Siamo nel 2011, anno in cui il mondo, per effetto dell’incremento del livello di riscaldamento globale, è un posto, se possibile, ancora peggiore di quello attuale. Le grandi potenze, e gli Stati Uniti in modo particolare, in quanto leader delle emissioni di biossido di carbonio, hanno urgente bisogno di trovare il più in fretta possibile un’alternativa alle fonti energetiche tradizionali quali il petrolio e il carbone. La soluzione potrebbe giungere da una scoperta rivoluzionaria in grado di invertire l’inarrestabile aumento della temperatura in atto.
Il processo, per funzionare, necessita però di un catalizzatore rappresentato da un rarissimo minerale, il cui unico quantitativo un po’ ingente di cui si ha notizia pare essersi volatilizzato nel 1845, insieme con la spedizione Franklin, durante la ricerca del mitico passaggio a Nord-Ovest.
Mentre in seguito al verificarsi di alcuni “incidenti” internazionali, provocati ad arte, gli Stati Uniti e il Canada sono ormai sull’orlo di un conflitto armato, Dirk Pitt e la sua NUMA (National Underwater and Marine Agency) si mettono sulle tracce di questo misterioso minerale per impedire che finisca nella mani di un ricco e potentissimo finanziere senza scrupoli, che non disdegna di ricorrere a qualsiasi mezzo illecito, dall’omicidio, alla corruzione, dall’intimidazione, al tradimento, dall’inganno alle minacce, pur di impadronirsene. Si scatena così una lotta mortale, senza quartiere e senza esclusione di colpi, ambientata in gran parte tra gli splendidi scenari dei territori canadesi situati a nord del circolo polare artico.
Ci vorrà tutta la famiglia Pitt al gran completo per trovare la soluzione a questi misteri e sciogliere tutti i nodi di una tale esplosiva e intricata matassa internazionale.
In questa, che è la ventesima avventura di Dirk Pitt, nonostante riproponga la solita formula standard stracollaudata, Cussler (e figlio) ci presenta, una volta tanto, una trama abbastanza credibile (a differenza di parecchi lavori precedenti che in realtà andavano ben al di là di ogni ragionevolezza: vedere “Walhalla” per tutti) che però conserva, nel contempo, tutto il sapore dell’avventura, l'azione, la suspense e i colpi di scena, che sono diventati il marchio di fabbrica dello scrittore americano.
Per contro, bisogna ammettere che questo romanzo manca tantissimo del ritmo forsennato e travolgente di molti episodi precedenti e per questo, credo che numerosi tra gli storici “fedeli lettori” potrebbero rimanere parecchio delusi.
Soprattutto il primo centinaio di pagine risultano essere piuttosto tranquille, cosa a cui noi, tradizionali lettori di Cussler, non siamo affatto abituati. Però secondo me, un libro deve anche essere giudicato in sé e per sé. In quest’ottica quindi, pur se dalla convenzionale formula di Cussler, poniamo un freno al ritmo frenetico e a volte esagerato che ha contraddistinto molti romanzi, smorziamo buona parte delle tante (a volte troppe) spacconate ed esagerazioni lette in passato, sicuramente d’effetto, ma dal sapore prettamente cinematografico (quali fughe per mare a bordo di una vasca da bagno, inseguimenti in auto lungo le piste da bob, o salvataggi per mezzo di un aereo convertito in una sorta di windsurf attraverso il deserto, per dirne alcune), facciamo a meno della presenza di avversari ogni tanto dai tratti quasi “fumettistici”, mi sento di dire che otterremo ugualmente un romanzo di pura evasione, azione e avventura (soprattutto di mare) di buonissimo livello qual è nonostante tutto, secondo me, questo “Morsa di ghiaccio”.
Non sto infatti parlando di un romanzo lento, ma pur sempre di un libro animato da un andamento sufficientemente rapido e sostenuto, che tutto sommato vale ancora la pena leggere, anche se i tempi di “Recuperate il Titanic” (secondo me il migliore in assoluto) “Salto nel buio” “Iceberg” “Tesoro” “L’oro dell’inca” e “Onda d’urto” sono ormai alle spalle.
Superato le prime 100 pagine, infatti, la storia prende forma, sostanza e ritmo e arriva piuttosto velocemente al finale confermando Cussler una volta di più come un vero e proprio fuoriclasse della suspense avventurosa.
I fedeli lettori e i nuovi, troveranno, come dei vecchi amici, il solito cast di tradizionali personaggi. Sono tutti qui: Rudi Gunn, l’ammiraglio Sandecker diventato nel frattempo niente meno che vice presidente degli Stati Uniti, la moglie di Dirk Loren Smith, Hiram Yeager, Julien Perlmutter e, naturalmente, Al Giordino.
