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venerdì 29 giugno 2012

La Fenice Rossa – Tess Gerritsen (Longanesi 2012)



Il cacciatore di rado si accorge quando è lui a essere cacciato. Cammina nel bosco imbracciando il fucile, cercando con gli occhi le impronte della sua preda sulla neve, oppure si apposta su un albero in attesa dell'arrivo dell'orso. Non pensa che la sua preda forse lo sta osservando, in attesa che commetta un errore per attaccarlo.

Una mano mozzata trovata in un vicolo. Da questo macabro ritrovamento partono le indagini della collaudata coppia Jane Rizzoli & Maura Isles ispettore di polizia una, anatomopatologa l'altra nonché protagoniste della serie TV di successo Rizzoli&Isles, giunta ormai alla terza stagione negli Stati Uniti, trasmessa anche in Italia da Rete 4 e dai canali della piattaforma pay Mediaset Premium. La mano appartiene ad una giovane donna il cui corpo senza vita viene rinvenuto sul tetto di un edificio di Chinatown di Boston.
Non si sa chi sia né tanto meno chi possa averla uccisa ma un sottile filo la collega ad una strage avvenuta 19 anni prima nel ristorante cinese La Fenice Rossa; il cuoco in preda ad un raptus avrebbe ucciso quattro clienti per poi togliersi la vita. Un caso di omicidio-suicidio archiviato quindi rapidamente ma che ad un attento esame lascia pensare che forse qualcosa può essere sfuggito, magari non è proprio così che sono andate la cose. Ma l'indagine si fa ancora più ingarbugliata quando quel sottile filo si va ad attorcigliare ad un altro filo che riporta alla luce il caso di due ragazze scomparse in qualche modo collegate alla strage de La Fenice Rossa.
Nono romanzo che ha come protagoniste le nostre eroine ma per me è il primo e devo dire che la lettura non nè risente perchè, anche se  ci sono riferimenti a casi precedenti, vengono comunque spiegati. Romanzo sicuramente scorrevole, ben scritto, una buona trama ma non mi ha appassionato. Le troppe ripetizioni mi hanno innervosito e annoiato, i dialoghi non lasciano il  segno come non lo lasciano, ovviamente per me, le due protagoniste che non mi hanno minimamente coinvolto.
Ma il colpo di grazia è stato il finale: un deja vu imbarazzante e pazzesco. Con questo non voglio dire che è un brutto libro, sono certa incontrerà il favore di molti, magari di chi non va a cercare il pelo nell'uovo o che non è avvezzo a leggere letteratura di genere, ma a me ha lasciato del tutto indifferente, una lettura leggera che va via rapidamente e che ho già dimenticato.
Per quanto mi riguarda ho bisogno che un autore mi stupisca e mi trascini affinchè io continui a leggerlo e posso tranquillamente dire che con Tess Gerritsen la chiudo qui.


Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro

  • Formato: Rilegato
  • Editore: Longanesi
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: La Gaja scienza
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: The Silent Girl
  • Lingua originale: Inglese
  • Pagine: 334 
  • Traduttore: A. Biavasco ,  Valentina Guani
  • Codice EAN: 9788830433311


martedì 26 giugno 2012

La vendetta – Marco Vichi (Gaunda 2012)


Pensava che la vita era una merda, però era una sola. E la sua era stata bruciata come la capocchia di un cerino. Pensava alla bronchite cronica, al dolore che ogni tanto gli mordeva il fianco, ai fagioli ammuffiti che quella mattina aveva trovato nella spazzatura, all’ultima volta che si era cambiato le mutande. Pensava a cosa avrebbe voluto fare da grande… molti anni fa…

Il solite evanescente e crudo Marco Vichi. Anche in questo romanzo si fa fatica a caratterizzare il bene ed il male. I personaggi hanno duplici sfaccettature: tutti hanno un passato ed un futuro e questo filo non sempre rappresenta una costante nei comportamenti. Per altro ci sono riflessi che si sono intravisti nel precedente libro “la forza del destino”.
Il protagonista de “la vendetta” è Rocco, un senza tetto, che vive sotto un ponte senza alcuna prospettiva, senza un futuro. Il futuro è soltanto quello che accadrà il giorno successivo. Ma Rocco non è sempre stato un barbone, nella giovinezza, nonostante un periodo dei più bui dell’Italia fascista, era un bel ragazzo con un lavoro e con una donna che amava.
Questo passato Rocco lo ha chiuso in una parte oscura della memoria, che sorprendentemente viene riaperta dal manifesto che annuncia l’arrivo in città di uno scienziato: Rodolfo Stonzi. La chiave è quella giusta e le mandate della serratura sono gli accadimenti che hanno portato Rocco nell’isolamento.
Dopo millenni di apatia, adesso sentiva nel petto una fiammella di gioia. Aveva finalmente trovato un motivo per vivere. Erano quarant’anni che le sue giornate erano vuote di ogni significato. Adesso volontà e desiderio lo stavano come risuscitando, riportandolo con la memoria ai tempi in cui ogni minuto della sua giornata era dominato da progetti e propositi. Era bello scoprire che la sua anima non era del tutto morta. Un grande scopo era capace d rendere degna qualsiasi merda di vita.
Rodolfo era il miglior amico di Rocco, e durante il fascismo sparì improvvisamente. Prima della sparizione Rodolfo segna in modo indelebile la vita di due persone. Una di queste, ovviamente, è quella di Rocco.
Pur essendo passati cinquant’anni Rocco vuole vendicarsi e programma la sua vendetta con i suoi “amici”: Bobo, sopravvissuto al campo di concentramento ma che ne porta i segni indelebili sul corpo e Steppa un altro barbone che vive sotto lo stesso ponte si Rocco.
Deve fare tutto in 7 giorni, questo è il tempo che separa Rocco dalla vendetta. Un nuovo futuro, un progetto che non scadrà il giorno dopo.
È la solita scrittura di Vichi diretta schietta, travolgente, tutto scivola come se ci trovassimo immersi nella storia, appassionati alla vicenda, al contesto, alla sofferenza di Rocco, quasi schifati dai topi e le pulci che camminano sul suo corpo, come se invadessero anche il nostro.
Ho iniziato il libro e non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, rinviando la fine della lettura di pagina in pagina. Ma arrivati ad un punto la storia diventa affrettata, come se l’autore perda smalto, voglia chiuderla rapidamente. Diventa superficiale, perde gli aspetti della personalità dei protagonisti arrivando ad  azzerare la capacità di analisi del professor Rodolfo Stonzi che diventa totalmente passivo agli accadimenti che lo coinvolgeranno. Forse solo per chiudere rapidamente.
Tutto questo, ripeto, non modifica il piacere di una lettura che consiglio.

Articolo di Fabrizio "PippidettoErBanana" Zaino

Dettaglio del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Guanda
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Narratori della Fenice
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 206 
  • Codice EAN: 9788860889621


domenica 24 giugno 2012

Il Vangelo dell'assassina - Amanda Lind (Longanesi 2012)


"Francy aveva una doppia natura: era fragile come un guscio d'uovo e dura come il cemento armato. Poteva angosciarsi per ore per un graffio sulla macchina e poi investire qualcuno con assoluta nonchalance, se pensava che lo meritasse."

