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martedì 27 gennaio 2009

La lunga marcia - Stephen King



Scrivo questa recensione con il cuore, perchè quello di cui parlerò è uno dei miei libri preferiti in assoluto. E' stato uno dei primi che ho letto di Stephen King (e uno dei primissimi romanzi dello scrittore, pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman), per questo mi scuso se sarò troppo "vaga", ma mi è rimasto dentro e ci tenevo a scrivere qualcosa su questo gioiello della letteratura "horror".
Definirlo horror è azzardato, ma non rientra pienamente in nessuna categoria. Penso sia un romanzo fantascientifico, tremendamente reale, tanto da sfociare nell'orrore. Niente mostri, attacchi alieni o ambientazione futuristica, narra semplicemente lo svolgimento di una gara annuale, dall'inizio alla fine.

Detta così può sembrare estremamente noioso, ma se vi dicessi che dei cento partecipanti (tutti volontari) ne debba rimanere solamente uno?
Sì, perchè le regole sono poche e semplici: camminare senza sosta, dai confini con il Canada fino a Boston, a una velocità minima di 6 chilometri all'ora. Se per qualsiasi motivo, i partecipanti scendono sotto questa soglia vengono ammoniti. Il massimo concesso è di tre infrazioni, dopodichè si viene fucilati sul posto, da guardie che, a bordo di un carro armato, seguono la gara. L'evento è infatti gestito dal Maggiore, un alto ufficiale dell'esercito.
Quando ne sarà rimasto soltanto uno, la gara potrà dirsi finita e il vincitore avrà diritto ad avere tutto ciò che desidera.

Ognuno è spinto a partecipare a questa folle gara da motivi differenti, spiegati dagli stessi personaggi bisbigliando tra di loro durante le lunghe notti insonni. King è un maestro a far percepire ogni emozione dei suoi protagonisti, sembra di sentire il dolore ai piedi, il sangue che scorre dalle ferite aperte, la stanchezza, la disperazione, la sensazione di non farcela più e la forte tentazione di lasciarsi andare per mettere fine a questa crudelissima tortura a cui sono stati sottoposti per loro stessa volontà. Su tutto c'è un forte senso di precarietà: nessuno può sapere quando può presentarsi avvenimento, come un malore o una caduta, che causerà il rallentamento fatale.

Molto interessanti le "trasformazioni" di alcuni dei concorrenti nel corso della gara e i rapporti che si instaurano tra loro: l'amicizia, la solidarietà, il farsi forza a vicenda, il sentirsi nonostante tutto parte di una sola cosa in opposizione a un terribile destino, la maturità dei suoi personaggi che anche di fronte alla disperazione riescono a usare la testa, per quanto loro possibile.

La Lunga Marcia è un'illuminata metafora della vita, non si sa mai quanto lunga o corta possa essere per ciascuno di noi, non si sa cosa possa riservarci, è una continua illusione dove ostacoli di ogni tipo, imprevedibili e imprevisti il piu' delle volte, ti possono mettere al tappeto. Un'opera che scava negli angusti meandri della mente e dall'animo umano evidenziandone la follia, il rancore, i rimpianti, il desiderio di morte.
Come dicevo prima non ci sono mostri nel senso abituale del termine, il Mostro che pervade ogni pagina di questo libro è la mente diabolica e cinica dell'essere umano.

Articolo di Carol

Altri dati

Formato: Tascabile
Pagine: 278
Lingua: Italiano
Titolo originale: The Long Walk
Lingua originale: Inglese
Editore: Sperling & Kupfer
Anno di pubblicazione 2004
Codice EAN: 9788882744823
Traduttore: Beata della Frattina



5 commenti:

Stefania ha detto...

La Lunga Marcia non ha bisogno di tanti commenti.
A mio parere, in assoluto il Capolavoro, con la C maiuscola, del Re.

Anonimo ha detto...

COMLETAMENTE d'accordo Stefy :)

Stefania ha detto...

"Up" per questa recensione perché "la lunga marcia" è un Must che, non solo gli estimatori di King, ma tutti gli amanti del genere dovrebbero possedere. Il Top di "Insolito e Crudele".

Marta ha detto...

Body alla fine ci son arrivata :)
Comunque, ho finito di leggere nella notte questo libro, e devo dire che per quanto sia scorrevole e originale la trama, il finale mi ha lasciato con un palmo di naso, sarò io che non ho colto qualcosa? ma sinceramente dopo tante pagine, liquidarmi gli ultimi chilometri di marcia in tre paginette, l'ho trovato mortificante.

Andrea ha detto...

Uno dei primi libri di King che ho letto e che rileggo sempre con grande piacere. Un ottimo libro!