Per tutti coloro che ritengono il giallo un genere ormai inflazionato e che non ne possono più di commissari, omicidi e indagini, la Todaro ha arricchito la collana “Impronte” col romanzo Quattro e quattro otto, opera a quattro mani firmata dagli esordienti Claudio Arbib e Rodolfo Rossi.
Il corpo di un famoso e discusso pittore viene ritrovato su una spiaggia del litorale romano, barbaramente ucciso. Le indagini vengono affidate al commissario Corvino, poliziotto pratico e schietto (quasi casareccio) che si troverà invischiato in una scottante storia di piccola e grande criminalità dai risvolti sorprendenti. Ad aiutarlo a dirimere il mistero un libro sui Cavalieri di Malta alle prese con l’invasione ottomana.
Se si cerca una lettura fresco che riesca a mixare la classicità del giallo con un l’ironia, Quattro e quattro otto è un romanzo ideale: niente commissari maltrattati dalla vita, insonni o tormentati; niente serial killer desiderosi di sfidare la legge né litri di sangue sparsi per le strade. Tanta sostanza, invece, e quel tocco di cultura che impreziosisce un libro già di per sé molto gradevole, che scorre via veloce, senza intoppi o improvvise frenate. I capitoli sono brevi, concisi e diretti: è la storia a dover attirare l’attenzione e non i personaggi. Loro fanno da contorno, contribuendo a creare un’immagine sibillina della società raccontata dagli autori: niente eroi, niente menti criminali, soltanto persone che, onestamente o meno, cercano di sbarcare il lunario giorno dopo giorno.
Quattro e quattro otto è l’ennesima dimostrazione di come un genere letterario si possa declinare in infinito modi, bastano tre semplice ingredienti: uno stile frizzante, la giusta creatività e una casa editrice disposta a seguirti.
Quarta di copertina
Roma: il solito commissario svolge la solita indagine sul solito omicidio senza un nome e senza un perché. Nel dipanarsi della vicenda, il commissario Corvino scopre inattese relazioni tra la carriera ecclesiastica di un alto prelato, la morte prematura di un giovanissimo orfano e gli impicci di delinquenza piccola e grande; il tutto in una partita dove perfino la pittura manierista e i Cavalieri di Malta (ci mancavano solo loro) giocano un ruolo cruciale. E il più ovvio dei commissari precipita nel gorgo della meno ovvia delle storie. Un giallo colto, ma non saccente e questo non è solito. Non è solito leggere un testo di puro intrattenimento e ripassare la storia in modo lieve. Non è solito che l’indizio illuminante lo fornisca la Storia dell’Arte. Articolo di Marcello Gagliani Caputo
Dettagli del libro
- Editore: Todaro
- Anno di pubblicazione 2011
- Collana: Impronte
- Lingua: Italiano
- Pagine: 170
- Codice EAN: 9788886981965
- Generi: Gialli e Fantasy, Gialli e Thriller
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