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lunedì 4 giugno 2012

L'estate dei giochi spezzati – Antonio Hill (Mondadori 2012)



La paura è umana. Solo gli stupidi ne sono immuni.

Non si uccide mai per amore, è una menzogna del tango. Si ammazza solo per avidità, per risentimento o per invidia, credimi. L'amore non ha niente a che fare con tutto questo. 

Marc Castells è un ragazzo introverso, complicato ma questo suo modo di essere è da ricercarsi nel passato; non sarebbe stato facile per nessuno crescere sapendo che tua madre ti ha lasciato appena nato, terrorizzata all'idea di dover crescere un figlio, ad un padre assente per lavoro e per insofferenza. Ma nessuno avrebbe mai pensato che Marc alla lunga si sarebbe suicidato buttandosi dalla finestra. Joana, quella madre inesistente alla quale Marc si era avvicinato lentamente e con circospezione tramite e mail ma che non aveva ancora mai incontrato, vuole che qualcuno indaghi, non si accontenta di una una spigazione vaga vuole la verità “per sapere qual'è la mia colpa e il prezzo che dovrò pagare”; chiede quindi al commissario Savall di far luce su quella maledetta notte in cui suo figlio dopo aver passato la serata in casa con i suoi amici Gina e Axiel, come d'abitudine si è seduto alla finestra per fumare ed è caduto di sotto. Probabilmente è stato un incidente, magari ha avuto un malore, un giramento di testa che potrebbero giustificarne la caduta ma non il suicidio.... oppure, magari, qualcuno lo ha ucciso.  L'incarico viene affidato in via ufficiosa ad Hector Salgado rientrato in servizio dopo una sospensione disciplinare per aver picchiato selvaggiamente il dottor Omar sospettato di traffico di donne. La sparizione di quest'ultimo darà vita ad una indagine parallela condotta dalla viceispettrice Martina Andreu collega e amica di Salgado che lo vedrà coinvolto in prima persona ma non gli impedirà di fare luce sulla morte di Marc portando a galla un passato che accomuna e affossa le "famiglie bene" di Barcellona. È da molto tempo che non penso a Iris e all’estate in cui è morta. Credo di aver cercato di dimenticare tutto, proprio come ho superato gli incubi e le paure dell’infanzia. E adesso che voglio ricordare mi torna in mente soltanto l’ultimo giorno, come se quelle immagini avessero cancellato tutte le precedenti. Chiudo gli occhi e torno in quella vecchia e grande casa, nella camera con i letti vuoti che aspettano l’arrivo del prossimo gruppo di bambini. Ho sei anni, sono al campo estivo e non riesco a dormire perché ho paura. No, non è vero: quella notte mi comportai da coraggioso: disobbedii alle regole e affrontai il buio soltanto per vedere Iris. Ma la trovai annegata. Galleggiava in piscina, circondata da una corte di bambole


Avevo sentito parlare di Antonio Hill e di questo suo romanzo d'esordio; fascetta gialla e commenti in quarta di copertina lo definiscono come il caso editoriale dell'anno e una volta tanto ci hanno indovinato; intendiamoci, non ci troviamo di fronte ad un capolavoro ma è sicuramente un bel thriller dai contentuti forti, carico di atmosfera, ben scritto, coinvolgente con un ritmo serrato ma non aggressivo e senza fronzoli. Affascinante l'ambientazione nella torrida Barcellona, ma il punto forte a mio avviso sono i personaggi, principali e non, che Hill seziona con perizia chirugica mettendoli a nudo, personaggi importanti, profondi, con carattere e su tutti spicca Hector Salgado poliziotto di origine argentina, quarantenne tenebroso, con una vita piuttosto incasinata, un matrimonio fallito, un figlio adolescente e con una interpretazione della giustizia piuttosto personale che spero abbia una serialità perchè un personaggio così interessante si merita un seguito.

Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro

  • Titolo: L’estate dei giocattoli spezzati
  • Autore: Antonio Hill
  • Casa Editrice: Mondadori
  • Collana: Omnibus
  • Genere: Thriller
  • Pagine: 336
  • Prezzo: 18,00 euro
  • Traduzione: Elena Rolla




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo libro mi è piaciuto un sacco, bella la recensione, bravi...

Vaiolet

Laura ha detto...

Mi tuffo a tratti, dopo corse affannose contro il tempo, a notte tarda, nel racconto,e ne traggo una specie di soddisfazione dolente, forse anche per quel "sezionamento chirurgico" che mette a nudo le profondità dei personaggi e, contemporaneamente, le mie, di lettrice.