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sabato 22 gennaio 2011

Il problema della cella n. 13 - La casa fantasma - Jacques Futrelle (Polillo)

Il problema della cella n. 13 – Jacques Futrelle (Bassotto n. 6)
La casa fantasma - May e Jacques Futrelle (Bassotto n. 62)

"Nulla è impossibile… La mente è la signora di tutte le cose. Quando la scienza riconoscerà in pieno questo fatto, si sarà compiuto un grande passo avanti." Il problema della cella n. 13

Jacques Futrelle è uno degli autori più interessanti che ho letto finora nei Bassotti e che prima non conoscevo. Innanzitutto Futrelle è stato una scoperta curiosa per quanto riguarda la sua vita, "breve ma movimentata" come viene presentato nella biografia. Nato in Georgia (USA) nel 1875, fu giornalista, direttore, regista e attore teatrale. Visse ad Atlanta, New York, in Virginia e infine nel Massachusetts, lavorando per diverse testate giornalistiche. Iniziò a dedicarsi a tempo pieno alla narrativa nei primi anni del '900, creando il suo personaggio più famoso: il professor Van Dusen, la Macchina Pensante, protagonista di racconti pubblicati in due raccolte, The Thinking Machine (1907) e The Thinking Machine on the Case (1908). La sua morte prematura è davvero sorprendente: nella notte fra il 14 e il 15 aprile 1912 si trovava anche lui sul Titanic quando il transatlantico si inabissò nell'oceano. Di ritorno da un viaggio promozionale in Europa, la sera prima della partenza aveva festeggiato il suo trentasettesimo compleanno. In seguito la moglie May commentò che probabilmente la sua morigeratezza nel bere fu la causa della sua morte: "Se si fosse ubriacato forse la mattina dopo non se la sarebbe sentita di partire. E sarebbe ancora vivo." Ma proprio per la moglie erano stati gli ultimi pensieri di Futrelle prima di inabissarsi col Titanic: un quarto d'ora prima riuscì a spingerla su una delle ultime scialuppe di salvataggio, rifiutandosi di salire con lei e promettendole che si sarebbe imbarcato su un'altra scialuppa. Ma l'ultimo ricordo che May portò con sé del marito fu l'immagine di lui in piedi sul ponte già inclinato della nave, mentre fumava una sigaretta assieme a John Astor, proprietario del Waldorf-Astoria di New York.
Il geniale professor Van Dusen, meglio conosciuto come la Macchina Pensante, viene presentato all'inizio de Il problema della cella n. 13 (Bassotto n.6). Il suo aspetto è tutt'altro che notevole: piccolo, esile, pallido, con occhi di un azzurro acquoso leggermente strabici nascosti da un paio di occhiali dalle lenti spesse, con una fronte molto spaziosa e una testa enorme con una folta chioma gialla. Ma il professore è uno scienziato geniale, amante soprattutto della logica. Viene così soprannominato la Macchina Pensante proprio per la sua capacità di trattare qualsiasi problema in modo logico e matematico. Ed è proprio una sfida di questo tipo che gli propongono in questa avventura due studiosi andati a fargli visita, il dottor Charles Ransom e Alfred Fielding: riuscire ad evadere da una cella di massima sicurezza usando solo il cervello. La cella ha solide sbarre alla porta e alla finestra, mura massicce, nessun contatto col mondo esterno e una sorveglianza continua. Ma nulla è impossibile per la Macchina Pensante. E la soluzione alla fine si rivela assolutamente originale, perché il "complice" primario nell'evasione del professor Van Dusen è del tutto inaspettato!!!
La casa fantasma (Bassotto n. 62) in realtà si compone di due racconti: L'idolo che sogghigna, scritto da May Futrelle, la moglie di Jacques, e La casa che c'era, scritto da lui. Ma c'è un perché a tutto ciò. Nel 1907 May Futrelle presentò alla Associated Sunday Newspapers una storia di fantasmi, The Grinning God (L'idolo che sogghigna). La storia fu accettata ma con il suggerimento che a questo seguisse un racconto scritto dal marito Jacques in cui venivano spiegati gli avvenimenti soprannaturali narrati nel racconto di May. Futrelle scrisse così The House that Was in cui il suo professor Van Dusen dava una spiegazione logica di come una strada e una casa possano scomparire come se non fossero mai esistite e di come un essere umano possa comportarsi come se fosse un fantasma. May Futrelle riesce nel suo racconto a creare un'atmosfera soprannaturale assolutamente suggestiva e credibile, lasciando il lettore incredulo e dubbioso, dando indizi ma in modo così blando e nascosto che il lettore poco meno che attento quasi non se ne accorge. E solo quando la Macchina Pensante svela l'arcano, tutto ci torna in mente e acquista quel senso logico tanto caro a Futrelle.
Sono due bassottini, questi due libri di Futrelle, quanto a mole, ma assolutamente due chicche imperdibili per gli amanti degli enigmi e del giallo classico.

