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venerdì 8 luglio 2011

Carta bianca – Jeffery Deaver (Rizzoli 2011)


L’inglese seduto al tavolino per lui non era un nemico, né un bastardo. […] Quell’uomo non era più una persona, ma solo il cerchio nero al centro del bersaglio.
Un obiettivo. Null’altro”.

007 – una sigla, un simbolo, un marchio, ma anche la serie di film di maggior successo nella storia del cinema. Un numero che è l’unico ed il solo sinonimo per indicare una spia o un agente segreto.
006 – gli ostacoli, anche inconsapevoli, che si frappongono alle azioni o agli obiettivi dei contendenti.
005 – i colleghi che collaborano con Bond. Pur non amando il gioco di squadra, il protagonista ha la necessità di collaborare con altri agenti, o persone dei luoghi in cui si trova ad agire, per riuscire ad ottenere dei risultati. Qualcuno di questi non sarà nuovo per gli amanti delle avventure dell’agente 007.
004 –sono i sistemi tradizionali di raccolta e gestione dei dati. Se le informazioni provengono da fonti elettroniche (trasmissioni radio) vengono definite ELINT; se sono ricavate da fotografie o immagini satellitari prendono il nome di IMINT; quelle ottenute da cellulari ed e-mail si chiamano SIGINT; quelle acquisite da risorse umane hanno il nome di HUMINT.
003 – le donne con cui James Bond interagisce nel corso della missione. Non sono delle semplici comparse, ma si possono considerare quasi delle co-protagoniste della storia.
002 – sono gli avversari di Bond. Gli antagonisti sono descritti con maestria, hanno un passato che li caratterizza e sono proprio i loro elementi distintivi, come accade spesso con i “cattivi” dei romanzi, a valorizzare le azioni del protagonista.
001 – è l’autore del libro. Ancora una volta Jeffery Deaver non delude il lettore. Le sue capacità di affrontare un genere di romanzo diverso da quelli che siamo abituati a leggere (un’ottima prova si era già dimostrata, a mio parere, “Il giardino delle belve”, che si svolgeva nella Berlino del 1936) si fanno apprezzare anche in un romanzo dove l’autore è stato costretto a rimanere legato al protagonista e ad una trama che doveva rispecchiare il “canone” delle storie di Fleming.
Sarebbe stato accolto come amico o nemico?
Esercitando la sua non facile professione, aveva imparato che non sempre le due categorie si escludono a vicenda”.
James Bond è tornato.
Come scrive Deaver in quella che può essere definita una dedica iniziale, 007 è ancora l’eroe che abbiamo imparato a conoscere (sia che abbiamo letto i romanzi di Ian Fleming, sia che abbiamo visto i film che lo vedono protagonista).
Il romanzo non è un thriller; non è il “solito” Deaver con l’aggiunta di un personaggio famoso; è una storia di spionaggio, ma senza gli eccessi che, purtroppo, dominano nei film più recenti dell’agente 007.
La trama è realistica e si svolge in epoca contemporanea. Deaver ringiovanisce e attualizza il personaggio facendolo agire ai nostri giorni (Bond ha da poco superato i trent’anni e ha partecipato alla guerra del 2001 in Afghanistan), ma ne rispetta tutte le caratteristiche più conosciute.
Il tocco dell’autore è nel dosare i colpi di scena (mai esagerati e gratuiti) a cui è abituato il lettore, pur restando nell’ambito della storia di spionaggio: non c’è, ovviamente, un serial killer, ma l’antagonista di Bond sul campo è in aperta sfida intellettuale con il protagonista.
Un difetto? La serie di marchi famosi che vengono citati per descrivere quello che usa o beve James Bond. Specialmente nelle prima parte del romanzo è un elemento che può dare fastidio a chi legge, ma in seguito la storia (e i personaggi) prende il sopravvento.

Riassumendo:
- chi cerca Lincoln Rhyme non lo troverà
- chi cerca l’effetto “sorpresa” a tutti i costi non lo troverà
- chi cerca solo una storia di spionaggio troverà molto altro
- chi cerca la “pura” indagine troverà anche l’ingrediente principale dei romanzi di spionaggio: l’azione
Chi legge troverà anche uno 007 più umano rispetto a quello dei film, più simile al personaggio creato da Fleming.

Deaver imita Fleming?
No.
Deaver scrive.
Gli imitatori imitano. Gli scrittori, invece, scrivono.

Articolo di Paolo "carrfinder" Umbriano

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Editore: Rizzoli
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Collana: Rizzoli best
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Carte Blanche. A James Bond Novel
  • Lingua originale: Inglese
  • Pagine: 604
  • Traduttore: V. Ricci
  • Codice EAN: 9788817047739 

    5 commenti:

    Lofi ha detto...

    Bravissimo Paolo! Quì ci scappa l'acquisto.

    IL KILLER MANTOVANO ha detto...

    Grandissimo Paolo. Analisi accuratissima come al solito. E pure estremamente originale :-)

    Anonimo ha detto...

    ricordo che durante la presentazione de "il filo che brucia" disse che il suo sarebbe stato un bond simile a quello di fleming ma nel 2011...
    bè se così è stato, finisce in wl dritto dritto!! ;)

    stefano ha detto...

    sarà sicuramente una delle cose che leggerò. bravissimo Paolo, bella recensione.

    Martina S. ha detto...

    Paolo dà sempre un taglio insolito alle sue recensioni, peraltro sempre accurate e precise. Un vero piacere leggerle. Non sono sicura che James Bond rientri nelle mie letture preferite, nemmeno se lo racconta Deaver, ma magari, se lo trovo in biblio, un pensierino ce lo faccio.