Dopo l’uscita del suo primo e fortunato “Il mondo deve sapere”, Michela Murgia venne invitata al Courmayeur Noir in Festival e in quell’occasione - è l’autrice stessa a ricordarlo in un proprio scritto per l’edizione dello scorso anno del festival - “uno scrittore piuttosto noto, (…) al termine della presentazione si avvicinò dicendo: «brava, ma ancora non ci siamo. Non sarai un vero scrittore sardo fino a quando non pubblicherai un noir».”.
L’ironia della boutade, però, restituisce in sintesi una vocazione specifica di molti scrittori sardi nei confronti della scrittura di genere.
Quando nel 1988 uscirono “L’oro di Fraus” di Giulio Angioni e “Procedura” di Salvatore Mannuzzu, fu un intellettuale della grandezza di Oreste Del Buono a parlare per primo della nascita di una scuola sarda del giallo, che conobbe da lì a pochissimo il suo primo e più conosciuto allievo, divenuto oggi - a sua volta - uno dei maestri e punti di riferimento: Marcello Fois, che dopo l’esordio con “Ferro recente” ha spessissimo ricondotto il proprio percorso espressivo nell’alveo del noir.
Riuscire a individuare una definizione esaustiva di giallo e di noir è impresa talmente ardua da ritenere preferibile - in questo contesto - una semplificazione di comodo che aiuti a stabilire almeno gli estremi del discorso. Facciamo dunque nostre le parole di un profondo conoscitore come Luigi Bernardi e concordiamo nel ritenere che “se il giallo è il canto trionfale dell’indagine e dell’investigatore, il noir è invece il blues della vittima”.
A cavallo fra gli anni Novanta e il nuovo millennio, al successo e alla bravura di Fois fa eco un’intera generazione di autori di anagrafe, provenienza geografica e formazione diverse, ma che si sono cimentati con le medesime atmosfere, adattate ovviamente alle individuali urgenze espressive sia stilistiche che di contenuti. E’ il caso di Giorgio Todde, Francesco Abate, Gianluca Floris, Flavio Soriga e Luciano Marrocu, che hanno affrontato tutti i colori del giallo, ora solo eccezionalmente - come nel caso di Soriga con “Neropioggia” - ora con maggior convinzione e frequenza.
La Sardegna è testo e contesto riconoscibilissimo e gli autori ne scrivono facendo riferimento sia agli archetipi genetici della letteratura sarda (il rifiuto della realtà isolana con il conseguente desiderio di fuga e l’estremo opposto del confronto critico e dialogico fra tradizione e cambiamento, l’attraversamento della tradizione che diventa riflessione e poi superamento) sia spaziando fra le pieghe dei generi.
L’indagine, la detection diventano anche strumento di conoscenza metanarrativa, si fanno indagine sociale e ricerca storica: il giallo e il noir sono ora le lenti attraverso le quali gli scrittori sardi leggono i mali che affliggono l’Isola e ne studiano la genesi, risalendo i gangli della memoria individuale e collettiva, tra forte tensione etica e attenzione sociale.
Se Fois - oggi bolognese d’adozione - racconta il giallo e il nero dell’interno dell’Isola da quella distanza, un veneto trapiantato in Sardegna come Massimo Carlotto ne indaga invece le forme più urbane immergendosici da forestiero.
E proprio con Carlotto si può inoltre riconoscere il momento di nascita e crescita di una seconda generazione di autori sardi di noir, una nuova scuola sarda, il cui primo esempio individuiamo nel collettivo cagliaritano dei Mama Sabot, formatosi proprio attorno all’autore padovano e che con “Perdas de fogu” e “Donne a perdere” ha illuminato a giorno alcune delle zone d’ombra più fosche della realtà isolana. Il medesimo territorio d’indagine - declinato facendo maggior ricorso alla dissimulazione narrativa e con meno propensione alla letteratura d’inchiesta - è attraversato poi dagli Elias Mandreu, un secondo collettivo, questa volta nuorese, con l’opera d’esordio “Nero riflesso”.
