La prima cosa che ho fatto dopo aver finito di leggere questo libro è stata il benedire Cormac McCarthy per averlo scritto!
“Meridiano di sangue” è uno dei libri più belli, intensi e crudeli che io abbia mai letto nella mia vita, un vero e proprio gioiello. McCarthy (che ricordo aver vinto il premio Pulitzer nel 2007 per il suo romanzo “La Strada”) ha compiuto un lavoro egregio, forse senza precedenti, nel quale viene esaltata la sua straordinaria capacità narrativa.
La vicenda si svolge nelle zone di confine tra Stati Uniti e Messico, in quelle terre bollenti e maledette che portano il nome di Texas, New Messico e Louisiana. Terre che il nostro scrittore ama alla follia, senza alcun ritegno, e che gli danno modo di manifestare tutta la sua illuminante bravura. Paesaggi, tramonti, deserti e piccole cittadine che McCarthy descrive in ogni loro aspetto, nel bene e nel male, trovando nella scatola magica della sua mente un’infinità di metafore evocative e mai fuori posto.
Penso stia proprio qui il punto forte di “Meridiano di sangue”, l’amore che l’autore nutre per i suoli raccontati. Sì, ne sono convinto. Perché questo, prima di essere un romanzo che parla della vita nel vecchio west, è un concentrato di passione per i colori, le sfumature, le luci e le ombre di terre che tutti noi abbiamo imparato a conoscere grazie alla cinematografia d’annata.
McCarthy sembra quasi ossessionato da questo legame, tanto da essere come costretto a concentrarsi anche sul dettaglio più insignificante, che però lui, grazie alla sua penna divina, riesce a trasformare in qualcosa di grandioso. Questo il fulcro del romanzo, questa la sua arma migliore.
Chi legge viene preso per i capelli e portato nelle terre in cui si srotola la trama, senza alcuna cattiveria. Il flusso di parole è tale da lasciare senza fiato, incollati alle pagine, alle calcagna del gruppo di cacciatori di scalpi che sta al centro della storia e che, senza pietà, compie il suo cammino su queste terre desolate, tra bagordi, stragi allucinanti e atti di violenza che hanno ben poco di umano.
Violenza che lo scrittore usa per infilarsi nell’anima e descriverne ogni piega, ogni imperfezione, ogni buio risvolto. Violenza che va a braccetto con i paesaggi desolati che si incontrano lungo il tragitto, e che viene largamente sfruttata per narrare un’umanità allo sbando, senza legge e senza ragione.“Meridiano di sangue” è un libro crudo ma semplice da decifrare, brutale, fluido ed estremamente gradevole, nonostante i litri e litri di sangue versati sulle sue pagine. Questa la magnificenza dell’autore, ovvero la sua straordinaria capacità di dare in pasto al lettore un boccone amarissimo, che a volte risulta quasi essere fastidioso a causa della smania usata per descriverne il contenuto, ma che in un qualche modo si riesce a digerire senza troppo lamentarsi.
Consiglio a tutti di leggere quest’opera divina, perché è di questo che si tratta. “Meridiano di sangue” è la faccia oscura di una medaglia che noi abbiamo sempre osservato senza mai girarla. L’orrore narrato è orrore puro, reale, e proprio per questo riesce ad insinuarsi nelle vene del lettore e andare immediatamente a colpirne il cuore.
“Meridiano di sangue” non lascia scampo, ti prende e costringe ad immergerti in un universo fatto di povertà, sangue, fughe e inseguimenti selvaggi, nella speranza di vedere una nuova alba rischiarare il cielo…
Articolo di Deathline
Dettagli del Libro
Autore: McCarthy Cormac
Editore: Einaudi
Genere: letterature straniere
Collana: Einaudi tascabili
ISBN: 8806149393
ISBN-13: 9788806149390
Data pubblicazione: 1996
8 commenti:
Grande amico...mi piace come scrivi.
Bella questa recensione...complimenti
Fa venire voglia di leggerlo...aiuto...no no ne ho troppi in attesa :P certo che la tentazione è forte!
Bravo death, complimentoni per questa recensione che come dice Stefania fa venir voglia di leggerlo, ma come faccio?!? anch'io come Stefi ne ho troppiiiii!!!
Mannaggia a te!!! ;)))
Intanto lo inserisco in una delle mie innumerevoli liste!!!
Spettacolare recensione, sembra già di essere all'interno dei paesaggi descritti. :)))
Death stai diventando un mito!!!
Io lo sto leggendo adesso. Sarà il settimo libro che leggo di lui. Sono da qualche anno un cultore di McCarthy e sono d'accordo pienamente con te quando parli dell'attaccamento ai luoghi di questo scrittore. In quasi tutti i suoi libri è il paesaggo il vero protagonista, la natura indifferente, spietata e allo stesso tempo bella... Pochi scrittori sanno narrare il paesaggio e prima di McCarthy si potrebbero solo citare due grandi come Melville e Jack London...
non ti conosco e non ti voglio offendere.
Ma
recensire mc Carthy (il suo immenso bagaglio di lessicale lucida visionarietà, la non avvicinabile eppur mimetica purezza tecnica)con buoni propositi e parole banali, scontate e irrimediabilmente opache, non ti fa grande onore. lascia scrivere chi sa.
o recensisci Faletti.
John Grady Cole
Posta un commento