"Il silenzio disperato degli indumenti che la rivestono lenti. Certi silenzi non andrebbero interrotti, andrebbero lasciati così come sono, gravi di sottintesi, di frasi non dette, di carezze o baci non dati, di significati importanti: invece certi silenzi andrebbero riempiti con qualsiasi cosa pur di non sentirli, pur di non lasciarli padroni della vita. Sono silenzi tragici che impauriscono, che sbriciolano pensieri, che congelano parole, che mettono distanze abissali, che fanno intendere il peggio, che bloccano i muscoli come una malattia, che muovono solo la bocca in un debole sorriso idiota e costringono gli occhi fissi sul niente e quando parli riesci solo a dire una cazzata."
Il cadavere di Amedeo Moretti viene trovato abbandonato in un bosco, nudo. Ad un anno dalle indagini non si è venuto ancora a capo di nulla. I suoi genitori, famiglia benestante altolocata e influente sta con il fiato sul collo degli inquirenti, dei Carabinieri, del magistrato Bosco, pressano chiunque possa dare un volto all'assassino di Amedeo e soprattutto vogliono sapere perchè è stato ucciso, vogliono giustizia.
Viene chiamato in causa il detective Merisi, serve un parafulmine, uno che tolga le castagne dal fuoco, uno che faccia tanta carta che prosegua nelle indagini, magari dandogli una svolta, non si sa mai, un punto di riferimento per la famiglia Moretti, un capro espiatorio per il Comandante Palma dei carabinieri e tutto il pool investigativo.
Merisi è un personaggio difficile da dimenticare, quarantenne ha una vita privata incasinata, matrimonio in crisi, amante dolce e amorevole, un rapporto in cui si trova involontariamente coinvolto e che non sa come gestire, qualche amichetta con cui andare a sollazzarsi con l'amico Andrea. Nel suo lavoro invece è scaltro intelligente e riflessivo.
Ricomincia le indagini, riparte da zero e trova la pista. E che pista, da far drizzare i capelli. Sono stati già commessi in passato e nella stessa zona omicidi con lo stesso modus operandi. Scandaglia gli indizi, ragiona, cancella, riparte da zero, riesamina tutto, vaglia ogni ipotesi, e noi con lui. Andiamo dritti drittti verso un finale veramente inaspettato che ci coglie impreparati ci colpisce come una mazzata e ci lascia l'amaro in bocca, un finale che oserei definire perfettamente “imperfetto” assolutamente noir.
Ho conosciuto Alessandro Zannoni con Biondo 901 (già recensito sulle nostre pagine) e ne sono rimasta colpita. Non solo dalla storia ma dal suo modo di scrivere così incisivo, diretto e scorrevole e quindi ho preso in mano questo Imperfetto sicura di trovarmi di fronte ad un altro piccolo gioiello. E così è stato. E' bello quando un autore non tradisce le aspettative, anzi devo dire che con Imperfetto mi ha proprio conquistata. La scrittura è tagliente come una lama, le parole scorrono e si rincorrono capitolo dopo capitolo e diventano ossessive, urticanti, snervanti quando ci ritroviamo nella mente del serial killer. Ottimo lavoro si caratterizzazione dei personaggi, intelligenti i dialoghi, insomma non c'è niente che non mi sia piaciuto in questo libro, è inutile che continuo a scrivere parole su parole, leggetevelo e poi mi direte se non ho ragione. Ancora una cosa prima di chiudere, Bravo Alessandro.
Articolo di Cristina "cristing" Di Bonaventura
Dettagli del libro
- Formato: Brossura
- Pagine: 183
- Lingua: Italiano
- Editore: Perdisa Pop
- Anno di pubblicazione 2009
- Codice EAN: 9788883723919
3 commenti:
Imperfetto e Biondo 901 sono già nella mia libreria e sicuramente a breve li leggerò!
Brava come al solito Cri!
Molto affascinanti questi due romanzi di Alessandro, due noir che mi incuriosiscono parecchio.
Poi Cristina ci sa fare ad aumentare la scimmia :-)
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