«Anche se lo sterminio ebraico da parte dei nazisti è un evento che potrebbe riempire sei milioni di romanzi, desideravo toccare l’argomento partendo da un diverso punto di vista. Ho deciso quindi di concentrarmi sulle origini della persecuzione – in particolar modo, i mesi immediatamente precedenti l’inizio del cancellierato di Hitler –, facendo sì che diventasse lo sfondo della storia. D’altro canto, visto che la Shoah è indubbiamente il peggior crimine del ventesimo secolo, mi pareva interessante raccontarne alcuni aspetti sotto forma di crime story.»
P. Grossman
Quando un romanzo oltre che intrattenere, coinvolgere e
divertire è capace anche di insegnare qualcosa a chi lo legge, allora siamo di
fronte a uno di quei rari casi in cui la narrativa riesce a superare se stessa,
trasformandosi in qualcos’altro. È il caso dello straordinario debutto
letterario di Paul Grossman che grazie al marchio thriller di Fanucci,
TimeCrime, sbarca in Italia con I
Sonnambuli, un romanzo ambientato durante la scalata al potere dei nazisti.
Willi Kraus è un detective ebreo della Kriminal Polizei a
cui vengono affidate le indagini riguardo il ritrovamento di un cadavere nel
fiume Havel, alla periferia di Berlino. In una Germania sempre più sull’orlo
del baratro, stretta tra la Grande Depressione e l’assalto al potere di
Hitler e compagni, Kraus si ritroverà presto a combattere con avversari ben più
pericolosi di un semplice serial killer.
Fin dalle prime pagine, Grossman ha il pregio di calare il
lettore all’interno del suo mondo narrativo, corroso da un’aria malata e
malsana che fa della Germania degli inizi degli anni ’30 un Paese imprigionato
tra un glorioso passato e un presente difficile, in cui basta spostarsi di
pochi chilometri dal centro città per rendersi conto della drammatica
situazione in cui versano i tedeschi. L’autore fa muovere i suoi personaggi per
le strade di Berlino, descrivendone ogni angolo, ogni palazzo, ogni vicolo:
spesso si ha la sensazione di vederne i colori e di sentirne gli odori. Lo
stile semplice, diretto e scorrevole di Grossman, gli permette di prendere per
mano il lettore e di portarlo in giro per la città, costringendolo a non
mollare la presa, rimanendo ancorato all’autore fino alla fine.
I sonnambuli è un
romanzo che è molto di più di un semplice romanzo: nel racconto di Grossman si
va oltre il semplice caso di omicidio, le indagini di Kraus non sono altro che
una prospettiva per narrare al lettore un pezzo di storia, il pezzo più
importante del secolo passato. Leggendolo si possono capire i motivi per cui
l’ascesa di Hitler trovò terreno fertile, cosa si nascondeva dietro le teorie
naziste, da dove esse nascevano e si può avere uno spaccato preciso e
storicamente dettagliato della situazione socio-politico ed economica della
Germania dei primi anni ’30.
Il tutto è perfettamente inserito in un thriller
ad altissima tensione, con momenti talmente coinvolgenti ed emozionanti da
ricordare più volte importanti autori come Frederick Forsyth (il suo Dossier Odessa su tutti) o il primo Ken
Follett (quello de La cruna dell’ago
o di La notte sull’acqua per
capirci). Una piccola frenata va registrata nel finale dove l’autore avrebbe
potuto osare di più, ma la struttura costruita fino ad allora è talmente salda
da reggere al calo di tensione.
In attesa delle altre due avventure con protagonista il
detective Willi Kraus (di prossima uscita sempre per TimeCrime), quest’ultimo
si candida a diventare uno dei nuovi eroi del thriller mondiale, un thriller
che cammina a braccetto con la storia, regalandoci non solo ore di avvincente
intrattenimento, ma anche interessanti approfondimenti, utili in un mondo
narrativo dove spesso si tende a sorvolare la realtà per dare spazio a trame e
personaggi al limite del credibile.
Articolo di Marcello Gagliani Caputo
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Editore: Time Crime
- Anno di pubblicazione 2012
- Collana: Narrativa
- Lingua: Italiano
- Pagine: 365
- Traduttore: S. Brambilla
- Codice EAN: 9788866880035
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