Ho acquistato questo libro spinta un po' dal titolo e un po' dalla copertina così simile al primo libro della Gazzola (L'allieva). In  genere acquisto molti libri editi dalla casa editrice Longanesi e questo testo è in Italia l'opera prima di una giovane scrittrice svedese: Amanda Lind (pseudonimo di Johanna Nilsson, giovane autrice svedese che ha vinto numerosi e prestigiosi premi).
La protagonista di questo thriller è Francy, una donna moderna, dotata di parecchio sangue freddo, una sorta di " Padrino" al femminile, che è a capo del più vasto impero criminale di Stoccolma, all'inizio del libro incinta di 8 mesi, poi madre di una bimba di nome Belle.
Ma si sà è difficile essere madre, moglie e anche manager del crimine: infatti mentre Francy allatta la piccola Belle, un bel giorno si vede recapitare direttamente nella propria villa, la testa mozzata di un suo fido collaboratore e si vede così è costretta a scendere in campo in prima persona. Ha inizio una guerra  senza esclusioni di colpi tra Francy e un uomo che le vuole sottrarre il controllo del territorio e il suo impero (fatto di introiti provenienti dalla droga e dalla prostituzione).
Ma Francy non molla facilmente ciò che le appartiene, finendo  proprio per questo con lo sperimentare di persona  la  crudeltà della vendetta.
Il romanzo si compone di vari personaggi secondari che arricchiscono la trama due esempi su tutti: Adrian, il figlio primogenito di  Francy il quale fa amicizia con una strana bambina infiltrata nella villa di famiglia ad opera del nemico e la baby sitter molto ambigua e disinibita;che  mina dall'interno la felicità coniugale della protagonista, tradendola nel peggiore dei modi.
Il testo, nel complesso, è ben strutturato, il ritmo è buono ma la storia risente del contesto nordico: davvero troppe le uccisioni, descritte con una certa crudezza e distanza emotiva da parte dell'autrice. Insomma è sicuramente un buon thriller ma di certo non eccelso.
Non è paragonabile alla trilogia Millennium come qualcuno ha scritto, qui la struttura e la trama è semplice e il ritmo cresce soprattutto nell'ultimo centinaio di pagine.Un difetto che ho riscontrato è il mancato approfondimento della psicologia dei personaggi.
E' comunque un libro sicuramente da leggere per conoscere una scrittrice nuova.
E' accattivante la descrizione della copertina:
E' una madre amorevole. E' una moglie in crisi. E' un'impeccabile professionista del crimine...

Articolo di Caterina "gzarzana"

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Editore: Longanesi
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: La Gaja scienza
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Francys evangelium
  • Lingua originale: Svedese
  • Pagine: 432 
  • Traduttore: S. Culeddu
  • Codice EAN: 9788830432345
  • Prezzo di copertina: € 17,60


sabato 23 giugno 2012

Premio Letterario Mariano Romiti 2012 : i tre romanzi finalisti



Prendere notizia dei reati , impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori , compiere gli atti necessari ad assicurare le fonti di prova, raccogliere quant'altro possa servire all'applicazione della legge penale…. “.

Con queste parole il codice di procedura penale definisce le funzioni della polizia giudiziaria,  stabilendo i criteri cui si debbono uniformare gli investigatori delle forze dell’ordine nel delicato compito loro affidato: individuare attraverso complesse ed articolate indagini i responsabili di quei crimini che generano insicurezza ed allarme sociale.
A questi stessi  princìpi si è ispirato  il pool di 17  tra i trentuno poliziotti viterbesi dell’Associazione Mariano Romiti con un preciso obiettivo: individuare i tre gialli finalisti della  prima edizione dell’omonimo Premio Letterario .Quattro mesi di indagini serrate , senza soluzione di continuità, durante i quali i Giurati hanno messo in campo le proprie capacità professionali, districandosi  tra crimini efferati  e complicati  moventi  ideati e tradotti ,in narrativa, dagli autori dei romanzi  sottoposti “al vaglio degli inquirenti”.
In questa prima edizione del Premio, i 17 poliziotti si  sono infatti  calati nell’insolita veste di giurati/lettori coniugando impegno e passione  nella lettura di pagine e pagine non di rapporti, informative o atti di polizia giudiziaria, ma di romanzi narranti storie tinte di giallo  dove spesso i protagonisti sono  proprio dei poliziotti.
L'indagine preliminare, così condotta, ha ridotto il campo dei sospettati/aspiranti al premio a tre  romanzi concorrenti che,  secondo l’insindacabile giudizio dei lettori/giurati, si sono particolarmente distinti in relazione ai criteri di valutazione stabiliti nel bando: intreccio avvincente della storia con riferimento a tecniche investigative verosimili; uno stile narrativo risultato scorrevole anche ai non addetti ai lavori; rilievo del lato umano e sociale del personaggio investigatore.
Malastagione di Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini, edito da Mondadori; Milano Criminale di Paolo Roversi, edito da Rizzoli; Per Mano Mia di Maurizio De Giovanni, edito da Einaudi elencati meramente in ordine alfabetico, sono i romanzi finalisti che, esauritasi la fase delle indagini preliminari, verranno proposti al giudizio finale: un  collegio giudicante composto da 15 tra magistrati, avvocati ed ancora poliziotti, avrà il compito di valutare i  le tre opere finaliste  per giungere alla sentenza definitiva che decreterà , “in aula”, il vincitore  del “Premio letterario Mariano Romiti 2012” .
Tutti e tre i finalisti saranno presenti alla fase finale del concorso che, in collaborazione con il  Comune di Viterbo verrà inserito nel fitto programma di eventi del Settembre Viterbese 2012, nell’ambito dei festeggiamenti dedicati a Santa Rosa da Viterbo, patrona della città.
Ma l’attività dell’Associazione non si ferma all’organizzazione della cerimonia di premiazione: Paolo Roversi, Loriano Macchiavelli e Maurizio Di Giovanni, finalisti del concorso, hanno accolto il nostro invito a partecipare a  tre distinti eventi ricompresi nella 6^ edizione della manifestazione culturale “Caffeina”,   che si terrà a  Viterbo dal  29 giugno al 14 luglio 2012  nella piazze e percorsi medievali del centro storico della città.
Gli eventi saranno condotti da Cristina Pallotta dell’Ufficio Stampa del Comune di Viterbo,  che ringraziamo per l’amicizia offertaci, con la collaborazione di rappresentanti dell’Associazione e con la partecipazione di Felice Romano ed Enzo Troncarelli, rispettivamente Segretario Nazionale Generale e Segretario Regionale Lazio del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia, che ci sostiene fin dalla nostra costituzione.
Approfittando della loro presenza, alcuni rappresentanti dell’Associazione Letteraria Mariano Romiti avranno l’onore di porgere in privato agli scrittori alcune domande. Le interviste/interrogatori saranno pubblicate sul sito http://www.associazionemarianoromiti.it/  e sulle pagina facebook  ’Associazione-Letteraria-Mariano-Romiti e  Premio-Letterario-Mariano-Romiti

giovedì 21 giugno 2012

L’isola dei cacciatori di uccelli - Peter May (Einaudi 2012)


Con infinita, struggente malinconia…

Ogni tanto mi capita di leggere un libro. Un libro vero, come L’isola dei cacciatori di uccelli di Peter May, Einaudi 2012.
E mi capita di vedere racchiusa la sua storia in un’isola che raccoglie i segreti di una vita (per altre storie, pure diverse, su questo link.
Questa volta trattasi di Lewis, al largo della costa occidentale della Scozia, “spazzata dal vento, dura e inospitale”. Qui, più precisamente nel villaggio di Crobost, avviene un delitto che presenta un modus operandi identico a quello scoperto da due ragazzini ad Edimburgo: un impiccato sbudellato. E qui, proprio nel suo paese natio, viene spedito ad indagare l’ispettore Finlay (Fin) Macleod che ben conosce la vittima. In depressione e fuori servizio da tempo per avere perso un figlio e con un matrimonio logoro che sta finendo.
E’ l’inizio di un percorso a ritroso nel tempo che lo porta a rivivere momenti importanti della sua vita e a ritrovare le persone della propria infanzia e giovinezza: soprattutto l’amico del cuore Artair e la bella Marsaili con la quale aveva avuto una storia, insieme ad altri compagni di strada.
Il primo elemento da sottolineare sono i ricordi espressi in prima persona. Ricordi vivi, veri, che si alternano alla vicenda presente in terza persona: la scuola, gli amici, la morte del padre e della madre, la vita con la zia, il massacro della guga, nome gaelico delle giovani sule che venivano cacciate ogni anno, la festa dei falò e del grosso copertone da bruciare, il bacio di Marsaili, l’influenza, lo spinello, gli esami per l’università, la lotta con il mare, il ricordo mostruoso…
In secondo luogo il tempo, potente e inesorabile che cambia le speranze “Tutti quei sogni infantili persi per sempre come le lacrime nella pioggia”, che trasforma le persone dentro e fuori. Ed è di una tristezza indicibile l’incontro di Fin con i vecchi amici così diversi anche nell’aspetto fisico.
Poi le cadute dell’uomo insieme alle sue riprese come la storia del pastore Donald Murray, i terribili segreti familiari, il problema della pedofilia, la critica alla caccia alla guga, e quella alle varie chiese protestanti sull’isola, tante, troppe, ognuna scissione della precedente “testimonianza dell’incapacità degli uomini di andare d’accordo con gli altri uomini”.
Lungo tutto il percorso la natura che si inserisce prepotente con la sua terra aspra, il suo cielo, il vento, le nubi, il mare possente fa venire in mente certe stesure paesaggistiche colme di risonanze tipiche degli scrittori scandinavi. Non c’è fatica di lettura perché il racconto è “voce” che viene su dai meandri dell’animo. Passioni che si incrociano, bugie, rancori, odio, vendetta, gli “incontri dolorosi con i fantasmi del passato”, un senso di impotenza e ineluttabilità che tutto avvolge. L’indagine vera e propria, con qualche sfilacciatura nella composizione, è lì da una parte che si fa piccola di fronte alla forza delle emozioni e concreta allo stesso tempo (vedi, per esempio, l’autopsia di Angus Wilson presentata nei minimi particolari) e spinge verso un finale coinvolgente ricco di azione e continue sorprese.
Ognuno di noi si identifica spesso con un libro intero o con una parte di esso. A fine lettura ho ripensato al mio paese dove ho vissuto per venti anni. Dove ho lasciato ricordi, amicizie, sentimenti, sogni e speranze. Ho ripensato un po’ alla mia vita e l’ho ripercorsa in un attimo.
Con infinita, struggente malinconia.

