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domenica 12 settembre 2010

Cosmetica del nemico - Amélie Nothomb


Prima ancora che guardarsi dagli altri bisognerebbe prendere le controffensive verso se stessi.
E’ un po’ questo il filo narrativo e il senso finale, del bellissimo libro, di Amelie Nothomb.
Un testo ,come ogni opera Nothombiana che si rispetti, breve, ma caratterizzato da un ritmo serratissimo dettato da dialoghi fitti, fatti a botta e risposta brevi, netti, brucianti, che rasenta il filosofico, ma un filosofico incisivo.
Teatro della narrazione è un aeroporto (luogo per eccellenza di attese lunghe ma anche via di passaggio momentanea da un dove a un altro), dove prende vita un’incontro piuttosto particolare tra colui che dice di chiamarsi Textor Texel, un apparente sconosciuto scocciatore e
Jérôme Angust, un semplice personaggio della vita di tutti i giorni che attende di essere imbarcato su un aereo. Texel, malgrado ogni tentativo di August di interrompere questa invadente violazione domiciliare della persona operata dall’inopportuno personaggio, bombarda la nostra vittima di interminabili resoconti sul suo passato, confessando tormenti, dubbi e pensieri che a un certo punto August controbatte con risposte piccantissime, scocciate, innervosite per cercare di scrollarsi di dosso, anche in maniera un po’ comica, il suo interlocutore.
Da un certo punto in poi, pero’, August, comprende di essere preda di una violenza psicologica, interiore a cui non potrà sottrarsi tanto facilmente. Texel, spinto grazie a uno sprololoquio sempre piu’ incalzante, ossessivo, soffocante, alla fine confessa di essere lo stupratore e l’assassinio di sua moglie. Da questo momento in poi, il conflitto prende sempre piu’ le sembianze di un tet a tet convulso, insostenibile, una vera e propria tortura travagliata e frustrante per Jerome che diventa un vero e proprio prigioniero condannato a un accerchiamento claustrofobico che lo porta a impazzire.
Il colpo di scena finale, è uno di quelli che lasciano a bocca aperta (uno di quei finali a cui ci ha ormai abituato la Nothomb, in perfetto stile Ameliano, potremmo dire), che determinano in chi legge non certo una liberazione come avviene spesso e volentieri nei finali di libri pseudo-drammatici o in thriller ma in un acuito accumulo di tensioni, dubbi, di domande che si appellano disperatamente a una richiesta d’aiuto, di fuga o di appagamento. Il tutto, si compone, si scompone, in una cupa spirale della perdizione di sé. E’ come un virus che non puo’ essere debellato, pronto a bruciare e risucchiare ogni speranza e certezza, la vita stessa e il proprio io. Piu’ si pensa di conoscere se stessi, piu’ ci si rende conto della propria impotenza e della propria precarietà verso se stessi. E’ questa la condanna eterna verso cui a volteci si deve incamminare: lottare contro se stessi.
Come sempre a fare la differenza, netta, è l’autrice che con il suo stile elegante, ma molto incisivo, essenziale, ritmato, filosofico ma potente, riesce a intrufolarsi nell’animo umano, denunandolo completamente, condannandolo a una brusca, quanto tangibile e estremamente sensibile, rivelazione completa di sé. L’andamento del libro è assolutamente gradevole, coinvolgente, duro ma nella sua drammaticità strappa anche parecchi sorrisi, anche se amari. La Nothomb ha una qualità su tutte: quella di non specchiarsi nella propria bellezza di scrittura, nella sua estrema abilità di vocabolario, di parola, di suggestioni, ma di saper sempre abbinare il suo eccezionale bagaglio lessicale a una straordinaria capacità di rendere sempre al meglio l’idea, forte, incisiva, di cio’ che intende comunicare a chi legge. E questa è una dote da pochi, io credo, perché spesso e volentieri gli autori si auto esaltano esagerando nel gioco della combinazione delle parole. Lei invece non è auto compiaciuta, per nulla. Anzi, sa sempre selezionare al meglio il termine piu’ efficace in relazione al momento e al contesto in cui quella scelta diventa l’unica e la sola che va fatta per trasmettere quel qualcosa che altrimenti non verrebbe resa come dovrebbe.
Un libro da leggere, perché, senza svelare nulla di piu’ di quanto già anticipato, è un narrazione che potrebbe riguardare da vicino (piu’ vicino di quanto si possa pensare) ciascuno di noi. Occhio al nemico, non tanto a quello che ci ritroviamo spesso e volentieri di fronte, ma a quello silenzioso, nascosto, furtivo, vile che si rivela essere di gran lunga quello piu’ pericoloso. Perché viaggia a fari spenti, si presenta sotto traccia e quasi sempre o non ci accorgiamo della sua presenza o quando ci riusciamo, purtroppo è sempre troppo tardi.

Articolo di Matteo "Andriy" Spinelli

Dettagli del libro
  • Formato: Libro
  • Pagine: 112
  • Lingua: Italiano
  • Titolo originale: Cosmétique de l'ennemi
  • Lingua originale: Francese
  • Editore: Voland
  • Anno di pubblicazione 2003
  • Codice EAN: 9788888700007
  • Traduttore: B. Bruno, Biancamaria Bruno

1 commento:

Martina S. ha detto...

Ottimo articolo, come sempre, Matteo: preciso, completo e puntuale. Non sono ancora riuscita a leggere nulla della Nothomb, ma dovrò decidermi...