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lunedì 30 novembre 2009

La paura della sfiga - Fabio Lotti




Questo è un argomento che ho già affrontato, di sfuggita, in altra sede ed in un contesto più ampio. Vorrei proporlo da solo all’attenzione degli amici di Corpi freddi. Quando mi metto a leggere un giallo o un post-giallo, un thriller o un post-thriller, un noir o un post-noir (come sapete le etichette stanno aumentando di numero ed è bene aggiornarsi) mi prende una paura matta.
Logico, direte voi, questi libri sono stati scritti apposta per instillare nel lettore proprio l’ansia e la paura, altrimenti buttati sul romanzo rosa dove non ci sono morti ammazzati (credo) ma baci e abbracci (la paura, semmai, mi prenderebbe se dovessi leggerli forzatamente). Ma io non parlo qui della paura dovuta a corpi infilzati, sparati o sbudellati. O all’angoscia che ci prende quando sta per arrivare un temporale improvviso, la finestra sbatte, la porta cigola e il gatto miagola. Sicuri segni di un tragico evento.
Quella è scontata ed ormai da vetusto lettore so come combatterla. Parlo invece di un altro tipo di timore, una specie di strisciante inquietudine nell’incontrare, oltre ai suddetti morti ammazzati e alla natura che si scatena, un’altra caratteristica peculiare di molti romanzi polizieschi: la disgrazia ovvero, in termini più popolari, la sfiga.
Mi spiego con qualche esempio concreto.
Giorni fa (nel momento in cui scrivo) stavo leggendo City Hall, il bel libro di Robert Rotenberg, Giano 2009, tradotto magnificamente dal nostro Luca Conti. Una storia interessante ambientata a Toronto nel Canada. Una signora uccisa in una vasca ed un marito che si auto accusa. Tutto semplice, troppo semplice. Ed infatti la cosa si ingarbuglia fino a diventare complessa come in un thriller che si rispetti. Bene, qui incontro l’agente Daniel Kennicott, sfigato fradicio con genitori morti per un incidente automobilistico e suo fratello Michael ucciso.

Passo poi a Di tutti e di nessuno di Grazia Verasani, Kowalski 2009, quella, tanto per intenderci, che ha partorito il post-noir con Raul Montanari (auguri!). Personaggio principale Giorgia Cantini dell’agenzia investigativa omonima. Madre persa da piccola (direi normale) e sorella impiccata (un po’ meno normale).
Finito questo mi butto su Crime di Irvine Welsh, Guanda 2009.
L’ispettore detective scozzese trentacinquenne Ray Lennox della polizia di Edimburgo è in vacanza a Miami. Deve solo rilassarsi e poi impalmare la bella Trudi Lowe, diventata “da impiegatuccia a icona della donna manager”.
Diciamolo subito. Lennox è ossessionato da un caso di pedofilia avvenuto qualche tempo prima ad Edimburgo nei confronti della bambina Britney Hamil che gli squassa il cervello. Per forza anche lui è stato violentato da ragazzo…
Continuiamo con la bella antologia di autori vari curata da Stefano Di Marino Il mio vizio è una stanza chiusa, Mondadori 2009. Racconti folli e allucinanti. Il Male dappertutto. Facile trovare disgrazie, oltre alle normali vittime disgraziate, che creano a loro volta disgrazie (bene che vada si perde moglie e figlio). Non c’è bisogno di citarne qualcuno in particolare.
Quasi tutti i personaggi, vivi e morti, presi a calci in culo dal Destino.
Per non farla troppo lunga e tediare vieppiù (un termine scelto ogni tanto ci vuole) i miei corpicini freddi, vi porto due ultimi esempi già citati in altro luogo ma che ripropongo volentieri perché esemplari.
Il primo tratto da La stanza delle urla di Thomas O’Callaghan, Mondadori 2009. Vediamo cosa ci si trova: un bel pezzo di poliziotta sotto cura psichiatrica avendo subito nell’infanzia la violenza del padre, il solito tenente della polizia con la moglie morta (sei anni in coma) e pure la figlia per un incidente stradale (immaginatevi i ricordi che lo assalgono ad ogni piè sospinto) e aggiungo la madre buttatasi sotto le rotaie della metropolitana e pure la sorella che è in terapia ( la testa non è a posto ed è facile capirla). Non ricordo del padre ma forse è meglio così.
Termino con il solito braccio destro che ha problemi di alcolismo per averne combinate un paio.
Ma la storia più pazzesca in fatto di disgrazie l’ho beccata qualche tempo fa leggendo In caso di mia morte di Carlene Thompson, Marcos Y Marcos 2004.
L’amica della protagonista principale per prima cosa perde i genitori, poi partorisce un bambino senza vita, ed infine viene lasciata dal marito. Un’altra amica è più fortunata. Perde solo la madre, poi il padre si sposa di nuovo ma la moglie non ne vuole sapere di lei e viene spedita presso una prozia. Una terza amica (la cui sorella, tanto per gradire, è finita morta impiccata per un gioco pazzesco e sfortunato), viene abbandonata dal marito ( niente di nuovo sotto il sole). Il quale marito perde moglie e figlio in un incidente stradale.
E potrei continuare all’infinito. Aggiungo solo (lo giuro!) un libro il cui titolo è tutto un programma: Dopo lunga e penosa malattia di Andrea Vitali, Garzanti 2008. A condurre le indagini il dottor Carlo Lonati ammalato di angina pectoris, più di là che di qua. Capitoletti brevi, ritmo lento e spezzato come una marcia funebre e la mano che si sposta istintiva nelle parti basse.
Ogni volta che mi avvicino ad un giallo o post-giallo, ad un thriller o post-thriller, ad un noir o post-noir mi prende una paura matta. La paura della sfiga. Non vorrei che fosse contagiosa e si trasmettesse via lettura che già ce ne ho abbastanza di mio.

Articolo di Fabio Lotti


domenica 29 novembre 2009

L' allievo - Patrick Redmond



Tu vuoi piacere alle persone. Vuoi inserirti, appartenere.
E' questa la tua debolezza, da cui tutti gli altri attingono la propria forza.
Tu devi imparare a odiare loro e tutto ciò che rappresentano.E' così che diventi forte, è così che vinci.” (Patrick Redmond)

“L’allievo” è l’esempio lampante di quanto siano maledettamente importanti i social network, anobii in primis; con altissime probabilità se qualche attento lettore non mi avesse lanciato la pulce nell’orecchio non mi sarei mai avvicinato a quest’opera che, ne sono certo, avrebbe meritato una sorte ben diversa; incredibile infatti pensare che “L’allievo” (come pure i due successivi romanzi del bravissimo scrittore inglese Patrick Redmond) siano usciti prematuramente e ingiustificatamente fuori catalogo, confermando per l’ennesima volta quanto scarsamente professionale spesso sia il lavoro delle case editrici, in questo caso Mondadori già rea di scempi allucinanti in tal senso (uno su tutti il talentuoso Caleb Carr, autore dei romanzi da culto “L’alienista” e “L’angelo delle tenebre” distribuiti in maniera a dir poco scandalosa).

La vicenda narrata in “L’allievo” è ambientata in un prestigioso college inglese negli anni 50. Jonathan Palmer è uno studente che si è inserito malamente nell’Istituto e vive in maniera sofferta l’esperienza scolastica. Appartenente ad un ceto inferiore rispetto alla stragrande maggioranza degli alunni, è soggetto di continue vessazioni e cattiverie dagli altri compagni, fino a quando conosce Richard Rockeby, un ragazzo fortemente carismatico che lo prende sotto la sua ala protettiva; ma cosa si nasconde dietro le stranezze di Richard, quali oscuri segreti pervadono la sua anima?

“L’allievo” è un thriller psicologico di alta classe contraddistinto da un deliziosa impronta stilistica tipicamente inglese. Redmond è maestro nel narrare ciò che di oscuro pervade l’animo umano, dove sentimenti come l’odio e l’istinto di vendetta sono pesanti come lastre di marmo, dove ritmo serrato e tensione sono insostenibili fino alla sconvolgente sorpresa finale rivelatoria. Lavoro eccellente come in ogni buon thriller psicologico che si professi tale è riservato alla caratterizzazione dei personaggi che ne escono tratteggiati in maniera eccellente; probabilmente in “L’allievo” è descritto uno dei personaggi più inquietanti e crudeli che la mia mente di lettore ricordi.

