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martedì 7 settembre 2010

Retrospettiva: Anne Perry (Pt. 1)


Appuntamento con la morte (At Some Disputed Barricade: 1917)

Per poter avventurarci nell’inferno, abbiamo bisogno della lealtà dei nostri fratelli

Un milione di uomini sono morti. Uno in più perché dovrebbe fare qualche differenza? Sono le circostanze, qualcuno direbbe. La morte di un uomo non è esattamente un avvenimento che fa notizia nel tempo in cui è in corso una guerra. Solo che questa è sopraggiunta per una pallottola alla testa da un fucile inglese, armato da una mano amica. Estate del 1917, sul fronte occidentale, durante la battaglia di Passachendaele, Belgio, la più lunga, cruenta e mortifera contrapposizione tra le due parti in conflitto nel corso della grande guerra. Il morto è uno degli ufficiali in capo, il maggiore Northup, uno dei più presuntuosi e incompetenti abbiano avuto l’onore di comandare le truppe scelte dell’esercito inglese. Ordinerà ai suoi soldati di farsi uccidere inutilmente, per trainare un carro sotto il fuoco nemico, superando così quella linea oltre la quale non trova alcuna giustificazione sopprimere una vita per salvarne molte. A svolgere una delicata quanto contrastata indagine viene chiamato il cappellano Joseph Reavley, un veterano che conosce bene questi uomini, per i quali rappresenta un sostegno nel momento del bisogno, il confessore per i peccati che si recitano prima di morire. Reavley sa di muoversi in un campo minato, con l’incubo di un ammutinamento che potrebbe coinvolgere ben più di una compagnia, un innesco per una reazione a catena che minaccia di rovesciare gli esiti della guerra, con il rischio che a perdere la vita per un’ingiusta condanna sia la sorella infermiera e un medico tra i più valorosi in campo.
E’ inconsapevole delle forze oscure che lavorano nell’ombra per favorire il precipitare degli eventi, assecondando il disegno di un criminale, conosciuto con il nome di Pacificatore, incline ad ordire trame in grado di far volgere al peggio le sorti della madre patria. Sulle sue tracce è il fratello di Joseph, Matthew, da tre anni nei servizi segreti, con il fardello dell’omicidio dei propri genitori, uccisi per una lettera segreta, ostacoli da eliminare sul traguardo che il Pacificatore si è prefissato: l’unificazione di Germania e Gran Bretagna in un solo grande impero. Per il raggiungimento del suo obiettivo la strada potrà lastricarsi di morti, non contano nulla rispetto al fine superiore cui sono destinati.
Anne Perry nel quarto romanzo dedicato alla prima guerra mondiale, la serie è destinata a concludersi con il prossimo La veglia delle armi, affonda un coltello introspettivo nella capacità di distinguere, anche in situazioni estreme come queste, la necessità del sacrificio in difesa di un ideale dal martirio inutile e cieco. In presa diretta, con il fango delle trincee sotto scrosci di acqua torrenziale, assume che gli attori del dramma esprimano le proprie motivazioni, i pro e i contro, in grado di sottrarli al giudizio impietoso della storia. In una condizione i cui i sensi e le volontà sono ottenebrate dalla misura del sangue nel proprio orizzonte visivo ci spiega quanto sia indispensabile mantenere salde poche certezze, quelle che permettono di salvaguardare raziocinìo e lealtà verso i propri compagni. Si tratta di mostrare ancora lo scrupolo morale, l’etica del comportamento, quando tutto congiura perché i sentimenti siano abbandonati come stracci, forzando l’umanità a lasciare. In un contesto dove si agisce senza pensare Anne Perry porta a riflettere su quale sia la scelta, scelta che sempre si presenta, accettabile o meno, se perseguire un male necessario o lasciarsi travolgere dagli eventi, tra il farsi giustizia da soli o difendere il primato della legge e, in ultima analisi, di quanto coraggio ci voglia per continuare a vivere con il rispetto di sé stessi.
Non un thriller bellico, come recita la quarta, semmai un mistery nella parte del racconto che tratta dell’indagine sulla figura del Pacificatore, ma in fondo una storia di guerra, non sulla sua inutilità perché c’è anche quella giusta da combattere, ma sulla perdita dei valori, sulla difficoltà di resistere nel significato della propria fede anche quando tutto sembra destinato a soccombere.
Come suggello il titolo originale At Some Disputed Barricade riecheggia il secondo verso di una poesia di Alan Seeger scrittore idealista di origine statunitense che, come tanti, si imbarcò per venire a combattere sul suolo europeo ben sapendo che di lì a poco avrebbe avuto un rendez-vous con la morte.