Articolo di Fabio Lotti

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Einaudi
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Einaudi. Stile libero big
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: L'ile des chasseurs d'oiseaux
  • Lingua originale: Francese
  • Pagine: 415
  • Traduttore: A. Mioni
  • Codice EAN: 9788806204907




sabato 16 giugno 2012

Lettera al mio giudice - Georges Simenon (Adelphi 2003)



Il dolore causato dall’assenza è atroce, ma quel dolore, in particolare, era di quelli che fanno credere nell’inferno.

E già dalle prime righe, si percepiscono la disperazione e l’angoscia; e dopo le prime pagine le ho sentite dentro come un macigno. E’ una lunga lettera di 200 pagine quella che il dottor Charles Alavoine scrive al suo giudice istruttore Ernest Coméliau, ma mai lunga abbastanza per comprendere appieno l’animo umano. Racconta i punti salienti della sua vita, soprattutto il suo rapporto con le donne, il sesso e, una volta conosciuta Martine, l’amore.
Può l’amore, questo sentimento totale che prende anima e cuore e stravolge le nostre vite, diventare possesso e ossessione? Può spingere ad uccidere la persona amata perché non si è in grado di sopportare il pensiero di altri mani che l’hanno accarezzata e altri corpi che l’hanno avuta o che potrebbero averla? Può annientare la vita di un essere umano e annullarne la volontà?
Dopo La camera azzurra non potevo non approfondire la conoscenza di Simenon, e anche Lettera al mio giudice lascia il segno e mi fa giurare amore eterno a questo autore. E’ un genio, la narrazione non lascia tregua e i personaggi mi sono entrati dentro. Non ho potuto non provare tenerezza per la mamma del dottore, remissiva, umile, abituata a chiedere scusa, per Martine, ragazzina indifesa, così magra che le si contano le costole, così indifesa da sembrare un cucciolo, così innamorata da subire l’amore e indifferenza invece per Armande, che ho subìto come l’ha subìta Charles, senza alcun coinvolgimento.
Perché è questo quello che mi è successo, la storia mi ha preso e trascinato, Simenon mi ha fatto vedere con gli occhi di Charles i protagonisti di questa storia, facendomeli vivere attraverso la sua vita e attraverso i suoi sentimenti


Signor giudice, vorrei tanto che un uomo,un uomo solo, mi capisse e desidererei che quell’uomo fosse lei. 


Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro


  • Formato: Tascabile
  • Editore: Adelphi
  • Anno di pubblicazione 2003
  • Collana: Gli Adelphi
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Lettre à mon juge
  • Lingua originale: Francese
  • Pagine: 206 
  • Traduttore: D. Mazzone ,  Dario Mazzone
  • Codice EAN: 9788845917691



giovedì 14 giugno 2012

L’uomo nero - Luca Poldelmengo (Piemme 2012)



"Secondo un antica leggenda cinese: "Il filo rosso del destino" gli dei hanno attaccato un filo alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Quel filo potra' allungarsi o aggrovigliarsi, ma non si rompera' mai.” ( Touch – Episodio 1 )

Forse esiste davvero un akai ito, un filo rosso che lega indissolubilmente, dal primo vagito, due persone come narra una leggenda giapponese e quella cinese da cui ha origine. Ma quelle, che per noi occidentali sono le cosidette "metà della mela" potrebbero, come molti sostengono ( non ultimo il serial televisivo "Touch" ) non essere le sole vite collegate e destinate a toccarsi. Questa terra è come una stoffa pregiata e colorata, un broccato azzurro-verde, marrone ed oro . Un insieme di fili intrecciati annodati su un telaio di pietra e legno. Fili che si toccano, fuggono in opposte direzioni e tornano facendo un largo giro, mostrando così di non aver mai deviato abbastanza per essere davvero lontani. Il tessitore li ha composti sul telaio e posti nello stesso ordito . Non c'è posto per coincidenze non volute.
Così come succede nel romanzo di Luca Poldelmengo.
Tre uomini, tre vite apparentemente distanti tra loro, riversatesi in altrettante situazioni, costrette e deviate dalle scelte e che altrettanto inevitabilmente confluiscono in unico punto dell'arazzo. Proprio in quel loro "convergere" una sull'altra disegnano una macchia di colore diverso e lasciano trasparire la "strada" , fino allora impercettibile, di quei fili già presenti che le legavano.
Così succede di scoprire che un padre tiranno aveva ragione, che certe bassezze umane non sono mai tramontate e che l'amore non basta ma che provarlo a volte è una resurrezione.
Scopri che l'uomo nero, come nella realtà più brutta, ha un volto che non ha niente di "infernale" e che il male è alla portata di tutti noi. Basta una mano allungata appena su una scelta esclusivamente individuale per portarlo a galla. Proprio come quel nodo che diventa necessario inserire nel pieno dell'ordito per continuare a tessere non avendo calcolato la lunghezza dei fili. Un nodo che dovrebbe trovarsi al lato estremo della tela, invisibile all'occhio, nascosto al tatto. Ma non hai "guardato" ed ora è lì con tutto il suo carico di dolore impresso e visibile come uno strappo sull'ordito.
Un romanzo, "l'uomo nero" , eccezionale per la scrittura, per la bravura nel portare filo per filo a farci vedere le intersezioni, i nodi, il canovaccio così duro dell'esistenza.
Neanche l'ambientazione è stata meno sentita e pensata. Roma vibra sotto le ruote, nei polmoni e ( nei momenti giusti ) nel linguaggio e Filippo, Fabiana, Marco e Gabriele non potrete dimenticarli statene certi.
Solo un piccolo pensiero riguardo la fascetta ( non me ne voglia il De Cataldo ) : esalta solo una parte senza spiegare, facendolo sembrare una nostrana copia di qualche svedese ormai di moda. Invece è molto di più, nettamente molto di più. Distogliete gli occhi per un attimo dai colori vivaci dell'arazzo, aprite la prima pagina e scendete in profondità verso l'ordito..!!!


Giovedì 21 giugno, alle ore 18:00, presso la libreria Feltrinelli di via Appia Nuova, 427(Roma), Luca presenterà il mio nuovo romanzo. A parlarne con lui ci sarà Marco Martani, Karin Proia ne leggerà alcuni brani, accompagnata dalla musica dei Fearless.


