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venerdì 11 giugno 2010

Intervista a Marina Visentin (Biancaneve - Todaro Ed.)


Biancaneve, una favola noir, molto noir. Così è descritto questo romanzo nella quarta di copertina. Corpi Freddi ha già recensito il libro (recensione) e adesso vogliamo conoscere un po’ meglio Marina Visentin, l’autrice.

Corpi Freddi: Ciao Marina e grazie per averci concesso quest’intervista.
E’ passato un po’ di tempo dall’uscita di Biancaneve. Come è stato accolto dal pubblico?

Marina Visentin: Direi bene, molto bene. Ha avuto delle buone recensioni e molti lettori, e soprattutto lettrici, mi hanno scritto per dirmi che sono rimasti colpiti dalla storia che ho raccontato. Io sono naturalmente molto contenta, anche se ci tengo a evitare toni trionfalistici che sarebbero del tutto fuori luogo. Biancaneve è uscito con un piccolo editore e i mezzi, per quanto riguarda la promozione e la distribuzione, sono quelli che sono. Quindi evidentemente il grande pubblico neppure si è accorto dell’arrivo in libreria di Biancaneve… Però io penso che il passaparola fra lettori soddisfatti possa essere uno strumento davvero prezioso per far conoscere e apprezzare un libro (anche e soprattutto quando non hai a disposizione una grande macchina da guerra promozionale)

CF: Sono sempre curiosa di sapere come nascono le storie. Ti sei ispirata a qualche fatto di cronaca?

MV: Sì, all’origine di Biancaneve c’è il cosiddetto “delitto di Clusone”, un fatto di cronaca degli anni Novanta che presenta qualche punto di contatto con un altro episodio di cronaca nera molto più recente, il delitto di Garlasco. Anche a Clusone c’era un ragazzo accusato di aver ucciso la fidanzata, ma infine prosciolto per insufficienza di prove. In più c’era il fatto che la prova decisiva a favore del presunto colpevole era stato un alibi fornito da una nuova fidanzata. Io non ho voluto in alcun modo ricostruire il caso di Clusone, ma semplicemente interrogarmi sulle possibili motivazioni di una donna che, pur essendo consapevole della colpevolezza di un uomo accetta di aiutarlo, di salvarlo dal carcere fornendogli un finto alibi. Un gesto evidentemente masochistico, ma non solo. Un gesto che rivela un intero universo mentale, e una particolare modalità di essere nel mondo, di guardare e giudicare la realtà circostante. Biancaneve, infatti, è una donna nata vittima, ma non per questo innocente, che ha scelto l’oscurità perché ha paura della luce, la passività perché non si sente all’altezza di assumersi fino in fondo la responsabilità del proprio destino.

CF: Non ci sono eroi nel tuo romanzo, ma personaggi molto veri e drammaticamente comuni. 

MV: Biancaneve è una storia noir, quindi non c’era molto spazio, anche volendo, per eroi di qualunque genere. Qualcuno mi ha in effetti rimproverato il fatto che in tutto il romanzo non c’è neppure un personaggio positivo. In realtà, questa non è stata una scelta fatta a tavolino, ma una naturale conseguenza del punto di vista adottato. La protagonista è al tempo stesso la voce narrante, i suoi occhi sono dunque quelli attraverso i quali vediamo il mondo. Il suo sguardo è nero e quindi noi non possiamo far altro che vedere tutto nero. In tutto questo, devo però dire che ho avuto bisogno di inventare molto poco: gran parte dei materiali che ho usato per descrivere le dinamiche di violenza, rancore, sopraffazione, passività e risentimento che ho messo nel mio libro vengono semplicemente dalla lettura quotidiana delle pagine di cronaca nera.

CF: Ho visto che ti muovi molto per presentare il tuo libro. E’ più difficile scrivere o promuovere un romanzo? 

MV: Scrivere, soprattutto se sei una perfezionista come me, non è mai facile, ma promuovere un libro può essere persino massacrante! Scherzo… però non del tutto! Comunque non mi sto muovendo così tanto, in realtà. Secondo alcuni amici scrittori dovrei fare molto di più!!!! Quello che posso dire è che parlare del mio libro in pubblico è un’esperienza molto piacevole, sarei disposta a farla anche tutte le sere, ma le fasi di organizzazione della cosa sono spesso piuttosto faticose.

