"«Il vostro nome in cambio della vostra vita, non mi sembra così irragionevole come baratto. In fondo, si tratta di rispondere a una semplice domanda.» Cercava di sembrare ironico, perché aveva capito che l’ironia poteva essere una chiave. «Voi tornerete dai vostri commilitoni e a me conferiranno una medaglia. Avanti, su... Non voglio ricordarmi di questo giorno in questo modo, ho già troppi brutti ricordi. Non vorrete morire proprio qui, in cima al monte Fumo. E oggi è perfino il mio compleanno.»
«Sono tre.»
La frase lo colse impreparato. Proprio non se lo aspettava. Il prigioniero aveva parlato. La voce, calda e perentoria, era emersa dall’oscurità. «Cosa avete detto? Temo di non aver compreso bene.»"
C’è gente che scommette e vince. A Donato Carrisi è capitato con “Il suggeritore” e “Il tribunale delle anime”, sta per succedergli ancora. “La donna dei fiori di carta” è una scommessa: stacca, va fuori da temi e tratti finora tipici. Smilzo, un po’ misterioso al primo sguardo, il libro odora di narrazione orale, quelle che capitano una volta sola perché devono riscaldare e avvincere, commuovere e divertire con parole e rintocchi sempre differenti. Chi è il prigioniero italiano che gli austriaci hanno catturato sul monte Fumo, a ridosso di un ghiacciaio e nel pieno della guerra di trincea?
Se lo chiede il maggiore austriaco che vuole usarlo per uno scambio con gli italiani, se lo deve chiedere Jacob Raumann, il medico cui tocca l’incarico di interrogarlo, ce lo chiediamo noi, travolti dall’incanto della scrittura che in un momento ci incolla alle pagine. Il prigioniero dovrebbe solo declinare le generalità e chiarire se è ufficiale o soldato semplice, invece accetta di parlare con Raumann a modo proprio, con un fluire ininterrotto di narrazione che riguarda qualcun altro. Guzman. Chi è Guzman?
Il prigioniero parte da lì. Da lui, Guzman, che ha tre passioni: fumare, raccontare storie e le montagne. Ha imparato a fumare e raccontare storie da adolescente quando il padre, in fuga da lui e da sua madre, gli ha infilato in mano un mozzicone di sigaretta chiedendogli cosa evocasse il suo sapore; non ha più smesso, raccontare è diventato il bisogno assoluto, il sogno da realizzare giorno dopo giorno in una nuvola di fumo. Le sue storie di levano alte, leggere, inducono a ciascuno riflessioni speciali. Epoche, luoghi e persone si intersecano, si sfiorano e sono realistici o fatati, leggendari o epici: svaniti il prigioniero e il medico, il maggiore e la trincea, compaiono le gesta e il sogno, e l’amore di Guzman.
Compare il Titanic, e ci sembra quasi normale: nell’invenzione assoluta potrebbe mai mancare la verità storica? Disintegrata la distinzione tra realtà e leggenda, già alle prime pagine passa la voglia di capire se Carrisi stia inventando tutto: non è importante, non cambia il piacere di portarsi dietro Guzman e gli altri nel loro intreccio improbabile e perfetto.
Una menzione al coraggio: incantare i lettori con il tabacco fumato in continuazione da Guzman (e non solo da lui), voluttuoso e attraente, è scelta audace in tempi di salutismo.
Articolo di MariaGiovanna Luini
Dettagli del libro
- LA DONNA DEI FIORI DI CARTA
- Donato Carrisi
- Narrativa
- Collana: La piccola Gaja scienza
- Pagine: 176
- Prezzo: € 11.60
- Data: 3 maggio 2012
2 commenti:
interessante, chiaro, scorrevole, per niente scontato e banale, ti sfida a rispondere alle tre domande prima che tu le possa sapere dal libro. complimenti e speriamo che il prossimo libro esca al più presto. claudia
sto finindo di leggere IL SUGGERITORE, bellissimo libro non arrivi mai a capire chi è il colpevole, c'è sempre un nuovo indizio che ti fa cambiare idea. Bravo Donato
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