“Jahvè ha posto i maiali al di sopra dei polli, e i cavalli al di sopra dei maiali. A ciascuno ha assegnato una posizione nell'ordine del creato... A ogni gruppo ha dato un sovrano che lo governi. Jahvè ha deciso che l'aquila fosse il signore degli uccelli, che la balena fosse il re dei pesci, che il leone fosse il dominatore delle bestie. Ma al di sopra degli animali ha collocato la donna, e sopra di essa ha messo l'uomo, così come l'aquila è al di sopra dei passeri. Jahvè ha voluto che ci fossero lord e braccianti: resti pertanto ognuno al suo posto e se ne accontenti”.
Ironico, divertente e grottesco. Sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente per descrivere questo libricino che di piccolo ha solo il formato. Sto parlando de Il vangelo della scimmia, di Christopher Wilson edito da Meridiano Zero, casa editrice che non finisce mai di regalarmi letture fantastiche. Siamo su un’isoletta inglese, Iffe per la precisione, ed è il diciottesimo secolo.
Gli abitanti di quest’isola sono arretrati, ignari di tutto quello che succede nel mondo, succubi di leggi, schemi e credenze conservatrici e al limite del paradossale. Una piccola comunità che invoca l’aiuto e il sostegno di Jahvè ascoltando i sermoni del reverendo Lovegrave. C’è Hogg il mercante, Gallimauf il dottore, Thomas Hooker il balivo e poi c’è Lord Iffe, il Signore dell’isola. Ognuno di loro ha in chiesa il posto che gli spetta in base ad un giusto ordine di autorità e privilegio voluto da Jahvè. Uomini e donne naturalmente separati. E fuori dalla chiesa c’è Vera, la pazza del villaggio, lei non può entrare. Un bel giorno a disturbare la quiete dell’isola arriva una scimmia. Nessuno sa chi è ma tutti sono incuriositi da lei, anzi la credono un uomo e siccome è un po' “strano” si convincono che sia francese. “Dicono che i francesi siano una razza pelosa e incivile, e che abbiano una grande ossessione per le protuberanze deputate alla generazione, che sono le dita del diavolo...”
Tutti cercano di entrare nelle grazie dello stravagante straniero, qualcuno gli propone in sposa la propria figlia, sognando ricchezze e notorietà. Solo che all’improvviso il diverso cessa di essere una novità e comincia ad esser visto come un destabilizzatore.
A dire il vero questo non è un genere che solitamente mi appassiona, le storie troppo fantastiche non mi entusiasmano più di tanto, però sarà che la storia è molto breve e perciò non si corre il rischio di annoiarsi, sarà che è di un assurdo disarmante, ma mi sono veramente divertita leggendolo.
La prima edizione di Gallimauf's Gospel, questo il titolo originale del libro, è del 1986. in Italia come al solito bisogna sempre dover aspettare un po' per godere di questi piccoli gioiellini che spesso sfuggono ai più perché non rientrano tra le cosiddette letture di massa.
Straconsigliato!
Articolo di Marianna "Mari" De Rossi
Dettaglio del libro
- Formato: Brossura
- Editore: Meridianozero
- Anno di pubblicazione: 2011
- Collana: Primo parallelo
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: Gallimauf's Gospel
- Lingua originale: Inglese
- Pagine: 160
- Traduttore: L. Cojazzi
- Codice EAN: 9788882371913
2 commenti:
Che storia particolare, diversa dal solito... potrebbe piacermi, "ironico grottesco e divertente" e poche pagine, giusto quello che ci vuole per rilassarsi un pò... Brava Mari ottima analisi....
Uhm...mi sa che il genere potrebbe piacermi! Originale!
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