Qualche anno orsono lessi con piacere “La giostra dei criceti” e pensai che Antonio Manzini avesse un’innata capacità di intrecciare storie e mescolare generi.
Quel romanzo era infatti un sapiente e affascinante miscuglio di commedia, noir e thriller. Sono trascorsi sei anni senza nuove pubblicazioni, fatta eccezione per qualche racconto a quattro mani con il suo amico Niccolò Ammaniti: un peccato!
Poi quest’anno salta fuori “Pista Nera”, un giallo impacchettato in un piccolo libro blu, come quello che ospita Camilleri o Malvaldi. Il vicequestore romano Schiavone, da poco trasferito ad Aosta (un po’ come il magistrato prestato alla politica Ingroia!), si trova alle prese con un cadavere sulle piste da sci.
Questo è l’avvio della storia, che offre all’autore la possibilità di raccontare Schiavone, con il suo essere fuori luogo sui monti della Valle d’Aosta, il suo essere corrotto e violento ma dal cuore buono, il suo cinismo e il suo gigioneggiare tipico dell’uomo un po’ coatto della capitale. Al tempo stesso ovviamente tesse la storia che si dipana nei canoni classici del giallo, sovrapponendo indizi e dettagli, aggiungendo sospettati e probabili colpevoli, il tutto con competenza ma anche con l’abilità non comune di inventare soluzioni originali. Al contrario del primo romanzo che ho citato, in cui i protagonisti sono molti e tutti accuratamente tratteggiati, in questo, il vicequestore è l’unico sotto il riflettore, tutti gli altri, che non sono pochi, sono soltanto comparse, che si caratterizzano solo per tratti salienti. Così conosciamo gli agenti con tanto adipe e poco cervello, le donne belle e pettegole, l’amico romano del protagonista, la moglie (che ci offrirà una sorpresa finale) e l’amante. Camminano e vivono nel microcosmo di Champoluc, tutti si conoscono e sono più o meno parenti, tra loro come un extraterrestre si aggira Schiavone, sovvertendo le regole e facendo scricchiolare la comunità con metodi poco ortodossi ma fondamentali per il conseguimento dell’obiettivo.
Il silenzio iniziale dei monti al tramonto, in cui la neve viene pettinata dai gatti delle nevi, si spezza con la scoperta del cadavere e il caos sembra avere il sopravvento pagina dopo pagina, fino al rendez-vous finale in cui tutti gli indizi disseminati si compongono per consegnare il colpevole alla giustizia, non prima però di aver permesso allo scrittore una piccola divagazione in cui ci fa conoscere il lato oscuro del vicequestore e forse più in generale dell’italiano medio.
Un romanzo godibile, politicamente scorretto a tal punto da infastidire, ma in fondo anche questa è un’emozione, e quindi come non consigliare una storia per l’appunto emozionante e ben orchestrata?
Articolo di Pierpaolo Turitto
Dettagli del libro
- Pista nera
- Antonio Manzini
- Prezzo di copertina € 13
- 278 pagine
- Sellerio Editore Palermo
- (collana La memoria)
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