Fatemi un favore: recuperate questa perla. Cercatela su ebay, nei siti che gestiscono compravendita di libri usati e soprattutto pubblicizzatelo con il passaparola.
E’ assurdo che gioielli del genere accumulino la muffa in polverose biblioteche e le porcate di Dan Brown (guarda un po’ te Mondadori) infestino gli scaffali dei negozi alla vergognosa cifra di 24 euro.

Noi possiamo fare qualcosa, non permettiamolo.

Articolo del Killer Mantovano

Dettagli de libro
  • Autore: Redmond Patrick
  • Editore: Mondadori
  • Genere: letteratura straniera
  • Collana: I miti
  • ISBN: 8804483199
  • ISBN-13: 9788804483199
  • Data pubblicazione: 31 Oct 00


venerdì 27 novembre 2009

Corpi Freddi incontra Historica Edizioni



Qualche giorno fa avevo annunciato una partnership con una casa editrice, bhe eccovi il tutto e spero che questa iniziativa, possa fare piacere a quanti ne usufruiranno, con la speranza che siano in tanti ;)

Si terrà a Roma tra il 5 e l' 8 Dicembre il Primo Raduno Romano dei Corpi Freddi, che verrà coinvolta parte della Redazione del sito e parte del gruppo omonimo Anobiiano di questa fantastica realtà.
Il raduno si terrà in concomitanza con la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria nella Capitale.

A suggellare l' emozione che il sottoscritto pone in questo raduno e la felicità nel rivedere "vecchie" e "nuove" conoscenze e grazie allo spirito imprenditoriale dell' amico Francesco Giubilei, patron della casa editrice Historica, il vostro CapoRedattore è lietissimo di annunciare che TUTTO il catalogo della suddetta Casa Editrice viene messo a disposizione dei corpifreddi, che si uniranno al Raduno Romano, con uno sconto del  40 %. Avete letto bene e come se non bastasse la modalità di pagamento dei libri ordinati è un ulteriore regalo che Historica e il sito Corpi Freddi vi fanno. Il pagamento infatti verrà fatto a mano e i libri verranno ritirati DIRETTAMENTE a Roma in modo da AZZERARE le spese postali!!!!!

40% di SCONTO su TUTTO IL CATALOGO


ROMANZA DI ZURIGO Prezzo di copertina € 12,00 - Prezzo Raduno 7,20€ (Risparmio 4,80€)

ROMANZA DI ZURIGO - MAZZUCATO FRANCESCA Zurigo vista con gli occhi eretici di una scrittrice  che, quasi per caso, decide con un amico di andare a rendere omaggio alla tomba di James Joyce. Parte accompagnata da fantasmi e dalle consuete ossessioni che spera di potersi scrollare di dosso, s...

DIARIO DI MELASSA Prezzo di copertina € 7,90 - Prezzo Raduno 4,74€ (Risparmio 3,16€)

DIARIO DI MELASSA - LUINI MARIA GIOVANNA Un minuscolo appartamento in periferia in una casa spoglia con un prato triste: Marcella ha deciso di rifugiarsi lì a scrivere. Nel silenzio di una stanza racconta a frammenti una parte della propria vita: l'infanzia riempita di solitudine e traumi o...

TOUCH AND SPLAT Prezzo di copertina € 5,50 - Prezzo Raduno 3,30€ (Risparmio 2,20€)

TOUCH AND SPLAT - CASCIO ALESSANDRO Adesso respirate lentamente: Quella rabbia non vi porterà nulla di buono se non ve ne libererete in fretta. Le strade infinite del deserto danno la sensazione che prima o poi cadrai in un burrone perchè tutto ha una fine o per lo meno, tutto ha una lieve ...

VIVERE ADAGIO Prezzo di copertina € 4,50 - Prezzo Raduno 2,70€ (Risparmio 1,80€)

VIVERE ADAGIO - DELL'OLIO FRANCESCO Che cosa succede quando un ragazzo conosce un'intrigante ragazza su internet e decide di andarla a trovare? Un'esilarante viaggio in auto fino a Como tra soste etiliche in autogrill, un cane depresso di nome Ciobin, una bonazza da urlo, discussioni su pro...



CENTO PER CENTO Prezzo di copertina € 5,00 - Prezzo Raduno 3,00€ (Risparmio 2,00€)

CENTO PER CENTO - NASPINI SACHA Quel gran figlio di una brava donna. Wiston ed io ci siamo incontrati la prima volta nel '62, correvamo entrambi per il mondiale. Però adesso vi voglio dire una cosa. Ci sono persone e persone, ognuno di noi nasce con un'aspirazione, qualcosa che iddio o ...

AVORIO Prezzo di copertina € 7,90 - Prezzo Raduno 4,74€ (Risparmio 3,16€)

AVORIO - GAMBARO MATTEO Quando il giovane Carnielli, agente alle prime armi, venne spedito in un borgo sperduto per una chiamata di soccorso, non poteva prevedere che quel caldo infernale celasse una vera e propria carneficina. Né poteva immaginare che quell'episodio avrebbe seg...

UN'ALTRA JULIA Prezzo di copertina € 7,90 - Prezzo Raduno 4,74€ (Risparmio 3,16€)

UN'ALTRA JULIA - PIERANGELINI CINZIA Nitto è un uomo duro, legnoso, il suo sogno è possedere un grande fondo. La nascita di una nipote, Leda, lo riempie di speranza: attraverso un matrimonio combinato potrà finalmente ingrandire il suo regno. Tutto pare procedere secondo i suoi progetti e Le...

IL MURO DELL'APPARENZA Prezzo di copertina € 12,00 - Prezzo Raduno 7,20€ (Risparmio 4,80€)
IL MURO DELL'APPARENZA - CAMPOLONGO SABRINA In una Sicilia infuocata e altera, la ferocia, il caso, il desideraio e la follia.Una storia a tinte gialle che coinvolge fino all'ultima riga.

TAMARRIPrezzo di copertina € 4,50 - Prezzo Raduno 2,70€ (Risparmio 1,80€)
TAMARRI - BASSINI REMO Se trovano una ragazza per bene, o un lavoro per bene, o qualche santo per bene magari non fanno un brutta fine. Io li chiamo tamarri.Dai delinquentelli di periferia, senza futuro, all'Augusto, personaggio caro a Salgari, morto suicida, al bancario c...

LE COLPE DEI PADRI Prezzo di copertina € 13,50 - Prezzo Raduno 8,10€ (Risparmio 5,40€)
LE COLPE DEI PADRI - LAURAETLORY Le sorelle Shelton tornano a casa dopo quindici anni. Alle spalle hanno un segreto troppo pesante da sopportare e davanti una decisione troppo difficile da prendere. Sullo sfondo degli sterminati paesaggi del più suggestivo degli stati americani, il Wyomi...

GINNASTICA D'EPOCA FREDDAPrezzo di copertina € 10,00 - Prezzo Raduno 6,00€ (Risparmio 4,00€)
GINNASTICA D'EPOCA FREDDA - SOZI SERGIO Ginnastica d'epoca fredda è un racconto di fantasia ambientato nel 1952 al confine fra la Slovenia e l'Italia - esattamente nel goriziano sloveno - e racconta il tentativo di fuga dalla Iugoslavia di Poliorcete Visentini, il quale, italiano d'Istria, ha f...


