«Un vecchio delitto senza soluzione. Un killer che rispunta dal passato. Il perbenismo di ieri e il razzismo di oggi che si saldano nell’ombra. Dietro ogni verità apparente, se ne nasconde sempre un’altra. Questa è l’Italia, commissario Balistreri: e neanche la tua forza malata riuscirà mai a cambiarla.» [Giancarlo De Cataldo]
Qualcuno mi dica da dove è saltato fuori questo Roberto Costantini, classe 1952, nato a Tripoli in Libia, ingegnere, consulente aziendale e Dirigente della Luiss Guido Carli di Roma. E mi spieghi soprattutto come sia possibile esordire a quasi sessant’anni con un romanzo di così tale portata e carattere, uno straordinario giallo di ampio respiro, capace di gareggiare ad armi pari, se non di più, con le più agguerrite proposte internazionali, ma rimanendo fortemente italiano nel profondo DNA. Un thriller da esportazione, una vera e propria bomba a deflagrazione che, è sensazione personale, farà parlare e discutere a lungo. Probabilmente questo atto di avvicinarsi alla scrittura in una età non proprio giovane fornisce quella forte consapevolezza e quel valore aggiunto, frutto anche di un maggiore bagaglio di conoscenze ed esperienze professionali e umane sedimentate nel corso del tempo.
Un plauso sentito allo staff Marsilio per l’occhio rapace di talent-scout e per averci donato finalmente un prodotto rigorosamente made in Italy in grado di cavalcare l’onda e non di seguirla. Normalmente sono molto diffidente al baccano pubblicitario, ma in questo caso tutto l’hype generato è assolutamente giustificato. “Tu sei il male” è il primo atto di una già programmata trilogia, ma vi prego non paragonatela alla Millenium Trilogy di Stiegg Larsson, sarebbe sottovalutare un lavoro che si regge nel panorama letterario sulle sue gambe, con grandissima personalità.
Definire “Tu sei il male” un semplice giallo è fortemente riduttivo. Qua ci troviamo di fronte ad un’opera profonda, accurata, frutto di anni di studio e ricerca, che vuole mostrare uno spaccato veritiero, a tratti cinico e impietoso, dell’Italia degli ultimi 25 anni, che scava nel marcio e nel torbido della società e della politica.
Estate 1982: è il giorno della storica finale dei Mondiali di calcio tra Italia e Germania, quando la quiete di un quartiere della Roma bene viene sconvolto dal brutale omicidio di una bellissima giovane ragazza, Elisa Sordi. Le indagini coordinate dal Commissario Balistreri, personaggio problematico e scomodo con un passato torbido vissuto in prima linea nelle milizie dell’estrema destra e conquistatosi il posto più per raccomandazioni che per meriti sul campo, si concentrano nel prestigioso complesso residenziale dove Elisa lavorava, abitato da un importante esponente politico e da un cardinale appartenente alle alte sfere del Vaticano . Per Balistreri questo caso si rivela una pesante zavorra, troppo preso dalla sua vita viziosa e sregolata, perso nelle irrinunciabili bische serali a poker o nel portarsi a letto l’ennesima ragazza degli abitudinari incontri occasionali. L’inchiesta viene seguita con troppa superficialità, tanto che dopo una prima pista seguita più per non pestare i piedi ai poteri forti che per convinzione, si arena definitivamente.
Salto temporale nel 2005/2006 (guarda un po’ nell’anno in cui l’Italia si gioca la sua quarta vittoria ai mondiali di calcio, ma sarà una coincidenza?) dove ci troviamo un Balistreri promosso a capo della sezione speciale stranieri, un commissario profondamente cambiato, appesantito nel fisico e precario nella salute, più moderato e disilluso. Nella mente il tarlo di un omicidio irrisolto, di un male interiore che deve essere necessariamente espiato. Accadono altri omicidi di ragazze, di condizione sociale diverse ma tutte legate da un inquietante particolare: i cadaveri presentano una lettera marchiata sulla pelle. Quale è il significato di tutto questo? Esistono dei collegamenti al caso irrisolto del 1982? Questa volta Balestrieri, coadiuvato da un vero e proprio team investigativo, dovrà scoprire la verità per tornare in pace con i suoi fantasmi interiori.
Il mio giudizio sull’esordio di Costantini è decisamente soddisfacente. Poco meno di 700 pagine di tomo che si leggono tutte di un fiato, un romanzo estremamente intricato e complesso ma che non risulta mai ingarbugliato e cervellotico; probabilmente un po’ appesantito nella seconda parte centrale, ma tutto sommato questa maggior prolissità è giocoforza funzionale all’intreccio narrativo. Balistreri è un personaggio di una potenza incredibile, fantastico il lavoro di Costantini nel tratteggio della sua evoluzione nel corso degli anni.
Senza respiro la parte finale, una vera e propria accelerazione al cardiopalma che mi ha ricordato nella sua visionarietà, il film capolavoro di David Fincher “Seven”. Un romanzo che chiede a gran voce una trasposizione cinematografica e della quale, giustamente, sono già stati acquistati i diritti a tal proposito.
Forse se mi è concesso un appunto, l’opera è così ambiziosa e ricca di sfaccettature che risulta nella soluzione del mistero un po’ esasperata nel gioco d’incastri e nelle sue stratificazioni della verità. Un piccolo neo che comunque non inficia le qualità di un romanzo assolutamente riuscito ed appagante, una nuova bella scoperta tutta rigorosamente italiana.
Per il sottoscritto, a tutt’oggi, libro dell’anno.
Estratto del libro
Articolo di Marco "Killer Mantovano" Piva
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Editore: Marsilio
- Anno di pubblicazione 2011
- Collana: Farfalle
- Lingua: Italiano
- Pagine: 669
- Codice EAN: 9788831709767
3 commenti:
Come sempre le tue recensioni di Marco sono molto sentite e cariche :)
Ho assistito alla presentazione del libro a Roma e devo dire che Costantini è riuscito ad incuriosirmi molto, non so se solo per latrama del libro o anche per la sua simpatia, fatto sta che l'ho preso!!! Tra amici e conoscenti ho sentito pareri diversi, non tutti entusiastici, perciò dovrò assolutamente leggerlo e valutare...
Già lo bramavo, ma dopo questa strepitosa rece dell'amico Marco, questo libro lo devo avere a tutti i costi. Costi quel che costi. Ecco se se costasse un po meno sarebbe meglio!:)
Grande recensione Marco! Del libro ho letto pareri contrastanti, molto direi, certo la tua recensione sposta l'ago della bilancia su "lo leggerò"! Riesci sempre ad incuriosirmi....
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