È sentimentalismo inutile pensare che la verità semplicemente in quanto tale abbia un qualche potere intrinseco, negato all’errore, di prevalere contro le segrete e il rogo. Gli uomini non hanno piú zelo per la verità di quanto non ne abbiano spesso per l’errore, e un’adeguata applicazione di sanzioni legali o anche soltanto sociali riuscirà in generale ad arrestare la diffusione di entrambi. Il reale vantaggio della verità è che quando un’opinione è vera la si può soffocare una, due, molte volte, ma nel corso del tempo vi saranno in generale persone che la riscopriranno, finché non riapparirà in circostanze che le permetteranno di sfuggire alla persecuzione fino a quando si sarà sufficientemente consolidata da resistere a tutti i successivi sforzi di sopprimerla. -John Stuart Mill (1806 – 1873)
La verità è come una bellissima donna. Qualcosa di magnifico come, potente, immaginifico ed inarrivabile ai più. Qualcosa che si desidera così fortemente da stare male, ma che nel contempo, forse proprio per questo, si respinge perchè aumenta la nostra disistima. E' uno specchio di grandezza, che riflette finanche le ombre della nostra mediocrità. Per questo và taciuta, piegata, estirpata, violentata minimizzandola ed i suoi "portatori" costretti, assolutamente soli, negli angoli più bui e remoti della socialità, se non eliminati fisicamente.
Questa è la pietra angolare su cui si poggia tutta la costruzione dell'ultima ( ma non in ordine di tempo, dato che fu scritta circa quattro anni fà , come testimonia in un'intervista lo stesso autore ) del , e qui permettetemelo, grande Camilleri : "La setta degli angeli".
Anno Domini 1901, siamo a Palizzolo, un "paisi di settimila bitanti, assistimato propio al centro di granni latifondi, nel milli e novicento e uno Palizzolo vantava du marchisi, quattro baruni, un duca di centodu anni che non nisciva cchiù dal castello.." e la "scena" si apre su una riunione del "Circolo" , dove sono riunite tutte le più alte ed importanti personalità del paese ( tranne due come più tardi scopriremo ), per decidere l'ammissione ed il cavalierato dell'avvocato Teresi. Persona, quest'ultima, non proprio benvista da chi tiene le redini del paese e delle coscienze, non tanto per il suo "lavoro" di avvocato, quanto per il suo impegno come giornalista e redattore di un quotidiano locale. Laico, fortemente avulso alle beghe e le commistioni del paese, seguace della verità, ma ancora umanamente bisognoso di essere "riconosciuto" come uomo di "valore", proprio dagli stessi che profondamente disapprova . Necessità di appartenenza mescolata alla volontà ed il riconoscimento di essere eticamente migliore.
La votazione, voluta per forma ma già negata in partenza dalle "coscienze" degli astanti, produce il risultato voluto proprio da quest'ultime: questo socio non s'ha da fare!. Con buona pace dell'avvocato Teresi ( che forse lo sospetta ), neanche i ministri del culto , di ben sette chiese delle otto presenti in paese, vedono di buon occhio una tale candidatura, anzi "tuonano" dal pulpito affinchè un tale servitore del maligno non ottenebri le coscienze candide e facilmente circuibili dei "bravi e timorati" abitanti, pena l'esclusione dal ben più "alto circolo" delle brave pecorelle. Questo vale sia per il volgo che per i nobili come don Anselmo, che spinto da curiosità e diffidenza innata (e cronica aggiungerei ) vuole sapere sia il perchè dell'appoggio alla candidatura di Teresi, sia il come mai dell'assenza alla votazione del barone Lo Mascolo. L'incontro con il dottore, uscito proprio dalla casa di quest'ultimo, e la mala, innata a volte, predisposizione a coprire con bugie più grosse verità scomode, porterà lo scompiglio in paese, dando adito al sospetto che ci sia in atto un'epidemia di colera. Nel tramestio e fuggi fuggi generale, tra le fandonie sempre diverse passate di bocca in bocca e le mezze verità tirate fuori con le pinze, il regio capitano dei carabinieri ( fatto arrivare fresco fresco da fuori ) Montagnet e Teresi scopriranno che la verità è ben altra e che quasi nessuno mai è disposto a guardarla ignuda. Che la facciata, seppur bella e all'apparenza rispettabile, è solo una coltre sottile sotto cui si nascondono le polveri nere e maleodoranti di un sudiciume di spirito.
Cinque fanciulle e una vedova devotissime che dichiarano la loro incipiente maternità come frutto della discesa dello Spirito Santo per purificarle, sette parroci ( su otto ) che di "cristiano" hanno solo la veste, creatori di una setta ( a loro unico e solo vantaggio ) cosidetta "degli angeli"..ce n'è abbastanza per "insorgere" e per chiedere che sia fatta verità e luce..abbastanza perchè certi vincoli e certe "catene" vengano divelte..così sembrerebbe, così spera Teresi mentre la verità che viene a galla gli offre momentaneamente una ribalta di rispettabilità e di solidarietà paesana.
Ma, come ho già detto sopra, la verità è scomoda, è un fardello pesante, è una luce troppo intensa da guardare, un metro con cui è troppo difficile misurarsi l'anima.
E' preferibile, dunque, che il tedoforo di tale "fiamma" bruci insieme ad essa, svanendo come un sogno mai sognato riportando alla normale piccineria dove chiunque può giostrarsi al meglio.
Nobiltà, chiesa, villani e perfino la mafia faranno in modo che tutto venga tacitato ed i "corpi estranei" siano enucleati, lasciati soli, marchiati come appestati, allontanati come se fossero mai esistiti.
Questo immenso e straordinario romanzo di Camilleri si basa su un fatto realmente accaduto ad Alia all'inizio del secolo scorso. Contro questa setta, scoperta , dopo la denuncia di corruzione di minorenni di un prete del luogo alle autorità giudiziarie, proprio da un ex farmacista ( in seguito avvocato) Matteo Teresi, si scagliò Don Luigi Sturzo dai fogli del suo giornale. Inevitabile dire, che come nel romanzo, il Teresi fu, alla rivelazione, fatto oggetto di un ostinato, spietato, ostracismo. La bellezza, se così vogliamo dire, di questo libro è soprattutto ( oltre l'innegabile potenza stilistica e narrativa del maestro Camilleri ) nell'essere non un ennesimo dito puntato sulla fin troppa "umanità" di certi appartenenti a Santa Romana Chiesa, o della prepotenza aristocratica o del potere occulto della paura e del denaro, ma una strenua denuncia sul rifiuto della conoscenza del vero, cosa quest'ultima, che appartiene a molti, moltissimi sotto ogni cielo ed in epoche diverse.
Un'ultima nota : benchè scritto in siciliano molto più stretto di quanto non lo siano i romanzi legati all' indimenticabile Montalbano, la forza del narrato travalica le barriere dialettali garantendo una lettura piacevole oltremisura.
Articolo di Daniela "eccozucca" Contini
Dettagli del libro
- Titolo: La setta degli angeli
- Autore: Andrea Camilleri
- Editore: Sellerio Editore Palermo
- Collana: La memoria
- Data di Pubblicazione: 2011
- ISBN: 8838925895
- ISBN-13: 9788838925894
- Pagine: 233
- Formato: brossura
- Reparto: Narrativa > Narrativa storica
- Prezzo: € 14.00
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