“Questa è la storia di una zitella di mezza età che perse la testa, disertò i lari domestici prese in affitto una casa ammobiliata per passare l’estate fuori città e si trovò coinvolta in uno di quei delitti misteriosi che rendono la stampa e le agenzie investigative felici e prospere.”
Uno degli incipit più belli della storia del genere giallo per uno dei romanzi tra i più famosi e ancora oggi, a distanza di 101 anni, pur risultando datato e sicuramente “demodè”, tra i più ristampati e amati libri gialli. (Nel 2004 è stato ripubblicato nello Speciale del Giallo Mondadori n. 41 “Le signorine omicidi all’attacco” nella traduzione del grande Alberto Tedeschi e nel 2008 dalla Polillo nella collana “I Bassotti” n. 55 nella versione di Francesca Stignani, già eccellente traduttrice di “Signori della corte” di Edgar Lustgarten – I Bassotti n. 71)
Rachel Innes ricca “signorina di mezza età” è felicissima di vivere in città. Non si sogna minimamente di trasferirsi in un paesello sperduto dove la posta arriva solo 1 volta al giorno, anziché 3, l’erogazione dell’energia elettrica viene sospesa a mezzanotte e dove la fornitura dell’acqua è fatta “a mezzo di serbatoi sul tetto”.
Finché, un certo anno commette “la pazzia” di cambiare le proprie abitudini e su insistenza dei 2 giovani nipoti, decide di prendere in affitto da un ricco banchiere una casa sperduta nella campagna del New England per trascorrervi l’estate insieme ai parenti e alla fidata cameriera Lydia.
Ma “se avesse saputo” a cosa stava andando incontro probabilmente non avrebbe mai neppure osato varcare la soglia di casa. Già la mattina successiva al suo arrivo inciampa nel cadavere di uno sconosciuto, assassinato con un colpo di pistola, riverso ai piedi della scala a chiocciola all’interno della casa. Come se questo non fosse abbastanza, la dimora, almeno a giudicare dai ripetuti e incessanti colpi notturni e dalle misteriose e inquietanti apparizioni alle finestre, sembra infestata dai fantasmi. Il fidanzato della nipote scompare e i membri della servitù si danno alla fuga inorriditi e intimoriti.
Ma gli spiriti non hanno mai avuto bisogno di usare la pistola per far fuori le proprie malcapitate vittime e quindi nonostante le pressioni, anche dei parenti più stretti, Miss Innes decide di rimanere nella casa per cercare di far luce sui troppi misteri che sembrano circondarla. Ma “se avesse saputo” …………
Questo romanzo, opera prima di Mary Roberts Rinehart (1876-1957), conosciuta come l’Agatha Christie americana, (anche se la Dame inglese pubblicherà il suo primo libro solo di lì a 12 anni nel 1920) tiene a battesimo quella che un famoso editore definì la “Had I but know school” ovvero la scuola del “se l’avessi saputo”, il cui tratto distintivo è costituito da una protagonista, solitamente una “signorina nubile” di mezza età, la cui attitudine speciale pare essere quella di andarsi a cacciare nei peggiori guai sull’onda della propria irrefrenabile curiosità. Guai, la cui dose va detto per inciso, probabilmente, viene rincarata spesso proprio dalla loro inopportuna intromissione, e dai quali riescono ad uscirne per il rotto della cuffia grazie, il più delle volte, all’intervento provvidenziale di qualche “deus ex machina”.
Massime esponenti di questa scuola saranno, qualche anno più tardi, Miss Marple di Agatha Christie, Hildegarde Withers di Stuart Palmer, Miss Maud Silver di Patricia Wentworth nonché le protagoniste dei romanzi di Ethel Lina White (autrice di un’altra celeberrima “Scala a chiocciola” portata sugli schermi da Robert Siodmak) e di Mignon G. Eberhart.
Non paghe, queste gentili signorine, hanno pure l’abitudine di effettuare le loro scorribande soprattutto di notte (tra cui un “must” è la classica visita al cimitero momento “clou” di questo romanzo ). La notte è la vera protagonista del romanzo della Rinehart: ed è piena di sorprese, agevolata non poco dalla circostanza che la locale centrale elettrica sospende l’erogazione dell’energia esattamente a mezzanotte. A partire da questa ora fatidica, mentre tutto il resto del mondo dorme il sonno dei giusti, Miss Innes, i suoi 2 nipoti, i rispettivi morosi, la cameriera Lydia, l’ispettore Jamieson, l’assassino, la vittima, la servitù, l’autista e tanti misteriosi personaggi, sembrano non avere un attimo di pace: si incontrano, si inseguono, si braccano, si sfiorano, si incrociano, si mancano per un soffio ma soprattutto fanno cose “strane” al limite della stramberia, che paiono piuttosto le comparse di una commedia di Georges Feydeau (quello, de “L’albergo del libero scambio”).
“La scala a chiocciola” nonostante sia un’opera prima e per di più scritta nel 1908 è già una storia ottimamente concepita, costruita e raccontata benissimo.
La dote principale della Rinehart è quella di evocare una persistente e incombente atmosfera di disagio e costante pericolo e di calarvi al suo interno il racconto. I dialoghi sono esemplari e ciascuno dei personaggi viene tratteggiato in modo eccellente. Intendiamoci. Come già detto, il romanzo risente molto dell’epoca in cui è stato scritto, infarcita di influssi del periodo tardo vittoriano. La cura dei dettagli e dei particolari è sicuramente tipica del romanzo ottocentesco.
