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lunedì 19 luglio 2010

Virus - Alessandro Canassa Vigliani


“Virus” rappresenta il debutto letterario per il giovane frusinate di belle speranze Alessandro Canassa Vigliani. Ritengo sia un privilegio, come collaboratore corpi freddi, la possibilità a me concessa di potere scoprire nuove realtà e ampliare i miei orizzonti; da questa parte della barricata ci si rende conto che, dietro i soliti nomi noti e le centinaia di proposte che periodicamente invadono gli scaffali, c’è un immenso sottobosco di scrittori che cerca, con le unghie e con i denti, anche una piccola possibilità di riuscire ad emergere dall’anonimato. Credo che l’obiettivo di corpi freddi sia pure questo, dare una voce e una opportunità ai giovani scrittori italiani, con una critica disinteressata che possa essere recepita in maniera costruttiva. Alessandro è un ragazzo molto intraprendente, con tanta fame e voglia di metterci l’anima in questa nuova avventura.

Interessante questa nuova collana editoriale curata dalla Pulp edizioni che rende omaggio ai famosi pulp magazine. Il termine “pulp” deriva dalla carta di qualità decisamente scadente con la quale venivano stampate queste pubblicazioni, tipologia di carta che aveva la caratteristica di ingiallire in brevissimo tempo. Ricordo che scrittori del calibro di Isaac Asimov, Raymond Chandler, H.P. Lovercraft e tantissimi altri hanno scritto romanzi per questa celebre rivista.

Mettiamo subito in chiaro che “Virus “ non ha nulla a che vedere con medical thriller e similari, Vigliani ci racconta una storia nera che vuole essere una denuncia politico sociale; qui l’unico organismo parassita e il vero vaso di Pandora di tutti i mali è rappresentato dalla TV, dove tutto significa apparire e non essere.

Protagonista della vicenda è Max Ribaldi, un ricco uomo TV di successo che ha votato la sua vita al culto della ricchezza, del successo e dell’effimero. Max viene rapito e si sveglia completamente legato e imbavagliato in una stanza, tenuto ostaggio di una giovane donna sotto la minaccia di una pistola. Unici oggetti presenti in questo locale sono un TV e un videoregistratore. Max è costretto giocoforza ad assistere a filmati che mostrano episodi della sua vita vissuta. Per quale ragione Max è stato rapito? Ovviamente al lettore scoprirlo.

Risulta francamente arduo valutare questa opera d’esordio, il messaggio che Alessandro porta avanti è lodevole ma, a mio avviso, viene veicolato in maniera scarsamente incisiva. Ci sono senz’altro buoni segnali ma, a conti fatti, ritengo il lavoro una occasione mancata. Tra l’altro lo scrittore si avventura in un terreno minato ambientando l’intera vicenda in un’unica stanza. Credo che Alessandro stesso si sia reso conto della difficoltà di tenere alta la tensione per tutta la durata della storia e abbia scelto la forma del romanzo breve (o racconto lungo?) per evitare inutili allungamenti del brodo.

“Virus” pone comunque al lettore terreno fertile per una amara riflessione. Spesso ci si circonda di cose futili per tentare di appagare le nostre insoddisfazioni, cose che ci danno un finto senso di libertà ma che costituiscono, alla fine dei conti, proprio una catena e una schiavitù. O proprio quella stessa TV che ci mostra una realtà distorta e bugiarda, quell’infernale apparecchio che è oppio per le nostre menti e diabolico strumento capace di anestetizzarci il cervello con finti reality e programmi menzogneri.

Forse aveva proprio ragione il grande Groucho Marx in uno dei suoi brillanti aforismi (giustamente riportato all’inizio del libro): “Trovo che la televisione sia molto educativa. Ogni volta che qualcuno l’accende, vado in un’altra stanza a leggere un libro”.

Articolo di Marco "Killer Mantovano" Piva

Dettagli del libro
  • Titolo Virus
  • Autore Canassa Vigliani Alessandro
  • Prezzo di copertina € 13,00
  • Dati 2010, 127 p., brossura
  • Editore Pulp (collana Narrativa)

14 commenti:

Martina S. ha detto...

Recensione molto equilibrata del nostro Marco. Un grande in bocca al lupo x il futuro al giovane Alessandro.

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d’accordo con la linea che si è data il nostro Killer (e anche altri che lo seguono). E cioè recensioni che tengano conto dei vari aspetti positivi e negativi dei lavori letti, senza farsi influenzare dai rapporti più o meno amichevoli che possano intercorrere tra recensore e autore o tra recensore e casa editrice. Soprattutto per una questione di onestà intellettuale. In genere, poi, la falsa esaltazione recensoria non paga ed è pure controproducente.
Fabio

Lofi ha detto...

Bella rece Killer.

Anonimo ha detto...

