Matite: rossa, gialla, verde, blu, viola. Matita nera. Greta afferra la prima e graffia sopra un Fabriano ruvido un arco insanguinato. Poi, in successione, usa le altre tracciando archi su archi, appiccicati, ammassati. Greta fissa l’arcobaleno sul foglio. È il turno della matita nera, ora. Le manine premono la sua punta sul Fabriano spingendola avanti e indietro, sbriciolandola. Il nero mangia il bianco, linee spesse e grasse, sotto l’arcobaleno. Greta si ferma, osserva. E nota che qualcosa manca, qualcosa di molto, molto importante. Qualcosa che solo la matita nera può mostrare. In basso a destra, sotto le linee spesse e grasse, la matita nera traccia due cerchi, e sotto uno più grande. In quello più grande disegna due macchioline nere: occhi. Sotto gli occhi un triangolo nero: naso. Dal naso linee nere: baffi.
Torna nei negozi con il secondo nuovo ambizioso lavoro la giovanissima e talentuosa scrittrice romangnola, Lorenza Ghinelli (qui in un'intervista per Corpi Freddi) dopo il clamoroso successo editoriale del discusso debutto “Il divoratore”, edito ancora una volta per i tipi della Newton and Compton.
Chi si aspettava un’opera sulla scia di “Il divoratore”, ossia una favola nera con forti intrusioni nel soprannaturale, rimarrà probabilmente spiazzato. Sicuramente “La colpa” possiede un’anima oscura, evidente nelle tematiche affrontate e in alcune situazioni che virano nel visionario e nell’onirico. Gli incubi a cui Lorenza dava forma nella rappresentazione dell’uomo nero in “Il divoratore”, qui prendono vita dalla più cruda, problematica e impietosa realtà.
Rimangono in ogni caso presenti forti analogie con “Il divoratore”, soprattutto per la volontà – necessità di tratteggiare storie sofferte di bambini e giovani adolescenti, che vivono situazioni fortemente critiche e problematiche.
“La colpa” è la storia di tre giovani adolescenti, Estefan, Martino e Greta, tre sfortunate creature alle quali è stata rubata l’infanzia e sono stati spezzati i legittimi sogni di bambini. Estefan convive con il senso di colpa per avere assistito impotente alla morte naturale del piccolo fratellino nella culla; Martino ha subito il trauma di un abuso sessuale da parte dello zio; Greta è stata data alla luce da una madre drogata, morta subito dopo il parto per complicanze correlate alla sua tossicodipendenza.
L’interessante idea che sta alla base del romanzo è proprio quella relativa al senso di colpa che, a volte, si genera non a causa di una responsabilità diretta dell’individuo, quanto da un’azione malvagia effettuata da terzi (in questo caso la persona matura inserita nel contesto familiare) o da episodi drammatici avvenuti in maniera fortuita, situazioni però che pregiudicano in maniera totale la vita delle persone coinvolte.
Martino si sente sporco e sbagliato per la violenza subita e si difende con l’aggressività, Estefan non riesce ad accettare la morte del fratello imputandola a un suo torto e si rifugia in un mondo parallelo popolato da incubi e mostri immaginari, Greta soffre la mancanza della mamma e cerca conforto nella natura selvaggia e nel suo cavallo che alleva con grande affetto. Forse solo il loro rapporto di amicizia potrebbe rappresentare lo strumento di recupero e redenzione, l’unico sentiero possibile per intraprendere un corretto cammino esistenziale
Mi la lasciato sensazioni contrastanti questo secondo lavoro di Lorenza. Apprezzo molto la potenza della sua scrittura che si esprime anche, e questa è un’altra costante della sua produzione, nell’utilizzo della forma espressiva del disegno che assume un ruolo quasi catartico ed esorcizzante delle paure; dice bene Valerio Evangelisti nell’affermare che “Lorenza Ghinelli riesce a fare apparire lineare ciò che è complesso, a farci scivolare su frasi in cui ogni parola è in realtà è studiata”. Rimane però l’impressione che il messaggio non mi sia arrivato nella sua globalità con la necessaria forza e incisività, probabilmente anche per il deciso e inaspettato cambio di rotta operato.
Va tuttavia affermato che la Ghinelli ha dato prova di grande coraggio nel pubblicare un romanzo che trascende il genere e rimane difficilmente etichettabile. Poteva con facilità scegliere la strada più comoda, cercando di ricalcare in modo ruffiano il successo commerciale di “Il divoratore”. Dalla lettura di “La colpa” si percepisce in maniera molto evidente quanto la scrittrice ci abbia messo cuore e anima nel progetto, con grande trasporto e impegno, dando prova di grande carattere e personalità.
Credo in Lorenza, nel suo bagaglio tecnico e, soprattutto, nel suo spirito che non si lascia addomesticare ma che cerca, con fermezza, un percorso proprio, gridando con forza una propria identità.
Articolo di Marco "killer mantovano" Piva
Ricordiamo inoltre che sabato 28 gennaio alle ore 18.00, presso la Libreria Melbookstore Mantova in Via Verdi, il Killer Mantovano presenta la Ghinelli!!
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Editore: Newton Compton
- Anno di pubblicazione 2012
- Collana: Nuova narrativa Newton
- Lingua: Italiano
- Pagine: 241
- Codice EAN: 9788854135291
- Prezzo di copertina: € 9,90
2 commenti:
Bravo Killerone. L'autrice mi sembra una che abbia le carte in regola per affermarsi.
Fabio
Ho già letto dell'autrice Il divoratore, non mi ha fatto impazzire ma non mi è neanche dispiaciuto, diciamo senza infamia e senza gloria. Questo libro non so, non mi ispira un granchè.... ottima l'analisi del Killer, bravi sempre....
Franco B.
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