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venerdì 28 gennaio 2011

Intervista a Clara Sànchez (Il profumo delle foglie di limone - Garzanti 2010)


Corpi Freddi: Il tema trattato nel suo romanzo (Il profumo delle foglie di limone) è quanto mai odierno pur parlando di problemi vecchi. Quanto le è costato riportare alla mente momenti tragici come quelli del nazismo?

Clara Sànchez: Dunque non è stato facile per certi versi, perché scrivendo questo romanzo e raccogliendo dati per farlo, ho imparato tantissime cose. Ho imparato che le persone non sono così come sembrano e anche dal punto di vista personale, la paura di perdere il controllo, perdere il controllo sulla propria vita, sulle situazione che invece crediamo di dominare.
Dal punto di vista tecnico invece la cosa più difficile è stata far confluire le due voci principali del romanzo di Julian e Sandra, due personaggi estremamente diversi che per forza di cose hanno due voci molto diverse. Dal un lato, volevo che Sandra, si esprimesse attraverso il suo giovane mondo e usando il tempo presente, mentre Julian si doveva esprimere usando un mondo che lui aveva già conosciuto usando il passato, un mondo dove esistevano ben separati il Bene e il Male.
Con queste due voci sono riuscita ad imparare molte cose su di me ad esempio. Sono arrivata a capire che non sappiamo che cosa saremmo capaci di fare in determinate circostanze.

CF: Questo romanzo in Spagna ha avuto un notevole successo , scatenando l’ opinione pubblica, dibattiti televisivi, ecc. So che ha anche ricevuto minacce di morte da parte di gruppi neo nazisti. Come si sono svolti i fatti?

CS: Beh diciamo, minacce di morte, no. Dopo la pubblicazione del romanzo in Spagna ho ricevuto una lettera, che le cito testualmente il contenuto in modo da farsi un’ idea di ciò che è successo “lascia una volta per tutte in pace questi vecchietti che hanno fatto molto per la Spagna” e successivamente ho ricevuto altre lettere dello stesso tenore, però ripeto non erano minacce di morte. Ciò nonostante non ho gradito riceverle e stata una situazione estremamente sgradevole doverle leggere, tuttavia col tempo sono riuscita a prendere le distanze da questa sensazione quasi di angoscia. Nessuno mai quindi ha mai minacciato di morte me ma il solo ricevere queste lettere era di per se intimidatorio.

CF: Qual è stato l’ incipit che l’ ha portata alla creazione di questo romanzo?

CS: Diciamo che ci sono state due vicende nella mia vita, che in qualche modo hanno fatto si che lasciassero in me un segno. Allora avevo 25 anni, quando mi sono trasferita in una cittadina della provincia di Alicante sul litorale della Costa Blanca e lì sono stata davvero sconvolta nello scoprire che uno dei miei vicini, nonché uno dei più importanti costruttori edili della zona, fosse stato un nazista importante. A quell’ epoca è come se io fossi stata la Sandra del mio romanzo e come lei io ero incinta, e come lei io avrei voluto un’ amico come Julian nel romanzo. Questo nazista, Gerhard Bremer, oggi è seppellito nel cimitero di Dénia insieme a tutte le persone che ci sono nate e vissute. Poi a quest’ esperienza personale se ne aggiunge un’ altra. Tre anni fa ho trovato casualmente su un giornale, la fotografia di vecchi nazisti che vivono tranquillamente, alla luce del sole, sulla Costa del Sol. È in quel momento preciso, quando vedo anche quella foto, ricordo quanto avevo vissuto quando ero più giovane, all’ inizio degli anni ’80, ed è così che nasce l’ idea di questo romanzo.

CF: Riflettendo molto sulla trama di questo romanzo, mi sono reso conto che è molto facile cadere in facili moralismi a favore di due amabili vecchietti (cosi sono rappresentati Frederik e Karin i due criminali nazisti nel romanzo). Durante la stesura del romanzo ha mai avuto questo problema?

CS: Io ho visto quella fotografia e ho capito che dietro quei volti amabili si nascondevano due mostri, così come io li ho visti li ho voluti riportare sul romanzo, permettendo loro di evolversi in maniera naturale anche sul libro. Dapprima infatti, loro proteggono Sandra comportandosi quasi come i nonni che forse anche lei stessa voleva avere, ma successivamente ci rendiamo conto che in realtà, ciò che loro vogliono da Sandra è “vampirizzarla”, succhiare la sua giovinezza, e nascondersi dietro il suo candore, quindi si capisce che loro non hanno mai perso la loro malvagia natura

CF: Una caratteristica che ho notato nel suo romanzo è la caratterizzazione dei personaggi. Molto ben costruita. Quale personaggio ha avuto più difficoltà a costruire? E perché?