Ti copio/incollo:

"Risulta francamente arduo valutare questa opera d’esordio, il messaggio che Alessandro porta avanti è lodevole ma, a mio avviso, viene veicolato in maniera scarsamente incisiva. Ci sono senz’altro buoni segnali ma, a conti fatti, ritengo il lavoro una occasione mancata. Tra l’altro lo scrittore si avventura in un terreno minato ambientando l’intera vicenda in un’unica stanza."

Ho letto il libro e non credo che tu abbia ragione, il messaggio è chiarissimo, viene veicolato abbastanza bene, l'ambientazione nella stanza è perfetta, ribalta completamente l'idea di lusso di Max. Non è un'occasione mancata, anzi, Alessandro Canassa Vigliani ha dimostrato il suo potenziale sin dalla prima opera.

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

@Anonimo: il mio parere è una opinione ovviamente soggettiva. Questo è ciò che il romanzo mi ha trasmesso. Comunque è giusto così, il mondo è bello perchè è vario.
Se magari ci identifichiamo con un nome, è più facile e gradevole avere uno scambio e un confronto reciproco

Alessandro Vigliani ha detto...

Grazie al killer a tutta le redazione di corpi freddi.

Alessandro C. Vigliani

Anonimo ha detto...

@Killer, non prendertela...ovvio che le opinioni siano soggettive, anche se l'arte dovrebbe essere un pochetto controllata..così come le interpretazioni.
Importante è parlarne...ti posso lasciare il mio numero di cell se vuoi ahahahahahh

Anonimo ha detto...

Aggiungo, poi, che discutere con serenità di un libro, come vedo pronto a fare Marco ma non l'anonimo, fa sempre bene al libro stesso.
Fabio Lotti

Scéf ha detto...

@fabio: il nostro blog è sempre stato al di fuori di logiche dettate da amicizie con autori e uffici stampa e anche in questo caso lo si denota no a casa Alessandro è un mio amico.

@anonimo: l' arte dovrebbe essere controllata? l' arte è incontrollabile e comunque è davvero una parola che riempie la bocca ;)

@KilleR: bella recensione e sai perchè è bella? perchè hai espresso un tuo parere MOTIVANDO le tue perplessità. bravo

@Alessandro: saiq uanto ti stimi e non a caso il tuo libro lo voglio leggere pure io e ribadisco a tutti un piccolo episodio che possa far capire l' intelligenza di questo scrittore.
Essendo un esordiente, Marco,ha preferito dirgli prima della pubblicazione sul sito le sue perplessità sul libro, non volendo fare gli stroncatori per forza di cose, ma la risposta del (grande) emergente scrittore è stata: "E' giusto che tu pubblichi la tua opinione, una critica, se costruttiva, è pur semrpe piacevole".

Lode ad Alessandro e spero di conoscerti presto e ancor prima di leggerti ;)

IL KILLER MANTOVANO ha detto...

Alessandro è un ragazzo estremamente intelligente e umile. Continua così: con la giusta caparbietà e questo spirito sono convinto che ti si apriranno importanti strade. Grazie a te per l'opportunità che mi hai dato.
Grazie anche per le precisazioni da parte del mio caporedattore, con il quale la stima e la comunione d'intenti è pressochè totale.
Ci vuole ben altro per farmi arrabbiare, sicuramente non un paio di sterili provocazioni e frecciatine.
D'altronde ho sempre dato agli anonimi la stessa consistenza degli ectoplasmi.

Strumm ha detto...

Ho conosciuto Alessandro e posso solo confermare l'umiltà e la passione che mette nelle situazioni in cui si avventura.
Crescerà e migliorerà, perché vuole farlo!

Un in bocca al lupo sincero!!!

E un saluto ai Corpi freddi, onesti ed equilibrati.

Marta ha detto...

Ho letto con interesse la recensione, è giusto esprimere le proprie perplessità quando ce ne sono.
Ancora di più apprezzo lo spirito dell'autore, mettersi 'in piazza' per un confronto è positivo, significa che ha voglia di capire e di cercare di capire il lettore, bravo!

Enrico Pandiani ha detto...

Marco, bella recensione, mi ha fatto venire voglia di leggere Virus.
In quanto alle perplessità che un critico espone nelle proprie recensioni, penso che dovrebbero essere pane per uno scrittore. Quando ricevo critiche sui miei romanzi cerco di leggerle in maniera positiva e in linea di massima ne faccio tesoro per non ripetere nuovamente gli stessi errori. Così posso farne degli altri :)

Stefania ha detto...

Bravo Marco bella e sincera recensione,è giusto a parer mio trasmettere le proprie emozioni e confrontarle fra chi ha anche pareri differenti e ancor più, come in questo caso, con l'autore. Anzi, lo trovo ancor più stimolante!
Non è in generale il mio genere ma mai dire mai...:)