“Lui è di sicuro implicato in qualche affare losco. Ci ha osservato, ci ha studiato, e questa è una prova. E’ una promozione, forse. Forse lui ci sta reclutando. Penso: questo è il cartellino rosso alla nostra esistenza. E’ un pass per il girone più tremendo, per quanto inevitabile, considerato quello che abbiamo combinato in questi anni. […] I miei ragazzi attendono un input guardandomi, ma sappiamo tutti benissimo che ormai è troppo tardi, la nostra strada è già stata imboccata, abbiamo superato la soglia e ormai chiuso la porta alle nostre spalle.”
Ritornano i protagonisti del romanzo “La strada della violenza” del 2006 (che a breve recensiremo sul nostro sito, ndr) e, con loro, torna il noir italiano di Mauro Marcialis, il suo stile personale e la sua schiettezza che non lascia speranza.
L’apparenza inganna. La verità è dietro le quinte. La facciata di onestà, pulizia, efficienza copre in maniera perfetta tutto quello che non si può nemmeno immaginare, perché la realtà purtroppo è molto diversa da quello che si vede.
La legalità è solo una maschera.
E’ il 9 luglio 2006, il giorno della finale del campionato del mondo di calcio. Mentre tutti sono davanti alla televisione a seguire l’incontro tra Italia e Francia quattro poliziotti fanno irruzione in un casolare dove ha sede una fabbrica di cinesi clandestini.
Quattro amici, quattro colleghi, quattro poliziotti che formano una squadra invidiata da tutti: una storia comune? NO.
Nello stesso momento un autoarticolato attraversa il confine tra Francia e Italia diretto verso Reggio Emilia: il carico è composto da quattrocento scatoloni con la scritta “prodotto deperibile”, ma in realtà non sono alimentari.
Reggio Emilia, i dintorni di Milano, un centro commerciale gigantesco, ma anche la Colombia con il suo prodotto più esportato: il caffè? NO.
Trafficanti: quando si sente questo termine si pensa subito alla droga, ma, purtroppo, non c’è solo quella.
Un viaggio forse senza ritorno che porta tre uomini a compiere delle azioni che li segneranno per sempre.
Il primo è Giorgio Garlini, il capo della squadra più decorata della polizia di Reggio Emilia: questo è scritto sulla sua scheda personale.
Il secondo è Lorenzo Rollei, un maresciallo della Guardia di Finanza con delle conoscenze importanti. Un uomo al centro di molte vicende del passato che continuano a influenzare le azioni del presente.
Il terzo è Alvaro Villaron, uno dei nomi con cui si presenta perché è un agente dei servizi: forse è lui il vero protagonista della storia.
Numerose vicende, anche personali, si intrecciano in questo romanzo. Un noir che non può lasciare indifferente il lettore per i temi trattati e per il modo di scrivere dell’autore.
Leggere questo libro significa entrare nella mente dei personaggi e cercare di capire i motivi che li spingono a compiere determinate azioni. L’amicizia fra i quattro componenti della squadra verrà messa a dura prova ed il limite fino a dove si può arrivare verrà spostato sempre un poco più avanti. Davvero non c’è un limite invalicabile alle azioni di un uomo?
Il sistema può essere corrotto, ma, alla fine, l’uomo rimane responsabile individualmente delle azioni che compie e deve risponderne personalmente.
Un romanzo la cui trama si snoda secondo la volontà dell’autore, anche se le situazioni ed i fatti narrati trovano purtroppo riscontro nella realtà: il pensiero di chi legge non può fare a meno di soffermarsi su quanto male possa esserci nell’animo umano.
Mauro Marcialis parte dai luoghi del suo romanzo d’esordio e, anche questa volta, non fa sconti a nessuno.
Dove “tutto brucia” c’è il fuoco delle armi, il fuoco che purifica, il fuoco che soffoca e che non lascia scampo.
“La seconda cosa che vedo, oltre la porta di fronte a noi, è appunto l’inferno.”
Articolo di Paolo "carrfinder" Umbriano
Dettagli del libro
- Listino € 18,00
- Editore Piemme
- Data uscita 01/02/2011
- Pagine 352, brossura
- Lingua Italiano
- EAN 9788856610161
4 commenti:
Dopo l'interessantissimo incontro suzzarese al Nebbiagialla con Marcialis, Blini e Gallico (moderato dal nostro Paolo), il desiderio per questo romanzo raggiunge i limiti di guardia.
Grandissima analisi dell'amico Paolo, particolarmente a suo agio anche nei meno battuti territori del noir.
Marcialis è un autore per lettori tosti, che hanno voglia di mettersi in gioco ed andare al di là delle apparenze e al di là dei soliti thriller scorrevoli e adrenalinici. Non ha uno stile facile da approcciare, ti fa venire il nervoso, devi leggere e rileggere, vai avanti a fatica. Ma quando sei dentro il libro, vieni travolto dalla violenza e vuoi arrivare alla fine proprio per capire perchè. Perchè tanta violenza e perchè l'esigenza di scriverne. E capirlo non è facile.
Ma ne vale la pena!!!
PS: il nostro Paolo recensore di noir è una scoperta interessante, assolutamente felice!!!
Tra le righe della recensione di Paolo ritrovo quello che è stato l'incontro emotivo alle parole di Marcialis, alla sua rabbia, alla sua motivazione ed urgenza primaria dello scrivere durante la oresentazione al Nebbiagialla. Da lì è nata una forte curiosità verso le opere dell'autore che temo non saranno di facile digeribilità ma di enorme impatto.
grisù
Di forte impatto emotivo la recensione di Paolo, bravissimo :)
Il romanzo l'ho preso a Suzzara sull'onda emotiva :), non sapendo se lo troverò nelle mie corde o meno...ma qualcosa mi dice che potrebbe piacermi...alla prossima e non troppo lontana lettura la sentenza :)
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