Oggi sicuramente agli occhi di qualche critico più inflessibile la storia potrebbe apparire come un po’ troppo sorpassata e sembrare un po’ improbabile. Ma se siete disposti a sospendere un attimo l’incredulità e a calarvi per bene nella trama (del resto nel corso delle nostre letture quante volte l’abbiamo già fatto e quante altre volte lo faremo di nuovo?) otterremo in cambio svago e divertimento allo stato puro.
Ci sono suoni inspiegabili e passi inquietanti nella notte, volti misteriosi alle finestre, ospiti inattesi, cameriere superstiziose che fuggono terrorizzate, crisi di nervi, svenimenti, personaggi ambigui, misteriose donne velate, sospiri amorosi. Nonostante una piccola dose di melodramma, tipico più del “romance” piuttosto che del romanzo giallo puro lo stile della Rinehart è scorrevole e accurato per niente pedante o stucchevole a dimostrazione che l’autrice comunque era una grande narratrice in grado di partorire un evergreen che ha quasi tutto ciò che un giallo deve offrire al lettore.
In conclusione il mio consiglio spassionato è sicuramente quello di attendere una notte buia e tempestosa, sprofondarvi comodi nella vostra poltrona preferita a leggere questo intramontabile romanzo magari con una luce soffusa…..e se doveste sentire un rumore misterioso provenire dalla parte più remota e lontana della vostra casa …non preoccupatevi…….pensate che è solo Miss Rachel Innes che sta svolgendo una delle sue sconsiderate indagini notturne alla luce della lampada a petrolio. Voi armatevi di coraggio e seguitela. Non ve ne pentirete. Io vi ho avvertiti. Non venite poi a dirmi “Ah…se l’avessi saputo!”.
In libreria
- I Bassotti n. 55 Polillo editore anno 2008
Usato
- Speciali del Giallo Mondadori n. 41- “Le signorine omicidi all’attacco – anno 2004
- Classici del Giallo Mondadori n. 194/1974
9 commenti:
Spettacolo!!!
Non ho MAI letto in vita MIA recensioni così articolate e professionali dedicate al giallo classico.
Alberto è una risorsa fondamentale preziosa per i Corpi Freddi
Tutti ce lo invidiano e tutti lo vogliono.
Purtroppo invano :-))
Oltre alle lodi ad Alberto mi preme sottolineare che condivido totalmente il suo commento. "La scala a chiocciola" è un caposaldo del mystery classico, un gioiellino da riscoprire. Adoro l'atmosfera che la Rinehart è in grado di ricreare.
Sicuramente è il suo capolavoro.
Concordo: Alberto è molto preciso nelle sue recensioni e una miniera di informazioni sul giallo classico. Mi ha fatto venir voglia di rispolverare questo libro e rileggerlo. Ne aprofitto per chiedere a lui e agli altri 'esperti': io ho l'edizione del Giallo Economico Classico della Newton, vale la pena prendersi l'edizione Bassotti? E' più curata la traduzione?
da quello che so Martina quelle traduzioni sono da evitare come le piattole.
Lo sospettavo, Marco, per questo ho chiesto a voi che ne sapete di più...
Da un punto di vista strettamente critico è comunque improprio assegnare alla cosiddetta "Had-I-But-Known School" la miss Marple della Christie e la signorina Withers di Stuart Palmer, che non rientrano affatto in questa casistica. Tra l'altro, uno degli elementi fondamentali per includere un poliziesco in questo genere è che sia - ovviamente - scritto in prima persona, cosa che non capita mai né per la Marple né per la Withers.
A rigor di logica, tra l'altro, la Rinehart (a parte averla, per così dire, inventata) ha ben poco frequentato questa "scuola": assai di più la Eberhart, autrice della generazione successiva ma, alla fin dei conti, assai meno importante di un'autrice spesso geniale come la signora Rinehart, che praticamente da sola ha codificato nella sua lunghissima carriera gran parte dei temi e delle situazioni romanzo poliziesco moderno, e i cui grandi meriti di innovatrice sono in gran parte tuttora misconosciuti.
La Rinehart, per dire, è stata una delle ispirazioni (dichiarate) di un autore come Francis Scott Fitzgerald, che agli esordi di carriera si cimentava (anche con buon successo) nel fiorente mercato dei racconti simil-gialli per le riviste patinate rifacendosi proprio all'enorme successo di Mary, che per lungo tempo (fino all'avvento di Erle Stanley Gardner) ha dominato le classifiche di vendita degli USA:
Affascinata dalla oserei dire per me perfetta recensione di Alberto. Tanto che ... questo romanzo deve essere mio! :)
Ci mancava una delle tue "sostanziose" recensioni, Alberto; hai saputo descrivere molto bene le caratteristiche "femminili" del romanzo!
Poi l'intervento di Luca, impeccabile come sempre: grazie!
Complimenti Alberto ! ..dopo aver letto la tua minuziosa ed accattivante recensione..ho un gran desiderio che ci sia un bel temporale..una notte buia e tempestosa..accoccolarmi in poltrona e leggere questo giallo...Bravo bravo bravo !
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