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lunedì 6 dicembre 2010

Intervista a: Graziano Braschi e Mauro Smocovich (Riso Nero - A.V. Delos 2010)


Riso nero di A.A.V.V.
a cura di Graziano Braschi e Mauro Smocovich, Delosbooks 2010
di Marilù Oliva

“Fate attenzione, è un libro killer. Fa morire dal ridere.”, così Carlo Lucarelli ha glossato un titolo che, già in copertina, ha mantenuto la promessa della sua ambivalenza. C’era bisogno di due esperti come Graziano Braschi e Mauro Smocovich per realizzare un’antologia come Riso nero, esperti in duplice senso: sono due autori e curatori che da anni lavorano nel mondo della letteratura di genere e soprattutto sono tra i pionieri, sul web, del comico applicato al giallo nella forma passeggera del racconto, in quanto ideatori della rubrica di successo di Thriller Magazine, Giallo Comico.
La raccolta si compone – a seconda della lunghezza – di 25 gialli comici, 64 brividi brevi e tantissimi comici microcefali scritti da 50 tra autori più e meno noti (riportare tutti i nomi implicherebbe una lista davvero troppo lunga, mi limito a citare, oltre agli autori e a Fabio Lotti, ben conosciuto dai corpifreddi, la sottoscritta, poi Diana Lama, Massimo Boni, Ugo Mazzotta, Angelo Marenzana, Elena Vesnaver, ed Elio Marracci). Leggete questo libro, spaventatevi e spanciatevi: oltre la linea nera della morte e del mistero scorrono fiumi di sorrisi attraverso situazioni comiche, grottesche, esilaranti, certo memorabili.

Marilù Oliva: Come nasce l’idea di questa antologia, già virtualmente cominciata su Thriller Magazine?

Graziano: All'inizio, per caso. È stata la rubrica Giallo comico di Thriller Magazine che ha ospitato i primi racconti brevi e brevissimi. Poi dal susseguirsi del materiale, abbondante e vario, abbiamo intravisto - o almeno così ci è sembrato di vedere - una linea sotterranea (il filo giallo della comicità): da qui l'idea di una raccolta più ordinata, libro o ebook che fosse.

Mauro: Ho sempre cercato di coniugare il serio con il divertente. La rubrica Giallo comico ne è un esempio e in Graziano ho trovato un ottimo complice. Con il materiale narrativo che arrivava in redazione abbiamo avuto la conferma che fosse stata un’ottima scelta aprire una rubrica del genere. Perché siamo approdati all’antologia cartacea? Presto detto. Si sente sempre un gran parlare della morte del libro, ma in realtà a quasi nessun autore basta vedere pubblicati i suoi lavori “solo” on line. Carta canta. Alla fine quel che vuole la maggior parte degli autori, ma anche dei lettori, è un sano libro di carta da sfogliare. Per questo è nato il libro, che in effetti dà la sua bella soddisfazione, con le sue 260 pagine!


MO: Il nero, la morte, il delitto coniugato al sorriso e al comico. Come avete gestito questi due aspetti contrastanti?

Graziano: Con le parole di Friedrich Nietzsche “Non con l'ira, ma col riso s'uccide”. In più, aggiungiamo, come gestire la malinconia (e persino la disperazione!) se non con la comicità, placebo o toccasana che sia? Ciò lo ha ribadito di recente anche Alan Bennett, eccellente scrittore comico. Comicità o disperazione, cosa sceglieresti tu?

Mauro: Credo che il nero e la morte si coniughino perfettamente con il sorriso e il comico e anche da diverso tempo. Ride bene chi ride ultimo, si suol dire. E all’essere umano è sempre piaciuto avere l’ultima parola, e in questo caso direi l’ultima risata, anche con la morte. C’è un’ampia tradizione di Humour Nero nella letteratura. Nel campo del thriller un grande maestro di ironia macabra è stato Alfred Hitchcock, soprattutto quando in TV precedeva il brivido con le sue scenette sarcastiche. Nel fumetto horror c’è lo zio Tibia… esempi ce ne sarebbero a bizzeffe in ogni tipo di letteratura. Scherzando si dicono le cose serie, giusto? E più serie della morte e del delitto, cosa ci potrebbe essere? Con una risata si riesce a parlare di cose serie senza essere troppo “seriosi”. Ridere è un atto liberatorio, strumento di difesa contro le avversità della vita. Ma anche di contrattacco.