Ho un appuntamento con la Morte,
su quale contesa barricata,
quando la primavera torna con la sua tremula ombra,
e i fiori di melo riempiono l'aria.
Forse prenderà la mia mano e mi condurrà nella sua scura terra,
chiuderà i miei occhi e fermerà il mio respiro.
O forse passerà oltre ancora.
Dio sa che sarebbe meglio affondare tra cuscini di seta e piume fragranti,
dove l'amore palpita in un sogno beato, polso a polso, respiro con respiro.
Dov'è caro il risveglio sommesso.
Ma io ho un appuntamento con la Morte,
a mezzanotte in una città in fiamme,
quando la primavera tornerà a nord quest'anno.
(Alan Seeger, Rendez-vous con la Morte )

Articolo di Michele "Frankie Machine" Frascari

Dettagli del libro
  • Titolo Appuntamento con la morte
  • Autore Perry Anne
  • Dati 345 p., brossura
  • Prezzo € 17,00
  • Prezzo IBS € 17,00
  • Editore Hobby & Work Publishing
  • Collana Giallo & nero
  • EAN 9788878518629



Chi è Anne Perry?

Il suo vero nome è Juliet Marion Hulme e nasce a Londra nel 1938.
Figlia del professor Henry Hulme, si trasferiscono a Liverpool nel periodo bellico, ma durante le incursioni tedesche Juliet resta traumatizzata dall'esplosione di una bomba. Dato che è già di costituzione fragile, i suoi genitori decidono di trasferirla in Nuova Zelanda, dove resterà da sola per un po' visto che il padre è impegnato in patria per conto dell'ammiragliato britannico. La famiglia si riunisce nel 1948 quando il professor Hulme assume la direzione del Canterbury College di Christchurch in Nuova Zelanda.
Qui Juliet fa amicizia con una ragazzina di nome Pauline Parker, anche lei di salute malferma, e per entrambe è la fine di lunghi periodi di solitudine. Anche le rispettive famiglie vedono di buon occhio questa amicizia e le incoraggiano a frequentarsi sempre più spesso. In realtà il padre di Juliet non è una figura molto presente nella vita della figlia e per quanto riguarda la madre accade qualcosa che mina per sempre il loro rapporto.
Il 23 aprile 1954 Juliet sorprende la madre Hilda con Walter Perry, un meccanico che vive in affitto dagli Hulme. Juliet li sorprende a letto mentre stanno bevendo un tè e viene colta da un attacco isterico. La madre, che a Christchurch presiede una associazione per l'orientamento al matrimonio , nega l'evidenza adducendo una scusa, ma la spiegazione non convince Juliet, che decide di sfruttare la situazione tentando di estorcere denaro a Perry tramite il ricatto.
Pauline invece è la terza di quattro figli che Honora Parker, la madre, ha avuto da un certo Reiper. L'amicizia tra Pauline e Juliet dunque è l'unico vero legame affettivo per le 2 ragazze. Inoltre entrambe sono graziose e, si dice, segretamente attratte l'una dall'altra.
Pauline tiene un diario nel quale descrive lei e l'amica come creature celestiali di incomparabile bellezza, superiori alla media, quasi appartenenti ad una razza privilegiata. Il diario di Pauline risulterà poi molto importante al processo, ma sembra il prodotto di una fantasia contorta e non tutto quello che vi è scritto corrisponde necessariamente a verità.
Col tempo il legame sempre più stretto tra le due amiche insospettisce i familiari che notano dei cambiamenti nelle rispettive figlie e decidono di consultare uno psichiatra. Questi emette un incredibile verdetto: le due ragazze sono legate da una "amicizia particolare". Inevitabilmente i genitori decidono di separarle al più presto. Perciò, quando il professor Hulme, ormai in punto di divorzio, sta per tornare in Inghilterra, decide di portare con sé Juliet e di lasciarla durante il viaggio alle cure di un collega, in Sudafrica . La partenza è stabilita per il 3 luglio 1954, ma la decisione sconvolge le due ragazze.