Articolo di Daniela "eccozucca" Contini

Dettagli del libro
  • Formato: Brossura
  • Editore: Piemme
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Piemme linea rossa
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 238 
  • Codice EAN: 9788856622331
  • Prezzo: 15,00€



mercoledì 13 giugno 2012

Nadine Monfils a Milano e Piacenza



Nadine Monfils sarà a MILANO il 27 e 28 Giugno e a PIACENZA dal 29 Giugno all'1 Luglio ospite del Festival Dal Mississipi al Po

I Destrooper sono in partenza per una villeggiatura sulla costa del mare del Nord, senza immaginare a quale girandola di sventure stanno andando incontro. Alfonse, il capofamiglia, ha una grande passione: la macchina. Le dedica la maggior parte del suo tempo libero ed è di un kitsch assoluto: cerchi in lega dorata, volante in pelle di zebra, coprisedili leopardati e un impianto stereo da sfondare i timpani. Guai a chi gliela tocca! Sua moglie Josette, a parte un cappello che sembra un lampadario e l’intenzione di spassarsela in un dolce relax fatto di spiaggia e di shopping, non sembra avere in testa molto altro. E i due figli adolescenti, Steven e Lourdes, smettono di riprendere tutto con la telecamera solo quando si tratta di fumare uno spinello. Infine, a bordo della sua vecchia roulotte agganciata alla macchina, c’è la nonna, ovvero la detestata suocera di Alfonse, esuberante e imprevedibile, che non disdegna affatto di farsi una sveltina con chi le capita a tiro. La vacanza prende subito una brutta piega: lungo la strada un motociclista infila una mano dentro la macchina e scippa la borsa di Josette contenente tutto il denaro delle ferie, e la roulotte si sgancia con la nonna dentro senza che gli altri se ne rendano conto. A complicare il quadro c’è la bella idea di Steven. Con la complicità della sorella s’infila nelle toilette di un autogrill per rubare qualche scena triviale posizionando la telecamera in modo invisibile; ma una volta risaliti in macchina, i due ragazzi si accorgono di avere ripreso un cadavere riverso sul pavimento. E non un cadavere qualsiasi! È il motociclista che ha scippato la madre! È solo l’inizio. Omicidi, tradimenti, alberghi allagati e occultamenti di cadaveri, nonché un biglietto milionario della lotteria che passa di mano in mano, sono gli ingredienti principali pronti a condire di sciagure la vacanza dei Destrooper. Corrosivo, scorretto, grottesco, irresistibile, sostenuto da dialoghi serrati ed espliciti, Vacanze di un serial killer ha dominato le classifiche dei libri più venduti in Francia, descrivendo le manie, le pose, le frustrazioni, le miserie, gli smacchi e le spavalderie di una qualsiasi famiglia del nostro tempo.

Dettagli del libro

  • Traduzione dal francese di Roberto Boi
  • Euro 12,00 
  • 240 pagine
  • EAN 9788862511162 
  • 13 x 20 cm 
  • Brossura 
  • Giano
  • I LIBRI DELLA CIVETTA 


martedì 12 giugno 2012

Crossed - Jacen Burrows e Garth Ennis (Panini Comics 2012)




E venne il giorno in cui uomini e donne persero la ragione. Infettati da un male sconosciuto vagavano sulla Terra come bestie a caccia dei propri simili. I pochi umani scampati all’epidemia vivevano nel terrore di una morte atroce o di diventare essi stessi brutali carnefici.


Ultima fatica, pubblicata in Italia da Panini Comics, di quel “geniaccio” iconoclasta di Garth Ennis. Questa volta coadiuvato alle matite da Jacen Burrows. Però, in questa miniserie, scordatevi di imbattervi nel Garth che abbiamo imparato ad apprezzare (Preacher, Hitman e the Boys e qualche storia del Punitore). Nessun intermezzo ridicolo, nessun personaggio assurdo che strappa più di un sorriso, nessuna presa per i fondelli sulla religione, la società, i miti del mondo dei fumetti e dei supereroi. Niente di tutto questo.
Ennis rivela un lato oscuro e per nulla grottesco, “un pugno allo stomaco” può rendere l’idea di quello che si incontra leggendo. Orrore vero, senza humour. Mai copertina è stata più efficace. Uno dei fumetti più robusti che abbia mai dovuto “digerire”. E non ci sono supereroi che tengano, solo gente comune, alle prese con un evento incomprensibile, che cerca di sopravvivere.
I disegni di Burrows donano potenza e senso di tragedia al racconto, il tratto dettagliatissimo accresce le sensazioni di orrore in maniera quasi sensoriale (visiva, olfattiva, dai sapori amari).
Non credo sia una metafora della vita quella che ci viene proposta, credo invece che Ennis abbia voluto creare un fumetto che disturbasse, annichilisse. E, a mio avviso, ci è riuscito.
Difficile interrompere la lettura, così come molto difficile “ingoiare” certi passaggi.
Un Ennis nuovo, quasi scontroso, oscuro. Deluso forse?
Un Ennis che, per chi lo ha già letto, sarà difficile da riconoscere. Per chi non l’ha mai letto, sicuramente non è da qui che bisogna iniziare.
Ultima annotazione, rispetto ad altri one-shot/miniserie (303, Pro, e anche Buttlefields) per la prima volta (!) Ennis spiazza il lettore di Ennis. Ed ecco un finale che non ti aspetti.

Cliccare sulle immagini per ingrandirle

Articolo di Maxxxxx

Dettagli del libro


  • Formato: Brossura
  • Editore: Panini Comics
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Collezione 100% Cult comics
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 240 
  • Traduttore: D. Malara
  • Codice EAN: 9788865896235
  • Prezzo di copertina: € 20,00



lunedì 11 giugno 2012

Frankenstein. La città dei dannati - Dean Koontz (Sperling Kupfer 2012)



"La sola cosa necessaria per il trionfo del male...." ....é che la brava gente non faccia niente" Sí, l'ho già sentita. "Chi lo ha detto , comunque?"chiese lei. "Credo fosse Tigro, ma potrebbe essere stato Winnie the Pooh"

Non so che dirvi. Che abbia un debole per Koontz é assodato, pochi fronzoli e tanta sostanza, i suoi romanzi sono come quei classici film d'azione e d'avventura, che difficilmente vincono un Oscar o un premio della critica, ma fanno faville al botteghino.
Nei libri di Koontz, spesso e volentieri i protagonisti hanno caratteristiche particolari, ben precise; o qualità fuori dal comune, dotati di poteri e intelligenza suprema, oppure hanno limitazioni fisiche e mentali  a causa delle quali si prova immediata simpatia, personaggi con manie assurde, magari di estrema pignoleria e ordine delle cose, e contemporaneamente pervasi dalla violenza piú cieca e dall'odio totale verso il prossimo.
In questa seconda parte della storia del delirio di onnipotenza del dottor Victor Helios (della prima parte trovate la recensione a questo link), tutti i personaggi del primo racconto proseguono le loro vicende e viene meglio sviscerata la struttura organizzata della Nuova Razza, l'esercito di replicanti creati dalla diabolica mente del Dr. Helios e "collocati" nei posti che contano nella New Orleans dei giorni nostri; politici, poliziotti, sacerdoti, ma anche mansioni meno altolocate, come gli addetti allo "smaltimento" delle persone eliminate e sostituite dai cloni, i quali hanno particolarità ben precise,  con delle limitazioni (l'impossibilità di suicidarsi e di rivoltarsi  verso il loro creatore) e delle capacità (estrema forza e preparazione) calibrate al livello occorrente alle mansioni assegnate; ma qualcosa, nel complesso meccanismo non va per il verso giusto, come granelli di sabbia in ingranaggi ben oliati,  cominciano una serie di inconvenienti che fanno vacillare gradualmente la sicurezza dello scienziato e raggiungeranno probabilmente il loro apice nel prossimo episodio...
To be continued...

Articolo di Emilio "picchio" Galli

Dettagli del libro


  • Formato: Brossura
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Pandora
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 305 
  • Traduttore: T. Dobner
  • Codice EAN: 9788820052287


sabato 9 giugno 2012

La vera storia del pirata Long John Silver - Björn Larsson (Iperborea 1998)



Aprii le sacre scritture e mi misi a recitare i comandamenti come mi saltavano in mente. Col primo, è chiaro, non c'era molto da fare. Mi era sempre piaciuto così com'era, con un'unica piccola correzione, tanto per sicurezza: Non avrò altro dio all'infuori di me. Quel che combinai con gli altri non me lo ricordo più, ma era ovviamente nello stesso spirito e in ogni caso non in quello santo. Ma credo che l'ottavo, l'ultimo che feci in tempo a leggere, fosse in perfetto accordo con il mio futuro stile di vita: Di' sempre falsa testimonianza. Non riuscii ad andare oltre.

