“Ricevere una telefonata da un assassino non è esattamente la mia idea di una tranquilla vita in campagna”
I coniugi Jack e Lola Storm hanno ormai fatto ritorno a New York. Sani e salvi. Evento niente affatto scontato visto l’andazzo degli ultimi sei mesi trascorsi nel Connecticut. Hanno ripreso la vita di tutti i giorni fatta di libri, mostre di pittura, lavori teatrali e banalità varie. Ma qualsiasi seppur vago, riferimento all’intero Stato del Connecticut è stato rigorosamente bandito da ogni genere di conversazione. Esattamente sei mesi prima, il 2 gennaio, Jack e Lola, lui aspirante pittore / vignettista, lei scrittrice in erba, un pochetto squattrinati, ma tanto innamorati, avevano improvvisamente deciso di trasferirsi dalla frenetica (già nel 1936) e sicuramente cara (già nel 1936) New York nella molto più tranquilla (?) e soprattutto meno cara, Crockford, un delizioso, ameno e pacifico (?) angolo del New England non corrotto dal tempo. “Grandi spazi fatti di colline e alberi, aria frizzante, religioso e profondo silenzio, oscurità che scende alla sera dolce come una tenda”. Se solo avessero saputo……..non si sarebbero tanto rallegrati della solitudine del cottage che avevano affittato e soprattutto dell’oscurità e della pace che li circondava. Se solo avessero saputo…… si sarebbero rifiutati categoricamente di andare fino alla stazione della neanche troppo vicinissima cittadina di New Haven, a prendere l’amico della antipaticissima padrona di casa, fin da subito rivelatosi pure lui assolutamente insopportabile.
Il fatto poi di trovarselo bello e stecchito con una pallottola nel cuore all’interno dello strapuntino della propria auto non ha certo contribuito ad aumentarne la popolarità presso i due sposini, immediatamente additati come i principali indiziati dell’omicidio. Se solo avessero saputo…..avrebbero pensato di perquisire ben bene casa propria ogni qual volta vi facevano ritorno. Se solo avessero saputo…. avrebbero sprangato a doppia mandata e controllato tutte le sere ogni singola porta e finestra. Se solo avessero saputo…….non si sarebbero lanciati tanto a cuor leggero in folli inseguimenti notturni nei boschi. Se solo avessero saputo …..non sarebbero mai penetrati di notte nella casa padronale. Se solo avessero saputo…..che ben presto sarebbero piovuti cadaveri a frotte sarebbero tornati a New York dritti e filati come due palle di cannone, dopo neanche una sola settimana……
Ma se i simpatici Jack e Lola Storm (in inglese “tempesta, bufera” un cognome che è già tutto un programma) avessero saputo tutto questo, probabilmente noi oggi non saremmo qui a parlare di questo divertentissimo romanzo inedito, a firma di Dorothy Cameron Disney e ci saremmo persi una storia veramente godibile con una trama ben articolata, solida e sufficientemente complessa da tenere il lettore sulle spine fino all’ultima pagina.
Chiaro esempio di “usato sicuro” nel senso che riprende tutti quegli elementi stracollaudati che hanno reso grande e famosissima Mary Roberts Rinehart (“L’uomo nella cuccetta n. 10” – Bassotto n. 18 ma specialmente “La scala a chiocciola” – Bassotto n. 55 romanzo al quale questo libro deve tantissimo) ricordata per aver fondato la scuola del “had-I-but-known”, in cui un’eroina racconta a posteriori i terribili eventi che l’hanno vista protagonista, rammaricandosi del fatto che “ se solo avesse saputo allora quello che sa adesso” avrebbe potuto evitare la spaventevole e drammatica serie di delitti e circostanze in cui è stata coinvolta.
Normalmente il fattore che scatena gli avvenimenti consiste nell’abbandono da parte della fanciulla in questione della sicurezza rappresentata dalle proprie mura domestiche e più in generale del luogo dove ha trascorso una vita intera, per trasferirsi presso un’altra abitazione e un’altra comunità generalmente piuttosto chiusa e zeppa di personaggi sfuggenti, che la identifica, almeno all’inizio, come un’intrusa. “La scala a chiocciola” della Rinehart è la storia di Rachel Innes “zitella di mezza età che perse la testa e prese in affitto una casa ammobiliata per passare l’estate fuori città” (pure questa nel New England patria per altro di Edgar Allan Poe, Howard Phillips Lovecraft e Stephen King. Tutte coincidenze?) In un altro bellissimo romanzo della Cameron Disney pubblicato in Italia, “Il pagliaio”, la protagonista, Margaret Tilbury, con il senno di poi, sospira che non avrebbe mai dovuto lasciare il Vermont per il Maryland.
Anche in questo “In viaggio col morto” compare nel ruolo di co-protagonista, accanto all’eroina in carne ed ossa, una casa enorme e isolata, che sembra infestata dai fantasmi o comunque essere al centro di qualche intrigo inspiegabile, con andirivieni notturni, passi nelle tenebre che fanno scricchiolare i pianerottoli e le scale, corridoi oscuri e stanze impenetrabili. Il buio la fa da padrone, facilitato certamente dai tempi in cui è ambientata la storia, con la luce che al minimo accenno di pioggia se ne va via (addirittura ne “La scala a chiocciola” della Rinehart, scritto nel 1908, la centrale elettrica eroga energia soltanto fino ad una certa ora della notte dopodiché occorre far ricorso alle candele). Senza contare le linee telefoniche piuttosto ballerine, che piantano in asso la malcapitata nel momento “clou” della storia. Tutti elementi che paiono essere fatti apposta per facilitare il compito all’assassino. Non si può poi certamente non menzionare le notti, preferibilmente un po’ tempestose, che sembrano non aver mai fine e in cui pare che nessuno vada mai a dormire e nelle quali, tra l’altro, chiunque telefona a chiunque infischiandosene bellamente dell’ora e di rimando chiunque risponde a chiunque come se fosse la cosa più naturale al mondo essere buttati giù dal letto alle tre – quattro del mattino. Questo naturalmente quando non si reputi molto più semplice andare direttamente a suonare il campanello di casa altrui nel cuore della notte….tanto…. come volersi dimostrare, “passavo di qua e ho visto la luce accesa”. Romanzi che, come questo della Cameron Disney, se scritti bene, in maniera scorrevole e supportati da una trama solida, risultano essere estremamente piacevoli e appassionanti. E alla fine non state in pensiero più di tanto per i nostri due baldi eroi. Vi garantisco che, nonostante le apparenze, si sono divertiti un casino a giocare ai detective dilettanti. Beh…..certo che “se solo avessero saputo………….”
Articolo di Alberto "allanon" Cottini
Dettagli del libro
- Titolo: In viaggio col morto
- Autore: Dorothy Cameron Disney
- Titolo originale: Death in the back seat (1936)
- Traduttore: Marisa Castino Bado
- Editore: Polillo Editore
- Collana: I Bassotti n. 108
- Pagine: 318
- Data pubblicazione: gennaio 2012
- Prezzo: euro 15,40
1 commento:
Caro Albertone
ti leggo sempre con piacere.
Fabio
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