MO: Come avete proceduto metodologicamente per la pubblicazione?

Entrambi: Secondo noi era impossibile, comunque non corretto, dividere i racconti in argomenti. Abbiamo scelto di dividerli per lunghezza, come aveva già fatto Ellery Queen nelle sue antologie di short-short stories. Da qui i long size, gli short size e gli anorexic size. Gli ultimi, ironicamente, indicavano quelli di una sola riga, massimo due.

MO: Chiediamo a ciascuno di svelarci una qualità dell’altro.

Graziano di Mauro: l'autorevolezza esercitata con dolcezza.
Mauro di Graziano: la costanza e la laboriosità.

MO: Entrambi lavorate nel mondo della letteratura di genere da anni. In che direzione sta andando?

Graziano: difficile per me rispondere, vista la mia convinzione che nel futuro la letteratura di genere si combinerà con la letteratura tout court.

Mauro: Credo che la letteratura di genere sia sempre andata in direzione “popolare” e continuerà a farlo. Tanta letteratura che si considera o è considerata “tout court”, recentemente ha virato al genere pur di essere il più “popolare” possibile. Di contro molto spesso la letteratura di genere dimostra di possedere una grande scrittura. In realtà credo che la letteratura di genere abbia sempre percorso la sua strada senza porsi tante domande, io spero e credo che continuerà a farlo. Dove stia andando non lo so, ma credo che non lo sappia nemmeno lei e tanto meno le interessa saperlo. Il suo scopo principale credo sia raccontare storie.

MO: Cosa ne pensate del giallo italiano?

Graziano: constatando la sua persistente popolarità fra i lettori italiani e stranieri, non sono il solo a pensarne bene. Semmai non mi piace l'insistenza di qualche studioso ed editore nel definire una tendenza rispetto ad un'altra con gli inevitabili prefissi “post”, “post-post”, “neo” e “neo-neo”.

Mauro: Si difende bene. Chiamato in modi diversi il giallo in Italia c’è sempre stato e sempre ci sarà. L’Italia è un paese di segreti e misteri, terreno fertile per una letteratura di questo tipo.

MO: Tra gli autori sono presenti alcuni sconosciuti e altri che hanno già pubblicato. Pensate che possa essere interessante questa formula?

Entrambi: Noi ne siamo certi. Fra l'esordiente e lo scrittore che già ha pubblicato, nel convivere dentro lo stesso “edificio”, non ci può essere che uno scambio virtuoso di idee e di soluzioni narrative. E ciò a tutto vantaggio del lettore. Non escludiamo, s'intende, che il consistente successo di vendite si abbia solo con un ridotto numero di notissimi scrittori sistemati al top del genere. Ma, nello stesso tempo, rileviamo che il successo di un'antologia sia dovuta più all'argomento e persino al titolo che alla notorietà di chi ci sta dentro.

MO: Qual è il segreto della comicità in narrativa?

Graziano: In parte abbiamo risposto con la 2. In più aggiungiamo (come aveva già scritto una seria studiosa, la Olbrechts-Tyteca) che il comico è l'unico efficace rivelatore delle patologie nell'uso normale, quotidiano e “serio” del linguaggio, e quindi delle idee... con quel che segue.

Mauro: Immagino sia lo stesso segreto del perché funzionasse il giullare a corte, ma se è un segreto, perché svelarlo?

MO: E del brivido?

Graziano: Brivido letterario, s'intende. Ci limitiamo a ricordare che diversi fra i più bei racconti di Edgar Allan Poe sono stati definiti grotteschi.

Mauro: Il brivido è l’indispensabile compagno di una trama. Mantiene sveglio e interessato il lettore. Lungo la spina dorsale di una solida trama, soprattutto se thriller, deve sempre correre il brivido dell’imprevisto che spinge il lettore a voltare pagina.

