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mercoledì 7 aprile 2010

Intervista a Stefano Ascari e Andrea Riccadonna (Shutter Island - graphic novel)



Corpi Freddi: Innanzitutto grazie a per aver accettato di fare due chiacchiere con noi.

Stefano Ascari e Andrea Riccadonna: Grazie a voi.

CF: La prima domanda è di routine, ma ci servirà ad accrescere le nostre curiosità. Come è nata questa collaborazione?

Stefano Ascari: Io e Andrea ci siamo conosciuti professionalmente sul nostro primo progetto, “David”, pubblicato sempre da Edizioni BD. La conoscenza personale era precedente ma il nostro battesimo professionale ha un po’ ufficializzato il nostro tandem creativo, così quando è stato il momento di ragionare su Shutter Island siamo stati coinvolti insieme dal primo momento.
CF: Come vi siete coordinati per portare avanti il lavoro? Quali sono state le difficoltà incontrate?

Andrea Riccadonna: I tempi di lavorazione, senz’altro. Per quasi tutto il primo mese abbiamo lavorato in parallelo, Stefano in vantaggio su di me di una manciata di pagine con la sceneggiatura e io dietro a inseguire con lo storyboard. Quello è stato il momento più duro, non avevamo ancora abbastanza in mano per capire se la direzione era corretta e per delimitare bene i confini del lavoro. Per fortuna verso pagina 30 abbiamo iniziato a vedere la luce a la forma della storia che stavamo costruendo… Da lì in poi è stata sempre una corsa, ma col cuore un po’ più leggero.

CF: Il romanzo di Lehane è un lavoro molto complesso e dalle trame fitte. Per questo, era necessario valorizzare alcuni tratti della narrazione e tralasciarne altri. Stefano, ci sono delle scene che avresti voluto inserire e cosa ti ha spinto a scegliere una scena o un particolare a discapito di un altro?

Stefano Ascari: Ho eliminato moltissime linee tematiche, scene e personaggi. In alcuni casi per motivi banalmente visivi: tutta la questione dei codici da decifrare può funzionare nel romanzo, ma al cinema e nel fumetto non rende allo stesso modo. Anzi, avrebbe trasformato una graphic novel in un inserto enigmistico senza aggiungere nulla alla drammaticità della vicenda. Ho rimosso di peso tutta la riflessione sugli ‘uomini di violenza’ e quindi il background storico di Teddy legato alla Seconda Guerra Mondiale. Credo che Lehane esponga una tesi piuttosto interessante in merito, ma per esaminarla a fondo con un fumetto avremmo dovuto dare un taglio troppo alto alla storia. Ho preferito concentrarmi sull’aspetto più propriamente noir della vicenda salvaguardando la dimensione tragica del personaggio di Teddy.


CF: Andrea, sappiamo che hai adattato il tuo stile alla storia, al fine di rappresentare al meglio il lato oscuro delle vicende narrate. Credi che questo possa portare ad un mancato riconoscimento del tratto del fumettista? Qual è stata la tua personale esperienza al riguardo?

Andrea Riccadonna: Il lavoro che ho fatto sul mio stile non è stato mimetico ma semplicemente tecnico. Solitamente non uso i neri pieni, ho un approccio molto più a linea chiara… Quindi mi sono confrontato con le ombre, in una storia che di ombre è piuttosto ricca. Credo che il mio stile, il mio modo di inquadrare la figura e l’ambiente sia rimasto comunque riconoscibile: è stato un lavoro utile e stimolante.

CF: La traduzione da un linguaggio ad un altro è un processo creativo e non un meccanico scambio di parti. In quale punto della storia vi siete sentiti più creativi e quanto liberi di esprimere la vostra creatività interpretando e non trasponendo?

Stefano Ascari: Io mi sono preso la libertà di smontare la storia di Lehane e di lavorare sui dialoghi. Si è trattato comunque di un lavoro di rimontaggio e riscrittura, ma è una aspetto della narrazione creativa anche questo. Mi sono preso qualche libertà nelle sequenze oniriche, approfittando dell’approccio alla tavola scelto insieme a Maurizio Rosenzweig, ma anche qui si è trattato di un lavoro di sintesi e di montaggio. Vado piuttosto fiero invece delle citazioni che aprono i capitoli che sono ‘farina del mio sacco’ (ad eccezione dell’ultima ovviamente che è presente anche nel romanzo di Lehane).

Andrea Riccadonna: Il lavoro che abbiamo fatto è stato esclusivamente sul libro. Inoltre non avevamo nessun riferimento visivo riguardo al film (ad eccezione di poche immagini viste su web). A differenza di Stefano che ha dovuto confrontarsi con una storia già scritta io ho potuto creare personaggi, luoghi ed atmosfere secondo la mia personale interpretazione. Ovviamente tutto questo nel rispetto delle indicazioni del libro e di Stefano…

CF: Se fosse toccato a voi selezionare il cast di Shutter Island al posto di Scorsese, chi avreste scelto per indossare i panni di Teddy Daniels e perché?