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Intervista a Strumm



Un felice giorno qualsiasi, in una terra qualsiasi, navigavo sul web e mi imbatto in un social network qualsiasi (FB) e lì inizio a chattare con l' autore di "Diario Pulp", Strumm.
Libro bellissimo, già recensito sul nostro sito, un hardboiled che vede come territorio della sua narrazione, Roma, un concentrato di sangue e risate che mi hanno fatto leggere sto libro (edito per la XII Ed.) in pochissimo tempo.
Torniamo alla chat col nostro amico Strumm:
Enzo: "bellissimo davvero il libro, complimenti"
Strumm: "ti è piaciuto? grazie"
Enzo: "Visto che sei di Roma, potremmo organizzare una videointervista, che ne pensi?"
Strumm: "Sarebbe ottimo!"
ok da qui in poi la chat diventa un' approssimativa discussione su come/dove/quando organizzare il tutto. A un certo punto, lo sgomento prende possesso della mia anima, una frase scritta dal nostro scrittore, mi lascia...ehm... non perplesso, ma nemmeno sbigottito (ok mi sono finite le parole difficili lol), insomma rimango di merda:
Strumm: "Unico favore che ti devo chiedere, non posso essere ripreso in viso"
E io così O_O
Enzo: "Strumm una videointervista è fatta con una videocamera, una videocamera serve a mostrare ciò che uno inquadra (primo rigolo di sudore freddo mi attraversa il viso...)..."
Chiedere di non far vedere il viso durante una videointervista a uno scrittore è come vedere una puntata di "Italia sul due" mentre intervista un pusher o un politico (tendono entrambi a nascondersi per le cazzate fatte...).
Ok il momento fatidico si avvicina, la presentazione della raccolta di racconti "Archetipi" fa da sfondo per la nostra videointervista, ma all' appuntamento vengo con la mia arma segreta:  
Dario "SantoSubito" Bertini !!!
Ah Ah Ah vi ho fregato anche stavolta Monica Leofreddi e Milo Infante Ah Ah Ah
Il nostro film-maker  di professione inizia a sistemare la location, sposta tavoli, sedie, divani, librerie, e dopo 10 minuti di sto trambusto, viene ilproprietario della libreria e gli fa rimettere tutto com'era e lo cazzia...
Vabbè, parte l' intervista e sappiate che nemmeno Strumm è riuscito a metterci in difficoltà!!!!
E leggetevi Diario Pulp che merita tantissimo ;)



Parte seconda





Un saluto al nostro amico scrittore e ricordo che sabato 28/11/2009 (giorno di stipendio, così in molti compreranno il suo libro!!!) presenterà Diario Pulp a Roma,
Luogo:Libreria Rinascita Ostiense alle 19.00.00... Accorrete numerosi e con la busta paga fresca!! :P

Intervista di BodyCold
Riprese Bodycold e Dario "SantoSubito" Bertini
Foto Cristina Greco
Montaggio Dario "SantoSubito" Bertini


giovedì 26 novembre 2009

Fidati di me - Harlan Coben



Molti genitori provano un attaccamento eccessivo per i loro figli. Spesso si tratta di un sentimento di natura egoistica, e dunque fonte di numerosi attriti, in particolare nel corso dell'adolescenza. I figli non appartengono ai genitori e lo stesso vale per la coppia: il vostro coniuge non vi appartiene.
Tenzin Gyatso, Sua Santità il XIV Dalai Lama

L’uomo pianifica, Dio ride.
Proverbio Yiddish




Un giorno succede che cambi.

- Succede che a 16 anni una frase o un evento, che alla maggior parte delle persone potrebbe sembrare irrilevante, s’insinua nella tua fragile personalità in costruzione. Quello che ieri ti piaceva oggi non ti piace più. Le frasi e i sorrisi dei tuoi genitori che tanto ti facevano sentire amato e protetto ti sembrano catene pesanti e indistruttibili..Succede che non ti fidi più di loro ai quali fino all’altro giorno raccontavi tutto e che diventi intrattabile e taciturno.

- Succede che, a causa di tutto questo, tuo padre, medico affermato, e tua madre, avvocato in carriera, credano di poterti tenere d’occhio installando un software spia nel tuo PC per capire se frequenti le famose “brutte compagnie”. Dove è finito quel ragazzo pieno di vita, amante dell’Hockey, che riempiva di gioia le loro giornate? Dove vanno i pensieri del loro ragazzo ? Chi ha preso il loro posto ?

- Succede che tutto diventa complicato, troppo complicato, e che sparisci.
- Succedono tante altre cose a Livingstone, ridente cittadina del Ney Jersey: un insegnante soffre, tormentandosi con il senso di colpa, per avere fatto una battuta infelice ad una sua allieva; una coppia felice deve affrontare l’estenuante ricerca di un donatore d’organi per la grave malattia che pregiudica la vita futura del figlio undicenne ; un uomo e una donna se ne vanno in giro a rapire e torturare alcune donne, picchiandole fino alla morte, per ottenere un misterioso video.

Perché tanti genitori perdono la fiducia nei loro figli? Perché alcune coppie hanno il timore di raccontarsi il loro passato? Perchè facciamo tanta fatica a comunicare il nostro vero essere a chi, vivendo al nostro fianco, dovvrebbe capirci di più. Da dove viene tutta questa paura di non essere compresi?

Coben, con “Fidati di me” scrive un libro adulto.
Un romanzo che utilizza gli schemi di genere della letteratura poliziesca per elaborare una riflessione sul senso del possesso che corrode il genere umano. Attraverso un sapiente uso della forma interrogativa Coben ci costringe a riflettere su quanto le scelte di noi tutti siano, in ogni fase della vita, orientate al controllo di chi ci sta accanto. Genitori che controllano i figli, mogli che spiano i mariti e viceversa, attraverso software e tecnologie modernissime che sembrano uscite da un futuro lontano ma che sono già nel presente. Una storia con poca azione ma carica di pathos e ricca di suspence. Una storia che spinge il lettore a una lettura frenetica per avere risposta ai tanti misteri propostigli. Un libro che invita alla riflessione senza mai annoiare.

Leggetelo. Sempre che vogliate fidarvi di me.

Articolo di Lofi

Dettagli del libro
  • Autore: Coben Harlan
  • Editore: Mondadori
  • Genere: letterature straniere: testi
  • Collana: Omnibus
  • ISBN: 8804592486
  • ISBN-13: 9788804592488
  • Data pubblicazione: 8 Sep 09

mercoledì 25 novembre 2009

Intervista a Valerio Varesi



In occasione dell’uscita della nuova indagine del Commissario Soneri, Corpi Freddi ha intervistato l’autore Valerio Varesi.


Corpi Freddi: In questo tuo ultimo romanzo ho trovato un Soneri più introspettivo del solito, più combattuto, e combattivo, sia sul piano personale che in quello lavorativo. Un Soneri cresciuto, più saggio. Questa crescita ha seguito quella di Varesi, quella dei tempi, intesi come società, o semplicemente il suo orologio biologico?

Valerio Varesi: Soneri è un personaggio in itinere che cambia col tempo e quindi, come tale, non è mai uguale a se stesso come lo sono certi personaggi seriali, per esempio Maigret. E’ quindi ovvio che l’orologio biologico detti il suo tempo, ma penso che sia prevalente il cambiamento che riguarda me che scrivo. Ogni mattino ci svegliamo un po’ più nuovi e in quello che facciamo tutto questo si riverbera inevitabilmente. L’involuzione della nostra società e il progressivo corrompimento dei valori che la dovrebbero sorreggere, mi rendono più rabbioso e allarmato. Così anche Soneri ne risente.

CF: Sicuramente complice l'ambientazione montana, dalle pagine del libro trasuda una forte spiritualità che porta a tanti spunti di riflessione su molti temi etici. La filosofia rimane il tuo grande amore?

VV: I monti con la loro metafora dell’ascesa e i silenzi che li abitano certo favoriscono la riflessività e la spiritualità. Ma l’etica ritengo sia una componente fondamentale della letteratura in generale. Non v’è letteratura se non c’è anche etica. E’ uno dei compiti dello scrittore quello di estrarre un senso (magari non condivisibile o opinabile) da una vicenda umana o da una serie di fatti descritti, siano essi reali o di fantasia. Per cui la filosofia, in quanto “ragion pratica”, etica appunto, entra sempre nei miei romanzi.

CF: Nei tuoi romanzi, anche in questo, non manca la denuncia sociale. Trovi che scrivere dei mali della società in un romanzo sia più di impatto sul pubblico? Gli italiani sono talmente abituati alle brutte notizie trasmesse dai media da non farci più caso?

VV: Il fatto è che la gente è bombardata dalle notizie tra le quali è impossibile distinguere quelle vere e quelle meno vere. Ne scaturisce una confusione estrema secondo il celebre motto che troppa informazione produce l’annullamento dell’informazione. Allora tentare di racchiudere in un romanzo il senso compiuto di una vicenda emblematica, cercando di cavarne fuori una logica, è un tentativo spesso chiarificatore che può anche diventare la chiave per decifrare aspetti complessi dell’oggi.

CF: Stai già lavorando a qualche altro romanzo?

VV: Ho cominciato una nuova inchiesta di Soneri che avrà per tema lo scontro generazionale e, dal punto di vista paesaggistico, si snoderà su due mondi diversissimi di qua e di là dell’Appennino: la pianura padana e il mare di La Spezia.


CF: Come hai appreso e hai reagito alla notizia della candidatura de "Il paese di Saimir" al premio Scerbanenco?