"Ogni giorno muore tanta gente, perché non la mamma?" scrive nel suo diario Pauline. Honora Parker infatti è la principale artefice della loro separazione. È qui che la fantasia di Pauline le prospetta il delitto come unica via d' uscita, per eliminare in modo apparentemente accidentale la persona che maggiormente si oppone alla loro unione e per poter riunirsi in Sudafrica. "Siamo entrambe pazze" scrive Pauline nel suo diario dopo aver fatto la proposta all'amica.
Il 19 giugno 1954, ultimo giorno di scuola, cominciano a pensare seriamente al delitto. Scelgono l'arma, un mattone avvolto in una calza, e intanto nel suo diario Pauline ne pregusta il compimento. Il 22 giugno le due ragazze invitano la signora Parker a un pic-nic al Victoria park di Christchurch, una sorta di congedo prima della partenza di Juliet. Secondo il loro piano una pietra rosa collocata nel parco farà da esca. Quando la signora Parker e Pauline arrivano, Juliet è nascosta poco lontano e Pauline indica la pietra rosa alla madre che istintivamente si china per osservarla. La ragazza colpisce due volte la madre, ma la signora Parker cerca di difendersi e invoca pietà. Allora Juliet la tiene ferma mentre Pauline continua a colpirla fino a fracassarle il cranio.
Ecco quindi la seconda parte del piano. Le due amiche vanno in una sala da tè vicina e chiedono aiuto, dichiarando che la signora Parker è caduta e si è ferita alla testa. Ma il medico che accorre sul luogo della tragedia capisce che qualcosa non quadra e così avvisa subito la polizia. Le due ragazze vengono interrogate separatamente e la loro versione non regge a lungo. Pauline confessa cercando di addossarsi tutta la colpa, ma Juliet a sua volta ammette di aver procurato il mattone usato come arma.
Il diario di Pauline, ricco di confessioni erotiche e vaneggianti, viene letto in aula dando inizio a un acceso dibattito sulla sanità mentale delle due. Solo per la loro giovane età scampano alla pena di morte e finiscono in prigione per i 5 anni successivi, a 700 km di distanza l'una dall'altra.
Pauline si convertirà al cattolicesimo e una volta libera scompare, forse nelle vesti di missionaria in Africa. Juliet che ha passato il tempo cucendo e scrivendo, raggiunge il padre in Inghilterra.
Nel 1978 esce "Il boia di Cater Street" firmato da Anne Perry. Il romanzo ha subito successo e diventa il primo di una lunga serie di storie ambientate in epoca vittoriana.
Nel 1994 il regista Peter Jackson gira "Creature del cielo" con Kate Winslet, ispirato alla storia di Juliet e Pauline. Il successo di critica del film risveglia i ricordi di un giornalista che tenta di scoprire che fine abbiano fatto le due ragazze. Seguendo le tracce di Juliet Hulme si accorge che esse scompaiono quando appare sulla scena una scrittrice che si fa chiamare Anne Perry. Tutti i giornali escono con la notizia che in realtà una delle più grandi scrittrici di gialli è un'assassina. Anne Perry riceve la telefonata del suo editore che la invita a smentire, ma egli resta di ghiaccio quando lei dichiara che è tutto vero.



in questo sito troverete la trascrizione scritta dell'intervista

Riassunto dell'intervista
Intervistata dallo scrittore scozzese Ian Rankin, Anne Perry conferma che è vero quanto raccontato su di lei e sul delitto commesso assieme all'amica Pauline. Racconta di esser stata in prigione per cinque anni e mezzo e di aver capito che pagare e saldare il proprio debito con la giustizia è stata una cosa giusta e utile per la sua rinascita come persona. Dice infatti che il riscatto arriva quando si capisce che ciò che si è fatto era male e non si desidera più essere quel tipo di persona. Infine ammette di non aver mai pensato che fosse un'ironia il fatto che lei ora si guadagni da vivere come scrittrice di gialli finché altre persone non l'hanno fatta riflettere su ciò. Ma dice che il suo scopo è comunque di scrivere romanzi e riuscire a sorprendere i lettori con le sue storie.