E' la prima volta che il mio giudizio si divide in due. La prima riflessione regalerebbe al libro un dieci nettissimo, la seconda invece gli rifilerebbe una sufficenza.
Mi spiego meglio.
La vera storia del pirata Long John Silver penso sia oggettivamente un capolavoro, sia come storia che come modello narrativo. tratta della biografia di John Silver in un modo che a me ha affascinato, ossia come dialogo tra lo stesso Silver e Defoe, autore della "Storia generale dei Pirati" con lo pseudonimo (si suppone) di Capitano Charles Johnson.. Soltanto dei geni possiedono le qualità letterarie per raccontare una storia non in prima persona, non in terza, ma addirittura attraverso una voce narrante che cita le frasi di un'altro interlocutore in maniera tanto chiara quanto affascinante. Stessa esaltazione mi hanno dato numerosi concetti (di cui il romanzo è pieno zeppo), primo fra tutti, che io urlerei in mondo intero, è la spiegazione del motivo per il quale anche chi è credente e vive in funzione della vita ultraterrena, comunque ha paura di morire. Non voglio entrare in un tema fin troppo spinoso, ma credo che Larsson, oltre ad avermi letto nel pensiero, abbia rischiato la forca tanto quanto i personaggi del suo lavoro.
Fin qui quindi, il voto massimo era una certezza.
In pratica però il libro non mi ha soddisfatto come avrebbe dovuto, complici più cose. La prima è sicuramente il modo errato con il quale l'ho letto: questo è un libro da leggere in tre giorni, non in due settimane come il sottoscritto, e soprattutto in un arco di tempo dove altri pensieri mi pogavano in testa lasciando poco spazio ad arrembaggi e tratte degli schiavi.
Secondo motivo non ho amato John Silver, trovandolo a volte anche contraddittorio. Come ultimo punto di poco pregio, non sono riuscito (forse per il motivo sopra citato) a farmi trasportare su una nave battente il Jolly Roger; è stata una lettura abbastanza distaccata la mia.
Quindi, in conclusione, credo sia un libro assolutamente da leggere, a patto che lo si sfogli tutto d'un fiato e con la mente sgombra per dare la possibilità di entrare nel vivo della storia, perchè sicuramente ne vale, non a caso è arrivato alla quattordicesima ristampa.

Una volta che ci si dà alla pirateria, di regola non c'è via di ritorno, per quanto lo si voglia, e, comunque, di sicuro non in qualità di capitano pirata a riposo.

Iperborea festeggia 25 anni e ti invita a scoprire la nuova promozione in tutte le migliori librerie fino al 30 giugno. Abbiamo scelto per te 25 tra i titoli più rappresentativi del nostro catalogo, di 25 autori che hanno fatto la storia della casa editrice, li potrai acquistare con il 25% di sconto. 
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Segui il link per il regolamento.

 Articolo di Alessandro "dampy" Farese


Dettagli del libro

  • Formato: Brossura
  • Editore: Iperborea
  • Anno di pubblicazione 1998
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 496
  • Traduttore: K. De Marco
  • Codice EAN: 9788870910759

venerdì 8 giugno 2012

La lunga notte - Linda Castillo (TimeCrime 2012)



Una pacifica famiglia Amish massacrata, due ragazze adolescenti torturate e seviziate, un neonato morto tra le braccia della madre: sono questi gli elementi da cui parte il thriller di Linda Castillo La lunga notte, edito dal marchio TimeCrime, un romanzo forte e doloroso come un pungo nello stomaco.

Per Kate Burkholder, capo della polizia dello sperduto paesino di Painters Mill, Ohio, è il caso più difficile da risolvere e non solo perché si trova davanti a un assassino spietato che ha massacrato una famiglia senza alcuna pietà, ma soprattutto perché il tragico fatto le risveglia dentro ricordi e incubi di un passato che credeva seppellito per sempre. È per lei impossibile, infatti, non immedesimarsi in una delle vittime, la giovane Mary Plank, con cui giorno dopo giorno scopre di condividere molte cose.

La lunga notte è un thriller feroce, uno di quelli che difficilmente si scordano perché capaci di toccare le corde più profonde di ogni lettore. La strage alla fattoria Amish è uno di quei crimini che nella realtà passerebbero alla storia, simile alla carneficina di cui si rese protagonista Charles Manson insieme alla sua banda di folli assassini la notte del 9 agosto del 1969, ed è descritto nei minimi nauseanti dettagli. È inevitabile rimanere scioccati e partecipare emotivamente alle indagini, rese ancora più interessanti e tese dal sempre maggiore coinvolgimento personale di Kate che si trasforma presto in una vendicatrice, in un simbolo delle ingiustizie che ci guida all’interno di un incubo che nel finale ci riserverà parecchie sorprese.

La storia di Kate Burkholder si muove su un piano parallelo rispetto al procedere delle indagini, costringendo così il lettore a seguire una doppia partita dallo svolgimento imprevedibile: la storia d’amore contrastata con il collega Tomasetti, anche lui con una storia agghiacciante alle spalle, la voglia di rendere giustizia alla ragazza uccisa e alla sua famiglia, la sua origine Amish che, nonostante gli anni, stenta ad andare via, rimettendo in discussione decisione apparentemente già prese. La straordinaria capacità della Castillo sta nel mescolare alla perfezione le due storie, facendole incontrare per formare un puzzle pressoché perfetto, forte, solido, feroce e senza via di scampo.

La lunga notte è uno di quei romanzi talmente intensi che leggerlo significa affrontare un’esperienza non solo mentale, ma anche fisica, perché accettare un atto così scellerato, ingiustificato e violento come la strage da cui prende il via il romanzo, e continuare a leggere il libro, non è roba da lettori improvvisati o sprovveduti. È un romanzo che altresì conferma l’andamento altalenante delle scelte editoriali della TimeCrime che alterna prodotti solidi e appetibili (oltre a questo, da segnalare anche I sonnambuli e Omicidio allo specchio) a libri mediocri come L’ombra della verità di Karin Slaughter o l’appena uscito L’ultima profezia di Liz Jensen.

Articolo di Marcello Gagliani Caputo

Dettagli del libro


  • Formato: Rilegato
  • Editore: Time Crime
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Narrativa
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 411 
  • Traduttore: L. Maldera
  • Codice EAN: 9788866880110




giovedì 7 giugno 2012

Segnalazioni: Uscite di Giugno pt.1


Ruth Dugdall - La donna nell'ombra

Rose Wilks è stata condannata per aver provocato la morte di un bimbo di pochi mesi, il figlio della sua migliore amica Emma, conosciuta nel reparto ginecologia dell'ospedale in cui entrambe sono state ricoverate quando stavano per dare alla luce i propri bambini. Ora, dopo cinque anni trascorsi in carcere e dopo avere sempre dichiarato la propria innocenza, Emma ha la possibilità di ottenere la libertà condizionata. Ma cosa è accaduto davvero tra Rose ed Emma? E cosa nasconde la morte prematura del neonato, quando le due donne erano insieme all'ospedale?

