"La suspense deve sempre cominciare il più presto possibile, perché non c'è suspense nell'attesa che la suspense abbia inizio."
(Clayton Rawson, citato nell'introduzione di Mauro Boncompagni)
Sparizioni impossibili, morti misteriose, tesori nascosti.
Leggendo l'introduzione di Mauro Boncompagni che descrive in maniera eccellente autori e relativi titoli, il libro promette bene, anche se non tutti e tre i titoli mi hanno soddisfatto pienamente.
Clayton Rawson - Le impronte sul soffitto
(The Footprints on the Ceiling, 1939) Skelton Island, New York. Merlini e l'amico Ross si recano sull'isola per assistere a una seduta spiritica. Ma ben presto si trovano alle prese con una casa infestata, fantasmi di pirati, tesori scomparsi e un cadavere che non poteva trovarsi dove invece è stato scoperto. In poche pagine Rawson mette molta carne al fuoco, crea un'atmosfera inquietante, con tutte le premesse per quello che sembra essere il classico delitto in un luogo isolato. Ma ben presto si scopre che non è proprio così: la 'via' fra Skelton Island e New York è più trafficata di quel che sembra. Quindi Rawson inizia a montare e smontare alibi, orari, appuntamenti, per passar poi a descrivere numerosi veleni e tecniche fotografiche. Sicché il lettore rischia di perdere il filo e smarrirsi fra spiegazioni tecniche, flashback sulla storia dei personaggi e cadaveri spostati avanti e indietro. Quando arriva la spiegazione finale di Merlini, il lettore rischia di essere così spossato da credere a qualsiasi cosa pur di arrivare al dunque.
Rawson si diverte un po' troppo a complicare le cose, a rendere enigmatici gli indizi e a creare doppi e tripli sensi. Maggior semplicità e maggior accuratezza nel dipanare la storia avrebbero giovato senz'altro a un romanzo che d'altro canto ha molti elementi d'interesse ed entra di diritto fra i classici del genere.
Helen McCloy - La stanza del silenzio
(Mr. Splitfoot, 1968) Leggendo questo romanzo subito dopo Panico, confermo che Helen McCloy è maestra nella creazione di atmosfere e ambientazioni suggestive. Una casa isolata o quasi in mezzo a una tempesta di neve, una stanza 'maledetta', lo psichiatra investigatore Basil Willing costretto a rifugiarsi a Crow's Flight e due ragazzi con la passione per i misteri. L'autrice si destreggia abilmente con questi ingredienti, prediligendo sempre colpi ad effetto che fanno presa sulla mente del lettore suggestionabile.
“Fai come me, Mr Splitfoot!”
Questa scena, quando Lucinda invita il diavolo, Mr Splitfoot, a battere tre colpi è impareggiabile e lascia il lettore col fiato sospeso. Così come quando la stanza maledetta reclama la sua ennesima vittima.
Anche se a prima vista non sembra, pure questo è un classico delitto della camera chiusa e la soluzione alla fine è semplice, eppur sorprendente, perché nel frattempo l'autrice ha giocato abilmente con indizi, moventi e possibili sospetti. L'indizio più sorprendente è quello del pappagallo Tobermory: io non c'ero proprio arrivata!!!
Ellery Queen - La lampada di Dio
(The Lamp of God, 1935 - racconto) Stavolta Ellery Queen si cimenta con una sparizione davvero impossibile: quella di un'intera casa. Pure l'atmosfera è davvero sinistra: la rendono tale, più che l'ambientazione, i personaggi enigmatici e quasi repellenti. Un vecchio molto ricco, appena morto, che abitava in una casa più che fatiscente dove pare avesse nascosto un tesoro. I suoi parenti, personaggi dalla dubbia reputazione che forse mirano a quel tesoro. Una figlia perduta che ora torna alla casa paterna, forse per brama di ricchezza, forse davvero per affetto.
Ellery Queen e l'amico Thorne hanno il loro bel daffare a dipanare l'intricata matassa. E, quando la casa del tesoro sembra proprio scomparsa dalla faccia della terra, l'indizio rivelatore arriva da una fonte inaspettata.
Il bello dell'enigma è che il lettore riesce a capire l'indizio nello stesso momento in cui lo capisce Ellery, se non anche un attimo prima che venga descritto. Ma capire il significato profondo di questo indizio... beh, questa è tutt'altra faccenda, pane per i denti dei lettori più smaliziati e accorti.
Articolo di Martina “Palazzo Lavarda” Sartor
Dettagli del libro
- Titolo: Delitti dall'aldilà
- Autore: Clayton Rawson – Helen McCloy – Ellery Queen
- Editore: Mondadori
- Collana: Gli Speciali del Giallo Mondadori 60
- Traduttori: Mauro Boncompagni – Marilena Caselli – N. A.
- Data pubblicazione: Aprile 2010
- Pagine: 494
- Prezzo: € 5.50
5 commenti:
Interessante raccolta della Mondadori dedicata ai casi "apparentemente" impossibili.
Ho deciso di comprarlo perchè mi mancava proprio il romanzo di Rawson. Per gli altri ne ero già in possesso.
Brava Martina, analisi più che accurata.
Grazie Marco. Mi interessano altri pareri soprattutto sul romanzo di Rawson che è quello che mi ha lasciata un po' perplessa, per certi versi.
Ho le tue stesse perplessità relativamente a Rawson. Ho letto il suo primo romanzo (considerato dalla critica il suo migliore) e l'ho trovato parecchio cervellotico e contorto. Preferisco i mystery di atmosfera a quelli troppo concentrati sulla risoluzione meccanica del congegno poliziesco.
Guarda Martina, ho terminato la recensione del racconto di Rawson con queste parole "Da leggersi con calma (magari pure da rileggersi) che c’è da perderci la testa". E, detto da un lettore stagionato come me...
Fabio Lotti
Infatti, Fabio, credo che andrebbe riletto con un po' più di tempo e senza troppe interruzioni, perchè quello che leggevo la sera già il mattino dopo tendevo a farci confusione.
Però resto d'accordo col Killer: mi piacciono di più i gialli "d'atmosfera".
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