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giovedì 21 aprile 2011

Intervista a Gianni Simoni (Tea)

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Corpi Freddi: Innanzitutto grazie per la sua disponibilità. “La morte al cancello” è il suo terzo romanzo che vede come protagonisti il duo Petri e Miceli. Il tutto si svolge come sempre a Brescia. Come mai, la scelta di una provincia definibile “tranquilla”?

Gianni Simoni: I miei romanzi si svolgono a Brescia anche perché quella è la mia città d'origine, anche se ormai posso considerarmi un milanese d'adozione. Brescia quindi la conosco bene e solo all'apparenza è una città "tranquilla". La definirei piuttosto una città abbastanza chiusa ( come molte altre città del nord ).
Una città ricca e contraddittoria, nella quale spesso le cose viaggiano sotterraneamente e che quindi va affrontata con cautela e misura. E una città di provincia di medie dimensioni può costituire il terreno ideale per tante storie.

CF: Parliamo dei suoi personaggi. Miceli è un commissario integerrimo, un uomo di polizia che si muove rispettando le regole, mentre l’ex giudice Carlo Petri fa da contro altare con i suoi molti vizi. In quale dei due personaggi più si rivede dal punto di vista lavorativo e quale le assomiglia di più nel quotidiano?

GS: Non credo si possa dire che Miceli e Petri siano uno il contr'altare dell'altro. Sono piuttosto complementari e una cosa hanno in comune: quella di essere entrambi dei galantuomini, pur con le loro diversità caratteriali. Petri ha qualche "vizio", certamente, ma si tratta in fondo di vizi perdonabili. Ama il fumo, il vino e le donne, anche se questo in modo virtuale, perché continua ad essere profondamente innamorato di Anna, sua moglie. Nel quotidiano Petri mi assomiglia molto: in lui vi sono sicuramente dei tratti autobiografici.

CF: Come nasce il Giani Simoni scrittore?

GS: Gianni Simoni, come scrittore di polizieschi, nasce come altri suoi colleghi. Forse il desiderio di giustizia e di chiarezza, dovuto anche al fatto di vivere in una società, sotto questo profilo, sempre più deprimente. Ma anche, e soprattutto, un grosso divertimento, che non ti impegna troppo, non ti impone di metterti in gioco più di tanto, ma, nello stesso tempo,ti consente anche di far capire da che parte stai, cosa che in un Paese come il nostro, soprattutto in questo momento, mi pare quasi obbligatoria.

CF: In un Italia come quella di oggi, in cui fare il lavoro di magistrato o di giudice si è spesso messi dalle alte cariche politiche alla stregua dei delinquenti, come reagirebbero Petri e Miceli?

GS: Nell'Italia di oggi, in cui spesso la magistratura è "sotto schiaffo", ritengo che Petri e Miceli, pur con qualche amarezza, continuerebbero tranquillamente il loro lavoro, nel pieno rispetto delle regole e delle Istituzioni.

CF: Sotto il punto di vista politico odierno, tornando indietro, avrebbe mai fatto un altro lavoro?

GS: Non mi è mai capitato di rinnegare il mio passato lavoro. Se potessi rivivere la mia giovinezza forse avrei scelto filosofia, una materia che mi affascinava. Ma non lo farei certo per motivazioni "politiche".

CF: È innegabile che il suo lavoro da ex magistrato abbia delle influenze sui suoi romanzi. Ma quanto dei casi passati dalla sua scrivania hanno poi preso forma nei suoi romanzi?

GS: Che il mio passato di magistrato abbia avuto un'influenza nei miei romanzi è innegabile. Molti sono gli spunti che finiscono nelle mie storie, sviluppati tuttavia in chiave narrativa. La fantasia comunque prevale sulla realtà personale.

CF: Da ex-magistrato come gestisce il tempo dedicato alla scrittura dei suoi romanzi?

GS: Alla scrittura delle mie storie dedico, solitamente, una parte della mia giornata: è un lavoro anche questo che tuttavia, quantitativamente, mi tiene a tavolino molto meno rispetto al tempo in cui facevo il magistrato.

CF: Come mai la scelta di pubblicare i suoi romanzi con la TEA, casa editrice che ha un catalogo, di certo, non di prime edizioni ma di ottime ristampe economiche?

GS: Ho scelto TEA perché è un'ottima casa editrice, che ti offre un ambiente di lavoro ideale. E la TEA non si dedica solo ad ottime ristampe economiche ( e questo sarebbe già un grosso titolo di merito ), ma anche a nuovi scrittori, italiani e stranieri. I miei romanzi ne sono la prova.

CF: Romanzi futuri?

GS: Certamente vi sono in programma romanzi futuri ( con uscita semestrale: marzo e ottobre ) e la mia casa editrice è già in possesso di altri miei manoscritti che vedranno prossimamente la luce. Sul loro contenuto, ovviamente, preferisco mantenere il riserbo. Lo scopriranno i lettori.

CF: Grazie mille per il tempo dedicatoci

2 commenti:

Martina S. ha detto...

Ecco, ora sono ancor più curiosa di leggere i suoi libri.

Stefania ha detto...

Uhm...non so se potrebbe piacermi,forse si leggendo solo le trame; non ho ancora visto in giro sui romanzi, ma dato che la casa editrice è la Tea magari presto troverò almeno del primo la versione economica. E allora ... sarà mio! *__^