"Questo romanzo è un dono di libertà che prima ho fatto a me stesso e che ora porgo al lettore. Leggere rende liberi, e solo da liberi si possono fare scelte consapevoli. Airesis in greco significa appunto scelta, e quindi essere “eretico” vuol dire semplicemente e soltanto essere “colui che sceglie”: nel mondo che vorrei, tutti dovrebbero essere eretici, ciascuno nella propria diversità" Carlo A. Martigli
Ci sono romanzi che divertono, altri che insegnano. Ma sono pochi quelli capaci di coniugare questi due aspetti e, soprattutto, in grado di lasciare un segno, un marchio perenne e un grande arricchimento nella memoria storica di lettore.
“L’eretico” è tutto questo, ma non solo.
“L’eretico”, il secondo sontuoso mystery storico di Carlo A. Martigli, è un forte grido di libertà e consapevolezza, un invito a non prendere la vita in maniera ottusa o con il paraocchi, ma cercare di guardare al di là del conformismo e dei dogmi imposti, coadiuvati dall’istinto alla conoscenza, l’unica arma non violenta in grado di renderci potenti e capaci di scegliere.
“L’eretico” è un’impressionante lezione di storia concepita da una delle penne, a mio avviso, più talentuose e raffinate del nostro paese, una storia di ampio respiro da potere esportare nel mondo, fregiandosi con vanto del titolo di essere italiani. Un vero e proprio kolossal sulla carta.
L’eretico” è passione e amore verso la letteratura, quella che senti in maniera prepotente trasudare dalle righe, sicuramente stimolata dal clima culturale respirato in famiglia dal Martigli e tramandatogli nel suo codice genetico.
“L’eretico” è infine una affascinante avventura e una tenera storia d’amore che vede protagonisti ancora una volta, dopo il clamoroso caso editoriale “999 – L’ultimo custode” uscito per l’editore Castelvecchi, Ferruccio De Mola e la moglie Leonora, che s’interseca con la solida impalcatura storica in maniera armoniosa ed efficace.
Su tutto il romanzo aleggia costante il fantasma, lo spirito e le idee rivoluzionarie di Pico della Mirandola, l’umanista filosofo che professò l’unione di tutte le religioni in nome dell’armonia universale di tutto il genere umano e figura principe anche del precedente romanzo “999 – L’ultimo custode”. Un vero e proprio padre spirituale per Martigli, un paladino di un messaggio di pace.
Non potevano pertanto passare inosservate le grandi doti letterarie dello scrittore a quei volponi dell’attenta e lungimirante Longanesi, che ne hanno acquisito i diritti e stanno procedendo da vera e propria macchina schiacciasassi nelle operazioni di marketing, per un romanzo che è già in odore di best seller.
Sono anni bui e cupi quelli che fanno da cornice agli eventi narrati nel libro. A Firenze Girolamo Savonarola predica dal suo pulpito il suo messaggio tuonante, inneggiando contro la corruzione e la forte decadenza dei costumi della Chiesa, contro l’abolizione del lusso e dell’usura, mentre a Roma Papa Alessandro VI, alias Rodrigo Borgia, in barba alle condanne di eresia lanciate del frate, continua uno stile di vita dissoluto e dissennato, con l’ambizioso sogno di fare del suo papato una dinastia monastica. Dall’altro capo del mondo, dal profondo Tibet, un monaco e la sua allieva sono in viaggio verso la città eterna, custodi del verbo contenuto in un misterioso libro che potrebbe rivoluzionare, non solo il destino della Chiesa, ma dell’intera umanità: il segreto della vita di Gesù Cristo.
“L’eretico” è un’opera titanica, infarcita in maniera maniacale di dettagli e nozioni, caratterizzata da una qualità della prosa eccelsa, ma senza mai scadere nel noioso o freddamente accademico. Certamente stiamo parlando di un romanzo impegnativo che richiede una soglia di attenzione e una partecipazione attiva del lettore molto alta. Ma lo sforzo viene ripagato con gli interessi.
Provate a leggervi l’incontro descritto nel capitolo 33, (per coincidenza proprio gli anni di Cristo), tra Rodrigo Borgia e Giovanni De Medici dove viene descritto, in maniera straordinaria, il machiavellico patto che li ha uniti. Queste pagine, a mio avviso rimangono indimenticabili, e rappresentano il mio concetto personale di alta letteratura. Un capitolo che vale da solo il prezzo del biglietto.
“…per parlar di animali, aveva di fronte un gigantesco scorpione, e con questi si può trattare solo se gli si toglie il pungiglione avvelenato. Perché anche a spaventarlo, la sua reazione è pungere e morire. In più, questa bestia orrenda era un semidio, la sua potenza assoluta, e il confine tra la vita e la morte stava nel sapergli indicare di aver individuato il punto molle dell’addome, senza mostrare di volerlo assalire, ma al contrario di volerlo preservare Non si gira intorno allo scorpione, lo si guarda negli occhi…”.
Mi viene da sorridere quando leggo di improbabili ed azzardati accostamenti dei romanzi di Martigli alle opere di Dan Brown. Se mi è permesso un parallelismo nel mondo cinematografico sarebbe come paragonare il cinema d’essai ai cinepanettoni dei fratelli Vanzina.
Mi vengono i brividi solo a pensare a quanti milioni di persone sono state torturate e uccise nella storia, in nome di un pensiero o di un’ideologia diversa e mi rattrista considerare che anche oggi, in certi casi, il comportamento umano intollerante, razzista e fondamentalista non sia poi così differente da quello di allora.
Leggere e apprendere è la nostra forza e i libri sono il nostro scudo. Per diventare a nostro modo eretici, per potere avere pertanto libertà di scelta.
Articolo di Marco "Killer Mantovano" Piva
Dettagli del libro
- Titolo: L' eretico
- Autore: Carlo A. Martigli
- Editore: Longanesi
- Collana: La Gaja scienza
- Data di Pubblicazione: Gennaio 2012
- ISBN: 8830431982
- ISBN-13: 9788830431980
- Pagine: 504
- Prezzo: € 17.60
- Formato: rilegato
- Reparto: Gialli, Giallo storico
Nessun commento:
Posta un commento