Articolo di Martina "Palazzo Lavarda" Sartor


L' ultima Pubblicazione

Londra, 1864. Dopo aver catturato Jericho Phillips in un rocambolesco inseguimento sul Tamigi, l’ispettore Monk lo consegna alla giustizia con l’accusa dell’omicidio del piccolo Walter Figgis, ritrovato assassinato nel fiume dopo aver subìto delle sevizie. Phillips è coinvolto in un giro di prostituzione minorile, ma ottiene l’assoluzione anche grazie a Oliver Rathbone, uno dei migliori avvocati della città, amico di Monk.
In onore di Durban, un poliziotto ormai defunto che aveva seguito il caso, Monk riprende le indagini, interrogando gli abitanti dei bassifondi alla ricerca di prove per riuscire a incastrare Phillips; nel frattempo Rathbone cerca di capire chi sia l’oscuro personaggio che ha incaricato il suocero di pagarlo per difendere Phillips. Ma ormai l’ispettore Monk sta tessendo una rete invisibile per smascherare le persone insospettabili dedite al traffico di materiale pornografico che si nascondono nelle pieghe della società civile.

Dettagli del libro
  • Fanucci
  • genere NARRATIVA,THRILLER E NOIR
  • anno 2010
  • pagine 384
  • prezzo € 18,00
  • isbn 978-88-347-1660-1
  • traduttore Sara Brambilla

12 commenti:

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Retrospettiva da 10 e lode. Frankie, Martina e Alberto, tre membri dello staff redazionale che abbiamo l'onore di avere con noi, confezionano un articolo con i fiocchi (ed è solo la prima parte).
Un giusto e doveroso omaggio a questa scrittrice di mystery ambientati in epoca vittoriana. Ricordo che la Perry sarà ospite a Mantova durante il Festivaletteratura, nella giornata di giovedì, introdotta dallo scrittore Marcello Fois

Unknown ha detto...

Bravissimi!!!!!
Attendo con trepidazione la seconda parte.
Un bacio a tutti.

Cristing ha detto...

Ottimo lavoro, bravi bravi bravi Martina Alberto e Frankie!

Martina S. ha detto...

Troppo buoni, ragazzi, almeno per quanto mi riguarda: quando si ama un autore, diventa più facile fare queste cose :-)
Per quanto mi riguarda ho trovato interessante che l'intervista video alla Perry sia stata fatta da Rankin, un altro autore di thriller che sarà presente a Mantova.
Seguiteci anche domani... altre sorprese online!

Anonimo ha detto...

Scrittrice che mi intriga già da un pò di tempo a questa parte!
Ottimo lavoro:))
gracy

daniela contini ( eccozucca ) ha detto...

Bellissima retrospettiva..Grandi come sempre Frankie, Martina ed Allanon !!!

Anonimo ha detto...

Complimenti al trio...Lescano! (mi è venuta così).
Fabio Lotti

Anonimo ha detto...

bella bella bella!!! complimenti a tutti. Giovedì corro a sentirla!!!
Barbara

Briciole di tempo ha detto...

Complimeti ragazzi!!!!In libreria ho Il boia di Cater Street e I peccati di Callendar Square due titoli acquistati su consiglio del Killer lo scorso dicembre. Non conoscevo la storia di Anne Perry, veramente sorprendente. A questo punto non mi resta altro da fare che leggere i suoi libri!!!!

Martina S. ha detto...

@Barbara: che invidiaaaa, che tu sarai là!

Anonimo ha detto...

Ma come Martina, non vieni a Mantova anche tu??

Martina S. ha detto...

Solo sabato, prima non posso...