VV: Mi ha fatto piacere, ma devo dire che è la quarta volta che vado in finale allo Scerbanenco. In un certo senso sono un veterano. Mi piace anche esserci andato con quel romanzo che non è un poliziesco, ma un noir sociale. Come ho detto prima, tengo molto all’impegno etico e scrivere un libro di denuncia sulle morti bianche portandolo alla finale di un premio credo che sia significativo non tanto per me quanto per quello che quel romanzo rappresenta.

CF: Oltre ai gialli scrivi anche romanzi di narrativa. Quale preferisci scrivere tra i due?

VV: Non distinguo mai tra gialli e narrativa di altro genere: ci sono semplicemente i romanzi, tutto qui. Penso che la realtà possa essere raccontata in vari modi. Ci sono storie che possono adattarsi al giallo e storie che necessitano di altri registri narrativi. Nel giallo esprimo l’indagine senza trascurare l’approfondimento psicologico e il tratto d’ambiente cercando di fondere poliziesco puro e noir. Negli altri romanzi, l’aspetto dell’animo umano è forse più sviluppato così come la valenza etica del racconto. Ma l’obbiettivo è sempre la realtà, la sua descrizione e la rappresentazione trasfigurata nella finzione letteraria.

CF: Si avvicina il Natale. Hai qualche libro, giallo o non, da consigliare?

VV: Consiglierei i libri di Jean Claude Izzo, un grande autore non ancora valorizzato adeguatamente, in particolare "Il sole dei morenti". Poi un grande autore tedesco come Sebald che ha scritto "Austerlitz", un capolavoro anche se un libro un po’ difficile. Tra gli italiani consiglierei un classico del giallo atipico: "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", un libro straordinario.

CF: Un sentito grazie a Valerio Varesi per la sua disponibilità, umiltà e umanità, e per i romanzi che scrive, mai vuoti, sempre coinvolgenti, sia nell’animo che nella mente. Grazie.




Intervista di Mrs Teapot 

martedì 24 novembre 2009

Che la festa cominci - Niccolò Ammaniti



Roma. Il romanzo si apre con due storie parallele: da una parte vi è lo scrittore Fabrizio Ciba, bello e affascinante, superficiale e sterile di valori, in piena crisi creativa e che vive del successo del suo primo libro, con il quale riesce ancora a guadagnare soldi e rimorchiare donne; dall’altra c’è invece Saverio Moneta, in arte Mantos, frustrato e con problemi familiari, nonché capo delle Belve di Abaddon, una sgangherata setta satanica alla ricerca di una propria affermazione come gruppo.
I due si trovano a partecipare, per motivi diversi, alla strepitosa festa che Sasà Chiatti, un ricco e mafioso imprenditore, organizza a Villa Ada, fatiscente parco romano trasformato in un grande parco zoologico con piante tropicali e animali selvaggi. Insomma la più grande festa di tutti i tempi con un’adunata di vip mai vista (tra politici, scrittori, giornalisti, calciatori, veline, attori e cantanti), che dura un giorno intero e che prevede oltre a una cena, addirittura una caccia nel parco, un concerto, uno spettacolo pirotecnico e tante altre esagerazioni.
I componenti della setta vedono in questa festa la possibilità di realizzare finalmente il sacrificio che li consacrerà una volta per tutte come la setta più importante di Roma, e lo scrittore Ciba invece, non ha altro che l’obbligo di esserci perché alla fine l’importante è partecipare.
Non aggiungo altro, dico solo che a questa festa ne succederanno di tutti i colori e il destino di molti sarà segnato.

“L’idea di Sasà Chiatti era semplice e grandiosa allo stesso tempo: organizzare per l’inaugurazione della sua Villa un party così esclusivo e sfarzoso che sarebbe stato ricordato nelle cronache dei secoli a venire come il più grande evento mondano nella storia della nostra Repubblica. E lui sarebbe passato dalla fama di losco immobiliarista a quella di radioso magnate miliardario ed eccentrico. Politici, imprenditori, gente dello spettacolo e dello sport sarebbero venuti a corte a omaggiarlo, proprio come il Re Sole a Versailles.”

Ammaniti lascia dunque il tono drammatico di “Io non ho paura” e di “Come Dio comanda” per tornare a un romanzo carico di umorismo nero che ricorda molto “Fango”, in particolare il racconto “L’ultimo capodanno dell’umanità”, ma anche il romanzo d’esordio “Branchie” per certi risvolti un po’ surreali che ho riscontrato.
Egli mette in scena ancora una volta con ironia, una società decadente in cui si muovono personaggi che non sono altro che caricature; “Che la festa cominci” è il ritratto amaro e angosciante di un mondo fatto di falsità, ipocrisie, volgarità ed eccessi. E’ chiaro a questo punto il riferimento all’attualità del nostro Bel Paese, purtroppo. I personaggi grottesci che troviamo nel libro sembrano appena usciti da un fumetto e invece sono quelli che vediamo ogni giorno sui giornali e in televisione; quando si tratta di tratteggiare dei personaggi, Ammaniti è un bravissimo pittore, un caratterista eccezionale. Ti porta ad amarli anche con le loro debolezze e i loro difetti, e sul più bello che ti affezioni, te li fa a pezzi davanti agli occhi.

Non saprei in quale genere catalogare questo libro. E’ un giallo? E’ un noir? E’ pulp? E’ una commedia? Sicuramente è un po’ tutto questo.
In primis è dissacrante, grottesco, e divertente, poi è tagliente, cinico e feroce, a tratti anche delirante e surreale.
Io personalmente ho preferito Ammaniti in altri scritti, ma ritengo che questa sia comunque una buona prova e soprattutto penso che leggere Ammaniti sia comunque uno spasso, sempre e in ogni caso. Quello che più apprezzo è la sua capacità di produrre romanzi così diversi tra loro (a volte drammatici, a volte folli, a volte onirici) e ogni volta di suscitare in me emozioni diverse; sa divertire, commuovere, irritare, ebbene sì, perché certi personaggi sono proprio irritanti…sa provocare molto bene sentimenti contrastanti.
Non credo, come molti invece, che Ammaniti abbia qui esagerato deformando eccessivamente la storia perdendo in credibilità e facendo una rappresentazione fine a se stessa; anzi sono piuttosto convinta che lui sappia mettere nero su bianco i propri deliri mentali e mescolarli così bene alla realtà e ai luoghi,e il messaggio che vuole lanciare arriva forte e chiaro.

Articolo di Vivara

Dettagli del libro
  • Autore: Ammaniti Niccolò
  • Editore: Einaudi
  • Genere: letteratura italiana: testi
  • ISBN: 8806191012
  • ISBN-13: 9788806191016
  • Data pubblicazione: 27 Oct 09