CF: Quanto conta l’appoggio e il sostegno della casa editrice? 

MV: Naturalmente conta molto, moltissimo. In molte occasioni può fare proprio la differenza. Però è evidente che i mezzi a disposizione non sono sempre gli stessi. Non puoi pensare di pubblicare con un piccolo editore e aspettarti una campagna pubblicitaria nazionale con i manifesti anche sulle banchine del metro di Milano! Un autore esordiente, come me, sconta anche il fatto di doversi costruire da zero un’immagine, una qualche forma di notorietà. Quindi non è certo facile. D’altra parte, la cosa veramente importante è che si crei un rapporto di reciproca fiducia fra l’autore e la sua casa editrice, indipendentemente dalle dimensioni di quest’ultima. Questo è per esempio un aspetto che apprezzo molto del rapporto con Veronica Todaro, titolare della Todaro Editore e responsabile, insieme alla famosa Tecla Dozio, del fatto che Biancaneve è riuscito ad arrivare in libreria.

CF: Per una donna è più difficile trovare una casa editrice disposta a scommettere su di lei? 

MV: Non credo che esista una risposta univoca. Dipende molto dallo scaffale dove immaginano di andare a collocare il tuo libro. Per certi generi e/o temi il sesso femminile non è certo un ostacolo, però può diventare una barriera insormontabile se hai la pretesa di sederti al tavolo dei “veri grandi intellettuali inevitabilmente misogini”. Comunque, il peggior nemico di una donna spesso è un’altra donna!

CF: Senza svelare nulla….abbiamo avuto modo di confrontarci e ti ho detto che avrei scelto un finale diverso per Biancaneve. Anche tu inizialmente hai avuto la mia idea ma poi hai fatto una scelta diversa per delle motivazioni che ritengo valide e coerenti con la storia. Come si fa a scegliere tra più possibili finali? Non c’è la paura di fare la scelta sbagliata e sentirsi criticati? 

MV: In realtà, la pagina finale di Biancaneve è stata una delle prime che ho scritto. Nella primissima stesura del romanzo, c’erano solo il prologo e la conclusione. Poi, a furia di montare e smontare la storia, nel tentativo di raccontarla nel modo più efficace, ho cominciato a baloccarmi con l’idea di vari possibili finali. Alla fine sono però ritornata all’idea iniziale, perché d’istinto sentivo che era quella la migliore. Quanto alla paura delle critiche, mi sono resa conto che l’unico modo per riuscire a finire un romanzo è imporsi un po’ di sordità, e andare dritti per la propria strada. La paura di sbagliare può essere paralizzante.

CF: Stai lavorando ad un’altra storia? 

MV: Sì, ho già iniziato il mio secondo romanzo e sto procedendo bene, con molto entusiasmo. Proprio ieri ho finito il quarto capitolo. E sto addirittura cominciando a immaginare un’altra storia da raccontare… Per finire Biancaneve ci ho messo dieci anni, adesso ho come l’impressione di dover recuperare il tempo perduto.

CF: Grazie dai Corpi Freddi

MV: Grazie a voi!

Intervista di Marianna "Mari" De Rossi

Dettagli del libro

  • * Autore: Visentin Marina
  • * Editore: Todaro
  • * Genere: letteratura italiana: testi
  • * Collana: Impronte
  • * ISBN: 8886981864
  • * ISBN-13: 9788886981866
  • * Data pubbl.: 2010

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava Marianna, con un appunto. Mai chiedere ad un autore che cosa ha nel cassetto...:)
Fabio Lotti

Briciole di tempo ha detto...

Grazie Fabio. E' che come tutte le donne sono molto curiosa :)

Stefania ha detto...

Complimenti Marianna ... e sei riuscita a incuriosirmi su un'altra nuova autrice! Poi il titolo del suo romanzo. Biancaneve. Uhm in wl! Anche se non credo facile da reperire, ma un pensierino fra i mille che già ho :P ce lo faccio :)