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venerdì 21 gennaio 2011

I morsi del buio - Karine Giebel (Bur Rizzoli 2007)


Non saprai mai perché.

Leggerlo equivale a un viaggio nelle viscere, un’esplorazione al buio, un cammino a tentoni con il pavento di che cosa troveremo più avanti, di ignoto e per questo temuto. Un autore che, grazie ad una capacità introspettiva non comune, riesce a comporre i caratteri di due forti personalità, le loro psicologie, il loro reagire in una condizione obbligata, ricreandone con efficace nitore le ossessioni, sia che si agitino come tempesta sotto una mente fragile, sia che si scarichino su chi ne dovrebbe essere immune, per vissuto, ancora più che professione. Una storia che si muove come un pendolo, continuando ad oscillare, fino a limiti sempre più estremi, lasciando poche pause in mezzo a un periodare di pura tensione, tagliente come ferri appena molati.
E’ il particolare rapporto tra la vittima e il suo carceriere, per una volta a ruoli invertiti, al quale si dovrà predisporre Benoit Lorand, ufficiale di polizia a Besançon, la cui prima certezza al risveglio, svelatasi lentamente frammezzo le nebbie del dopo-sbronza, è che non si trova nella sua camera. Allo stordimento lasciatogli delle scorie alcoliche si sostituisce rapidamente una sensazione d’allarme, generata dalla vista della grata alla finestra, le sbarre alla porta e il vuoto della fondina sotto l’ascella, segni inequivocabili e rivelatori di un nuovo status, quello di prigioniero. E già vi sarebbero motivi sufficienti per essere preoccupati sul serio, sennonchè sarebbe stato preferibile a questo punto trovarsi nella cella di un carcere piuttosto che in una cantina buia le cui chiavi sono nelle mani di una bellezza rossa dallo sguardo vitreo e con chiari intenti omicidi. La memoria è come un groviera, rimettere assieme i pezzi serve a capire solo che il panne era una scusa, l’invito a bere una trappola e la distrazione una scollatura e un paio di gambe scoperte. Così il GHB, la droga, è finito nel suo bicchiere.
E adesso si trova qui, a diverse ore dall’ultimo pasto, ad ascoltare le frasi sconnesse e le domande senza capo né coda di una psicopatica che gli giura ogni male, di fargliela pagare per qualcosa che lui avrebbe fatto e di cui non ha il benché minimo ricordo. Fame, freddo, le privazioni in genere, le lusinghe o le illusioni, sono parte di una strategia che mira a debellarne la fibra, a fiaccarne la resistenza. Mentre le ricerche dei colleghi si svolgono frenetiche a partire dalle ultime indagini svolte da Benoit, sulle sue amicizie, nella sua vita privata, non certo un’immagine di specchiata moralità sia sul lavoro che negli affetti, la psicosi iniziale evolve verso le forme di una rabbia distruttiva, a lungo repressa, che si abbatte a ondate sulle nude membra del prigioniero, come in una sala delle torture di epoca medievale. Nello sfinimento fisico, il delirio incombente e l’annebbiamento dei riflessi, le riserve di energia ormai sotto la soglia del non ritorno, si fa strada l’idea di un piano con una fragile base, la confessione di uno stupro e un omicidio mai stati, che su una mente deviata possono rappresentare la leva per aprire le porte del sotterraneo e per Benoit significare la libertà e la vita. Anche se il tempo ormai è finito, si può provare a forzare la mano al destino.

Karin Giebel scrive di personaggi femminili che hanno uno spessore, forza e personalità raramente visti nel romanzo poliziesco, in grado di competere con gli uomini nei campi in cui di solito sono considerate soccombenti. La violenza la reclusione o la privazione della libertà in tutte le sue forme (alienazione, dipendenza, ecc ...) sono l'occasione per esplorare, approfondire, svelare le apparenze, far cadere la maschere. Ad oggi Fleuve Noir ha pubblicato Terminus Elicius (Prix Marseillais du Polar 2005), Meurtres pour redention, Les morsures de l’ombre (Prix du Polar SNCF 2009), Chiens de sang e Jusqu’à ce que la mort nous unisse. De I morsi del buio il regista Jean-Pierre Limosin (Tokio Eyes, Novo, Carmen), ha completato la sceneggiatura e presto ne sarà tratto un film.

Articolo di Michele "Frankie Machine" Frascari

Dettagli del libro

  • Karine Giebel
  • I morsi del buio (tit.orig. Les morsures de l’ombre)
  • Casa editrice BUR Rizzoli
  • Collana: Scrittori contemporanei
  • Traduttore: Mario Capello
  • Pagine: 264
  • Prezzo: € 9,50

6 commenti:

Scéf ha detto...

lo voglio.

Cristing ha detto...

anche io!!!!!

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Idem come sopra.
Malato come piace a me.
Mitico Frankie :-)

Anonimo ha detto...

Sono una voce fuori dal coro...sob...la rece di Frankie è più incalzante e lodevole del libro in sè....questione di gusti!
gracy

Liberidiscrivere ha detto...

Questo libro è come un tarlo ho sempre voluto leggerlo ma non ne ho mai avuto l'occasione. Sapere poi se Bemoit se la cava e come mi incuriosisce da matti. Accetto spoiler...

Stefania ha detto...

Lo voglio pure io!!! Uffa uffa ricordo quando lo lasciai andare con gli sconti è__é

Bellissima recensione Frankie!