CS: Vorrei partire invece col personaggio più facile da creare. Il più semplice è stato Julian, per crearlo mi sono ispirata a mio padre agli altri uomini anziani che io ho conosciuto nella mia famiglia. Mio padre mi ha insegnato che un uomo per quanto possa essere vecchio rimane sempre un uomo, un essere umano. Julian come mio padre, deve ricordarsi di prendere 10 pastiglie al giorno ma non per questo ha dimenticato chi è. Invece per il personaggio più difficile da tratteggiare penso sia stato quello che nel romanzo si chiama l’ Angelo Nero. È un nazista intelligente, è un nazista atipico, una persona apparentemente in grado di ragionare e tramite una conversazione avuta in un ristorante con Julian, volevo cercar di far trasparire, una persona come l’ angelo nero che, ripeto è apparentemente in grado di ragionare, potesse giustificare il nazismo.

CF: Faccio fatica a dare una connotazione letteraria al suo romanzo. È un thriller? È un noir? È un romanzo storico? Noi italiani adoriamo classificare, sfortunatamente tutto :P

CS: Oddio è difficile anche per me rispondere a questa domanda. Io credo sia un romanzo che possa essere letto da chiunque, da chi ama il noir, da chi ama i romanzi meanstream, io credo che potremmo definire come un romanzo esistenzialista, perché parla dell’ esistenza, della vita delle persone e nella vita delle persone troveremo sempre tutti gli ingredienti che condiscono tutti i generi letterari e non uno solo.

CF: Lei ha lavorato in un agenzia di viaggi, in una casa farmaceutica, nell’ amministrazione civile dello Stato ed infine all’ università. Tutti lavori molto distanti l’ un con l’ altro. Ma la Clara Sánchez scritrice come e quando nasce?

CS: Da come poni la domanda sembra che io abbia avuto 4 vite [ride], in realtà ho passato poco tempo in ognuno di questi lavori, tranne che per l’ università dove ho lavorato come docente (17 anni ndr.). Tuttavia questi precedenti lavori prima di approdare all’ università sono stati importantissimi per me, perché mi hanno permesso di scoprire le persone attraverso il mondo del lavoro. Personalmente credo che tra le 4 pareti di un ufficio, di uno studio professionale, si conosce molto di più la gente rispetto alle 4 mura di casa nell’ ambito di una vita o di un rapporto familiare. Quindi credo di poter affermare di aver lavorato tutta la vita per poter scrivere. In realtà ho sempre scritto, sin da quando ero bambina, scrivere fa parte della mia stessa natura e devo assolutamente sottolineare quest’ aspetto: “non ho mai scritto per poter smettere di lavorare, ma ho sempre lavorato per potermi permettere il lusso di scrivere”.

CF: Secondo studi europei, la Spagna è stato uno dei Paesi europei che meno ha contribuito per l’ individuazione di ex criminali nazisti all’ interno dei suoi confini. Perché?

CS: Non so rispondere a questa domanda ma credo che questa indulgenza regalata da molti Stati europei ha fatto si che questi criminali potessero invecchiare tranquillamente e impuniti tipo i miei due Frederik e Karin che in realtà sono stati fotografati in quel giornale con un amabile aspetto, anche se sapevamo che in realtà erano stati dei mostri e sono la miglior espressione del vampirismo. Io credo che i nazisti siano stati i vampiri più potenti dell’ umanità perché, pur non succhiando il sangue delle persone, li hanno letteralmente spogliati di tutto ciò che avevano e che possedevano e soprattutto li hanno privati della loro vita.

CF: La saluto quasi con rammarico perché sono davvero tantissime le domande che vorrei porle, anche al di fuori di questo romanzo perché la ritengo una scrittrice molto brava ma soprattutto mi piacerebbe scoprire di più della quotidianità di Clara Sanchez, ma aimè il tempo stringe. È stato un’onore averla intervistata e spero di aver modo di poter leggere altri suoi romanzi in italiano.

CS: [ride] Sono commossa e mi piacerebbe molto conoscerti di persona, magari a Roma!

CF: Mi casa es tu casa e un piatto di carbonara o una amatriciana non ce lo leva nessuno.
[ridiamo ed essendo le 13.20 io sto pure morendo dalal fame :D]

CS: Mmmmh… Guarda che ti prendo in parola e ho già l’ acquolina in bocca. E un gran saluto a tutti voi corpi freddi.

Intervista di Enzo "BodyCold" Carcello

Dettagli de libro

  • Formato: Rilegato
  • Pagine: 360
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Lo que esconde tu nombre
  • Lingua originale: Spagnolo
  • Editore: Garzanti Libri
  • Anno di pubblicazione 2011
  • Codice EAN: 9788811686620
  • Traduttore: E. Budetta
  • Prezzo: 18,60 €

3 commenti:

Martina S. ha detto...

Bella intervista, Enzo.

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Bella intervista e bella persona questa Clara Sanchez :-)

Stefania ha detto...

E bravo Enzo :)))