Andrea Riccadonna: Noi abbiamo scelto un attore più classicamente adulto di DiCaprio: Ed Harris. Ci ho lavorato sopra per trasformarlo in un personaggio ma l’impronta di Teddy Daniels era quella secondo noi. Un uomo segnato, duro, solido. Di Caprio è colossale nel film di Scorsese, ma è comunque un personaggio molto complesso, turbato. Il meccanismo della storia funzionava meglio con un personaggio leggermente più stereotipato, più granitico.
Abbiamo soppresso completamente la figura del Dottor Nahering (il medico di origini tedesche) e di conseguenza abbiamo dovuto rendere un po’ più inquietante e impenetrabile la figura del Dottor Cawley (nel film Ben Kinglsey) modellandolo su un barbuto e anziano Christopher Lee.

CF: Qual è, secondo voi, il valore aggiunto che il fumetto ha dato al romanzo di Lehane?

Stefano Ascari: Premetto che il romanzo è molto interessante e assolutamente da leggere. Credo che il nostro adattamento abbia reso un buon servizio all’opera di Lehane: dopo aver letto il nostro lavoro la lettura del romanzo riserverà comunque delle sorprese e molti piani narrativi inediti che, come dicevo prima, nel fumetto abbiamo eliminato. Quindi non abbiamo in qualche modo annullato l’opera prima, ma, speriamo, l’abbiamo avvicinata a un pubblico se possibile ancora più vasto.

CF: Che situazione pensate stia vivendo il fumetto italiano, soprattutto in relazione alla finestra aperta sulla traduzione dal romanzo al fumetto?

Stefano Ascari: Qualitativamente credo ci sia stata una notevole impennata nell’offerta, soprattutto in libreria. Si pubblica quasi tutto ciò che di interessante esce a livello mondiale e vengono prodotti volumi di pregio e qualità che trovano anche riscontri all’estero. Il problema del fumetto è un riflesso del problema dell’editoria in generale. Un pubblico non sempre ricettivo, una distribuzione e una gestione degli spazi librari spesso priva di un’effettiva selezione… Ma credo che l’unica strada percorribile sia quella della qualità. Le grandi realtà legate ad altri mercati (televisione, videogiochi, merchandising) prima o poi dovranno accorgersi dell’altissimo contenuto professionale e creativo espresso dal mondo del fumetto.

Andrea Riccadonna: Domanda, come sempre, molto difficile. Credo che il fumetto italiano si debba ancora riprendere dalla bolla degli anni '90 quando fumetti come Dylan Dog hanno avuto il merito di allargare il bacino del pubblico e contemporaneamente hanno portato ad una certa euforia che ha comportato la pubblicazione di moltissime testate non tutte di valore. Credo che la chiave della ripresa sia nella qualità del prodotto. Questo purtroppo si scontra con una situazione economica non proprio floridissima che porta a privilegiare quantità e velocità: bisognerà ritrovare un certo equilibrio. La trasposizione dei romanzi in fumetti può essere una via: il cinema già lo fa da anni. Forse il problema è un antico pregiudizio sulla base del quale il passaggio da romanzo a film viene considerato un successo mentre la trasposizione in fumetto è considerato ancora uno sminuire il lavoro dello scrittore.

CF: Su che cosa state lavorando attualmente?

Stefano Ascari: Io e Andrea siamo al lavoro su un altro progetto sempre per Edizioni BD in uscita a breve, sempre nei paraggi del noir e della letteratura. Nel frattempo cerchiamo di portare avanti alcune proposte pensate per il mercato francese, in particolare una, dal titolo provvisorio “5 sognatori” ambientato alla fine del XIX tra Inghilterra e India ci sta dando parecchi soddisfazioni in termini di lavoro creativo (speriamo anche in termini di risposta da parte degli editori).

CF: Grazie mille ad entrambi per le risposte date.

Ricordiamo inoltre che pochi giorni fa è stata recensito il Graphic Novel 

Intervista di Greco Cristina

Dettagli del libro
  • Collana: Edizioni BD, Alta Fedeltà
  • Autori: Stefano Ascari, Andrea Riccadonna
  • Genere: Thriller, Noir
  • Formato: 15x21 cm, cart, con sovr.
  • Pagine: 120
  • Prezzo:€ 15.00
  • ISBN: 978-88-6123-525-0

2 commenti:

Scéf ha detto...

non avevo ancoraletto l' intervista.. brava davvero per come svisceri ai due autori le migliori risposte. :)
brava cristina :)

Marta ha detto...

Brava brava brava! :D