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Editore: Elliot Edizioni
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: Schegge
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 320 
  • Codice EAN: 9788861922754

Francesca Bertuzzi - La Paura

Un capanno lontano dalla città e avvolto nel buio. Due ragazze legate a una sedia, una di fronte all’altra. Cos’hanno in comune? Apparentemente nulla. Solo una serata trascorsa a bere nello stesso bar di Torino. Eppure qualcuno le ha stordite, rapite e rinchiuse entrambe in un luogo che odora di morte. E con implacabile e spietato calcolo si accanisce contro una di loro, torturandola fino a ucciderla. Ma non Giuditta: l’ignoto carnefice ha deciso di risparmiarla e lasciarla andare. Pur sconvolta e sotto shock, in mente ha un solo obiettivo: allontanarsi dalla casa delle torture e mantenere una promessa. «Via Exilles 12. Emma. Promettilo. Emma»: le ultime parole della ragazza rapita insieme a lei. La sorpresa non tarderà ad arrivare: Emma è una bambina di soli cinque anni e la casa in cui vive rivela torbidi e inquietanti particolari sulla madre che non vedrà mai più. Un lavoro in un ambiguo locale, tanti soldi in contanti di dubbia provenienza, nessun legame. Ma cosa nascondeva nel suo passato? Chi può avere avuto una ragione per vendicarsi di lei? Giud inizia a cercare, scavare, indagare nella sua vita, senza che nulla emerga. Qual è il particolare che le sfugge e che potrebbe dare un senso a ciò che è accaduto? Forse è qualcosa di importante, qualcosa che la sua memoria ha voluto rimuovere…

Dettaglio del libro
  • Titolo: La paura
  • Autore: Francesca Bertuzzi
  • Editore: Newton Compton
  • Collana: Nuova narrativa Newton
  • Data di Pubblicazione: 6 giugno
  • ISBN: 8854137650
  • ISBN-13: 9788854137653
  • Pagine: 352
  • Formato: rilegato

Henning Mankell - Ricordi di un angelo

Per Hanna Lundmark, cresciuta in un'umile famiglia nel nord della Svezia, il freddo e la neve sono i primi ricordi, e con essi la povertà, «più che un ricordo, lo spazio dove era rimasta per tutta la sua adolescenza». È la carestia che la costringe a lasciare la sua misera casa ai piedi delle montagne e a imbarcarsi per un mondo sconosciuto. Una grande nave a vapore partita da Sundsvall e diretta in Australia la lascerà nel porto della capitale dell'Africa Orientale Portoghese, dove la sorte le ha riservato una smisurata ricchezza. Potente e misteriosa proprietaria di un bordello, Hanna vive in una realtà a lei incomprensibile, dove ognuno è rinchiuso nella sua personale gabbia di paura, i bianchi nascondono il proprio passato, i neri non ti guardano negli occhi e nessuno sembra mai dire la verità. Solo Carlos, lo scimpanzé strappato al mondo delle scimmie che veste una giacca bianca e accende i sigari ai clienti, desidera davvero la sua vicinanza. Anello di congiunzione tra due mondi cui non appartiene, Carlos incarna l'interrogativo centrale di questo toccante e provocatorio romanzo di Henning Mankell: cosa è necessario perché un essere umano possa essere definito tale? Sospesa tra i ricordi e un futuro che non è in grado di disegnare, Hanna si muove in un luogo degli opposti, e lentamente capisce che, se vuole ottenere l'impossibile, deve diventare un'altra persona. 

Dettagli del libro
  • pp. 400, 1° ed.
  • Euro 19,50
  • Marsilio
  • 2012 
  • isbn: 978-88-317-1225-5
  • traduzione di Giorgio Puleo



Tess Gerritsen - La fenice rossa

La sconosciuta che giace sul tavolo settorio dell’anatomopatologa Maura Isles è molto giovane. E molto bella. I lunghi capelli castano ramato contrastano con la pelle chiara, tesa sugli zigomi alti. È stata ritrovata sul tetto di un edificio nella Chinatown di Boston, da un gruppo di turisti in cerca di brividi durante un Ghost Tour tra i misteri e le leggende dell’antico quartiere. Qualcuno le ha sparato un colpo di pistola, poi le ha mozzato una mano. La scoperta più inquietante però è quella fatta da Maura durante l’autopsia: sul corpo della vittima infatti viene ritrovato un misterioso capello argentato che, dalle prime analisi, non sembra appartenere a nessuna specie conosciuta.
Inizia così per l’ispettore Jane Rizzoli una difficile indagine. Unico, sottilissimo elemento in suo possesso il fatto che l’edificio dov’è stata ritrovata la ragazza diciannove anni prima ospitava un ristorante cinese, La Fenice rossa, che era stato teatro di una strage. Il cuoco del ristorante aveva ucciso quattro clienti e si era suicidato. Cinque vittime, senza alcun legame tra loro, una carneficina subito attribuita a un attimo di follia. Ma qualcuno, evidentemente, non sembra pensarla così. Qualcuno venuto dal passato e pronto a tutto pur di ristabilire la verità, anche a uccidere...

Dettagli del libro
  • LA FENICE ROSSA
  • Tess Gerritsen 
  • Traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani 
  • Thriller
  • Collana: La Gaja scienza 
  • Pagine: 336
  • Prezzo: € 17.60
  • In libreria dal: 2 giugno 2012

Alejandro Arìs - L'artista della morte

Washington, 1968. Dopo aver trascorso più di due anni nell’inferno del Vietnam, il dottor Kenneth Philbin è ormai abituato ad affrontare le atroci sofferenze dei feriti e a confrontarsi quotidianamente con l’orrore della morte. Tuttavia neanche lui può rimanere indifferente davanti a uno spettacolo così macabro e inquietante: un uomo seminudo crocifisso ai pali di sostegno di un molo. Poco sopra la testa della vittima, è stato inchiodato un foglietto con scritto «Salvador», mentre sull’acqua sottostante c’è una piccola imbarcazione. Sebbene Kenneth, in qualità di chirurgo del pronto soccorso, sia stato convocato dalla polizia solo per certificare la causa della morte, è lui il primo a capire che la scena del crimine è l’esatta riproduzione di un celebre quadro di Salvador Dalì, il Cristo di san Giovanni della Croce. E, nel giro di pochi giorni, arriva un’altra drammatica conferma: la polizia infatti trova un cadavere disposto in modo da raffigurare l’Uomo vitruviano di Leonardo. Ma è la maestria con cui il corpo è stato sezionato a mettere in allarme Kenneth: l’omicida non è ossessionato soltanto dalle opere d’arte, ma anche dal corpo umano, ed è chiaro che ha una profonda conoscenza dell’anatomia e una straordinaria abilità chirurgica. Forse l’assassino è molto più vicino di quanto Kenneth possa immaginare, ed è proprio a lui che ha lanciato la sfida…

Dettaglio del libro
  • Editore: Tre60
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Lingua originale: Peru
  • Pagine: 347 
  • Traduttore: D. Ruggiu
  • Codice EAN: 9788867020225

Chris Kuzneski - Profezia Finale

Francia, 17 giugno 1566. Pochi giorni prima di morire, un uomo scrive una lettera, la chiude in un cofanetto di legno e, in una postilla al suo testamento, dispone di svelarne il contenuto soltanto molti secoli più tardi…
Stati Uniti, oggi. Dopo aver ricevuto una lettera in codice – un’enigmatica quartina composta in varie lingue antiche –, una giovane insegnante inizia a sospettare di essere pedinata e, intuendo di essere in pericolo, decide di chiedere aiuto al milionario Jonathon Payne e al suo collega David Jones, ex soldati delle forze speciali diventati consulenti del governo americano. Per incontrarli, si reca quindi a una serata di beneficenza organizzata all’università di Pittsburgh ma, proprio mentre sta per mostrare loro una copia della lettera, la donna viene assassinata da un cecchino, che a sua volta muore poco dopo. Decisi a fare luce su quell’omicidio e sul significato della misteriosa quartina, Jones e Payne vengono così coinvolti in un’avventura che li porterà prima a casa della vittima - dove scopriranno che lei aveva mentito sulla sua identità -, poi nel caveaux di una banca svizzera e, infine, in un antico castello in Belgio, costantemente braccati da nemici determinati a difendere un segreto custodito da centinaia di anni, un segreto che riguarda il nostro futuro…

Dettagli del libro
  • Editore: Tre60
  • Rilegato: 430 pagine
  • Editore: TRE60 (31 maggio 2012)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 886702003X
  • ISBN-13: 978-8867020034