lunedì 23 novembre 2009

UWS (United We Stand) - Simone Sarasso e Daniele Rudoni



Vorrei prima fare una piccola premessa davanti a quest' opera. Statisticamente la graphic novel in Italia ha avuto un aumento di vendite pari al 4% rispetto al fumetto standard. C'è anche da dire che l' Italia è un paese davvero strano, prima di leggere United We Stand ho letto parecchie recensioni in giro per il web e molte altre le spammava il buon Sarasso su facebook estratti dai quotidiani. Sul web si parla di un bene bestia di questa graphic novel, ma si sà sui blog che sono indipendenti e gestiti da VERI cultori, le recensioni hanno molta più veridicità. Sono poche secondo me le, cosidette "testate nazionali" che possono annoverare veri critici letterari e ancor meno quelli che ne capiscono qualcosa di graphic novel. A tali signori vorrei dire che di una graphic novel non deve solo esser recensita la trama narrata, non siate tanto frivoli e superficiali. L' amico Sarasso è lo sceneggiatore della gn ma solo sul 10% delle recensioni lette ho visto parole dedicate all' ottimo lavoro di tratto di Daniele Rudoni.
Un fantastico gioco di chiaro scuri sapientemente miscelato con un disegno sicuro dettata chiaramente dall' esperienza di Daniele che, per chi non lo sapesse, insegna Tecnica del Fumetto all' Accademia di Belle Arti di Novara oltre ad essere un fumettista affermato e uno dei coloristi della Marvel America. Ritengo geniale l' aver introdotto scene con personaggi, non presi dall' immaginario ma bensì da un passato non tanto remoto del nostro televisore analogico. Provate ad immagine un Sarasso, o meglio il suo alter-ego fumettaro Talento, interrogato da Maurizio Merli... bellissimo!!
Tra le tavole circola, l' onnipresente Andrea Sterling che abbiamo conosciuto in "Confine di Stato" e abbiamo reincontrato in "Settanta" sempre sanguinario sempre "nero", addestrato da paramilitare negli ULTOR è il "cattivo" della storia, anche di questa storia.. Tutto ha inizio con la vittoria del centro sinistra alle elezioni del 2013, grazie al nuovo premier Stella Ferrari, primo premier donna d' Italia. Ma mentre da noi si festeggia il resto mondo combatte il più sanguinoso conflitto mondiale ma registrato. Usa contro Cina, due mega potenze economiche, due mega potenze politiche, ma peggio due mega potenze con armi nucleari.
L' Italia non riesce nemmeno ad aver il tempo di schierarsi con quale bomba morire, che dopo 10 minuti dal verdetto delle urne e la festa del PD per la premie Stella Ferrari, un commando paramilitare si cala da elicotteri nella piazza dei festeggiamenti e inizia ad uccidere tutto e tutti e a comandare gli eventi c'è lo Sterling.
L' inizio della NOSTRA guerra e della NOSTRA resistenza.
Di sicuro una trama epica che a leggerla in una recensione di un blog, mette sicuramente qualche brivido, ma provate a leggerla su questo romanzo/graphic novel, un retrogusto di violenza, sesso, (fanta) politica marcia che vi riempirà.
Simone Sarasso in questi anni ci ha abituati ad un' Italia che è l' altra faccia della medaglia di se stessa, un ' Italia di terrore e terrorismo, ma fondamentalmente ha solo romanzato la nostra storia, quella più cupa di certo, ma pur sempre fatti accaduti. Con UWS si è decisamente spinto oltre, tanto da aver scatenato anche i media a parlarne, e si sa, in un TG o in un Programma di Approfondimento nel nostro bel Paese, ci si va o se uccidi tutta la famiglia e dopo 4 anni di indagini e 4 di plastici ancora non vieni incriminato, oppure se sei un politico tutto casa/chiesa/bordello che di giorno comizi sulla famiglia e la sera ti fotti un trans in un motel o una prostituta in una villa. Beh la coppia Sarasso e Rudoni, tra le maglie dei media ci è finita perchè hanno sparato in testa a Berlusconi e Fini ed è scoppiato il caso.
Sul Corriere della Sera addirittura hanno tirato in ballo l' autogoal del centro sinistra a vantaggio del centro destra dell' emerito 23enne del PD Matteo Mezzadri e quando disse "Ma possibile che nessuno riesca a ficcare una pallottola in testa a Berlusconi?" senza magari sapere che le tavole di UWS erano state disegnate 2 anni prima del Lodo Alfano.
La cosa che mi ha quasi sconvolto è l' aver visto su youtube un video di un giornalista stipendiato dalla gente, che nel suo salottino unto di liquido salivare, parla di UWS durante una puntata basata sulla notizia dell' esistenza su facebook di un gruppo che minacciava di morte il suo Mentore nonchè Capo del Suo Governo.
Ma il culmine dello scempio dell' ignoranza mediatica ce la regala proprio Porta a Porta dove per mezzo di un servizio delirante a un certo punto l' avvilente giornalista recita: ".... Come Matteo Mezzadri che con la frase ...idea non originale che aveva già ispirato un romanzo a fumetti ... nel 2013 sparano in testa al premier uscente Berlusconi e al suo vice Fini..."





 (guardate dal 2° minuto in poi per circa 40 secondi)


Beh auguro di vedere tante altre idiozie in Tv, perchè come diceva qualcuno anni fà: "Bene o male, purchè se ne parli" e scommetto anche che questo clamore attorno a United We Stand farà bene anche alla Marsilio Editore che in questi anni ha sempre supportato i progetti di Sarasso e anche in questo caso ci han visto lungo, perchè si sà che sotto Natale le vendite dei fumetti da albo, crescono a dismisura ;)
In definitiva un prodotto da avere ma mi raccomando non mettere United We Stand, troppo vicino agli altri regali, perchè quel bastardo di Talento potrebbe rubarveli.


Articolo di BodyCold

Dettagli del libro
  • Autori: Sarasso Simone Rudoni Daniele
  • Editore: Marsilio
  • Genere: disegno, arti decorative e minori
  • Editore: Marsilio
  • ISBN: 8831798669
  • ISBN-13: 9788831798662
  • Data pubblicazione: 2009


domenica 22 novembre 2009

Astri di paura - Federica D’Ascani




Alzi la mano chi non ha mai avuto paura del buio , chi non ha immaginato da bambino orride cose nascondersi sotto il letto e dentro l’armadio, o benché ormai adulto , si sia sentito afferrare da un terrore sottile , serpeggiante come una cosa viva , nel trovarsi di fronte all’ignoto o semplicemente da solo in casa sul calar della notte, quando anche il più piccolo rumore sembra risuonare sinistramente. L’orrore irrompe e nessuno accorre a salvarci. I vampiri non si lasciano conquistare dall’amore, i fantasmi non si mostrano per ottenere o dare aiuto , i mostri esistono e le dimore infernali assumono consistenza reale.
18 piccoli racconti per suscitare terrore, sgomento, paure ancestrali e una devastante impotente solitudine di fronte al Male.
L’autrice scoperchia il suo personalissimo “vaso di pandora” lasciando che i suoi incubi si diffondano come un morbo letale nelle pieghe della quotidianità.
Ogni scenario della realtà più semplice, più banale, ne viene investito e “ verniciato” di nero. Persino un otto a scuola o un episodio di violenza ai danni di un barbone di cui son piene, ahimè, le cronache .
Ma non vi aspettate un Jack o un Manson o qualsiasi altra psiche del tipo borderline, qui sono le colpe di alcuni e il desiderio di vendetta di chi è stato lasciato solo , dimenticato , tradito ad evocare un male rabbioso, rancoroso , soprannaturale.
Ecco allora la novella Carrie White abbracciare e nutrire la ferita aperta dal tradimento dello sposo fino a concedersi completamente all’oscurità e arrostire con la sola forza della telecinetica i due fedigrafi (da il chiarore della luna ) . Un vecchio Faust vagabondo che cede la sua anima per pestare un giovinastro che l’aveva malmenato fino alla dissoluzione di questi e la propria (da Il clochard ). Un pallido spettro amletico a cui non basta puntare il dito accusatore ma che dilania l’amica rea di non aver ascoltato il suo grido d’aiuto e aver preferito dormire (da Vuoi dormire? ) .
Una figlia adolescente che sentendosi poco amata ed incompresa , anche nel suo giorno di gloria scolastica, distrugge nella cantilenante, di cinematografica memoria , follia dell’odio la sua stessa famiglia ( da Panta Rei ).
Questi sono solo alcuni degli incubi narrati in questa raccolta , e come tali rimangono. Troppa necessità di spiegare, troppe precisazioni, ed alcune volte , troppe ripetizioni recidono quel filo d’ansia che l’autrice cerca di stabilire con il lettore. Tanto da essere prevedibile nel successivo dispiegarsi della storia , tanto da cadere nell’immaginifico più ovvio.
Intenta forse a cercare più l’originalità del terrore che ad evocarlo , smarrisce il fine nella creazione dei mezzi .
Considerando anche la proprietà stessa dei racconti ( riesce alquanto difficile creare una tensione molto elevata in poche righe ), questa antologia appare più come uno Zibaldino dei pensieri dell’ Ascani, un crogiolo di idee per successivi romanzi, una sperimentazione condita da sprazzi di vera innovazione nel filone horror ( un esempio, anche per una più matura costruzione del racconto stesso , è rappresentato dagli ultimi due : l’ alba del terrore e la falena ) e come le tessere di un mosaico o le macchie di Rorschach , disegnano per noi una rabbiosa violenta anima di una giovanissima scrittrice alla ricerca del più nero stupore, tesa a travalicare i confini del buio per regalarci un vero, denso, squassante grido di terrore… .

Articolo di eccozucca

Dettagli del libro
  • Autore: D'Ascani Federica
  • Editore: Zerounoundici
  • Genere: letteratura italiana: testi
  • Collana: Selezione
  • Pagine: 120
  • ISBN: 8863072000
  • ISBN-13: 9788863072006
  • Data pubblicazione: 2009

sabato 21 novembre 2009

La scala a chiocciola - Mary Roberts Rinehart



 “Questa è la storia di una zitella di mezza età che perse la testa, disertò i lari domestici prese in affitto una casa ammobiliata per passare l’estate fuori città e si trovò coinvolta in uno di quei delitti misteriosi che rendono la stampa e le agenzie investigative felici e prospere.”