Articolo di Martina "Palazzo Lavarda" Sartor

Dettagli del libro
  • Titolo: Il problema della cella n. 13
  • Autore: Jacques Futrelle
  • Editore: Polillo
  • Collana: I Bassotti - n. 6
  • Titolo originale: The Problem of Cell 13
  • Traduttore: Giovanni Viganò
  • Anno: ottobre 2002 (1^ edizione)
  • Pagine: 60
  • ISBN: 8881541688
  • Prezzo: € 5.50

Dettagli del libro
  • Titolo: La casa fantasma
  • Autore: May e Jacques Futrelle
  • Editore: Polillo
  • Collana: I Bassotti - n. 62
  • Titolo originale: The Grinning God - The House that Was
  • Traduttore: Bruno Amato
  • Anno: novembre 2008
  • Pagine: 52
  • ISBN: 9788881543212
  • Prezzo: € 6.90 

9 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Che due bei gioiellini ^___^
Chissà se non fosse affondato insieme al Titanic, quante altre belle cose ci avrebbe regalato :-)
Mitica Martina.

Martina S. ha detto...

Ho pensato la stessa cosa, Marco. :-)
Mi ha colpito moltissimo che per salvare la moglie, ha sacrificato se stesso.

Anonimo ha detto...

Una precisazione che interessa solo me. Van Dusen era soprannominato la "Macchina Pensante" "in seguito alla strabiliante prova che il professore aveva dato di sé nel corso del torneo di scacchi; in quell'occasione, infatti, aveva dimostrato che, grazie alla forza della logica,una persona totalmente digiuna di quel gioco era in grado di sconfiggere un campione che aveva dedicato tutta la sua vita a studiarlo".
Come mi piacerebbe averne uno in tasca durante i miei tornei!!!...:)
Fabio

Martina S. ha detto...

Hai ragione, Fabio! Viene ricordato nel Problema della cella n. 13, mi pare. Grazie per averlo ricordato :-)

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

E comunque ciò che dice Fabio non è vero: la notizia da lui data è molto interessante, e me lo stavo domandando pure io questo particolare.
Ma Fabio è sempre brontolone :D (scherzo....)

Anonimo ha detto...

Ma guarda Marco, continuando a scherzare, ti posso dire che non so nemmeno io come sono. Il mio difetto principale è l'esagerazione che ho sempre pagato a caro prezzo. Però, tutto sommato, se mi guardo intorno, oppure solo accendendo la televisione, mi sembra di essere uno dei pochi prediletti del Signore...:)
Fabio

Anonimo ha detto...

Ancora per Marco (ma vale anche per altri). L'unico insegnamento che ti posso dare, visto che mi segui sempre, è di non venire a compromessi con nessuno. Se un libro non ti piace, scrivi che non ti piace. Perderai, forse, qualche amico (sciocco in questo caso) ma acquisterai in credibilità ed onestà intellettuale.
Fabio

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Caro Fabio,
i tuoi consigli sono sempre preziosi per me. Mi aiutano a crescere e migliorare. Ti invito a darmene sempre (comprese le critiche).
Le tue parole sono sagge e le condivido pienamente. E più si entra nella macina del mondo letterario, come "addetto ai lavori", e più ci si rende conto quanto sia difficile mantenere il giusto distacco.
Non direi che sei esagerato (almeno in questi tempi di Bunga Bunga)

Stefania ha detto...

Letto poco tempo fa "il problema della cella n. 13" mi ha entusiasmato tanto da cercare ulteriori notizie dell'autore e bibliografia. E la vita privata, la morte precoce, il gesto nei confronti della moglie hanno colpito pure me.
Vale veramente la pena di leggerlo, non è banale e la soluzione finale lascia veramente increduli. Grande abilità dell'autore! E ora mi metterò alla ricerca de "la casa fantasma"! :)