MO: La lunghezza dei racconti è giocata sulla suddivisione in taglie: long size, short size e anorexic size (comici microcefali). È più difficile scrivere un racconto di poche righe o semplicemente si tratta di una difficoltà differente?

Graziano: per me è più difficile scrivere un racconto di poche righe.

Mauro: Secondo me si tratta di difficoltà differenti, con un po’ di pratica si riesce a fronteggiare tutto. Ma è indubbio che ogni scrittore sia portato per qualcosa di specifico. Per quanto mi riguarda trovo più difficoltoso scrivere un racconto di molte pagine. Tendo più a scarnificare che ad abbondare nella scrittura.

MO: Ci salutate con una citazione da un vostro racconto, visto che anche voi avete dato il vostro contributo alla raccolta?

Graziano: “Non mirate al mio sorriso!” urlò il condannato a morte al plotone di esecuzione. (Braschi)

Mauro: Chi si è bevuto il mio cervello? Le parole mi rimbombarono nella cavità vuota della testa e mi ricordai di essermi svegliato con una gran sete, la notte. (Smocovich)

Dettagli del libro
  • Formato 13 cm x 19 cm (16°)
  • Pagine 264
  • Prezzo € 14,00
  • Delos Books
  • ISBN 9788865300602

Gli autori presenti sono

Akio, Paolo Albani, Luca Bandini, Bettina Bartalesi, Angelo Benuzzi, Michele Bolettieri, Massimo Boni, Carlo Bordoni, Ferdinando Borroni, Graziano Braschi, Simone Braschi, Lucia Bruni, Sergio Calamandrei, Riccardo Cardellicchio, Fabio Filadelfo Centamore, Gaia Conventi, Susanna Daniele, Igor De Amicis, Piergiorgio Di Cara, Alberto Eva, Silvestro Gambi, Guido Genovesi, Carmen Iarrera, Diana Lama, Roberta Lepri, Franco Limardi, Fabio Lotti, Sabina Marchesi, Angelo Marenzana, Elio Marracci, Ugo Mazzotta, Alessandro Maxia, Samuele Nava, Daniele Nepi, Marilù Oliva, Maurizio Pagnini, Riccardo Parigi e Massimo Sozzi, Cristian Poppi, Paola Rambaldi, Sergio Rilletti, Roberto Santini, Erminio Serniotti, Massimo Siviero, Mauro Smocovich, Frank Spada, Mario Spezi, Umberto Vannucchi, Elena Vesnaver, Ismaele Vicentini, Laura Vignali, Bruno Zaffoni.

Graziano Braschi è stato, come umorista grafico e satirico, negli anni Settanta-Ottanta, uno dei tre redattori “storici” di Ca Balà. Dalla metà degli anni Ottanta si è occupato quasi esclusivamente di letteratura di genere (poliziesca, horror, gotica), recensendola su diversi quotidiani e riviste nazionali ed estere. Ha curato oltre dieci antologie di racconti gialli ed horror e due raccolte di saggi su Stephen King.





Mauro Smocovich è collaboratore editoriale e curatore di alcuni siti on line dedicati al thriller e al noir. Ha curato il Dizionoir, il Dizionoir del Fumetto e il Dizionoir Le origini del Giallo italiano (Delos Books). È inoltre curatore della rivista telematica ThrillerMagazine. Insieme a Carlo Lucarelli e Giuseppe Di Bernardo ha creato la serie a fumetti Cornelio (Star Comics, 2008).






Articolo e Intervista di Marilù Oliva

7 commenti:

U. ha detto...

Grazie per la citazione! :)

Scéf ha detto...

prego Ugo ^_^

Anonimo ha detto...

Leggetelo e moltiplicatevi!...:)
Fabio

Graziano ha detto...

NMoltiplicatevi leggendolo!
Graziano

Anonimo ha detto...

Insomma, mentre fate all'amore, dateci un'occhiata!...:)
Arifabio

U. ha detto...

Ma insomma, è un'antologia di racconti noir comici o erotici?!? ;)

Frank Spada ha detto...

Oggi scatta l'ora legale :
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