Paolo Quaini è un giovane scrittore esordiente mantovano. Lo conobbi circa tre anni fa durante un’edizione del nebbiagialla di Suzzara (MN). Ricordo simpaticamente un ragazzo gentile, timido, a tratti impacciato, che si avvicinò a me quasi impaurito, descrivendo il suo progetto in corso di scrivere un romanzo giallo ambientato a Mantova.
Ho avuto occasione di rivederlo altre volte in questi ultimi anni, durante le presentazioni e i meeting corpi freddi, e il suo sogno rimaneva sempre vivo e immutato.
Oggi, a pochi giorni dalla pubblicazione per Sometti della sua opera, mi sento in dovere pubblicamente di fargli i complimenti; per il coraggio, la determinazione, la testardaggine e la caparbietà con le quali ha saputo gestire questo ambizioso lavoro (ricordo che “I piani d’Isidi” è la prima parte di una probabile trilogia), non cedendo alle facili lusinghe dell’editoria a pagamento o facendosi annientare dalla temibile macina del mercato editoriale.
La cura personale del packaging, l’idea della cover, la creazione di una storia articolata, il lavoro di ricerca e documentazione sulla città virgiliana, l’auto editing, i rapporti con gli addetti ai lavori, nonché la distribuzione diretta sul campo ci danno un’idea del carattere risoluto di questo ventiseienne.
Ma alla fine dei conti come si rivela qualitativamente questo “I piani d’Isidi”? Sicuramente un buon punto di partenza, un giallo piacevole capace di catturare l’attenzione e fare il suo mestiere di romanzo d’evasione.
La storia è ambientata nella Mantova dei giorni nostri e, credetemi, fa un certo effetto dare una immagine concreta alle azioni narrate, soprattutto nella consapevolezza che la descrizione dei dettagli è attenta e accurata, creando di conseguenza una maggiore sensazione di credibilità.
La vicenda parte con il rapimento di un eminente scienziato americano, noto nel campo della genetica e, più specificatamente, per avere ricreato l’80% del DNA di un mammut. Ma la folle idea all’origine del sequestro da parte di questa pericolosa organizzazione criminale è ben più ambiziosa: ricreare niente meno che il codice genetico di Gesù Cristo. E proprio a Mantova sono conservati, all’interno dell’altare situato nella cripta della famosa Basilica di S. Andrea, i sacri vasi dove si ritiene sia contenuto il preziosissimo sangue di Cristo, portato a Mantova, secondo la tradizione, dal Centurione Longino.
Da questo episodio si innescherà una serie di omicidi e rapimenti che vedrà coinvolti nelle indagini un capitano dei carabinieri e la sua ex moglie, esperta dei RIS di Parma, investigazione che risulterà subito complicata a causa dei burrascosi rapporti del duo di protagonisti.
E’ stato divertente approcciarmi al romanzo di Paolo che, al di là di qualche ingenuità, si fa leggere bene ed è in grado di accontentare anche il lettore scafato di romanzi di genere.
Si nota la mancanza di un lavoro di editing che avrebbe snellito alcune parti in eccesso, ma non sono evidenti strafalcioni o gravi mancanze. Apprezzabile anche il lavoro di caratterizzazione psicologica dei personaggi, seppure le figure ricalchino qualche stereotipo di troppo; difetti comunque marginali e oserei dire “fisiologici” per uno scrittore giovanissimo che, sono certo, saprà formare nelle successive opere uno stile maggiormente definito.
Molto interessante e personale invece l’uso dei flashback che si concatenano sequenzialmente alla storia, tra passato e presente, in maniera logica e armoniosa, generando curiosità e vivo interesse nel lettore.
Concludo questa analisi con un grande in bocca al lupo e un forte grido d’incoraggiamento a Paolo, chiamato ora al compito di migliorare quanto di buono ha saputo realizzare, con impegno e spirito di sacrificio e, soprattutto, dare degna conclusione a una storia che reclama ancora tante misteriose e inquietanti risposte.
Articolo di Marco "killer mantovano" Piva
Dettagli del libro
- Prezzo per Unità (piece): €15.00
- Cod: 978-88-7495-419-3
- Prezzo: euro 15,00
- Pagine: 400
- Formato: cm 13x20
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