Senza dimenticare, inoltre, le diverse specificità con cui rilevano le sensibilità sociali dell’Isola altri autori come Gianfranco Cambosu (“Pentamerone barbaricino”), Giampaolo Cassitta (“Asinara, viaggio nell’isola dei dimenticati”) e Francesco Nieddu (“Scacco dall’inferno” e “Città del sole”).
Esistono esempi, inoltre, di autori sardi che pur immergendosi completamente nelle cupe e tese atmosfere del giallo e del noir, l’hanno fatto ambientando le proprie storie in luoghi altri rispetto alla Sardegna o ne hanno sposato sfumature di genere diverse, arrivando in certi casi a travalicare i generi stessi: è il caso dei gialli a sfondo politico di Vindice Lecis o del thriller spionistico “Dossier Hoffman” di Antonello Ardu, ma è anche il caso di altri autori come i due sassaresi Filippo Kalomenìdis (“Sotto la bottiglia”) e Gianni Tetti (“I cani là fuori”) e del cagliaritano Alessandro De Roma ( “Il primo passo nel bosco”) che abbandonano i princìpi della detection classica, rinunciano a figure di protagonisti immediatamente ascrivibili al genere e sconfinano puntando sull’indagine più profonda del nero dell’animo umano.
Anche il fumetto esprime esempi di sardi all’opera con i codici del giallo e del noir, sia nelle loro forme più autorali come “Cinque è il numero perfetto” e “Sinatra” del cagliaritano-cosmopolita Igort, sia nelle loro declinazioni seriali come il “Demian” e il “Cassidy” di Pasquale Ruju, nuorese trapiantato da anni a Torino.
La Sardegna può godere di un panorama tanto ricco e differenziato, continuamente in evoluzione (a giugno esordirà per Fandango un nuovo autore sardo, Leonardo Casula) anche grazie all’attività di case editrici come la nuorese Il Maestrale - che ha pubblicato molti degli autori sopra citati - e la cagliaritana Aìsara - che invece si sta impegnando nella meritoria riproposta delle opere di un autore francese imprescindibile come André Héléna. Per non tacere, poi, dell’importantissima attività promozionale svolta tanto dai festival generalisti come L’isola delle storie di Gavoi (luglio) e il Marina Cafè Noir di Cagliari (settembre) quanto da due festival “di categoria” entrambi accasati nel nord dell’isola.
Il Festival Mediterraneo del Giallo e del Noir di Sassari arriverà a ottobre alla quinta edizione, sempre curato da Aldo Curcio per l’associazione culturale Iolaos (organizzazione no-profit nata al fine di associare appartenenti alle forze di polizia) e che fra i premiati ha visto autori come Donato Carrisi e Alfredo Colitto.
Infine, Florinas in giallo - L’isola dei misteri, che ha esordito nel novembre del 2010 e si avvale della cura artistica di Tecla Dozio, esperta di livello internazionale e istituzione di riferimento nell’ambiente. Battezzato in maniera benaugurante dallo stesso Marcello Fois come cugino di Gavoi, Florinas in giallo ha avuto ospiti vere e proprie autorità nel campo del giallo e del noir, a cominciare dalla star Carlo Lucarelli.
* Emiliano Longobardi
39 anni, sassarese. Libraio da quasi vent’anni, è titolare della Libreria Azuni di Sassari, la prima libreria sarda specializzata in fumetti e in libri gialli e noir. Inoltre, scrive fumetti: il suo Rusty Dogs - disegnato da più di quaranta fra i più affermati disegnatori italiani - è un crime-noir leggibile gratuitamente online all’indirizzo http//:rusty-dogs.blogspot.com
Articolo scritto da Emiliano Longobardi e l'articolo è stato orignariamente pubblicato sulla rivista Sardegna Marenostrum (sito della rivista http://www.marenostrum.it/)
Ricordiamo inoltre che dal 24 Giugno all' 8 Luglio si svolgerà presso la Libreria Azuni, libreria molto attiva sul territorio e sempre in prima fila quando si tratta di organizzare qualche evento legato al giallo e non. Bravi davvero
5 commenti:
grande articolo emiliano :)
Spero gradiscano anche gli altri Corpi freddi. E' un gran piacere stare su queste pagine :)
Bell'articolo!
bell'articolo Emiliano. ^_^
:))
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