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venerdì 29 luglio 2011

Tredici passi alla forca – John Dickson Carr e Val Gielgud (Il Giallo Mondadori n. 3036)


Un delitto! Il crimine più serio del mondo! […] L’impulso che ti acceca, che distrugge la tua capacità di discernimento e trasforma una persona normale in un pazzo furioso. Non pensi alle conseguenze. Non pensi a niente!

Ci sono degli autori che, per il lettore, non hanno età.
Quello che hanno scritto ottanta o cinquanta anni fa genera lo stesso apprezzamento che ottengono molti romanzi contemporanei.
Quando si pensa questo di un libro, il pensiero va subito ai grandi della letteratura, ma, in questo caso, restiamo fra i grandi autori di quello che è stato definito Giallo classico, il periodo dell’età d’oro del mystery, quello che va dagli anni Venti agli anni Quaranta.
Di queste quattro commedie teatrali si erano perse le tracce, non essendo mai state pubblicate prima del 2008, anno di uscita del volume dell’editore americano Crippen & Landru. Ora anche il lettore italiano può leggerle nella traduzione di Mauro Boncompagni, uno dei maggiori conoscitori di John Dickson Carr e della letteratura poliziesca in generale.
Quando un amante del thriller psicologico oppure un lettore che apprezza i gialli contemporanei “inciampa” in un’opera di un autore di mystery a lui sconosciuto e si sente subito a suo agio, significa che la storia va oltre il genere ed i canoni del giallo: è, semplicemente, un buon libro.
John Dickson Carr è uno dei massimi esponenti del giallo classico e, ancora oggi, rimane uno di quegli autori che può essere apprezzato anche dal lettore occasionale (sempre rimanendo tra gli appassionati del mystery), riuscendo a coinvolgerlo e a sorprenderlo con le sue trame quasi perfette ed i suoi misteri impossibili (seppure, alla fine, tutti razionalmente spiegati).
Se amate il mystery classico che, oltre a presentare un meccanismo perfetto, riesce a calare il lettore nell’atmosfera dell’epoca descritta, non potrete fare a meno di apprezzare quello che lo stesso Carr ha definito “il più splendido gioco del mondo”.
L’autore è un vero maestro nel presentare e contemporaneamente nascondere gli indizi e le situazioni che portano alla soluzione finale sempre ingegnosa, come usava all’epoca. Non manca anche l’aspetto della commedia e della storia sentimentale, che serve ad alleggerire e a dare un tocco di ilarità alla vicenda.
Carr gioca con le luci, gioca con i dialoghi, gioca con i personaggi e con i dettagli: l’obiettivo è quello di sfidare il lettore offrendogli un testo semplice ed elaborato allo stesso tempo e di rendere soddisfacente anche la sola lettura del testo.
E’ difficile apprezzare un testo teatrale solo leggendolo sulle pagine di un libro, perché l’effetto della rappresentazione non può essere reso dalla parola scritta, ma si riconosce chiaramente tutta l’abilità di un autore di trame elaborate come Carr e tutta l’esperienza come produttore di drammi radiofonici di Val Gielgud.
Assaporare anche solo in parte le sensazioni che doveva provare lo spettatore presente in teatro non è facile, ma gli autori riescono in modo eccellente a farle percepire al lettore.
Io avrei voluto poter comprare un biglietto ed essere presente in sala per godere della rappresentazione completa; provate ad immaginare: si spengono le luci, si apre il sipario, la scena è pronta, lo spettacolo può iniziare…

L’ispettore Silence va in onda (Inspector Silence Takes the Air - 1942)
L’azione si svolge in uno studio di fortuna della BBC, ricavato in uno scantinato di una casa di campagna, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Il clima è teso tra gli attori principali alle prese con le ultime prove prima della messa in onda, in diretta, del primo dramma radiofonico di una nuova serie.
La pistola usata per rendere più realistico l’effetto degli spari è ovviamente caricata a salve, mentre l’altra pistola, usata dall’attore protagonista, è scarica e non ha mai sparato: da quale arma sono partiti i colpi mortali che hanno ucciso l’attore Lanyon Kelsey? Tutte le persone presenti, compresi i tecnici, vengono perquisiti, lo studio radiofonico non ha posti dove poter nascondere un’arma ed era impossibile per chiunque sparare senza essere visto…

Tredici passi alla forca (Thirteen to the Gallows - 1944)
Ancora uno studio di registrazione della BBC, ricavato nello scantinato di una scuola fuori città per sfuggire ai pericoli dei bombardamenti del tempo di guerra: siamo in un giorno di inverno del 1944.
Un omicidio e una vecchia storia di quattro anni prima che è ancora un mistero irrisolto; davanti a quella stessa scuola era stato trovato il corpo di una donna caduta dal campanile, da venticinque metri di altezza: un semplice incidente o un astuto piano di un abile assassino?

L’ombra dell’intruso (Intruding Shadow - 1945)
Un piccolo gioiello nello stile di Carr. In pochi dialoghi riesce a trasportare il lettore nell’atmosfera tesa della notte all’interno di un appartamento. L’arrivo della polizia, una girandola di sospetti, diverse metodologie per il delitto: il colpevole viene scoperto, ma…
Non manca nemmeno la citazione di un testo del 1827: “L’assassinio come una delle belle arti” di Thomas De Quincey.
Tutto concorre a rendere l’atmosfera del racconto piena di quella tensione che è propria dei migliori gialli dell’epoca.

La morta aveva il sonno leggero (She Slept Lightly - 1945)
La vicenda si svolge in epoca napoleonica, siamo alla vigilia di quella che sarà l’ultima battaglia, Waterloo. Siamo a due o tre chilometri dal campo di battaglia, di cui si può sentire distintamente il rombo dei cannoni.
Una stanza in cima ad un mulino: un ufficiale prussiano, un capitano britannico, una nobildonna e una ragazza che dovrebbe essere morta, perché è stata impiccata in piazza molto tempo prima, ma che è stata vista viva da più di una persona sia allora sia adesso, mentre si attende di sapere chi sarà il vincitore dello scontro finale. Come ciò può essere possibile?

Nel teatro buio si sente l’introduzione musicale e la voce del narratore.
Questo è il vostro narratore, l’Uomo in Nero, che è qui con un altro dei nostri racconti del mistero”.

Articolo di Paolo "Carrfinder" Umbriano

Dettaglio del libro
  • Titolo: Tredici passi alla forca (13 to the Gallows)
  • Autore: John Dickson Carr – Val Gielgud
  • Traduttore: Mauro Boncompagni
  • Collana: Il Giallo Mondadori n. 3036
  • Pagine: 260
  • Anno: 2011

    3 commenti:

    IL KILLER MANTOVANO ha detto...

    Grande bella recensione Paolo. Questa raccolta di commedie INEDITE di Carr è veramente un bel colpaccio nella collana Mondadori. Compratelo prima che sia troppo tardi.

    Anonimo ha detto...

    Mi permetto di aggiungere, senza peraltro nulla togliere alla bontà della recensione, tutta una serie di sprazzi ironici sul mondo del teatro e di chi ci lavora.
    Fabio

    Briciole di tempo ha detto...

    Io è per colpa tua Paolo che l'ho scoperto, perciò non posso fare a meno che apprezzare questa recensione e correre a comprare il libro!!!!