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venerdì 29 ottobre 2010

La casa dei corpi sepolti – Elly Griffiths (Garzanti 2010)


"Le madri romane, pensa Ruth, probabilmente dicevano la stessa cosa alle loro figlie in quel luogo, duemila anni fa. Vieni a sederti accanto al fuoco, bevi una tazza di infuso d'erbe e prega Ecate perché sia un parto tranquillo. Tutto cambia ma nulla muore."

Ruth Galloway è un’ archeologa forense. Viene contattata dopo che durante dei lavori per la costruzione di un complesso residenziale vengono riportate alla luce delle ossa. Ruth capisce subito che si tratta di ossa umane, e precisamente di un bambino, ma la cosa che più la colpisce è il contesto in cui vengono ritrovate, perché con gli scavi riemergono anche i resti di un’antica villa romana. Le ossa vengono ritrovate sotto quella che sicuramente era la porta della casa, e questo apre molti interrogativi. Sembrerebbe un sacrificio rivolto a qualche divinità. Ma quello che maggiormente interessa a Ruth e all’ispettore della omicidi Harry Nelson è scoprire a chi appartiene il cadavere. Tanti i misteri che girano intorno a quelle antiche mura. Molti anni prima infatti lì c’era un orfanotrofio, dal quale un giorno scomparvero due bambini.
C’è un legame tra loro e le ossa ritrovate? Tra resti archeologici, riti celtici e divinità Romane Ruth e Nelson dovranno risolvere un intricato mistero, portando avanti un’indagine che li coinvolgerà personalmente. Perché qualcuno minaccia Ruth spaventandola a morte? Quale segreto doveva rimanere nascosto sotto terra insieme a quelle povere ossa?
Questa è la trama de “La casa dei corpi sepolti”, il secondo libro di Elly Griffiths edito da Garzanti con protagonisti l’archeologa forense Ruth Galloway e l’ispettore della omicidi Harry Nelson. Quando mi è capitato tra le mani ho pensato che avevo proprio voglia di leggere un bel thriller, di quelli che ti tengono sveglia fino a tardi e che ti fanno voltare le pagine provando un misto di curiosità e ansia. Titolo e trama sembravano convincenti, e invece le mie aspettative sono state ampiamente deluse. Il racconto è noioso, i personaggi banali e scontati, un po’ si salva Ruth, la protagonista, perché per la prima volta l’eroina di turno è una persona in perenne sovrappeso e non la classica belloccia con fisico mozzafiato.
Il colpevole è facilmente intuibile, in quanto tolti i personaggi principali e quello che dalle prime pagine Elly Griffiths vuole farci credere tale, il gioco è fatto. Nelle ultime cinquanta pagine comincia a vedersi un po’ di azione in mezzo a tanto piattume ma ormai o per fortuna la storia è finita. Noto con profonda tristezza che negli ultimi anni sono pochi gli scrittori che riescono a distinguersi con storie originali.
Ormai la maggior parte dei gialli sta diventando come le serie televisive. Si trova un personaggio, si cerca di renderlo il più simpatico possibile creandogli intorno un universo interessante (famiglia, relazioni, amici e nemici vari) e poi quasi fosse un dettaglio si costruisce un mistero con cui infarcire duecento/duecentocinquanta pagine di storia (quando siamo fortunati, perché nel caso degli scrittori svedesi non si scende sotto le cinquecento).
Il gioco è fatto, il libro è scritto, qualche commento ad effetto sul retro di copertina e le vendite sono assicurate!

Articolo di Marianna "Mari" De Rossi

Dettagli del libro
  • Formato: Rilegato
  • Pagine: 313
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: The Janus Stone
  • Lingua originale: Inglese
  • Editore: Garzanti Libri
  • Anno di pubblicazione 2010
  • Codice EAN: 9788811670285
  • Traduttore: M. Curtoni, M. Parolini

5 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Peccato perchè è un thriller che mi incuriosiva moltissimo, essendo molto attirato da questo genere di prodotti.
Tenuto conto della mole di uscite che periodicamente invadono gli scaffali, direi che si può tranquillamente soprassedere.
Grazie Marianna per avermi fatto risparmiare qualche euro :-)
Però magari in versione economica.....

Martina S. ha detto...

Anch'io, all'inizio della recensione, avevo pensato: bene, questo libro mi attira. Ma visto il commento successivo, passo.
Mari, la diresti dunque una pessima imitatrice di Kathy Reichs?

Anonimo ha detto...

Anche nel primo libro "Il sentiero dei bambini dimenticati" avevo trovato qualche pecca "La mano c’è, e si vede. Prosa sicura, efficace nella parte scientifica, nella delineazione dei personaggi o nella descrizione dell’ambiente interno ed esterno. Un libro godibile soprattutto all’inizio che scade poi piano piano nell’abituale cliché di storie complicate dal punto di vista sentimentale (risparmiata, fortunatamente, la solita scena sessuofobica) e anche della pura struttura narrativa piuttosto risaputa e sfruttata." Sul fatto che sia o meno una pessima imitatrice di Kathy lascio la risposta a Mari.
Fabio

Cristing ha detto...

Non vorrei ripetere le parole del Killer ma, grazie Mari per avermi fatto risparmiare qualche euro! Passo.....

Stefania ha detto...

Dell'autrice ho da leggere "il sentiero dei bambini dimenticati", preso proprio un paio di settimane fa, in economica. Vedremo...
sicuramente questo se mai sarà assolutamente non edizione integrale!