_

giovedì 1 dicembre 2011

Una vita da Camillo Langone


Oramai mi capita sempre più spesso di fare topic col rischio di farmi chiudere baracca e burattini. Sarà qualche crisi legata alla seniltà? Bho.
Sta di fatto che i motivi di questi articoli sono davvero troppo succulenti per non scriverne.
Come non parlare, infatti, di quel bel quotidiano Nazional/Padano che è Libero. Un quotidiano che è stato diretto dal fior fiore del giornalismo italiano: su tutti... ehm.. mmm... ehm... oddio non mi viene il nome, ma come dimenticare, coso lì, come si chiamava? ehm... va be, avete capito e ultimo ma non ultimo... quello là, dai su!! il nome ce l' ho sulla punta della lingua e vi assicuro che il sapore non è proprio Nutella.
Ok mi arrendo all' ignoranza, ma un nome, sì, un nome rimarrà impresso nella mia mente per tantissimo tempo (e devo ammettere che avendo cercato una sua foto su google, adesso - porco di quella troi@ - anche il suo volto sarà difficile da scordare): CAMILLO LANGONE.
Prima di parlare del suo fantastico pezzo su Libero, vi presento il nostro amico Langone incollando la biografia che lui stesso pubblica sul suo sito:
Camillo Langone è nato a Potenza e vive a Parma, dopo avere abitato a Vicenza, Verona, Caserta, Viterbo, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Trani. Ha pubblicato alcuni libri. Scrive sul "Foglio" (sulle cui pagine ha inventato la figura del critico liturgico) e su "Libero", occupandosi in particolar modo di letteratura, architettura, arte contemporanea, enogastronomia, religione.
Ok è un terrone (io sono di Agrigento quindi posso dirlo) che vive in Padania, ma solo dopo aver girato mezzo stivale. Scrive sul Foglio (e se per foglio si fosse inteso un A4 bianco avrebbe fatto già meno danni, invece è il quotidiano di quello che NON ha il cognome simile a una città, no no... è proprio lui la città, nel senso che è talmente ampio che il suo girovita è edificabile e ha preso il nome di Ferrara) e scrive anche su Libero.
Di cosa scrive su Libero? Facile: di letteratura, di architettura, di arte contemporanea, di enogastronomia e di religione.
STAMINCHIA! è stato il mio primo pensiero dopo aver letto la sua biografia. Un Genio!!

Ok, il gioco si fa duro e son sicuro d' averlo più duro di Langone (forse perchè leggo meno di lui) e quindi affronto il suo articolo su Libero dal titolo: Togliete i libri alle donne e torneranno a fare figli (il genitore è il lavoro che gli italiani non vogliono più fare. Ma più culle resteranno vuote più barconi di immigrati arriveranno).
Già dal titolo del pezzo, capisco che definirlo Genio forse è un tintinino troppo e quindi abbasso un pò il suo rating declassandolo da Genio a Virtuoso (scusate i termini tecnici/economici, ma di 'sti tempi)
Leggendo il suo articolo incappo in espressioni tipo:
"Culle vuote e barconi pieni sono fenomeni così strettamente legati che perfino un sincero xenofobo come me ha sbuffato"
oppure
"non è pensabile che una nazione si spopoli senza che alle nazioni vicine venga in mente di ripopolarla."
e ancora:
"mi capita sempre più spesso di trovarmi completamente circondato da stranieri [...] e mi sembra di vivere un incubo."
ma l' estratto più bello e illuminante dell' intero articolo è questo:
"Se non è la religione, se non è l’ideologia, qual è il vero fattore fertilizzante? Io lo so ma l’ho tenuto per la fine dell’articolo perché non avevo fretta di farmi linciare. Ebbene, gli studi più recenti denunciano lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico. Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà."
A questo punto il suo rating è davvero basso mentre il suo spread è molto alto, diciamo che, è con lo spread fino al collo. Il problema di fondo è che non conosco termine che possa usare senza subire denunce per diffamazione e quindi lascio a voi l' impresa.

Ma a questo punto i più tolleranti diranno: "ma va be è un articolo ironico" bhe la mia risposta, anch'essa molto tollerante è: "ironico un cazzo!" e sapete il perché? Perché il mio amico, anzi nostro ami..., anzi vost... va be Lui, è anche recidivo.
L' 1 Settembre 2010 scrisse su "Il Foglio" a chiusura di un' altra sua perla di saggezza: "Genitori che avete una figlia in età da università: se volete nipotini che vi tramandino e che la realizzino, risparmiate sulle tasse universitarie e regalatele un bel vestito"
E per completezza vorrei anche dirvi che il Langone nella sua vita ha letto davvero poco, tant'è che ha uno striminzito diploma in agraria che ha preso quasi per "regalo", visto che, a detta sua: "In verità ho un diplomuccio in agraria, ovviamente rubato perché ero in tutt'altre faccende affaccendato"

Un piccolo quesito mi è venuto in mente mentre guardavo una sua foto sul web:
considerando che chi legge non fa figli, in questa foto il nostro amico Langone, si sta forse masturbando?









Beh vorrei chiudere con un altro stralcio preso dal suo sito dove si legge:
Per brevi elogi e inviti a manifestazioni che prevedono un gettone di presenza scrivere a posta@camillolangone.it
Beh ragazzi miei, se volete elogiarlo, vi prego, fatelo. Elogiatelo tantissimo, perché se lo merita.

Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Camillo Langone fa rima con..,A scelta.
Fabio

Cristing ha detto...

Ma che persona intelligente! Anzi direi la più intelligente, così intelligente da beccarsi subito il primato per la testadicazzaggine! E bravo Camillo! Tu si che sei un fenomeno... da baraccone! E mi raccomando semmai dovessi avere una figlia femmina non mandarla neanche all'asilo tanto ci sei tu con quel po pò di diploma di agraria rubato che potrai insegnarle tutto quello che deve sapere, ben poco visto che la sua funzione sarà quella di mettere al mondo i figli. Imbecille.....

Anonimo ha detto...

Ma perché, mi domando io, uno che ha un diploma in agraria non parla della riproduzione delle galline e degli innesti dei peri? E' come se io mi mettessi a sdottoreggiare di fisica o di matematica. Comunque, la puttanata di Langone è confutabile anche dal punto di vista economico: è ormai assodato che un aumento del nostro PIL sia possibile, al di là dei miracoli, da un aumento della percentuale di donne che lavorano, percentuale tra le più basse in Europa. Certo, per Langone forse andrebbero benissimo i contratti simili a quelli delle povere operaie morte a Barletta poche settimane fa, ma senza istruzione, in una economia mediamente industrializzata, non si va da nessuna parte. Perché ai figli bisogna anche dare da mangiare e una qualche speranza, oltre a farli. Oggi invece assistiamo al paradosso di una generazione - la mia e, successivamente, quella dei miei figli - con minori speranze dei nostri padri e addirittura nonni. Il discorso è ovviamente complesso e non degno delle mie limitazioni dovute allo spazio, ma le cazzate sui quotidiani, please, risparmiamocele e ricominciamo a studiare.

AngoloNero ha detto...

È proprio un poveretto... Però almeno ha il coraggio di dire quello che pensa. Ho il timore che, sparsi per la penisola, ce ne siano molti altri che la pensano come lui ma non lo dicono.
Comunque rimane un poveretto.

Ida ha detto...

Mah... io non lo vedrei come coraggioso, uno così. Provocatore sì. Ottuso all'ennesima potenza pure

Sara Bezzetto ha detto...

Dire che ci sono rimasta di merda è veramente riduttivo, poi essendo donna ancora di più. Ci ha descritte alla stregua di forni che devono produrre bambini per far tirare avanti l'Italia. Ma deve ricordarsi il caro bel coglione che l'Italia va avanti anche grazie all'istruzione di noi donne.
E per inciso, io scrivo su un blog dove si recensiscono libri e tutte le donne con cui lavoro sono sposate/fidanzate e con almeno un figlio. Quindi, non mi pare proprio che questo ragionamento fili poi così tanto.

Anonimo ha detto...

Miei cari, il vero problema di "quell'articolo", se proprio così lo vogliamo chiamare, è che il Langone si nasconde dietro uno studio nientemeno della Harvard University !! Lo avete letto ? Leggetelo, vi accorgerete che oltre a tutto quanto avete detto, il Langone è soprattutto un bugiardo !
Questa è la parte conclusiva della sintesi così come pubblicata sul sito della HU:

“What we’ve found in this study is that education is not a silver bullet — it is one important aspect of empowering women, but making the labor market compatible with marriage and motherhood remains a task to be completed in many countries” . One puzzling finding that warrants further study is that as the gender education gap reverses and women become more educated than men, it is harder for an educated woman to find an educated husband."

Vi pare che il mood sia quello che il Langone vuole farci credere ?
Bugiardo !! Sei un bugiardo e minorato mentale.

J.M. D.

Anonimo ha detto...

Ho l'impressione che gli si sia dato anche troppo spazio.
Fabio

Anonimo ha detto...

Ma la notizia che ci è sfuggita è un'altra: Bodycold che è un abbonato di Libero! E ora, brother, non dire che l'hai trovato in metropolitana o hai sbirciato da una copia di un collega d'ufficio!

Scéf ha detto...

heheeheh molte cose non sai di me e dei miei trascorsi :D ma diciamo che un pò tutti i quotidiani li leggo "gratis" :P

ClaTi ha detto...

Quando ho sentito la Tobagi a Caterpillar non volevo crederci, poi per curiosità, per la prima volta in assoluto in vita mia ho cercato e letto un articolo di Libero su Internet (non che abbia mai letto anche il cartaceo!)... comincio a credere che sia una trovata pubblicitaria ... quanti come me solo andati a leggere l'articolo? la visibilità di Langone è improvvisamente aumentata? ... il Cavaliere docet!!!! quindi ...

Anonimo ha detto...

Un bel articolo, Enzo:)!

Marg

Ilaria Meliconi ha detto...

Quello che io trovo raccapricciante non e' solo il fatto che questo abbia delle idee che dimostrano un'ignoranza abissale (l'immigrazione non funziona come i vasi comunicanti pieni d'acqua, qualcuno glielo spiega?), e' il fatto che ci sia gente che gliele fa pubblicare.

Non mi stupisco piu' del fatto che ci sia gente a cui mancano le piu' elementari capacita' cognitive (e' evidente che il nostro Langone molto non deve poi leggere), ma mi stupisco, e forse non dovrei, del fatto che ci sia il modo di far esprimere questa gente e di dargli una voce pubblica.

Sono disgustata e soprattutto rattristata dal mio paese, che anche se non ci vivo resta pur sempre il mio paese.