un bonus da me che ti avanza :))))
Carr e Frankie: mi avete davvero invogliato ad interessarmi a questa collana...
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