Francisco Gonzalez Ledesma - Il Peccato

È un mattino come tanti in plaza Santa Ana a Madrid. Le panchine sono affollate di pensionati che non hanno niente da fare tranne alimentare la speranza segreta che muoia prima il tizio seduto di fianco. Un gruppo di ragazze prende al bar l’ultimo caffè prima di infilarsi nella casa di doña Lorena Dosantos, il laboratorio per fornicare più misericordioso di tutta Madrid. Sono per lo più signorine di provincia, esperte in cucina, in ricamo, in buone maniere e altre arti antiche, che si sono ritrovate a venticinque anni in un paese di disoccupati. Doña Lorena Dosantos le ha accolte nel suo atelier, frequentato da clienti capaci di coltivare una viva ammirazione per le loro pupille, di cui apprezzano la calma, la modestia, il sapersi comportare e altre nobili virtú. Nessuno nota la presenza di un pensionato che se ne sta seduto su una panchina al sole, con la testa appoggiata allo schienale e la bocca aperta come una lucertola. È un signore dall’aspetto tanto rispettabile. Un cappello gli nasconde il volto, ma ha la testa troppo incassata. E i preti che se lo vengono a prendere – preti vestiti come i preti di una volta, come i canonici di Toledo o quelli dei canti gregoriani dopo cena - lo caricano su una bella macchina come fosse un sacco di patate. Chi sia il vecchio gentiluomo, Méndez, il valente poliziotto male in arnese dopo anni di pessimo cibo d’osteria e di bordelli, lo apprende qualche giorno dopo. Al Comando Supremo di Barcellona gli spiattellano la cruda verità: il pensionato dalla testa incassata è un cliente molto in vista, stecchito nella casa della signora Dosantos, o meglio premiato con una morte che tutti i rispettabili signori di questo mondo agognano. Il problema è che altri sono vivi, e in modo particolare le alte personalità che godono della misericordia di doña Lorena Dosantos, presidenti del consiglio e d’amministrazione, economisti dello Stato, notai e altri maschi che non sono mai stati a dieta e che non si vogliono certo compromettere. Méndez deve andare immediatamente a Madrid e, da vecchio sbirro qual è, portare a termine la sua missione: intorbidire le acque perché nulla trapeli. Ma, arrivato a Madrid e messosi in contatto con il collega Fortes, Méndez scopre che c’è ben altro, e non da insabbiare, bensì da indagare: una registrazione illegale fatta da microspie in un elegante appartamento dell’elegantissimo quartiere Serrano svela un altro omicidio, perpetrato in modo ripugnante ai danni di una ragazza il cui cadavere non si trova da nessuna parte. E, come se non bastasse, entrato nella casa dove vive la giovanissima e splendida seconda moglie del rispettabile gentiluomo di plaza Santa Ana, Méndez vede spuntare da sotto un letto un paio di gambe snelle e lunghe, un pezzetto di gonna dai colori sgargianti, un pube nudo...

Dettagli del libro
  • Listino € 13,90
  • Editore Giano
  • Collana I libri della civetta
  • Pagine 432
  • Lingua Italiano
  • EAN 9788862510639

Le età della scrittura presso Casa Internazionale delle Donne


Venerdì 8 giugno 2012 alle ore 21,00, nel Giardino della Casa Internazionale delle Donne (via della Lungara 19, Roma) il gruppo romano della Sil (Società Italiane delle Letterate) invita alla tavola rotonda "Le età della scrittura" con le scrittrici: Donatella Di Pietrantonio ("Mia madre è un fiume" Elliot), Viola Di Grado ("Settanta acrilico trenta lana" E/O), Chiara Mezzalama ("Avrò cura di te" E/O), Silvia Dai Pra’ ("Quelli che però è lo stesso" Laterza), Lidia Ravera ("Le seduzioni dell'inverno" Beat) - coordina Loredana Lipperini (famosa giornalista e anch'essa autrice di libri).
Interviene: Catherine Mayer, autrice di "Amortalità. Piaceri e pericoli del vivere senza età" (Iacobelli Ed.).

mercoledì 6 giugno 2012

Ray Bradbury RIP


Ray Bradbury, maestro della letteratura fantascientifica, è morto questa mattina a Los Angeles all'età di 91 anni dopo la conferma della famiglia così come del suo biografo, Sam Weller, si è scatenato il tamtam mediatico sul web.
Lo ricordiamo con un passaggio del film di Truffaut tratto dal romanzo forse più conosciuto di Bradbury, "Fahrenheit 451"


In ogni uomo c'è un libro, nel libro un uomo. Ognuno di noi ha qualcosa da narrare e da tramandare. Molière, Leopardi, Manzoni, Austin, Platone... siamo noi. Fruiamo di libri e siamo custodi di un libro.

I Dragomanni


Vi riporto il testo di questo topic sul blog dei Dragomanni che parla della nascita di un progetto davvero interessante:

I Dragomanni” è un progetto nato alla fine del 2011 a opera di Daniele A. Gewurz insieme a un gruppo di colleghi traduttori: l’intento è di curare, rivedere e pubblicare in forma di ebook traduzioni di testi fuori diritti, oppure di testi contemporanei i cui diritti per la lingua italiana sono stati ceduti al traduttore.
“I Dragomanni” non è una casa editrice: ciascuno lavora in modo del tutto indipendente (scegliendo da sé che cosa tradurre, i tempi da darsi, il prezzo da imporre ai propri ebook etc.). La collaborazione viene nel coordinarsi e aiutarsi a vicenda: rivedersi l’un l’altro le traduzioni, darsi appoggio per gli aspetti tecnici e, più in generale, nell’impostazione che sarà comune a partire dalla veste grafica.
Fra gli obiettivi di questa “(non) casa editrice dei traduttori”, oltre a quello di far conoscere (o ri-conoscere) determinati testi – che saranno ricchi di apparati: introduzioni, annotazioni, nota finale – vi è quello di contribuire in maniera originale al difficile e importante discorso sulla visibilità dei traduttori.
Presto approfondiremo questa iniziativa ma nel frattempo un grosso in bocca al lupo ai Dragomanni.

Il piromane - Bruce DeSilva (Giunti 2012)



Nel cielo di ogni storia d'amore ci sono piccoli biglietti per l'inferno che cadono come coriandoli dalle stelle 
(KinkY Friedman)

Qualcuno sta appiccando il fuoco ad un intero quartiere, palazzine e  villette dati alle fiamme; senza tregua sera dopo sera, i vigili del fuoco corrono da una parte all'altra di Mount Hope-Rhode Island per cercare di domare le fiamme e trarre in salvo chi non è riuscito a scappare con le proprie gambe.
Ma non sempre ci riescono. Mulligan è un giornalista in gamba anche se per molti è “passato di moda”, ha vinto un Pulitzer in gioventù e i suoi metodi son rimasti sempre quelli, andare sul posto, annusare l'aria una volta, il fumo provocato dagli incendi domestici sapeva di legno bruciato. 
Ora, le fiamme che devastano le abitazioni puzzano di plastica fusa, di poliestere, di truciolato, di colla per legno, di fili elettrici, dei prodotti tossici per la pulizia e di poliuretano espanso, capace di generare gas nocivi, tra cui cianuro di idrogeno. 
L'odore di quell'incendio faceva pensare a una fabbrica petrolchimica appena esplosa, stare sulla notizia, buttarci sangue sudore e lacrime e in questo caso fare la ronda nel quartiere, è il SUO quartiere quello che sta andando a fuoco, è un fatto personale, girare tra le a gente, chiedere informazioni per arrivare prima degli altri e magari cogliere in flagrante il piromane. E' un personaggio fichissimo sempre tra il serio e l'ironico ma capace di provare emozioni profonde e trasmetterle, ha un matrimonio fallito alle spalle (le telefonate di Dorcas la sua ex moglie sono esilaranti), un capo Lomax che comunica con lui con e-mail criptiche, una storia “d'amore” agli inizi con Veronica, uno stuolo di amici/colleghi/complici tra deliquenti e gente per bene assolutamente irresistibili.La combine tra lui e alcuni di questi personaggi porterà a galla una verità scomoda anche se non imprevedibile ma il modo di fare di Mulligan, la maniera in cui renderà giustizia al suo quartiere valgono la lettura dell'intero romanzo.
Il titolo non è proprio bellissimo, sembra uno di quei romanzi dozzinali col titolo secco che oramai il mercato italiano ci ha abituati (ma non si poteva lasciare l'originale Rogue Islande?!), ma non lo è affatto!
DeSilva ci sa fare, ha scritto un romanzo godibile, ironico, personaggi ben delineati, la trama è semplice ma arricchita sapientemente da racconti “di paese” e notizie curiose sugli abitanti che stuzzicano la parte pettegola di ognuno, una lettura leggera e scorrevole che vi farà passare qualche ora veramente piacevole. Curioso quanto riportato nella postfazione dall'autore: Nell'autunno del 1994 ricevetti un biglietto da un lettore che elogiava una “graziosa storiella” scritta da me. “In effetti” diceva il biglietto “potresti utilizzarla come base per un romanzo. Ci ha mai pensato?”. Il biglietto era stato mandato da Evan Hunter, l'autore che – sotto lo pseudonimo di Ed McBain- ha scritto la brillante serie di police procedural ambientata nell'87° distretto. Sigillai il biglietto nel cellophan, lo attaccai al mio computer di casa con del nastro adesivo e cominciai a scrivere.

