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lunedì 28 settembre 2009

I sussurri della morte - Simon Beckett



Non basta un bellissimo finale, molto thriller, con punte elevate di horror, adrenalina a mille, con un pizzico di sapore di Saw l’enigmista, per attestare il terzo libro di Simon Beckett opera di pari livello e di grido rispetto ai due predecessori Beckettiani.
La chimica della morte e Scritto nelle ossa, sono stati due thriller mozzafiato, nei quali era mescolato, con un incredibile perfezione e un equilibrio e un dosaggio notevoli, il meglio che possa venir richiesto a un libro di genere. Questo, è almeno una spanna, buona, sotto. E’ un libro, finale e qualche sprazzo qua e là altrove a parte, abbastanza lento. Questa lentezza è dettata dalla maniacale precisione nel porre attenzione ai dettagli chimici, ambientali e delle indagini, da parte dello scrittore. E’ come se quasi volesse raccontare una fotografia nei minimi particolari e non si desse un tempo limite per esaurire la descrizione. E obiettivamente, nelle descrizioni delle ossa, degli elementi chimici, organici e quant’altro di questo genere, un po’ il lettore si perde, perché disorientato di fronte a elementi di cui non è minimamente a conoscenza. A livello dei personaggi, come sempre, Beckett è molto attento a renderli in un certo modo, mai sfocati, sempre in possesso di una solida identità da presentare al lettore. Con la propria dose di misteri che ognuno cela dietro a cio’ che presenta agli altri con maggior frequenza, si intende. Chi non ha segreti o misteri. Ed è , a proposito, molto orientato anche a dare un certo rilievo ai rapporti umani che si instaurano. E infatti insiste molto, malgrado sia in scritto in prima persona, sul dialogo. L’ambientazione, invece, l’ho trovata un po’ sbiadita rispetto ad esempio all’isola di Scritto nelle Ossa. Un po’ piatta. Avrei preferito piu’ velocità in certe parti e un disegno un po’ piu’ vivace dell’ambientazione.
E’ invece incredibile la capacità (e qui si conferma alla grande) di questo scrittore nell’inculcare a chi legge certezze che poi si riveleranno del tutto capovolte, supportate anche da fatti logici e del tutto plausibili e ragionati e che invece verranno poi smentite dal classico colpo di scena spiazzante. Ti ipnotizza con le parole, che ti risucchiano nel suo mondo, in un’atmosfera di profonda tensione e di affascinanti locations, tensione che si potrebbe tagliare con un semplice grissino tanto è flebile.
Il vero Beckett l’ho visto solo nel finale e in sprazzi qua e là nel libro. E pertanto non basta certamente a livellare questa sua ultima creatura alle due sfornate in precedenza

Articolo di Andriy

Dettagli del libro
  • Autore: Beckett Simon
  • Editore: Bompiani
  • Genere: letterature straniere: testi
  • Collana: Narratori stranieri Bompiani
  • ISBN: 8845262820
  • ISBN-13: 9788845262821
  • Data pubblicazione: 1 Jul 09

7 commenti:

Scéf ha detto...

leggere sta recensione è stato un dramma :°
piccola delusione insomma sto libro!?
il problema è che tocca averlo a prescindere :(

Marta ha detto...

Interessante analisi, di questo autore ancora non ho letto niente e mi pare di capire che conviene iniziare da altrove :)

Martina S. ha detto...

Per ora ho letto solo il primo e ricordo che qualche 'discordanza' col parere di Matteo l'avevo già allora. Ma credo comunque che leggerò anche il secondo e il terzo, quando mi capiteranno sotto mano, in modo da farmi un quadro più completo.

Chiarella ha detto...

Pensa te...a me invece è piaciuto di + questo che gli altri due!

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Il mio pensiero è quello di Enzo: notizia che mi ha lasciato davvero deluso ma rimane il fatto che ritengo sia un thriller da avere.
Beckett rimane una delle new sensation in materia di thriller contemporaneo!!!
Complimenti Matteo, bravissimo a scrivere come sempre.

Lofi ha detto...

La recensione mi è molto piaciuta Complimenti. In poche righe hai saputo cogliere ogni aspetto del libro.

Matteo ha detto...

Ragazzi, comunque è un libro bello, eh. Un bel thriller. Come vedete a Chiara e ad altri è piaciuto tanto. Se non avessi letto gli altri due di Beckett, il mio giudizio su questo sarebbe migliore. Ma i primi due mi han abituato talmente bene da rendermi un critico un po' piu' cattivello. Comunque leggetelo, secondo me piacerà praticamente a tutti. La sua scrittura rapisce, quindi Marco ed Enzo, leggendo tra le righe che ho scritto la delusione, un minimo, c'e' solo in relazione al paragone con i suoi due primi libri.