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sabato 21 aprile 2012

Assassini di sbirri – Frédéric H. Fajardie (Aìsara 2011)


Faccio il poliziotto per impedire le manifestazioni che posso turbare l'ordine pubblico, per garantire il libero funzionamento delle istituzioni repubblicane, per sbarrare la strada alla cricca marxista e internazionalista. E c'è dell'altro: la volontà di potenza! Nessuno sbirro glielo dirà mai, ma tutti la provano. E' una cosa che può dare alla testa. Ci pensi, uno gira con una pistola nella fondina, proprio qui sul fianco: già questo.......

Assassini di sbirri è il primo di una serie di romanzi ambientati nella Parigi anni 70 cui protagonista è il commissario di origini italiane Tonio Padovani, in gamba, colto e, a differenza dello stereotipo del commissario trasandato, anche elegante. Figlio di un padre poliziotto ucciso da un delinquente, per Padovani essere un commissario di polizia vuol dire appartenere ad un sistema corrotto e violento di cui non vuole più fare parte, lui si sente più vicino ai deboli e lo dimostra già in questa sua prima indagine nel momento in cui è l'unico a prendere in considerazione la testimonianza di "burp" Dugomier considerato dagli altri poliziotti un alcolista e quindi non meritevole nè di rispetto nè di essere ascoltato. Padovani invece lo ascolta eccome, e contro il parere di tutti si fida di lui seguendo il suo istinto. Il caso da risolvere è rognoso e tocca in prima persona tutto il corpo di polizia, qualcuno sta uccidendo rappresentanti delle forze dell'ordine seviziandoli e facendoli a pezzi e c'è poco da stare a guardare quando il prossimo potresti essere tu.

Frédéric H. Fajardie (Parigi, 1947-2008), scrittore e sceneggiatore, assieme a Manchette e Vautrin è fra i creatori del neo-polar, poliziesco di critica sociale nato negli anni Settanta. La sua sensibilità verso le ingiustizie sociali ne forgia la personalità letteraria e lo porta a schierarsi, durante gli eventi del maggio ’68, al fianco di operai e rivoltosi. Nel 1998 viene nominato Chevalier dans l’Ordre des Arts et des Lettres. Con queste premesse mi aspettavo di leggere qualcosa di diverso. Vero è che Fajardie punta il dito contro le forze dell'ordine, gli abusi di potere e i soprusi, ma la novità dove è? Forse nel '75 forse questo libro ha fatto scalpore ma letto adesso, anni in cui questo tipo di denunce sono quasi all'ordine del giorno, mi ha trasmesso poco o niente. Va anche detto che è molto breve, 125 pagine, ed è quindi difficile a mio avviso riuscire ad approfondire trama, denuncia sociale e caretterizzazione dei personaggi. A dirla tutta anche il movente viene poco approfondito, si intuisce in poche righe, e non ha l'eco che mi aspettavo. Nulla da eccepire sullo stile narrativo, è un libro ben scritto, ironico e a tratti addiruttura esilarante, il protagonista mi è piaciuto ma riguardo al libro, una volta chiuso non lascia nulla, si dimentica rapidamente come rapidamente si legge.

Sei un poliziotto, vale a dire un intoccabile, praticamente libero in un mondo di vincoli. Quando c'è una situazione probelmatica, sventoli la tua tessera magica. E davanti a te, a meno che non te la prendi con qualche pezzo troppo grosso, chiunque o si piega o finisce spezzato. Non hai più granchè da temere da questo mondo violento. Hai stipulato un contratto: sei al servizio di un ordine, e quell'ordine serve anche a te.

Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettagli del libro

  • Formato: Brossura
  • Editore: Aìsara
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Narrativa
  • Lingua: Italiano
  • Pagine: 125
  • Traduttore: Gianfranco Zucca
  • Codice EAN: 9788861040687

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