Bruce DeSilva ha lasciato una quarantennale carriera nel mondo del giornalismo e un enorme numero di riconoscimenti di categoria per dedicarsi a tempo pieno alla narrativa. Ha lavorato per importanti quotidiani come giornalista investigativo, per poi passare alla Associated Press dedicandosi alla formazione professionale dei giovani reporter. Il piromane, suo primo romanzo, ha ottenuto negli Stati Uniti un ampio successo di pubblico e critica. Vincitore del prestigioso premio Edgar 2011 opera prima. Uno dei migliori esordi per il Publishers Weekly.

Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettaglio del libro


  • Formato: Rilegato
  • Editore: Giunti Editore
  • Anno di pubblicazione 2012
  • Collana: M
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Rogue Island
  • Lingua originale: Inglese
  • Pagine: 368 
  • Traduttore: L. Conti ,  M. Boncompagni
  • Codice EAN: 9788809770676



lunedì 4 giugno 2012

Film tratto da "La donna in gabbia" di Jussi Adler-Olsen



La stampa specializzata internazionale – da Variety all’Hollywood Reporter – ha dato ampio risalto alla notizia dell’inizio, a ottobre, delle riprese del thriller The Keeper of Lost Causes, il film tratto dal primo romanzo, pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo La donna in gabbia, della serie best-seller e pluripremiata del danese Jussi Adler-Olsen.
La saga della Sezione Q, composta da quattro romanzi già usciti e un quinto di prossima pubblicazione, dal 2007 a oggi ha venduto otto milioni di copie ed è in corso di traduzione in 32 paesi, facendo di Jussi Adler-Olsen l’autore di crime più venduto di sempre in Danimarca e un fenomeno editoriale a livello internazionale.

A interpretare sul grande schermo il burbero protagonista, il detective Carl Mørck, che in questo primo episodio indaga, insieme a un misterioso assistente di origine siriana, sul cold case ormai dimenticato di una parlamentare scomparsa senza lasciare traccia, sarà Nikolaj Lie Kaas, l'attore numero 1 oggi in Danimarca, già apparso in produzioni internazionali come The Whistleblower e Angeli e demoni. Nikolaj Arcel, che ha firmato lo script della prima trasposizione cinematografica di Uomini che odiano le donne, è al lavoro sulla sceneggiatura, mentre la regia verrà affidata a Mikkel Nørgaard, già regista di Clown - the movie, campione d'incassi di tutti tempi al box office danese. A produrre sia questo primo film che gli altri tre che seguiranno sono le danesi Zentropa e TV2 e la tedesca ZDF, lo stesso team che ha realizzato la versione scandinava della Millennium Trilogy di Stieg Larsson.

L’annuncio dell'imminente primo ciak per The Keeper of Lost Causes, il cui arrivo nelle sale è previsto per la seconda metà del 2013, è stato fatto pochi giorni fa a Cannes da Rikke Ennis di TrustNordisk, che ha iniziato le prevendite internazionali del film. Ennis ha commentato: «Beh, è difficile avere di più: uno scrittore di best-seller, una casa di produzione di alto profilo e i migliori talenti nordici: sarà un blockbuster internazionale».

Il secondo romanzo della serie della Sezione Q di Jussi Adler-Olsen, Battuta di caccia, sarà nelle librerie, sempre per Marsilio, dal 20 giugno.

L'estate dei giochi spezzati – Antonio Hill (Mondadori 2012)



La paura è umana. Solo gli stupidi ne sono immuni.

Non si uccide mai per amore, è una menzogna del tango. Si ammazza solo per avidità, per risentimento o per invidia, credimi. L'amore non ha niente a che fare con tutto questo. 

Marc Castells è un ragazzo introverso, complicato ma questo suo modo di essere è da ricercarsi nel passato; non sarebbe stato facile per nessuno crescere sapendo che tua madre ti ha lasciato appena nato, terrorizzata all'idea di dover crescere un figlio, ad un padre assente per lavoro e per insofferenza. Ma nessuno avrebbe mai pensato che Marc alla lunga si sarebbe suicidato buttandosi dalla finestra. Joana, quella madre inesistente alla quale Marc si era avvicinato lentamente e con circospezione tramite e mail ma che non aveva ancora mai incontrato, vuole che qualcuno indaghi, non si accontenta di una una spigazione vaga vuole la verità “per sapere qual'è la mia colpa e il prezzo che dovrò pagare”; chiede quindi al commissario Savall di far luce su quella maledetta notte in cui suo figlio dopo aver passato la serata in casa con i suoi amici Gina e Axiel, come d'abitudine si è seduto alla finestra per fumare ed è caduto di sotto. Probabilmente è stato un incidente, magari ha avuto un malore, un giramento di testa che potrebbero giustificarne la caduta ma non il suicidio.... oppure, magari, qualcuno lo ha ucciso.  L'incarico viene affidato in via ufficiosa ad Hector Salgado rientrato in servizio dopo una sospensione disciplinare per aver picchiato selvaggiamente il dottor Omar sospettato di traffico di donne. La sparizione di quest'ultimo darà vita ad una indagine parallela condotta dalla viceispettrice Martina Andreu collega e amica di Salgado che lo vedrà coinvolto in prima persona ma non gli impedirà di fare luce sulla morte di Marc portando a galla un passato che accomuna e affossa le "famiglie bene" di Barcellona. È da molto tempo che non penso a Iris e all’estate in cui è morta. Credo di aver cercato di dimenticare tutto, proprio come ho superato gli incubi e le paure dell’infanzia. E adesso che voglio ricordare mi torna in mente soltanto l’ultimo giorno, come se quelle immagini avessero cancellato tutte le precedenti. Chiudo gli occhi e torno in quella vecchia e grande casa, nella camera con i letti vuoti che aspettano l’arrivo del prossimo gruppo di bambini. Ho sei anni, sono al campo estivo e non riesco a dormire perché ho paura. No, non è vero: quella notte mi comportai da coraggioso: disobbedii alle regole e affrontai il buio soltanto per vedere Iris. Ma la trovai annegata. Galleggiava in piscina, circondata da una corte di bambole


Avevo sentito parlare di Antonio Hill e di questo suo romanzo d'esordio; fascetta gialla e commenti in quarta di copertina lo definiscono come il caso editoriale dell'anno e una volta tanto ci hanno indovinato; intendiamoci, non ci troviamo di fronte ad un capolavoro ma è sicuramente un bel thriller dai contentuti forti, carico di atmosfera, ben scritto, coinvolgente con un ritmo serrato ma non aggressivo e senza fronzoli. Affascinante l'ambientazione nella torrida Barcellona, ma il punto forte a mio avviso sono i personaggi, principali e non, che Hill seziona con perizia chirugica mettendoli a nudo, personaggi importanti, profondi, con carattere e su tutti spicca Hector Salgado poliziotto di origine argentina, quarantenne tenebroso, con una vita piuttosto incasinata, un matrimonio fallito, un figlio adolescente e con una interpretazione della giustizia piuttosto personale che spero abbia una serialità perchè un personaggio così interessante si merita un seguito.

Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro

  • Titolo: L’estate dei giocattoli spezzati
  • Autore: Antonio Hill
  • Casa Editrice: Mondadori
  • Collana: Omnibus
  • Genere: Thriller
  • Pagine: 336
  • Prezzo: 18,00 euro
  • Traduzione: Elena Rolla