Scrivere di questo libro in questo momento non è stato facile. “La figlia sbagliata” (Speaking in tongues) l'ultimo libro pubblicato in Italia di Jeffery Deaver , uscito però oltreoceano una decina di anni fa, è un thriller puro. Parla di un rapimento. Il rapimento di una ragazzina adolescente. E' stato inevitabile, leggendolo, soffermarsi con il pensiero alla triste vicenda di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate Sopra (BG) strappata ai suoi affetti e alla sua innocenza quasi due mesi fa e ad oggi non ancora ritrovata.
Ma passiamo velocemente alla trama. Siamo naturalmente negli States e più di preciso in Virginia dove incontriamo Megan, figlia adolescente di genitori divorziati. Megan la svitata, la disfunzionale, la dissociata, la psicopatica o così almeno di definisce lei stessa in un monologo interiore a inizio libro. Si sta facendo una bella terapia dallo psicologo da quando il Procuratore della sua Contea le ha dato come alternativa un bel soggiorno in Riformatorio, dopo che, ubriaca come una spugna, aveva camminato sul bordo serbatoio dell'acquedotto e malmenato un poliziotto che voleva farla scendere. Un padre, Tate Collier (Jeffrey ma i nomi dei personaggi dove li prendi? Mah!! ), principe del foro, avvocato dall'impareggiabile capacità dialettica che forse non l'ha mai voluta e una madre, Bett McCall, più attenta allo shopping che alle turbe adolescenziali della ragazzina. La frittata è fatta direbbe qualcuno! Famiglia fratturata + adolescente turbata = cattivo sulla scena. Affascinante come George Clooney, intrigante come Johnny Deep, carismatico come Sean Connery, intelligente come un premio Nobel, il cattivo arriva si piglia la ragazzina e tanti saluti a tutti. Nel dolore le coppie possono riavvicinarsi e cosi avviene per i sopracitati genitori. Loro sì che hanno fiuto. Non si fermano all'ipotesi degli inquirenti, abbagliati dalle false prove disseminate da quel genio del male del rapitore, che fanno pensare ad un allontanamento volontario. No. Loro cominciano ad indagare per i fatti loro e piano piano …...
Direi senza infamia e senza lode questo lavoro di Deaver. La premessa del libro è davvero interessante e i primi due capitoli sono di grande effetto e mettono i brividi. Andando avanti nella lettura ci si accorge che la storia è carente e forse deve ringraziare la scrittura che le fa da stampella.
La trama chiede una notevole sospensione dalla realtà (ma è fiction per cui non a tutti i lettori può infastidire) con pistole che saltano fuori dal nulla o personaggi simil zombie che sorprendono in quanto a vitalità. Il punto debole, a mio avviso, sta nella costruzione dei personaggi. Tutti stupidi o disturbati. Tranne il rapitore. Lucido, con un abilità mostruosa di manipolare attraverso il linguaggio le persone con cui conversa facendosi rivelare i loro segreti più intimi. Riesce a entrare talmente in sintonia con l'interlocutore da indurlo a compiere atti che non avrebbe mai pensato di fare. Onnisciente, onnipresente, onnipotente. E' sempre un passo avanti a tutti, sa sempre dove andare e come buggerare chiunque lo intralci nei suoi propositi. Lex Lutor con i poteri di Superman. Pochi i colpi di scena rispetto alla media con cui Deaver ha abituato i suoi fans. Ma attenzione al finale. Veloce, coerente e adrenalinico, dimostra che la classe non è acqua e che non si diventa Jeffery Deaver per caso.
Articolo di Roberto "Lofi" Lofino
Dettagli del libro
- Formato: Rilegato
- Pagine: 358
- Lingua: Italiano
- Titolo originale: Speaking in Tongues
- Lingua originale: Inglese
- Editore: Rizzoli
- Anno di pubblicazione 2010
- Codice EAN: 9788817043700
- Traduttore: A. Tagliavini, M. Baiocchi
- Prezzo: 18.50€
10 commenti:
Bella recensione dell'amico Lofi. Rimango comunque dell'idea che la Rizzoli con Deaver (ma non solo con lui) sta facendo un lavoro non corretto e in assoluta malafede.
Questa ristampa delle sue vecchie opere e queste continue uscite schizofreniche, (senza alcuna informazione a riguardo), oltre a mettere in confusione il lettore, rischiano di danneggiare pure il livello di credibilità dello scrittore.
Questa opera di raschiamento del fondo del barile è davvero indegna, lasciatemelo dire. Mi sono ripromesso che MAI E POI MAI acquisterò i vecchi romanzi dello scrittore americano.
Grazie per il chiarimento, io pensavo che fosse un libro nuovo! Sono d'accordo con Marco, in effetti rimettere in circolazione romanzi datati e decisamente non entusiasmanti rischia di danneggiare la credibilità dell'autore. E pensare che il titolo mi intrigava molto.... Grande Lofi
E poi, lasciatemelo dire io preferisco il Deaver di Lincoln, gli altri romanzi non sono riuscita a finire di leggerli!
Roberto ha presentato in maniera eccellente questo libro, evidenziandone pregi e difetti e lasciando quindi il lettore libero di scegliere se leggerlo, sapendo cos'ha per le mani.
Ma comunque, anche se sono vecchi, sono libri inediti in Italia o no?
Certo, si rischia una sovraesposizione dell'autore.
@Cristing: no dai....alcuni sono notevoli!!! (Profondo blu, Il silenzio dei rapiti, tanto per fare due esempi).
Informo comunque che il prox VERO nuovo romanzo dell'autore americano sarà SENZA personaggio fisso. Il titolo americano è "Edge".
@Martina: ricordo che quando una decina di anni fa Deaver era stato a Mantova per il festivaletteratura si era affrontata la spinosa questione dei vecchi romanzi. Già allora aveva immaginato che, presto o tardi, con la sua definitiva affermazione e consacrazione in Italia, sarebbero stati pubblicati pure da noi. Ricordo che ci consigliò caldamente di NON comprarli, perchè molto modesti pure secondo lui. In un certo senso sono romanzi che lui stesso ha rinnegato.
@Killer Profondo blu l'ho letto ma molti anni fa e non me lo ricordo, Il silenzio di rapiti l'ho abbandonato....
In effetti si rischia che il lettore poco attento (in questo caso anche io) leggendo un libro vecchio pensando sia nuovo, e non trovandolo al livello a cui è abituato possa pensare che l'autore stia perdendo colpi...
L'ultimo letto "Requiem per una pornostar" non mi aveva sconfinferato per niente. Questo, stando a Lofi, dovrebbe essere migliore.
Fabio
Di Deaver ho letto solo Profondo blu diversi anni fa e mi era piaciuto molto. Devo ancora iniziare la serie con Lyncoln e Amelia, non so quando ma so che prima o poi li leggerò!
Non ce l'ho ancora e penso proprio che attenderò a prenderlo solo se riuscirò a trovarlo nell'usato.
deaver è uno dei miei autori stranieri preferiti, nessuno dei suoi romanzi letti finora mi ha deluso e l'ultimo in ordine di lettura "Profondo blu" mi ha addirittura entusiasmata e dato una scarica di adrenalina incredibile!
A me non è neppure dispiaciuto Sottoterra, mentre la continuazione Fiume di sangue mi ha delusa. Certamente come scrive poco sopra Cristing , per chi si aspetta un nuovo lavoro (e chi secondo me è un lettore comunque abituale dell'autore citato) e non presta caso alla data di pubblicazione, trovarsi un calo di tutto come in questo caso potrebbe quasi allontanare dallo scrittore...
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