Punto dolente sono i figli gemelli di Pitt, Dirk jr. e Summer, secondo me assolutamente incompiuti. Si aggirano per la trama un po’ spauriti e avulsi, tanto da sembrare comparse di un film di cui, in realtà, non fanno assolutamente parte.
La loro presenza è completamente inutile e piuttosto slegata dalla storia. In modo particolare, tutto ancora da modellare, è il personaggio del figlio maschio.
Questi avrebbe un disperato bisogno di un’infusione di personalità e di una certa autonomia: distrarsi, rilassarsi, farsi una birra di tanto in tanto con gli amici, tra un salvataggio e l’altro fare un po’ di casino in giro, che so, lumare qualche pupa, insomma fare finalmente qualcosa che magari sua madre non approverebbe.
E purtroppo per lui, (ma buon per noi) pare che per darsi una propria parvenza dovrà aspettare ancora parecchio tempo, se è vero come è vero, che verso la fine della storia alla domanda di Giordino se non cominciasse a preferire una comoda poltrona in ufficio alle avventure sul campo, Pitt (Cussler stesso ?!?) risponde che “L’esistenza è una continua ricerca e io ho fatto della ricerca la mia vita. Dovranno usare il cric per staccarci dai comandi” (e quindi dal ruolo operativo ndr).
Alla fine quindi mi sento di concludere che ci troviamo di fronte ad un romanzo che mantiene in tutto e per tutto le aspettative di evasione e di puro divertimento che contraddistinguono da sempre i libri di Cussler ma che sicuramente deluderà qualcuno, in quanto trattasi di una storia più “normale” del consueto. Così come più “normali” del solito sono i vari personaggi, “in primis” il megalomane cattivo di turno e lo stesso Dirk Pitt.
Del resto il tempo passa pure per lui. Siamo salpati insieme tanti anni fa sulle tracce del Titanic (il mio primo Cussler, comprato quasi per caso). Eravamo single tutti e due, un po’ scapestrati tutti e due e nel frattempo, per la gioia delle rispettive mamme, abbiamo, quasi contemporaneamente, messo la testa a posto tutti e due.
E tutti e due siamo pure diventati papà di 2 gemelli maschio/femmina (ma a lui sono stati risparmiati i pannolini e le notti insonni a cullarli che sto passando io: mi spiace per te Dirk, non sai cosa ti sei perso).
Non so in futuro dove ci condurrà la nostra navigazione insieme. Ma una cosa è certa. Ogni sera mi corico sereno e tranquillo, confortato e rassicurato dal sapere che Dirk Pitt e Al Giordino ci sono ancora, lottano per noi e sono là fuori, impegnati a salvare il mondo.
Articolo di Allanon
Dettagli del libro
- Titolo: Morsa di ghiaccio (“Arctic Drift”)
- Autore: Clive Cussler e Dirk Cussler
- Editore: Longanesi
- Collana: La Gaja scienza
- Pagine: 498
- In libreria dal: 11 febbraio 2010
- ISBN: 9788830427518
- Euro 19,60
5 commenti:
Non ho mai letto nulla di Cussler e ho come l'impressione di essermi perso qualcosa d'importante.
Tenendo presente che il mio amico Alberto è una garanzia, lo dimostra ancora una volta questa bella recensione, andiamo ad incrementare la wishlist.
ho letto tutti i libri di Cussler e ho adorato Pitt e Al Giordino..Penso anche io che "Recuperate il Titanic" sia uno dei suoi romanzi più avvincenti..mitico Allanon..come la Numa :D
Ho letto Odissea e il personaggio di Pitt mi è piaciuto molto, anche se non è il genere che prediligo, la recensione di Allanon mi ha fatto venire voglia di approfondire la conoscenza di Clive Cussler!
Di Cussler ho letto solo Missione Eagle di recente, libro scorrevolissimo con una divertentissima scena di guerra finale, mi sa che se ne trovo qualcun altro in sconto lo prendo :)
Sono sempre stato un grande fan di Clive Cussler e dei suoi romanzi con Dirk Pitt, anche se da quando ha iniziato la collaborazione con i vari coautori, sia nella serie principale che nelle altre nuove, avevo notato una perdita di interesse quasi che le idee fossero finite e con loro le ambientazioni fossero ingrigite, i personaggi si fossero appiattiti…
Da qualche romanzo a questa parte le cose mi sembrano però migliorate, in quest’ultimo per esempio la trama è appassionante come ai vecchi tempi, i dialoghi sono scritti molto bene, le descrizioni dei paesaggi sono più accurate (ho avuto freddo tutto il tempo e sulla metro stracolma non è facile) e le narrazioni delle azioni non sono da meno.
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