Io lo sapevo che non mi dovevo fidare della copertina, mannaggia a me e ai miei disturbi ossessivi da acquisto compulsivo. E nonostante tutto quell’immagine di una bambina spaventata tra le braccia di un uomo con la maschera da lupo cattivo continuava a solleticare la fantasia, a ricordare quasi nel mio immaginario la favola di “Cappuccetto rosso” in chiave molto malata. Tenuto conto il buon feedback guadagnato dall’editore Elliott, dopo mesi di tentennamenti, ho deciso di cedere alla tentazione.
Gravissimo errore.
Ma partiamo con ordine. Elizabeth Hand è una scrittrice newyorkese con già all’attivo parecchi romanzi usciti oltreoceano (quasi tutti di genere fantasy), ma, fino ad oggi, totalmente sconosciuta al pubblico italiano. Questo è il suo primo romanzo uscito in Italia e mi auguro con tutto il cuore sia anche l’ultimo. Mi piacerebbe sapere chi è quell’individuo che, in quarta di copertina, l’ha definita, a livello d’influenze, un incrocio tra Patricia Cornwell e Patricia Highsmith ma, soprattutto, in preda a quali sostanze stupefacenti si sia sottoposto per fare simili affermazioni. Già un simile accostamento tra queste due scrittrici mi sembra totalmente innaturale di per se stesso. Potremo fare rientrare “Non credere ai tuoi occhi” nel thriller psicologico, peccato fallisca proprio nei punti di forza che dovrebbero rappresentare il genere: ritmo, tensione e caratterizzazione dei personaggi.
“Non credere ai tuoi occhi” vede protagonista Cass Neary, una fotografa punk newyorkese fallita, sempre strafatta di droga e sostanze alcoliche. Per sbarcare il lunario decide di accettare l’offerta di un collega che le propone una intervista con una artista maledetta della scena degli anni settanta. Si reca quindi in un’isola sperduta al largo della costa del Maine dove risiede questo strano personaggio. Si troverà invischiata in una vicenda assurda, ridicola e totalmente delirante.
Al di là del fatto che l’antieroina Cass è un personaggio incredibilmente irritante e fastidioso, sempre impegnato a impasticcarsi di anfetamine o scolarsi l’ennesimo bicchiere di Jack Daniel’s , il vero problema del romanzo è che per le 390 pagine non succede praticamente nulla. Ci deve essere nel sottoscritto una punta di masochismo per essere riuscito ad arrivare al termine di questo strazio, una vicenda che non trasmette nulla al lettore se non un senso di disgusto per avere buttato letteralmente via ore del proprio tempo libero. Un romanzo “immobile” con personaggi anonimi e poco credibili, una continua noiosa sequela di descrizioni sulle tecniche fotografiche che risultano veramente ai limiti dell’umana sopportazione per il povero lettore. Senza contare il continuo e ossessivo impiego di droghe, acidi e allucinogeni che, nonostante non mi ritenga un lettore bacchettone, mi ha rivoltato proprio per l’inutilità di queste azioni ai fini narrativi.
Evitate di spendere 19,50€ per una simile oscenità e rivolgetevi magari a qualche degno autore italiano che fa fatica a uscire dall’anonimato per la difficoltà di essere distribuito in maniera decorosa.
Siete avvertiti, tenetevi lontani.
Articolo di Marco "Killer Mantovano" Piva
Dettagli del libro
- Non credere ai tuoi occhi
- Elizabeth Hand
- Traduzione Clara Nubile
- Elliot Edizioni
- collana Scatti
- pag. 387
- euro 19,50
- ISBN 978-88-6192-024-8
8 commenti:
Wow, il Killer ha calato la mannaia!!! Ma se un libro non vale, non vale. Ottimo.
PS: la prossima volta non guardar solo la copertina, leggi anche la trama. ;-)
Già copertina e trama non mi ispiravano figurati ora... ;)
Come stronca il Killer non stronca nessuno! :))))
Stessa sensazione di Marta sulla copertina.E dunque sono quasi contento del killeraggio...:)
Fabio Lotti
La copertina non mi ispira per niente ma dopo aver letto la tua recensione quasi quasi lo compro :))))Ottimo Killer quando ce vo' ce vo'!
Grazie Killer, così non perdo tempo... Ma che peccato che Elliot abbia pubblicato una cosa così...mi piace tanto quella casa editrice...
Velvet
Vade retro allora!!! :-D
Eheh splendida e incisiva recensione...
cappuccetto rosso ci starà lontana :P
e poi ... la Highsmith è praticamente imparagonabile! Unica.
Posta un commento