Uno degli incipit più belli della storia del genere giallo per uno dei romanzi tra i più famosi e ancora oggi, a distanza di 101 anni, pur risultando datato e sicuramente “demodè”, tra i più ristampati e amati libri gialli. (Nel 2004 è stato ripubblicato nello Speciale del Giallo Mondadori n. 41Le signorine omicidi all’attacco” nella traduzione del grande Alberto Tedeschi e nel 2008 dalla Polillo nella collana “I Bassotti” n. 55 nella versione di Francesca Stignani, già eccellente traduttrice di “Signori della corte” di Edgar Lustgarten – I Bassotti n. 71)
Rachel Innes ricca “signorina di mezza età” è felicissima di vivere in città. Non si sogna minimamente di trasferirsi in un paesello sperduto dove la posta arriva solo 1 volta al giorno, anziché 3, l’erogazione dell’energia elettrica viene sospesa a mezzanotte e dove la fornitura dell’acqua è fatta “a mezzo di serbatoi sul tetto”.
Finché, un certo anno commette “la pazzia” di cambiare le proprie abitudini e su insistenza dei 2 giovani nipoti, decide di prendere in affitto da un ricco banchiere una casa sperduta nella campagna del New England per trascorrervi l’estate insieme ai parenti e alla fidata cameriera Lydia.
Ma “se avesse saputo” a cosa stava andando incontro probabilmente non avrebbe mai neppure osato varcare la soglia di casa. Già la mattina successiva al suo arrivo inciampa nel cadavere di uno sconosciuto, assassinato con un colpo di pistola, riverso ai piedi della scala a chiocciola all’interno della casa. Come se questo non fosse abbastanza, la dimora, almeno a giudicare dai ripetuti e incessanti colpi notturni e dalle misteriose e inquietanti apparizioni alle finestre, sembra infestata dai fantasmi. Il fidanzato della nipote scompare e i membri della servitù si danno alla fuga inorriditi e intimoriti.


Ma gli spiriti non hanno mai avuto bisogno di usare la pistola per far fuori le proprie malcapitate vittime e quindi nonostante le pressioni, anche dei parenti più stretti, Miss Innes decide di rimanere nella casa per cercare di far luce sui troppi misteri che sembrano circondarla. Ma “se avesse saputo” …………
Questo romanzo, opera prima di Mary Roberts Rinehart (1876-1957), conosciuta come l’Agatha Christie americana, (anche se la Dame inglese pubblicherà il suo primo libro solo di lì a 12 anni nel 1920) tiene a battesimo quella che un famoso editore definì la “Had I but know school” ovvero la scuola del “se l’avessi saputo”, il cui tratto distintivo è costituito da una protagonista, solitamente una “signorina nubile” di mezza età, la cui attitudine speciale pare essere quella di andarsi a cacciare nei peggiori guai sull’onda della propria irrefrenabile curiosità. Guai, la cui dose va detto per inciso, probabilmente, viene rincarata spesso proprio dalla loro inopportuna intromissione, e dai quali riescono ad uscirne per il rotto della cuffia grazie, il più delle volte, all’intervento provvidenziale di qualche “deus ex machina”.
Massime esponenti di questa scuola saranno, qualche anno più tardi, Miss Marple di Agatha Christie, Hildegarde Withers di Stuart Palmer, Miss Maud Silver di Patricia Wentworth nonché le protagoniste dei romanzi di Ethel Lina White (autrice di un’altra celeberrima “Scala a chiocciola” portata sugli schermi da Robert Siodmak) e di Mignon G. Eberhart.
Non paghe, queste gentili signorine, hanno pure l’abitudine di effettuare le loro scorribande soprattutto di notte (tra cui un “must” è la classica visita al cimitero momento “clou” di questo romanzo ). La notte è la vera protagonista del romanzo della Rinehart: ed è piena di sorprese, agevolata non poco dalla circostanza che la locale centrale elettrica sospende l’erogazione dell’energia esattamente a mezzanotte. A partire da questa ora fatidica, mentre tutto il resto del mondo dorme il sonno dei giusti, Miss Innes, i suoi 2 nipoti, i rispettivi morosi, la cameriera Lydia, l’ispettore Jamieson, l’assassino, la vittima, la servitù, l’autista e tanti misteriosi personaggi, sembrano non avere un attimo di pace: si incontrano, si inseguono, si braccano, si sfiorano, si incrociano, si mancano per un soffio ma soprattutto fanno cose “strane” al limite della stramberia, che paiono piuttosto le comparse di una commedia di Georges Feydeau (quello, de “L’albergo del libero scambio”).
La scala a chiocciola” nonostante sia un’opera prima e per di più scritta nel 1908 è già una storia ottimamente concepita, costruita e raccontata benissimo.
La dote principale della Rinehart è quella di evocare una persistente e incombente atmosfera di disagio e costante pericolo e di calarvi al suo interno il racconto. I dialoghi sono esemplari e ciascuno dei personaggi viene tratteggiato in modo eccellente. Intendiamoci. Come già detto, il romanzo risente molto dell’epoca in cui è stato scritto, infarcita di influssi del periodo tardo vittoriano. La cura dei dettagli e dei particolari è sicuramente tipica del romanzo ottocentesco.
Oggi sicuramente agli occhi di qualche critico più inflessibile la storia potrebbe apparire come un po’ troppo sorpassata e sembrare un po’ improbabile. Ma se siete disposti a sospendere un attimo l’incredulità e a calarvi per bene nella trama (del resto nel corso delle nostre letture quante volte l’abbiamo già fatto e quante altre volte lo faremo di nuovo?) otterremo in cambio svago e divertimento allo stato puro.
Ci sono suoni inspiegabili e passi inquietanti nella notte, volti misteriosi alle finestre, ospiti inattesi, cameriere superstiziose che fuggono terrorizzate, crisi di nervi, svenimenti, personaggi ambigui, misteriose donne velate, sospiri amorosi. Nonostante una piccola dose di melodramma, tipico più del “romance” piuttosto che del romanzo giallo puro lo stile della Rinehart è scorrevole e accurato per niente pedante o stucchevole a dimostrazione che l’autrice comunque era una grande narratrice in grado di partorire un evergreen che ha quasi tutto ciò che un giallo deve offrire al lettore.
In conclusione il mio consiglio spassionato è sicuramente quello di attendere una notte buia e tempestosa, sprofondarvi comodi nella vostra poltrona preferita a leggere questo intramontabile romanzo magari con una luce soffusa…..e se doveste sentire un rumore misterioso provenire dalla parte più remota e lontana della vostra casa …non preoccupatevi…….pensate che è solo Miss Rachel Innes che sta svolgendo una delle sue sconsiderate indagini notturne alla luce della lampada a petrolio. Voi armatevi di coraggio e seguitela. Non ve ne pentirete. Io vi ho avvertiti. Non venite poi a dirmi “Ah…se l’avessi saputo!”.


In libreria
  • I Bassotti n. 55 Polillo editore anno 2008

Usato
  • Speciali del Giallo Mondadori n. 41- “Le signorine omicidi all’attacco – anno 2004
  • Classici del Giallo Mondadori n. 194/1974
Articolo di Allanon

    venerdì 20 novembre 2009

    Evento “Raul Montanari” – Libreria Pellegrini di Mantova – 30 10 2009




    Si è svolto negli accoglienti e intimi locali della Libreria di Pellegrini di Mantova l’interessante incontro avente protagonista lo scrittore milanese Raul Montanari con la supervisione del simpatico scrittore Davide Bregola.
    Questo evento costituisce uno dei primi importanti cicli di incontri aventi protagonisti prestigiosi scrittori del panorama letterario Italiano. La Libreria di Pellegrini di Mantova rappresenta una delle ultime realtà indipendenti nella terra di Virgilio gestita con estrema competenza e dedizione e rimane, a tutt’oggi un fondamentale punto di riferimento per gli amanti della letteratura.



    Ammetto di essermi presentato all’appuntamento totalmente ignorante sulla produzione di Raul Montanari e con il senno di poi mi rendo conto di quante meritevoli realtà esistano nel nostro paese in materia letteraria.

    Purtroppo all’evento siamo veramente in pochi ed è un vero peccato perché l’incontro toccherà aspetti e tematiche interessantissime e la sensazione personale è di esserne veramente uscito arricchito.

    Motivazione ufficiale della visita di Montanari in Italia è la presentazione del suo ultimo romanzo edito da Baldini Castoldi DalaiStrane cose, domani”.

