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lunedì 2 maggio 2011

I buoni vicini – Ryan David Jahn (Fanucci 2011)


13 marzo 1964 sono circa le 4.00 del mattino. Un urlo straziante scuote i residenti del complesso degli Hobart Apartments. Decine di occhi da dietro le finestre osservano quello che sta accadendo nel cortile, una ragazza sanguinante, si trascina sulla panchina, sta soffrendo, è stata accoltellata, lei li vede, li riconosce, sono persone gentili e oneste, vede il bianco dei loro occhi, ma perchè nessuno si muove? Perchè nessuno si precipita per le scale a soccorrerla; sono tutti li a guardare, basterebbe una cazzo di telefonata alla polizia e lei sarebbe salva. Ma nessuno lo fa, sono in tanti a fare da spettatori e sicuramente qualcuno avrà già chiamato. Tre ore di angoscia durante le quali l'aggressore torna e continua quello che aveva interrotto, tre ore di assoluta follia raccontate in 230 pagine.
Ogni capitolo è uno spaccato di vita che vede protagonisti “i buoni vicini” di casa. C'è Patrick il giovane ragazzo che si deve occupare della madre malata, Peter e Anne e il loro primo disastroso scambio di coppia, Thomas la cui vita è un totale fallimento e vuole farla finita, Diane e Larry alle prese con un matrimonio che va a rotoli, Erin che è convinta di aver investito un bambino nel passeggino e suo marito Frank. Il ritmo del romanzo è serrato e coinvolgente fino allo sfinimento, lo stile di Ryan David Jahn è crudo e graffiante, urticante e disturbante, ossessivo al punto che non lascia tregua si va avanti inesorabilmente incazzati e tristi, diventiamo spettarori anche noi, siamo li con loro, con i buoni vicini, a spiare le loro vite e vedere cosa succede.
I capitoli in cui Katrina “Kat” Marino subisce l'aggressione sono devastanti, la sua paura, l'angoscia e il dolore, le preghiere verso quel Dio che non la ascolta “ho cercato di essere buona e non so perchè mi stai punendo, ma ho cercato di essere buona quindi per favore, per favore” passano dalle pagine del libro agli occhi e poi dritti allo stomaco come fendenti, fanno male, malissimo e il dolore è ancora più forte perchè questa storia non è frutto della fantasia di Ryan David Jahn, ma si ispira ad un fatto vero.
Kitty Genovese il 13 marzo del 1964 fu accoltellata a morte nei pressi della sua casa nel quartiere di Kew Garden, distretto del Queens, New York. Le circostanze del suo assassinio e l'apparente reazione (o, piuttosto, la mancanza di reazione) da parte dei suoi vicini furono riportate da un articolo di giornale pubblicato due settimane dopo e avviarono un filone di indagine sul fenomeno psicologico che divenne noto come "effetto spettatore", "complesso del cattivo samaritano" o anche "sindrome Genovese". “38 spettatori che se ne sono stati con le mani in mano”.
Il melodrammatico servizio del giornale dette l'avvio anche a serie indagini di psicologia sociale sull'effetto bystander (effetto spettatore – il fenomeno per cui la probabilità di ricevere aiuto da parte di una persona in difficoltà decresce con l'aumentare del numero degli spettatori). Gli psicologi sociali Bibb Latané e John Darley iniziarono una serie di ricerche sui motivi per cui non sempre le persone intervengono di fronte alle emergenze. I risultati dei loro studi, pubblicati nel libro The unresponsive bystander: Why doesn't he help?, portarono all'elaborazione di concetti come l'ignoranza pluralistica e la diffusione di responsabilità (ognuno dei testimoni del fatto ha drammaticamente creduto che non era sua responsabilità chiamare i soccorsi, che lo avrebbe fatto qualcun altro) (citaz. Wikipedia)

Vincitore del prestigioso premio New Blood Dagger della Crime Writers' Association nel 2010.


Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura

Dettaglio del libro
  • Formato: Rilegato
  • Pagine: 229
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Acts of Violence
  • Lingua originale: Inglese
  • Editore: Fanucci
  • Collana: Collezione ventesima
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Codice EAN: 9788834717004
  • Traduttore: E. Gabola 

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel commento per un thriller psicologico devastante. Katrina e Frank in primis i migliori personaggi.
gracy

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Bravissima Cristina. Mi hai convinto: lo prendo!!!!

Cristing ha detto...

@gracy è vero sono i migliori e i più sofferti/sofferenti

@Marco bravo!Non te ne pentirai, garantito....

Anonimo ha detto...

Alla Feltrinelli di Siena l'avevo pure preso in mano, poi l'ho lasciato per "Il diavolo un blu" di walter Mosley. Ora, però, ci ritorno...:)
Fabio

Cristing ha detto...

Bravo Fabio ;)))

Scéf ha detto...

grande rece e non vedo l' ora di leggerlo anch'io ^_^ brava cri

Anonimo ha detto...

Però Cristina se trovo qualcosa da aggiungere (sbagliata o giusta che sia) non te la prendere. Non mi considerare inopportuno e invadente. Anzi, significa proprio che ti seguo e seguo tutti con grande attenzione e rispetto. Questo ci tenevo a sottolinearlo.
Fabio

Briciole di tempo ha detto...

Che storia inquietante, sapere che è vera la rende ancora più tale! Una recensione che non lascia scampo, devo assolutamente leggere il libro.

Cristing ha detto...

@Fabio assolutamente no, non ti considero nè inopportuno nè invadente. Anzi, mi piacciono gli scambi di opinioni e le critiche che sono comunque costruttive. Non vedo l'ora che tu lo legga...

@Bodycold e Mari intanto ve lo posso prestare ;)

Anonimo ha detto...

Praticamente era un richiamo a me stesso. Siccome mi porto appresso il maledetto tic dell'insegnante a volte tendo ad esagerare e ad attirarmi delle sacrosante antipatie insieme a qualche vaffa...E allora devo controllarmi e restare in certi limiti.
Fabio

Cristing ha detto...

@Fabio tranquillo nessuna antipatia e nessun vaffa ;) anzi ti ripeto il confronto è stimolante.

Stefania ha detto...

Già adocchiato...fremo...mannaggia per il prezzo...ma ogni tanto l'adorata Fanucci gli sconti li fa! *__^