Il lupo perde il pelo ma non il vizio… e così ancora una volta, dopo il fenomeno squallido e discusso di Melissa P. e delle sue avventure erotico-pornografiche, Fazi torna a offrire ai suoi lettori una storia che riporta a quel genere nato al cinema alcuni anni fa e battezzato torture-porn. Se sul grande schermo il capostipite è stato Hostel (anche se già nel primo Saw si delineavano i canoni del genere), la narrativa sembra indirizzata a seguirne la strada, sempre più affascinata dell’estremo: serial killer sadici, maniaci sessuali e criminali senza scrupoli prendono piede, proprio come nel nuovo romanzo di John Katzenbach, Il Professore.
Il Professor Adrian Thomas è un uomo solo e malato e quando, un giorno, il proprio medico gli comunica che la malattia è ormai inarrestabile e che lui andrà inesorabilmente verso la morte (non prima però di aver perso ogni capacità fisica), l’uomo è ormai deciso a farla finita, risoluto a raggiungere moglie e figlio tragicamente scomparsi anni prima. La pistola è con lui, pronta a fare fuoco, ma ecco che la sua vita viene sconvolta una sera, quando, rientrando a casa, l’uomo assiste involontariamente a un presunto rapimento. La vittima è una ragazzina del quartiere, già in passato protagonista di tentate fughe da casa, così quando il professore si rivolge alla polizia, non gli viene dato molto credito. Ma Adrian sa come ha visto, come lo sanno anche i fantasmi che lo circondano…
Se davvero l’obiettivo di Katzenbach era quello di sconvolgere lo spettatore, raccontando una storia di perversione e follia (la ragazzina viene segregata e diviene l’inconsapevole protagonista di reality show su internet), nel libro manca qualcosa, come manca se invece lo scopo era quello di raccontare di un uomo che sul punto di morte trova un nuovo motivo per vivere. Da un lato, infatti, manca il coraggio di andare fino in fondo e di spingersi al di là di ogni limite razionale; dall’altro il romanzo è infarcito di troppa roba, alcuni personaggi sono quasi superflui, altri invece avrebbero meritato maggior spazio, e così Katzenbach impedisce al protagonista di ergersi sopra tutti, finendo per essere “uno dei tanti”.
Il Professore è il classico esempio di libro che vorrebbe dire tanto, ma che alla fine non dice niente: l’autore ha voluto mettere troppa carne al fuoco, finendo per perdersi nei meandri della sua stessa storia. Se i personaggi di Adrian e di Jennifer (la ragazzina rapita) sono ben delineati, soprattutto quello della seconda, vero catalizzatore per il lettore, la detective Collins ad esempio è abbandonata a se stessa e alla sua inettitudine, intrappolata nelle procedure burocratiche del suo lavoro. Si fatica a capire e ad accettare la sua reazione alla denuncia del professore, si prova perfino rabbia per la sua incapacità di capire cosa davvero è successo. E poi ci sono i fantasmi… alquanto bizzarra la scelta dell’autore di farne guide nell’indagine privata del protagonista, togliendo al lettore il gusto di scoprire il puzzle piano piano, seguendo magari un filo logico.
Leggendo Il Professore si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un ibrido tra un episodio de La signora in giallo (dove la polizia non fa mai la cosa giusta, lasciando spazio alle deduzioni della signora Fletcher) e una puntata spinta del Grande Fratello. Conoscendo i lettori italiani, probabilmente anche qui il romanzo di Katzenbach venderà diecimila copie come in Germania (notizia stampata sulla fascetta di turno), ma sta di fatto che ci troviamo di fronte a un genere letterario basato su una banale deriva voyeuristica che potrebbe portare la narrativa sulla stessa strada intrapresa dalla televisione.
Articolo di Marcello Gagliani Caputo
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Editore: Fazi
- Collana: Le strade
- Lingua: Italiano
- Pagine: 522
- Traduttore: M. Francescon
- Codice EAN: 9788864112374
4 commenti:
Grande Marcello! Bellissima recensione ed ottima analisi, complimenti... Per quanto riguarda il libro mi sembra superfluo dire che passo.....
E dire che Katzenback ha dato vita a thriller psicologici di grande spessore (vedi L'alienista, Facile da uccidere, ecc.)
Peccato...
Il problema, come ho scritto nella recensione, è che nonostante tutto è probabile che il libro venda parecchio, perchè il lettore medio, pigro, si accontenta anche di storie così.
Io non lo comprerò sicuramente! E poi comincio a dubitare dei libri con titoli come questo...:)
Posta un commento