    Strane cose, domani” è un romanzo che prende spunto da un avvenimento realmente accaduto allo scrittore che, durante un giretto in bicicletta sotto la pioggia nel Parco Sempione di Milano, trova abbandonato su una panchina un diario appartenente ad una adolescente e dopo una vana ricerca del possessore decide di conservarlo e leggerlo. Da questa storia reale prendono il via le vicende di Danio, uno psicologo separato, con un importante segreto da nascondere: è un assassino. Il ritrovamento di questo diario scatena una serie di riflessioni e crisi interiori che ne stravolgeranno la sua esistenza.

    Montanari ci tiene immediatamente a sottolineare che non scrive thriller e noir classici e rifiuta categoricamente qualsiasi classificazione ristretta in tal senso; questo non per un discorso di snobismo o intellettualismo ma proprio perché si ritiene libero di scrivere storie senza dovere sottostare a forzati dogmi.

    Ed è impossibile dargli torto: ho assistito a decine d’incontri con scrittori italiani e internazionali di altissimo profilo ma credo raramente di essere rimasto coinvolto così fortemente a livello emozionale. Montanari è una persona intelligentissima di una cultura incredibile; ricordo che oltre ad essere uno scrittore di romanzi, Montanari ha scritto pure poesie oltre che essere un abilissimo traduttore tra cui si ricordano le traduzioni delle opere classiche di Seneca, Sofocle e Shakespeare oltre ad importantissime opere di Edgar Allan Poe e Cormac Mccarthy.




    A dire il vero Montanari ha pure pubblicato due gialli in senso stretto pubblicati diverso tempo fa dalla Marcos Y Marcos: “Dio ti sta sognando” (che verrà ripubblicato l’anno prossimo nella collana d’edicola dei Gialli Mondadori e il geniale “Sei tu l’assassino” che nasce da un’idea scaturita dalla lettura di Montanari delle postille di “Il nome della rosa” nel quale Umberto Eco riferisce che gli intellettuali francesi d’avanguardia dell’Oulipo avevano costruito una matrice di tutte le possibili trame di un giallo; ebbene Montanari escogita una trama in cui l’assassino è lo stesso lettore. Pazzesco: romanzo sicuramente da riscoprire.

    Al termine dell’incontro lo scrittore si concede in maniera calorosa con i suoi ammiratori dispensando autografi e foto di rito confermando enorme carisma e simpatia.

    Giallo, thriller, noir, post-noir???

    No: semplicemente Raul Montanari.

    Articolo del Killer Mantovano


    Horror italiano a Manfredonia (FG)



    INCONTRO - DIBATTITO "I TRE VOLTI DELLA PAURA"

    Sabato 21 Novembre 2009 - Ore 18.00
    Auditorum PALAZZO CELESTINI a Manfredonia

    RIFLESSIONI SUL CINEMA HORROR IN ITALIA CON:
    • - GORDIANO LUPI (scrittore)
    • - EMANUELE MATTANA (sceneggiatore)
    • - STEFANO SIMONE (regista)






    Proiezione del cortometraggio CAPPUCCETTO ROSSO di STEFANO SIMONE

    Visione consigliata ai minori accompagnati da un adulto

    giovedì 19 novembre 2009

    Intervista a Donato Carrisi




    Ciao Donato, è ancora indelebile in noi il ricordo della splendida serata vissuta a Mantova in occasione dell’evento “Criminal minds”.
    Ci sentiamo ancora in dovere di ringraziarti per l’enorme disponibilità dimostrata e per la preziosa opportunità che ci hai riservato nel concederci questa intervista.
    Passiamo subito al fuoco di fila delle domande:

    Corpi Freddi: Sono passati circa nove mesi dall’uscita del tuo debutto letterario e “Il suggeritore” sta ottenendo riscontri di vendita incredibili senza contare i freschi riconoscimenti dei premi Bancarella e Belgioioso (oltre alla recentissima nomina in concorso per il premio Scebarnenco). Ti aspettavi un simile successo e soprattutto quale è il tuo stato d’animo in questo momento?


    Donato Carrisi: No, il successo non l’avevo messo sicuramente in conto e inutile negare questa cosa mi ha reso felicissimo. Quando la gente viene a dirmi “Il tuo libro è diventato un cult” io sorrido sempre, però poi mi rendo conto che molti lettori si sono appropriati di questa vicenda e di questi personaggi, gli hanno fatti loro; probabilmente è proprio questo il senso di questa parola inglese che per noi Italiani non significa tantissimo.

    CF: Questo enorme clamore suscitato tra pubblico ed addetti ai lavori, quanto paradossalmente potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: in che misura senti in te la pressione di dovere bissare gli attestati di stima ottenuti?

    DC: L’esordio è stato salutato molto bene dalla critica e dal pubblico e la pressione per il secondo libro si sente ed è innegabile. Però devo anche dire che questa cosa non mi spaventa più di tanto perché ho sempre avuto il gusto di raccontare delle storie ma non sono alla ricerca spasmodica di dover ricreare il seguito di “Il suggeritore”. Il mio sogno è d’innamorarmi di ciò che racconto e di divertirmi a scriverlo e dopo di che tutto credo venga quindi di conseguenza. Non ho voglia di ripetermi ma di mettermi in gioco con qualcosa di diverso. Credo che non bisogna inseguire un successo ma un emozione.

    CF: Andiamo ad analizzare in profondità “Il suggeritore”: è innegabile la forte influenza esercitata dagli autori d’oltreoceano, quali sono gli scrittori e quali le opere di genere più significative che sono state di formazione per Donato Carrisi?

    DC: Mi ritengo omnivoro dal punto di vista letterario e leggo un po’ di tutto. Sono un grandissimo fan di Michael Connelly e Jeffery Deaver. Mi piace tantissimo Andrew Klavan per come costruisce i personaggi ma amo anche leggere un altro tipo di letteratura come ad esempio Jeffery Eugenides (l’autore di Middlesex) o anche lo scrittore e giornalista spagnolo Quim Monz, bravissimo nello scrivere racconti noir. Inoltre amo Falcones, Zafon senza trascurare gli autori classici.

    CF: E’ sensazione comune che “Il suggeritore” sia stato un romanzo molto discusso dalla critica e dai lettori, dove alle sperticate lodi si sono contrapposte feroci stroncature. Con il senno di poi e analizzando la tua opera a freddo quali ritieni a tuo parere personale i punti di forza del libro e cosa invece avresti rivisto o addirittura eliminato?


    DC: A dire il vero non ho riscontrato feroci stroncature, ho notato invece una grande superficialità di giudizio da parte di una larga fascia della critica. Spesso si dimentica che un libro è il frutto di tempo, di una scelta di vita, di studio e innumerevole ricerca. Ho invece apprezzato molto le critiche profonde al libro, quelle che mi hanno permesso di crescere come scrittore . Probabilmente i punti che sono stati criticati maggiormente riguardano il finale (considerato da molti aperto anche se personalmente non sono d’accordo, sono dell’idea che sia una mentalità tutta Italiana il volere un finale rassicurante che chiude i conti ma non sempre credo sia giusto così) e, inoltre, la parte dove viene introdotto il personaggio della medium che comunque ritengo non aiuti o porti alcun elemento di aiuto alla soluzione finale della vicenda. Quindi rimango convinto delle mie scelte e non rivedrei alcun punto della storia così come congegnata originariamente.

    CF: Il complimento che ti ha fatto più piacere e la critica che ti ha infastidito maggiormente?

    DC: La cosa che mi fa più piacere ancora oggi è quando mi vengono a dire che il libro scorre e che il lettore sente la necessità di leggerlo velocemente perché non riesce a staccarsi. La critica più cattiva mi è stata rivolta da un giornalista augurandomi che il libro rimanesse a prendere polvere sugli scaffali ritenendolo una scopiazzatura di “Il codice da Vinci” (affermazione totalmente assurda – n.d. killer Mantovano).

    CF: Curiosità: La particolarità che dà il titolo al tuo libro (che cioè esistono persone che con tecniche subliminali incidono sulla psiche di altre persone e ne fanno emergere il lato oscuro trasformandoli in killer) era già stata usata da Agatha Christie in uno dei suoi libri più famosi, "Sipario", scritto negli anni '40 e pubblicato poco prima della sua morte. Pure in Sipario la tesi di fondo è che ciascuno è un potenziale assassino e il vero criminale del libro è un personaggio che non uccide mai materialmente, ma si avvale della sua influenza per indurre altri a uccidere. Conosci “Sipario”, ne hai tratto ispirazione o si tratta solo di una coincidenza?

    DC: Pur avendo letto moltissimi romanzi di Agatha Christie ed essendone un grande estimatore posso tranquillamente affermare di non avere mai letto “Sipario”. Probabilmente il romanzo dal quale ho tratto più ispirazione è “La bambola che dorme” di Jeffery Deaver che affronta il caso della setta di Manson e quindi facendo riferimento a quelle particolari menti criminali capaci di trascinare altre persone a commettere omicidi. Ora mi hai incuriosito e dovrò leggere “Sipario” anche se, a dire la verità, simpatizzo più per Miss Marple che per Hercule Poirot che ho sempre trovato troppo saccente.

    CF: Un altro tema molto caldo e controverso nel tuo romanzo è stato l’inserimento nell’impianto narrativo di una medium. Quanto personalmente credi in questo genere di esperienze come ausilio di un indagine investigativa e se per caso hai avuto a che fare con situazioni simili?



    DC: Ho conosciuto diversi medium nella realtà e mi rendo conto che fanno un effetto forte sulla mia persona, una in particolare che mi ha fatto diverse consulenze. Ti racconto una curiosità: quella che mi ha aiutato maggiormente come consulente nel libro si è fatta viva mentre mi trovavo in Spagna tramite mail il giorno prima che dovevo prendere l’aereo per tornare a casa (è noto il mio terrore per i viaggi aerei) e mi chiese “Donato tutto bene?”. Questo suo messaggio ha risvegliato in me una situazione di angoscia incredibile, avevo quasi la sensazione che la medium avesse avuto una visione non proprio rassicurante; sono stato per quasi tutta la giornata tentato di non prendere l’aereo. Tra l’altro ti posso confermare che questa persona nel suo campo è una delle più quotate tanto che ha collaborato nel recente passato ad una indagine in Italia molto nota relativa ad una scomparsa e aiutando fattivamente nella soluzione del caso; indagine che per ovvie ragioni non posso fare accenno. L’idea della medium che ha l’opinione pubblica è spesso errata: la medium non parla con i morti, non ha visioni; è un po’ quello che diceva Albert Einstein relativamente alle scie di energia, il medium ne legge e convoglia queste energie presenti nei luoghi dove si sono verificati crimini.



    CF: Cinquant’anni fa nella prefazione del suo libro "I persuasori occulti" Vance Packard scriveva:"Molti di noi vengono oggi influenzati assai più di quanto non sospettino, e la nostra esistenza quotidiana è sottoposta a continue manipolazioni di cui non ci rendiamo conto. Sono all'opera su vasta scala forze che si propongono, e spesso con successi sbalorditivi, di convogliare le nostre abitudini inconsce, le nostre preferenze di consumatori, i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi a prestito dalla psichiatria e dalle scienze sociali. E' significativo che tali forze cerchino di agire su di noi a nostra insaputa, sì che i fili che ci fanno muovere sono spesso, in un certo senso, "occulti".
    Sono numerose in tutto il libro varie strategie psicologiche utilizzate da alcuni personaggi per influenzare e utilizzare le menti altrui. Così assistiamo a interrogatori di polizia super specialistici, pratiche medianiche, regressioni ipnotiche, soliloqui tipo mantra. Siamo dunque arrivati in un era della nostra esistenza dove più che alla salvaguardia della sopravvivenza fisica dobbiamo pensare a come attrezzarci per difendere la nostra mente?

    DC: Sicuramente si. A partire dalle cose più semplici: domandiamoci perché gli orologi sorridono sempre. Normalmente guardando ad esempio la pubblicità di un orologio le lancette sono sempre poste alle 10.10. Questa è un elementare tecnica di comunicazione che noi subiamo nella nostra vita quotidiana. Anche ad esempio nella conduzione di un supermercato si notano situazioni di questo tipo. Sapevi che alcuni corridoi dei supermercati sono in salita per fare in modo che tu debba rallentare con il carrello pesante? E’ una continua esposizione a messaggi subliminali di ogni tipo, noi subiamo l’attacco quotidiano inconsapevole di diversi suggeritori ai quali siamo totalmente indifesi, sono fermamente convinto di questa mia tesi. Questo è uno dei pericoli del nostro secolo soprattutto se convogliato in attività di tipo criminale.

    CF: In un column esclusivo Corpi Freddi ideato da un tuo collega illustre (Mr. Brian Freeman), lo scrittore s’interroga sul tema dell’immoralità nei thriller contemporanei e se quindi sia giusto e morale creare storie che parlano del male fino nei suoi più beceri e reconditi aspetti. Il tuo libro tratta tematiche molto forti come la pedofilia che hanno scatenato reazioni contrastanti in alcuni lettori. Esiste un limite entro il quale spingersi?

    DC: Non bisogna mai mettere in scena la violenza in maniera diretta, la violenza brutale e fine a se stessa la considero quasi pornografia. Deve essere una violenza chiusa perché solo in quel momento può diventare esemplare consentendoti di fare una scelta. Alcuni argomenti hanno una forte corrispondenza nella realtà e occorre pudore nel saperli trattare. Riguardo al tema della pedofilia trovo ad esempio più sconvolgente, rispetto al descrivere la figura di un serial killer, quella di un tour operator che organizza viaggi per single nei paesi del turismo sessuale che riguarda i minori.

    CF:  Per molti autori che scrivono crime novel è pratica comune scrivere saghe seriali di successo con personaggi fissi, con addirittura profondi agganci e legami tra le varie storie; se da un lato questa azione è da considerarsi una limitazione del rischio commerciale, potrebbe dall’altro risultare un freno alla creatività. Cosa ne pensi? 

    DC: Non sono d’accordo, amo le saghe con personaggio fisso, mi piacciono molto. Credo sia invece molto difficile ricreare i cattivi, è mia idea che riproporre la figura di un cattivo non fuoriesca con la pari intensità. Mi riferisco in particolare alla saga di Thomas Harris e al suo Hannibal che ormai mi sembra diventato un po’ la parodia di se stesso.

    CF:  “Il suggeritore” è un romanzo che riteniamo si presti dannatamente bene ad una trasposizione cinematografica. Ci sono voci non confermate che parlano che ciò sia una possibilità più che concreta. Cosa ci puoi dire di più preciso?

    DC: Ti posso confermare che la notizia è vera e concreta.

    CF: Dato che hai iniziato la tua attività lavorativa come sceneggiatore per cinema e televisione ne conosci bene l’importanza di un adattamento cinematografico adeguato che non svilisca l’opera scritta. Chi vedresti bene nelle veci di regista e dei principali membri del cast?

    DC: Il regista è già deciso ma non posso per ora fare nomi però ti posso confermare che quando verrà reso noto sarà una cosa molto esplosiva. Stiamo ultimando il cast ma per ora sono maggiormente interessato alla figura del co-sceneggiatore, in questo caso mi piacerebbe affiancare uno dei grandi di Hollywood. Sarà una produzione Italo-Americana che uscirà regolarmente nelle sale cinematografiche.

    CF: Voci molto insistenti parlano di un imminente nuovo romanzo firmato Carrisi. Puoi darci qualche elemento concreto?

    DC: Sarà un romanzo molto diverso da “Il suggeritore”. Sarà un thriller in cui sarà richiesta una forte collaborazione da parte del lettore chiamato in causa a risolvere una serie di misteri. Il lettore dovrà mettersi alla prova e non rimanere come semplice spettatore ma dovrà letteralmente “sporcarsi le mani”. Ci sarà una storia d’amore molto intensa all’interno del libro.

    CF: Quando uscirà il romanzo orientativamente??

    DC: Conto di fare uscire il libro entro la fine del 2010 o i primi mesi del 2011 anche se sono superstizioso e tendo ad evitare i numeri pari perché credo che non mi portino bene. Però una uscita natalizia sotto il profilo commerciale potrebbe risultare una mossa azzeccata.

    CF: L’intervista è finita, un grazie di cuore a Donato, esempio di umiltà, dedizione e simpatia. Ti auguriamo le fortune più grandi. Ora e sempre uno di noi.



    Intervista del Killer Mantovano

    Il killer Mantovano desidera ringraziare:
    - Palazzo Lavarda, Blueberry e Lofi per il contributo in sede d’ideazione delle domande.
    - Principessa, per il prezioso e fondamentale supporto tecnico e logistico